INTERVISTA A JERRY SCHILLING - 2018

Il veterano dell'industria discografica, Jerry Schilling, ricorda ancora il giorno in cui ha incontrato Elvis Presley - e l'ultimo che ha trascorso con il suo caro amico.
Incontrò il futuro Re del rock'n'roll mentre giocava a football quando era ragazzo; sono cresciuti nello stesso quartiere di Memphis.

Dal suo racconto, nessuno sapeva cosa sarebbe diventato Elvis nel giro di pochi anni.
"Non riusciva nemmeno ad avere sei ragazzi della sua età per giocare a football", ricorda.
Quel ragazzo sarebbe diventato il più famoso entertainer dell'Occidente del 20° secolo. Infatti il Re ha appena ricevuto dalla Casa Bianca un'onorificenza molto attesa.

Il 16 Novembre 2018 l'iconico cantante e attore è stato premiato con la "Medaglia della Libertà" (Medal Of Freedom), per gentile concessione del Presidente Donald Trump.
E' stato scelto in modo postumo insieme al giocatore di football Babe Ruth, il giudice della Corte Suprema Antonin Scalia ed altre persone meritevoli.
Schilling è rimasto con lui fino alla sua morte nel 1977.
Durante la cerimonia funebre a Graceland, Schilling ha visto qualcosa di sbalorditivo: persone di tutte le razze e religioni che volevano portare il loro saluto ad Elvis Presley.

"Che fosse una persona nera o una persona bianca, un giovane o un anziano" Schilling ha ricordato parlando con Billboard. "Tutti erano lì per portare onore e rispetto ad Elvis Presley".
Elvis è passato attraverso varie fasi creative nel corso degli anni per assicurarsi questo pubblico: dalla sua corsa infuocata dei primi singoli, fino al suo "Aloha From Hawaii" via satellite del 1973 e oltre.
La stella del Re ha iniziato ad offuscarsi alla fine degli anni '70, e Schilling si è ritagliato un posto nell'industria discografica diventando manager dei Beach Boys, di Jerry Lee Lewis e di Billy Joel.
Ma malgrado tutto, Elvis e Jerry Schilling sono rimasti amici.
Schilling ancora oggi vive nella casa di Los Angeles che Elvis Presley comprò per lui nel 1974 e non ha mai perso di vista il ragazzo che incontrò al campo da football e che, per usare le sue parole, "ha portato me ed il mondo a fare una fantastica cavalcata".

In occasione della consegna della "Medal Of Freedom", abbiamo parlato con Jerry Schilling riguardo questo riconoscimento presidenziale, della storia dei due amici e del motivo per cui il Re potesse accadere solamente in America.

Per il lettori che potrebbero non saperlo, puoi descrivere come è nato il tuo legame con Elvis Presley?
Sono cresciuto nello stesso quartiere in cui è cresciuto Elvis Presley, a nord di Memphis.
Tutto è iniziato l'11 Luglio 1954, ad una partita di football.
Elvis non era famoso in quel periodo, perchè non aveva ancora un disco di successo. Non riusciva ad avere sei ragazzi della sua età per giocare a football, così lasciarono giocare il ragazzino più piccolo, che ero io. Questo diede inizio ad un'amicizia che durò per 23 anni e ad una collaborazione lavorativa durata molto tempo.

Ho conosciuto Elvis prima che diventasse l'iconico Elvis che conosciamo oggi. Sono stato molto fortunato. Era molto gentile con me e mi ha dato una splendida opportunità. Penso abbia portato l'America e tutto il mondo a fare una fantastica cavalcata. Si chiama Medaglia della Libertà, è corretto?

Sì, la Medaglia della Libertà.

Beh, ti dico questo. Crescendo nel Sud negli anni '50, nella segregazione, se qualcuno ha fatto qualcosa per la libertà che fosse realistico, non solo a parole, ma condiviso e gradito, questo è stato Elvis Presley.
Ha osato essere diverso. Lui non stava cercando di fare una dichiarazione, ma quando ha preso una decisione, non si è arreso.

Amava la musica rhythm and blues.
E' stata la prima volta, forse nella storia, non so. Vivevo semplicemente la mia vita. Ma è stata la prima volta in cui i ragazzi hanno iniziato ad avere la loro musica. Ricordo che prima di quel momento, la musica che ascoltavo era la stessa musica che ascoltavano i genitori, perchè a quel tempo funzionava così.

Nelle hit parade c'erano persone come Snooky Lanson e persone che cantavano "(How Much Is) That Doggie in the Window?".
Elvis ha preso tutto questo e l'ha trasformato in "Hound Dog". Per quanto sia bello aver ricevuto questa medaglia, non voglio dimenticare la sua ribellione, che ha dato inizio a tutto. Quella era la bellezza di Elvis. Era un adorabile ribelle.

E le persone che lo criticavano duramente, come i politici, ed anche i religiosi, Elvis Presley è riuscito a conquistarli alla fine. 
Credo che questa medaglia sia l'esempio fondamentale di come, senza fare nulla se non dare divertimento ed amore con la sua musica, abbia conquistato l'America. 
Vedi, so quanto è stato importante per Elvis quando io e lui siamo andati a Washington ed ha ricevuto il distintivo dal Presidente Nixon. Il fatto di essere nella stanza con il Presidente degli Stati Uniti fu un grande momento per Elvis. 
Non faceva differenza chi fosse il Presidente. Era quell'ufficio. Ed io credo che questo sia il massimo.
Vorrei soltanto fosse qui per riceverla. Ma conoscendo quest'uomo, in qualche modo, lo saprà comunque.

Hai vissuto a strettissimo contatto con Elvis per molti anni. Che sensazione provi nel vederlo ricevere questo riconoscimento dalla Casa Bianca nel 2018?
Vorrei vederlo rendersi conto che si è pensato moltissimo a lui, sai?
E' difficile per il mondo recuperare nel periodo degli innovatori o creatori della storia. Capisco perchè c'è stato un intervallo di tempo. Ma, ancora più importante, so perchè la sua eredità ed il suo ricordo avranno un tale onore. Penso sia giusto che Jack Soden, che ha aperto Graceland al pubblico insieme a Priscilla Presley, vada a ricevere questo riconoscimento per conto di Elvis Presley.

Elvis avrebbe compiuto 84 anni quest'anno. Se fosse ancora con noi, come pensi si sarebbe evoluto come artista?
Penso che Elvis avrebbe dovuto avere delle sfide, e mi baso su ciò che ha fatto. Ha lavorato molto duramente nei primi anni per mettere le basi della sua carriera discografica.
Guardando i suoi primi 4 film degli anni '50, sono veramente belli. Poi è entrato nell'esercito. E' stata una bella cosa, in un certo senso, perchè senza il suo periodo di arruolamento, fatto in modo rispettabile ed onorabile, molto probabilmente ora non avrebbe questo riconoscimento.

Molte delle persone di cui parlavo prima non l'hanno capito ed erano preoccupati del fatto che i loro figli potessero seguire i suoi passi, fatti di selvaggio e sexy rhythm-and-blues.
Ma si è congedato dall'Esercito ed ha svolto il suo servizio benissimo, si è mostrato per la prima volta, tornando, insieme a Frank Sinatra, che rappresentava l'establishment.
Credo che quelle persone abbiano pensato: "Ehi, deve essere davvero un bravo ragazzo. Ha servito il suo Paese, ne è orgoglioso ed è tornato".

Era un ragazzo molto intelligente e all'avanguardia. Siamo abituati a vederlo nei film degli anni '60, dove rappresenta il ragazzo della porta accanto che canta le sue canzoni e sorride tutto il tempo.
Elvis, in realtà, voleva andare oltre e, a livello creativo, non ha avuto quella libertà, purtroppo.
Come diceva Elvis: "Non credo che qualcuno voglia farmi del male, ma lo stanno facendo".

Non si può prendere un gigante di creatività come Elvis Presley e non lasciargli aprire le ali e sperimentare. Non lasciargli fare "A Star Is Born".
Non lasciarlo andare in tour intorno al mondo, mentre lui lo voleva così tanto. Non gli è stato permesso di farlo. Non è riuscito ad andare in tour oltreoceano.
Credo che il Colonnello abbia fatto sicuramente quello che riteneva giusto per Elvis. Sono stati una grande squadra per un certo periodo di tempo, ma c'è stato un punto in cui, creativamente, Elvis era diventato troppo grande per il Colonnello.

Ma tornando alla questione principale della tua domanda, quello che Elvis stava cercando di fare, ed io stavo lavorando con lui a questo, è che avrebbe potuto essere un Clint Eastwood o, volendo, una Barbra Streisand. Aveva tutte le carte in regola.
Il mondo degli affari era diventato troppo grande e troppo dedito ai guadagni. Credevano che tutto quello che dovevano fare era firmare un contratto con Elvis Presley, buttare dentro 12 canzoni e, possibilmente, non avere nessun co-protagonista che creasse problemi.
Credo che Elvis fosse esasperato in quel periodo, prima del " '68 Comeback Special", del quale stiamo festeggiando il 50° anniversario. Non era un uomo felice. Era sovrappeso. Era stufo.
E poi è arrivata questa sfida, ed ha iniziato ad allenarsi come Muhammad Ali.
E' calato da 100 kg a 80 kg. E tutto quello che le persone devono fare è guardare lo special e capire.
Poteva sempre risollevarsi per una sfida. Poteva persino inventarla. Era quando la gente lo lasciava libero. Ma per quanto sia stato detto, e per quello che sta succedendo oggi, credo che Elvis Presley abbia fatto quello che ha deciso di fare.
La cosa che è rimasta impressa in modo così vivido nella mia mente è essere stato uno dei portatori della sua bara al suo funerale, e guidare quelle poche miglia da Graceland verso il cimitero. E lungo la strada, tutti erano fermi. Che fosse un poliziotto con la mano sul cuore, che si trattasse di un motociclista, oppure di una persona nera o di una persona bianca, una persona anziana o giovane, tutti stavano lì in onore e per portare i loro rispetti ad Elvis Presley.
Penso che lui volesse solamente essere amato e rendere il mondo migliore. E sicuramente c'è riuscito. Vorrei se ne fosse reso maggiormente conto durante la sua vita.

Credi che Elvis sia stato in grado di capire pienamente ciò che significava per la nazione e per il mondo intero durante la sua vita?
Capiva, di tanto in tanto, che era amato ed ammirato da un sacco di persone?
Sì, lo vedeva durante i suoi concerti. Ma in quale misura? No. Non c'era mai stato nessuno amato in così tante nazioni, così tante lingue in tutto il mondo, almeno negli ultimi 2000 anni.

C'è qualcosa che speri che i giovani, nel 2018, possano apprendere dalla vita, dalla musica e dalla storia di Elvis?
Sì. Voi avete un pubblico di giovani. Devo dare un po' di merito per questo ad alcuni film che non sono stati così belli, ma che piacciono ai ragazzini e con cui sono cresciuti.
Ma c'è anche lo special HBO che ho prodotto con Priscilla Presley e Thom Zimny, "Elvis Presley: The Searcher", che spero vada in nomination per il Grammy del 03 Dicembre.  HBO sta facendo una grande campagna per questo.
Quando lo guardi, essendo più curato approfondimento della vita di Elvis Presley dietro le quinte, capisci la sua influenza ed attraverso cosa è passato per essere un artista.
Per i giovani artisti è sicuramente un libro di testo. Devi essere una persona, ma devi anche amare quello che stai facendo, prima di tutto. Se hai deciso di essere una rock star, buona fortuna. Se ami la musica e vuoi creare musica, questo va bene. Se succede qualcosa come è successo ad Elvis, è fantastico!

Come ho scritto nel mio libro, le basi con cambiano. Forse la differenza con Elvis è essere pionieri. Questa è la cosa più difficile. Questa è la cosa che non è prontamente accettabile.
Vedi, senza Elvis non ci sarebbero le band punk. Inoltre, se guardi a grandi artisti come Frank Sinatra o Dean Martin, loro avevano una grande discografia. Non era un unico genere. Elvis poteva andare a Las Vegas, fare rock'n'roll, canzoni gospel o country. Ha abbattuto moltissime barriere.
Vedo persone lottare per fare questo oggi e penso sia una cosa meravigliosa. Ci sono ancora un sacco di barriere da abbattere. Ma lui l'ha fatto in un modo che era intrattenimento, e lui si divertiva nell'intrattenere.
Non è questo che dovrebbe essere l'arte? Alziamoci da quelli che sono i conflitti, le guerre ed i pregiudizi di ogni giorno.

Come ha detto quando ha ricevuto il premio per i 10 Migliori Giovani Americani: "Sono solo un intrattenitore e continuerò a cantare le mie canzoni". Ed è quello che ha fatto.

Tu hai conosciuto Elvis prima che diventasse famoso. Qualcuno a quel tempo poteva avere cognizione che questo umile ragazzo avrebbe vinto questo prestigioso riconoscimento dopo oltre 60 anni?
Lo conoscevo piuttosto bene. Ho attraversato la maggior parte delle fasi della sua vita insieme a lui. Sono rimasto piacevolmente scioccato, in un certo senso, quando due settimane fa ho ricevuto una chiamata che mi annunciava questa notizia.
Ho pensato: "Era ora!". Ma nessuno di noi l'avrebbe mai immaginato. Elvis non avrebbe mai immaginato di venire ricordato 40 anni dopo la sua morte.
Ricordo suo padre. Vernon si preoccupava molto per Elvis. Lui viene, in qualche modo, messo da parte perchè è risaputo che Elvis amasse moltissimo sua madre, ed è vero. Certamente non significa che non amasse anche suo padre. Erano brave persone, una piccola povera famiglia di Tupelo, Mississippi, che si è trasferita a Memphis quando Elvis era appena una ragazzino.
Per i giovani, ai miei tempi, la musica ci ha dato una voce. Principalmente, ci ha donato il nostro genere di musica. Ed Elvis ce l'ha regalato. Quando si è ragazzi, più una cosa è pericolosa, più è bella. Perchè, per la maggior parte degli adolescenti, fa parte dell'essere ribelli. Avevamo qualcosa da fare. Poi sono arrivati i Beatles, Dylan ed altri ed hanno iniziato a scrivere.
Se prendi quel primo rock'n'roll e ci metti sopra una penna, otterrai una giovane società che aveva una voce nel mondo. Non credo ci sia nulla di più importante della libertà di avere una voce.

Dato che Elvis riceverà questo riconoscimento dalla Casa Bianca, non lo vedresti come l'incarnazione delle caratteristiche tipicamente Americane?
Penso che (un fenomeno come) Elvis Presley poteva succedere solo in America. E questa è la bellezza del nostro Paese ed il motivo per cui lui amava questo Paese così tanto. 
Anche quando era più giovane, negli anni '50, le aspre critiche che riceveva, lo ferivano molto. Ma è stato in grado di continuare quello che voleva fare e, come ho detto prima, ha conquistato tutti. Con tutte le sue divisioni, i difetti e tutto quanto, questo è ancora il miglior Paese. 
Ed Elvis è ancora uno dei più grandi esempi di come dovrebbe essere l'America.
Lui voleva condividere il suo successo, e l'ha fatto. Voleva rendere felici le persone. Voleva aiutare le persone malate, e l'ha fatto. Ha fatto tantissime cose che le persone  non sanno.
Le persone si prendono cura di altre persone che siano influenti oppure no, o di qualsiasi colore esse siano, o qualsiasi lingua parlino. Ecco di cosa parlava la musica di Elvis e come era lui. Credo che l'America, in fondo, sia questo.

Source: Billboard.com