INTERVISTA A SHEILA RYAN

Questa intervista a Sheila Ryan risale ad Aprile 2006.
Sheila Ryan è stata fidanzata di Elvis Presley negli anni '70, in un arco di tempo in cui Elvis frequentava anche Linda Thompson.
Per lei, Elvis Presley ha spesso cantato la canzone "And I Love You So" durante i suoi concerti ed, in occasione dell'incisione della canzone, Sheila era presente in studio ed Elvis l'ha invitata a sedersi e ad ascoltarlo cantare. 
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Quando hai incontrato Elvis per la prima volta?
La prima volta che ho incontrato Elvis è stato a Las Vegas e Joe Esposito mi ha portata dietro le quinte. Lui è uscito dal camerino e c'era una sala d'aspetto fuori dal camerino. E' uscito, aveva un asciugamano intorno al collo e c'erano...non so...forse 30 persone nella stanza; lui è venuto fuori e la prima cosa che ha fatto, davvero, la prima cosa che è successa è stato l'incontro tra i nostri sguardi. Tutti l'hanno notato, in particolare la ragazza che stava frequentando in quel periodo. Voglio dire che è stato uno di quei momenti magici che capitano una volta nella vita, capisci? E' uscito dalla stanza e boom, capisci cosa voglio dire... Una magia. Ed ho capito proprio in quel momento - capendo quello che credo la maggior parte delle donne capiva, ma io sicuramente l'ho capito in quel momento della mia vita - che avrei trascorso un sacco di tempo insieme a lui.

Quindi ti sei innamorata all'istante?
Subito. Mi sono innamorata subito, non c'è stato bisogno di aspettare altro tempo. Era destino.

Elvis ti ha lanciato un chicco d'uva?
Sì, certo, mi ha lanciato un chicco d'uva e, sai, non sono ancora sicura del motivo per cui abbia lanciato quel chicco d'uva verso di me. Ho pensato che l'avesse lanciato verso Joe perchè aveva portato una donna molto bella e fosse una manifestazione di gelosia. Ho pensato questo, ma non sono sicura ancora oggi e non so se lo sarò mai davvero.

Quali sono state le prime parole di Elvis per te?
Le prime parole di Elvis verso di me sono state "Scusami". Davvero, è stata una cosa incredibile, sai. Era lontano circa 4 metri e mezzo ed io stavo facendo finta di niente perché, dopo quel primo sguardo, non avevo veramente bisogno di sapere altro. La sua fidanzata era lì ed io non avevo intenzione di mettermi in mostra, capisci, ma il modo in cui ha lanciato quel chicco d'uva e mi ha colpita proprio in mezzo agli occhi, sulla fronte, è pazzesco per me.

Probabilmente sei stata l’unica donna al mondo che si è trovata in quella situazione...
Di essere colpita da un chicco d'uva, sicuramente.

Hai iniziato a conversare quella sera?
No, non sono riuscita a parlare con Elvis quella sera.
A parte quando è venuto lì, si è messo in ginocchio e si è scusato e scusato e scusato, ed io mi sentivo a disagio, perchè sapevo che la sua fidanzata stava guardando e non c'erano dubbi riguardo cosa stesse succedendo tra noi due. Era, sai, una di quelle situazioni... Poi si è alzato ed è dovuto andare via per stare con il resto delle persone nella stanza, così ho preso l'occasione e me ne sono andata quasi immediatamente. Ho chiesto a Joe Esposito di accompagnarmi fuori, così non sono riuscita a parlare con lui quella sera.

Quando è stata la volta successiva in cui hai visto Elvis?
Avevo vissuto in un appartamento e stavo cambiando casa e, come ho detto in precedenza, in quel periodo della mia vita venivo a sapere delle cose, le percepivo. Il mio telefono era rimasto scollegato per due giorni perchè mi stavo trasferendo da un appartamento all'altro e sapevo che Joe stava cercando disperatamente di contattarmi. Lo sapevo e, non appena venne collegato nuovamente il telefono...intendo dire, l'addetto al telefono era lì e non appena ha collegato una cosa ad un'altra ed il telefono ha squillato, era Joe.
Ho detto solamente: "Ciao Joe".
E lui ha detto: "Oddio, come facevi a sapere che ero io? Dove diamine sei stata? Il capo è....". Capisci? Lui non era arrabbiato, ma proprio frustrato dal fatto di non essere riuscito a contattarmi per due giorni ed io mi sono messa a ridere.
Ed ha detto: "Piaci al mio capo e vuole vederti".

E' stato un appuntamento importante con Elvis?
Sì, è stato un appuntamento importante con Elvis. Molto importante. E' durato circa due anni. E' stato un grande appuntamento!

Che tipo di cose facevate?
Uscivamo di nascosto nel cuore della notte ed andavamo a mangiare un gelato ed allora gli elicotteri e la guardia armata veniva fatta uscire per cercarci e ci tenevano una pisolta puntata per farci tornare in hotel. Ovviamente sto esagerando, ma in realtà l'abbiamo fatto. Eravamo come ragazzini, ragazzini che combinavano guai. E poi lui cantava per me. La seconda sera che sono stata là, la nostra seconda serata insieme, mi ha portata fuori sul balcone della suite dell'International (Hotel). Sai, la grande suite a Las Vegas, che era una specie di casa per lui quando era a Las Vegas...ed ha cantato per me. Ha cantato molto e poi leggevamo e ci divertivamo. Ci siamo divertiti.

Quali sono state le qualità che hai visto in Elvis che ti hanno emozionata?
Elvis aveva delle qualità che nessun altro essere umano ha, aveva ed avrà. Alcune sono molto difficili da descrivere, come il suo carisma; le qualità che aveva erano quasi non di questo mondo, sai.
Erano, molte volte, angeliche. Sapeva le cose prima che le sapessi io. Conosceva cose relative ai miei sentimenti prima che io le sentissi. Era essenzialmente un ragazzino, aveva quelle qualità da ragazzino ed ho detto spesso, prima che lo incontrassi, che aveva quel sorriso che tutti interpretavano come qualcosa di sexy, ma non era per niente così. Non era uno sguardo sexy. Era la sua innocenza, la sua vulnerabilità. Non era per niente qualcosa che poteva fare a comando.

Elvis aveva un cuore tenero?
Non credo ci sia stata e ci sarà un'altra persona così, ammettiamolo. L'uomo non era normale. La sua più grande gioia era donare ed io veramente non lo capivo molto a quel tempo, ma quello che gli portava più gioia era donare.

Cosa aveva più significato per te nella sua relazione con Elvis?
La cosa che aveva più significato per me, nel mio rapporto con Elvis, era che era diverso dai rapporti che aveva avuto con altre donne, per le quali non lo infastidivo e non mi ingelosivo. Non sto dicendo che tutte le donne non cui è stato fossero fastidiose o gelose, ma io non ho cercato di cambiarlo.
Intendo dire che non mi aspettavo che fosse monogamo. Quando voleva andarsene, sapevo che sarebbe andato con un'altra donna, e quando tornava mi avrebbe raccontato cos'era successo. E ridevamo perché, sai, ero sicura della consapevolezza di non essere gelosa. Ancora oggi non sono una persona gelosa. Pertanto, quello che faceva maggiormente la differenza nella mia relazione con lui, è che lui non doveva dare spiegazioni. Non doveva aver paura. Non doveva nascondere niente, sebbene abbia nascosto alcune cose. Davvero, era nient'altro che un libro aperto.

E’ stata una relazione veramente travolgente?
La nostra relazione è stata travolgente e sono sorpresa nel sentire parlare donne che conosco, perchè in quel periodo ce n'erano essenzialmente due. A quel tempo, sai, c'ero io e poi Linda Thompson e vivevamo una specie di gara, in cui all'inizio lui frequentava lei e poi sono arrivata io, ed è diventata una specie di corsa di cavalli. Eravamo alla pari, poi io sono rimasta indietro e poi è rimasta indietro lei. Ma ho sentito dire che lui non aveva una vita intima con le donne. Noi, per lo più parlavamo molto, ci facevamo compagnia, leggeva ed abbiamo avuto una vita passionale molto attiva.

Perdonami ma questa non sei tu...
Oh, capisco cosa intendi...

Elvis voleva che tutti si tingessero i capelli nel mezzo della notte?
Nel cuore della notte, Elvis voleva che i suoi capelli venissero tinti, e così ha voluto che lo facessi io. Non ha voluto che lo facesse Charlie Hodge. E non credo che Charlie gliel'abbia mai perdonata.

Parlaci della sua allegria.
Oddio, aveva quella risata. Lui e Joe Esposito si incontravano prima che arrivassero tutte le altre persone. Si mettevano in una stanza e ci andavo anch'io, ed Elvis iniziava a raccontare barzellette. Poi anche Joe iniziava a raccontare barzellette ed, alcune volte, era interessante perché uno terminava le frasi dell'altro, così Joe raccontava una barzelletta e poi Elvis la terminava ed iniziavano a ridere. Lui si faceva trasportare ed iniziava a colpirmi sulla gamba, perché, sai che le persone si battono sulle gambe quando sono preda di una risata isterica. Ecco, era una cosa del genere. Lui lo faceva sulla mia gamba, che, però, finiva per gonfiarsi. Poi solitamente trascorreva del tempo con Ricky, suo fratellastro. Faceva questa cosa con la spada insieme a Ricky. Non so se ne hai sentito parlare...


Parlacene.
Okay. Lui riusciva a fare cose che non erano davvero normali. Quella non lo era, ma ci si poteva sempre fidare, non importa cosa facesse. Si aveva sempre la sensazione che ci fossero angeli intorno o qualcosa del genere. Lui aveva queste due...non so che tipo di coltelli o cose samurai fossero... Erano enormi come...ogni lama era grande più o meno così.
Lui le prendeva entrambe e diceva: "Ricky, vai a prendermi le lame".
Ricky iniziava a sudare e tornava tutto rosso: "No, per favore. Non il... Farò qualsiasi cosa. Ti prego, non farmelo fare. Non farmelo fare".
Insomma, lui prendeva queste due lame, si metteva in una posizione di karate e faceva un rumore tipo Ninja. Su e giù vicino al corpo, passandogli vicino, vicinissimo, senza mai toccarlo. Ovviamente tutti noi pensavamo che fosse bello, ma Ricky non lo trovava proprio così divertente.

Siete mai usciti da soli?
Una volta siamo andati a fare un giro con la sua auto Pantera gialla ed io ero pietrificata perchè non andava piano per niente. Ero preoccupata perché non guidava molto spesso, visto che eravamo sempre in una limousine; era tardi e c'era buio ed eravamo sulla Mississippi Interstate. Ci siamo ritrovati in questa macchina ed io con lui, ed eravamo da soli noi due ed io ero in condizioni del tipo: "Ok, non so come comportarmi nello stare da soli", capisci...
E lui era felice come un albero di Natale. I suoi occhi non avrebbero potuto essere più allegri. Andavamo a 75 miglia all'ora ed ho pensato che andasse bene, che potevo farcela a 75 miglia. Poi siamo arrivati a 85, a 95 ed a 130. Stavamo viaggiando a 130 miglia e lui mi dice: "Prendi il volante" e toglie le mani.


Gli ho detto: "Per favore, non è divertente. Per favore".
Lo stavo pregando ed avevo davvero paura. Ero davvero impaurita, ma stavo vedendo una parte di lui che non avevo visto spesso. Era spensierato, non era sul luogo di lavoro, non stava lavorando.
Non era a Las Vegas e non stava facendo concerti. Si stava semplicemente divertendo e, quando abbiamo visto quei cancelli con sopra le note musicali, ho tirato un sospiro di sollievo e mi sono sentita molto felice di essere tornata.

Sheila Ryan ha perso la sua lotta contro il cancro, salendo al Cielo il 18 Settembre 2012. Aveva compiuto 60 anni il giorno prima.
La collana con il logo "TLC", che Elvis Presley ha regalato a Sheila Ryan è stata messa all'asta a Graceland il 29 Ottobre 2016 e venduta per 8.750 dollari.

Source: E.com.au