INTERVISTA AD ANITA WOOD

Perché prima d’ora non hai mai parlato della tua relazione con Elvis?
Non rilascio molte interviste perché a volte mi rattrista ripensare alla tragica morte di Elvis. Dovrebbe essere ancora qui con noi ed io vado fuori di testa, ecco tutto. Perciò sono restata a casa, nel Mississippi, con mio marito, i miei tre figli e i miei sei nipoti.

Parlami del tuo primo incontro con Elvis

Lavoravo ancora al Dance Party con Wink Martindale, un programma per ragazzi in onda il sabato in cui era coinvolto anche George Klein. Io, a dire il vero, non ero una fan di Elvis prima di incontrarlo, ma ero una disc-jokey e mandavo in onda i suoi successi.
Bene, un giorno Lamar Fike mi chiamò e disse che Elvis avrebbe voluto vedermi ed io risposi che mi dispiaceva, ma ero già impegnata quella sera. Gli spiegai che non potevo disdire il mio appuntamento. Se mi avesse chiamato Elvis, non avrebbe apprezzato il mio rifiuto e questo mi rincresce.
Un paio di settimane dopo, Lamar chiamò di nuovo e disse che Elvis aveva voglia di vedermi. Io ero libera quella sera. All’epoca vivevo con una signora di nome Miss Patty, divenuta per me una figura materna, e dissi a Lamar di portarmi da lui, dopodichè fissammo l’orario. Quando arrivò con la sua Cadillac, alla guida c’era Elvis. Mandò George Klein alla porta, il che fu un grave errore, e Miss Patty riferì che, se Elvis voleva un appuntamento, allora sarebbe dovuto scendere di persona.
Ad ogni modo Elvis tornò, assieme a George. Erano appena finite le riprese di 'Loving You' e lui indossava una camicia di velluto rosso: era bellissimo. Devo dire che è l’uomo più bello che abbia mai visto in vita mia. Comunque, George fece le presentazioni, a me e a Miss Patty, la quale disse loro di farmi rincasare ad un orario accettabile, altrimenti non mi avrebbe lasciata andare.
Mi diressi verso al Cadillac e c’erano Lamar e pochi altri ragazzi. Facemmo un giro, ridendo, parlando, divertendoci un mondo. 
Ad Elvis venne fame, così accostò ad un negozio per prendere degli hamburger.
Arrivammo a Graceland, dove, ricordo, aveva un sacco di orsacchiotti nella sala da pranzo. Tutto ad un tratto Elvis esclamò: “Voglio mostrarti la mia stanza da letto”, così salimmo al piano di sopra e iniziò a baciarmi. Ora, era il primo incontro e lui metteva le mani dove pensavo non dovesse, perciò dissi: “Credo di dover andare a casa ora”. Fu davvero gentile, scendemmo e mi portò a casa

Ed il secondo appuntamento?

Il secondo appuntamento ci fu un paio di sere dopo e andammo nuovamente a Graceland. Sai, Elvis aveva ancora un vecchio trattore: avrebbe potuto salirci e portarmi ai Lauderdale Courts, per mostrarmi dove aveva vissuto. Mi avrebbe portato in giro per Memphis e nessuno si sarebbe curato di noi, perché davvero non lo avrebbero riconosciuto in quel trattore. Ma tornammo in quella casa, guardammo la TV, mangiammo e ci divertimmo, dopodichè Elvis mi portò a casa.

Quanto tempo hai trascorso con Elvis prima di capire che vi eravate innamorati?

Beh, io non avevo mai avuto una relazione seria, perché i miei genitori erano molto severi. Non mi permettevano di uscire e, quando incontrai Elvis, avevo diciannove anni, perciò lui era davvero il primo. Ho sempre detto che Elvis è stato il mio primo amore, ma Johnny è quello vero. Elvis ed io ci frequentammo molto e, dopo circa due mesi, quando mi riportò a casa dopo un appuntamento, di fronte alla veranda mi disse: “Piccola, credo di essermi innamorato di te”. Era molto dolce e mi venne da ridere.

Che ricordi hai del reclutamento di Elvis nell’esercito?

Quando Elvis fu reclutato, dovetti andare a New York per tredici settimane, per lavorare al talk show di Andy Williams. Prima, però, Elvis mi portò nel Texas, dov’era stazionato. La sua mamma non stava molto bene all’epoca ed io la pensavo. Spesso io e lei parlavamo di quando Elvis mi avrebbe sposata e avremmo avuto un bambino; la rendeva felice. Ma, ad ogni modo, la sua salute peggiorò ed Elvis mi chiamò una mattina e mi informò della sua morte. Guidai sino a Graceland e c’erano il Signor Presley ed Elvis seduti sulla veranda, erano così tristi. Non avrei potuto compatirli, non sapendo cosa volesse dire perdere un genitore. Quando mio padre venne a mancare, chiamai Elvis per fargli sapere che capivo come si fosse sentito.
Dopodichè trascorsi del tempo con Elvis e la sua famiglia alla base di Fort Hood, in Texas. Elvis era abbronzato e meraviglioso. I capelli non erano tinti, tagliati corti, ma non a spazzola. Era bellissimo. Sarei andata a trovarlo e sarebbe stato un appuntamento come gli altri, se i ragazzi non ci seguissero ovunque, anche se li adoro, davvero. Andammo a Waco, a trovare degli amici e ci divertimmo un mondo.

Cosa provasti quando Elvis partì per la Germania?

Non è stato molto bello, perché la Signora Presley non era lì e c’erano un sacco di donne e fidanzate e mi sentii a disagio.

Ti ricordi l’ultima cosa che ti disse prima di partire?

Se ricordo l’ultima cosa che mi disse? Sì, la ricordo, disse: “Ti amo, piccola”.

Ho saputo che Elvis, prima di partire, ti ha regalato una Ford del ’57 e un anello di diamanti, è vero?

Elvis mi regalò molte cose, ma io non gli chiesi mai nulla perché lo amavo. L’anello fu la prima cosa mi regalò ed ora lo possiede mia figlia, e lo indossa anche ora. Lasciai la macchina a mio fratello quando mi sposai e donai alcuni gioielli e giocattoli, da lui regalatimi, alle damigelle d’onore. Credo che a mio marito non sarebbe piaciuto se avessi conservato quelle cose dopo il matrimonio, ossia i doni di un altro uomo. Io non l’avrei fatto, perciò diedi via tutto, tranne quel piccolo anello.

Hai una foto di Elvis che noi non abbiamo mai visto?

Sai, ne ho una di Elvis quando venne in casa di Miss Patty. Ce ne stavamo la fuori a parlare, quando fu scattata. Ho delle foto, ma Elvis non voleva che i giornali venissero a sapere dell’importanza della nostra relazione, perciò molte istantanee non vennero mai scattate.

In tutta onestà, perché voi due non vi siete sposati?

Elvis mi disse che il Colonnello Tom Parker lo proibì, perché se si fosse sposato, o fidanzato o che so io… Con quella carriera, insomma, non avrebbe avuto bisogno di quel tipo di pubblicità.

Alla fine, come hai saputo di Priscilla?

Stavo con Elvis mentre lui girava un film nel ’62 e una volta, quando andò allo studio, io restai a casa. Ero nella sua camera da letto e davo un’occhiata ai volumi della libreria; all’interno di un libro c’era una lettera. La aprii ed era di Priscilla. Fammelo dire, impazzii perché non mi aveva parlato di nessun’altra donna. Quando gli chiesi spiegazioni, si agitò e mi rispose che si trattava di una lettera d’amore scritta da qualche fan. Litigammo di brutto ed Elvis mi afferrò, sollevandomi e immobilizzandomi all’armadio.

Certamente è stato tutto più difficile da allora, com’è finita?

Un giorno Elvis se ne stava seduto in cucina, credo fosse con Alan Fortas, ed io scendevo le scale. Ad un tratto, sentii Elvis esclamare: “E’ un momento difficile, non so chi delle due scegliere”. Mi ferì, così entrai e molto semplicemente dissi: “Beh, lo farò io al tuo posto” e me ne andai. Non avrei tollerato ancora quella situazione. Elvis dopo mi raggiunse e disse: “Prego Iddio che tu stia facendo la cosa giusta” ed io risposi che non importava, che faceva lo stesso. Elvis si agitò e il Signor Presley iniziò a piangere. Elvis cercava di infilarmi del denaro nella borsa ed io non capivo cosa stesse accadendo. E’ stato difficile ma non tornai mai più.

Hai mai visto Elvis a Las Vegas, negli anni ’70?

Andai a Las Vegas con una ragazza e incontrai Joe Esposito, George Klein e Lamar che mi disse: “Elvis si esibirà stasera. Se verrai, ti riserverò un posto in prima fila”. Così ne parlai con Johnny, che ci era stato la sera prima, e mi rispose che per lui non c’era alcun problema. Così mi sedetti proprio al di sotto del palco e, quando Elvis entrò, fu meraviglioso. Mi vide lì e cantò un sacco di canzoni davanti a me. Quando lo show finì, arrivò Hodge e mi annunciò che Elvis avrebbe voluto incontrarmi dietro le quinte. Ci andai, lo vidi e ci abbracciammo per un sacco di tempo, finché lui non esordì: “Piccola, mi son chiesto se non abbiamo fatto uno sbaglio”, al che risposi “No Elvis, non abbiamo. Tu non avresti Lisa ed io non avrei i miei figli e mio marito”. 
Fu l’ultima volta che lo vidi, ma certe volte parlai con lui, quando persi mio padre. Volevo dirgli che ora capivo cosa avesse provato quando sua madre morì, ma a quel tempo aveva una voce così lenta e cupa.

Qual è il ricordo più bello che hai di Elvis?

Bei momenti rammento, ma quello più speciale è stato quando mi ha dato l’anello in California. Me l’ha consegnato nel nostro hotel, là fuori, ed è stato davvero bello, ero senza parole.

Per finire, un ultimo pensiero?

E’ incredibile che ancora lo amiate così tanto ed io vorrei con tutto il cuore che fosse qui, ora. Scherzerebbe con noi, aveva un immenso senso dell’umorismo.