INTERVISTA A LISA MARIE PRESLEY - ELVIS WEEK 2018


Lisa Marie Presley, insieme a Joel Weinshanker - dirigente EPE - il 10 Agosto 2018 ha rilasciato un'intervista all'interno della nuova "Chapel In The Woods", a ridosso di Graceland in cui parla moltissimo di suo padre Elvis e del significato della canzone "Where No One Stands Alone", che ha inciso duettando con lui.

Allora, congratulazioni ad entrambi! Adoro il singolo dell'album. Quando eri una bambina hai cantato con tuo padre? 

LISA: No, non ho cantato con lui. Lui mi aspettava... Aveva l'abitudine di mettermi su un tavolo, di fronte a tutti, e dirmi: "Dì qualcosa". A volte l'ho fatto ed a volte ero troppo timida.

Ti metteva solo un po' sotto pressione... 

LISA: Sì certo, ma io non l'ho inteso in quel modo. Ho sempre pensato che fosse divertente che avesse l'abitudine di venire a dirmi di dire "Bla bla bla" per loro.

E' fantastico! E quindi, mettere tutto questo insieme anche nell'album, intendo, portare quelle persone del passato, è stato qualcosa di magico...? 

JOEL WEINSHANKER: Sì, lo è stato davvero! Voglio dire, l'intera idea del disco è stata un po' magica, perché sai che Elvis amava soprattutto la musica gospel, e non era solo la sua musica preferita, ma stava alle basi della sua vita, era ciò che amava davvero quando era agitato, arrabbiato; era il luogo in cui si rifugiava dopo un paio di concerti, ascoltando sempre gospel. E' stata una progressione davvero magica, che ha portato alla creazione con Lisa di questa straordinaria performance e ciò che è stato più bello è che ogni singolo musicista che ha lavorato a questo disco, anche se Elvis non c'è più da molti, molti anni, ha cercato di fare bella figura come non avevo mai visto prima in uno studio; tutti hanno cercato di fare del loro meglio per Elvis. Lo sai, piangevamo tutti nella sala di controllo, mentre Lisa si esibiva. E' stato semplicemente e davvero magico. 

Quindi loro piangevano. E tu come ti sei sentita? Intendo dire che l'hai fatto altre volte, ma può essere che mentre il suo tempo passa, i tuoi sentimenti cambiano?

LISA: Stavo pensando, a livello tecnico, all'accordo sopra o sotto e cose del genere; la notte non avevo letto il testo ed ero in una condizione del tipo: "Oh mio Dio..." perché non avevo familiarità con questa canzone in particolare, ed è diventato qualcosa del tipo "Oh mio Dio, questa è la mia vita in questo momento!".
Non credo di averla cantata molte volte: ci sono volute, forse, 3 o 4 takes, ma qualsiasi cosa abbia sentito fortemente a livello emotivo non è mai stata piacevole. Praticamente canti e piangi. Non funziona, semplicemente non riesci a farlo in un modo che vada bene, quindi ho dovuto mantenere la calma, ma mi sentivo molto in simbiosi con lui e con la canzone. 

Ti piace parlare con tuo papà? Pensi a lui tutti i giorni? Come funziona? 

LISA MARIE: No, non direi che parlo con lui... Ricordo semplicemente tutto, e tutto quello posso fare è solo far uscire dalla memoria qualunque ricordo abbia e cose del genere. Ogni tanto chiedo aiuto, sai, come nel caso di questo disco. E' un po' come aver sentito una mano scendere verso di me. 

Le parole sono un'armatura molto potente... 

LISA MARIE: Certo, quando l'ho letto, ho pensato: "Mio Dio, io so le difficoltà che ha avuto!", capisci... e molte persone sanno di cosa si tratta.
Io ho avuto proprio le stesse difficoltà negli ultimi anni. Sono passata attraverso un periodo davvero molto brutto, così è come se fosse diventato il pensiero perfetto, del tipo che stavo bene, che anche lui ci era passato, lui ha passato questo e lui mi aiuterà. Forse questo è una specie di segno. Ho sentito come un segno, sembrava un qualche tipo di segno...

J.W.: Ed è il concetto per cui tutto questo ha avuto inizio, alle 3.00 del mattino, dietro Graceland, dove mi sono ritrovato a parlare con un regista e questo era proprio il momento giusto. Ho chiesto a Lisa, dopo che aveva fatto la registrazione - a proposito, dopo la take che ha fatto con tutta quell'emozione, c'è stata la take che si sente nel disco. Una delle più incredibili take, in cui non riesci a distinguere dove Elvis finisce e si trova Lisa... E' sopra, è sotto... ed è una delle performance più incredibili che abbia sentito nella mia vita - ma le ho chiesto: "Se potessi chiedere a tuo padre, se tu potessi dire una cosa a tuo padre, quale sarebbe?" e lei ha detto: "Un po' di aiuto" ed io penso sia ciò che sta realmente accadendo qui. E' questo l'aiuto che suo padre è stato in grado di darle.

Sei cresciuta guardando tuo padre e, ovviamente, sentire tutto il suo amore per il gospel... Credi che tuo padre fosse anche abbastanza religioso? Cosa diresti? 

LISA MARIE: Moltissimo. Certamente, moltissimo. C'era una pila di libri alta così accanto al suo letto, sai, ed erano tutti religiosi. Se sali in camera sua, c'è un piccolo ufficio collegato e non ci sono altro che libri di ogni religione ed ogni tipo del suo milione di Bibbie. Era costantemente alla ricerca ed era molto legato al gospel. 

Siamo anche qui all'ombra di Graceland e si sa ovunque che il pubblico non è ammesso. Può essere, dunque, una zona dove tu puoi andare per avere un po' di conforto?

LISA MARIE: Assolutamente sì! E' un posto che sento il più sicuro in assoluto! Tengo la chiave del piano di sopra con me; prendo quella chiave e chiudo quella porta lassù, dove c'era la sua stanza e la mia stanza ed era il luogo in cui si trovava il suo rifugio. Appena riesco a chiudere quella porta, riesco a sentirmi nella più totale calma e sicurezza.

E' esattamente la stessa di sempre?

LISA MARIE: Esattamente la stessa.

Era quel pezzo di casa dove c'erano le stanze private...che non è una bella descrizione... ma era più simile a una casa che ad una camera da letto? 

LISA MARIE: E' appariscente. Ho tenuto un lungo tappeto rosso alto così... Quel letto nero, pareti rosse, oro qua e là...  

Ed è in arrivo anche una bella nuova mostra. Pertanto ancora i ricordi... Intendo, altri ricordi che tornano e ti è capitato di pensare: "Oh mio Dio, me ne ero completamente dimenticata"... ?

LISA MARIE: Sì, davvero. Ero in una condizione del tipo: "Un'altra mostra su di me? A nessuno interessa... Chi se ne frega... Non so quando...". Poi ho iniziato a lavorarci ed ho pensato: "Oh, quello è bello; anche questo è bello"... 

Qualcosa in particolare in questa nuova mostra che ha colpito nel segno o in cui c'è qualcosa di diverso o qualcosa di quasi nuovo? 

LISA MARIE: C'era una citazione sul muro e diceva qualcosa del tipo: "Diventare padre è la cosa migliore che mi sia mai capitata" e non l'avevo mai visto prima, quindi quella era la prima volta che la vedevo, pertanto è davvero fantastico. 

Come ci si sente, voglio dire, davvero, realmente? 

LISA MARIE: Sapevo che c'era un grande amore; sapevo che c'era davvero un legame molto forte dal momento in cui riesco a ricordare, pertanto questo riconferma che ciò che sentivo era la verità, ossia che per lui ero la cosa più importante e sentivo che il nostro rapporto era speciale, quindi è stata una specie di conferma.



Hai detto di essere la cocca di papà e di essere sempre riuscita a farla franca...

LISA MARIE: Il terrore...il terrore!

Quale è stata la cosa peggiore che hai fatto da bambina?

LISA MARIE: Una di quelle che ho appena visto nel video...  C'era una sorta di home video in esecuzione e, mentre stavamo facendo un'intervista prima, ho guardato lo schermo e mi sono vista, forse all'età di tre o quattro anni, con qualcuno che cercava di prendermi dalle mani un regalo o qualcosa che mi piaceva, ed io gliel'ho strappato via, alzando anche le mani. Non avevo mai visto quel filmato prima... 

Eri un mostro! 

LISA MARIE: C'era un po' di terrore! 

Cosa ti ha sorpreso mentre ti sei immerso in tutte queste canzoni incredibili ed in questi incredibili ricordi? Qualcosa ti ha sorpreso? 

J.W.: Le esibizioni! E' impressionante ascoltare take dopo take, visto che siamo stati in grado di tornare indietro, analizzando alcuni masters ed alcune takes alternative ed un sacco di cose che non avevamo mai sentito prima. Ogni canzone gospel che ha registrato, l'ha incisa e cantata come se fosse stata la prima e l'ultima volta che la cantava e lui l'ha cantata come se stesse pensando che niente aveva importanza prima e che nulla aveva importanza dopo. E c'era la passione ed è stato semplicemente fantastico! E poi, quando Lisa duetta, è semplicemente straordinario il fatto che lei, effettivamente, dopo aver sentito le parole, dopo essersi sentita realmente a suo agio con il testo, abbia reso lo stesso tipo di performance. Se qualcuno ha mai dubitato di Lisa - ovviamente, lei assomiglia tantissimo a suo padre - ma se ci fossero ancora dubbi, ascolta; ascoltali cantare insieme e quello è come una prova sufficiente in un tribunale per me, quindi è semplicemente sorprendente il valore che lei ha, capisci? Elvis è quello che tu sai per me; il più grande interprete dei tempi moderni e per lei essere in grado di intensificare e cantare con suo padre, non era solo una questione di dire: "Ehi, sai che ho intenzione di fare questa cosa...", era questione che lei era lì con lui.
Ed io non ho mai sentito una cosa del genere in qualsiasi tipo di situazione. E' semplicemente straordinaria.

C'è qualcosa che stai scoprendo su tuo padre del tipo: "Oh mio Dio, non l'avevamo mai saputa questa"? Sappiamo che sei cresciuta guardandolo, ma c'è qualcosa che, mentre passa il tempo, vieni a sapere?

LISA MARIE: Non mi sorprende più niente da nessuna parte... Non è sorprendente, ma è sempre molto confortante vedere quante persone vengono ogni anno costantemente; quanto le persone lo amino, le persone vogliano ancora sentire parlare di lui e quanto sia importante questo posto: Graceland e l'hotel e tutte  le diverse attrazioni. Cercare di accogliere le persone e farle rimanere più a lungo. E le persone vogliono restare, quindi ci stiamo espandendo abbastanza rapidamente e scopro che è avvincente. 

J.W.: Non è solo questione di Elvis; è che le persone si preoccupano veramente di Lisa, si preoccupano davvero che sia felice, loro davvero ci tengono al suo successo ed il luogo di questa canzone dell'album, "Dove nessuno rimane solo", è  Graceland.

E' come avere una famiglia stabile... 

J.W.: Di circa 20 milioni di persone...

Quando si parla di follia, ecco un'altra storia su Elvis, un'altra teoria del complotto o cose del genere. Tu leggi qualcuna di queste storie o le ignori semplicemente, o ci  ridi sopra? Sono sempre stato incuriosito da come ti rapporti con queste cose? 

LISA MARIE: Ho a che fare con queste cose che riguardano me o mio padre da sempre... Non posso prenderle sul serio, se stai parlando di quella roba folle e sensazionalistica, semplicemente non la leggo. 

Sarebbe stato interessante ed anche piacevole per lui poterti dare consigli... 

LISA MARIE: Sarebbe stato fantastico! Non c'è dubbio che mi sarebbe piaciuto moltissimo se avesse potuto accadere, perché sento che, se lui fosse qui, mi avrebbe protetta. Avrei avuto quel tipo di protezione che non ho mai avuto e, pertanto, pensando soprattutto al periodo recente, penso che mi avrebbe assolutamente protetta. E' una bella sensazione sapere che l'avrebbe fatto. Questo è un po' il motivo per cui ho fatto questa canzone. Mi è praticamente caduta in grembo ed ho solo pensato a quanto mi sono sentita collegata a tutto questo, proprio ora, per qualche motivo, sta accadendo ed ho avuto bisogno di farlo. 

Stando anche alle tue stesse parole, ne hai parlato in precedenza, cosa mi dici di una biografia in cui metti le cose in chiaro e le dici come stanno... E' qualcosa a cui ancora stai...?

LISA MARIE: Oh, erano cose da tabloids di nuovo...

Non c'è mai stata e non hai mai pensato di farla?

LISA MARIE: Ne farò uno assolutamente una, ma non so quando e non ho avuto tempo di pensarci bene. Sono ancora nel bel mezzo di un thriller psicologico e, quando tutto sarà finito, forse potrò scriverla.

Non vedrai l'ora di arrivare ad una sorta di chiusura... 

LISA MARIE: Non ne vedo davvero l'ora! 

...che arrivi l'ultimo capitolo...

LISA MARIE: Esattamente! Non l'ultimo nel senso che arriva la fine... Questo è un po' troppo...

Ho capito esattamente cosa intendi. In realtà sto solo pensando che, quando parli di tuo padre, quelle parole di lui sul fatto di diventare padre, poi sei diventata madre tu, e poi, quando Riley ha detto: "Voglio iniziare a lavorare", come l'hai presa?

LISA MARIE: Ho pensato che aveva una buona testa sulle sue spalle. Se avessi avuto una figlia che non sembrasse forte, non l'avrei permesso. Riley ragionava dicendo: "Farò la modella per fare soldi, poi ho intenzione di fare l'attrice e poi diventerò una regista".
Ho detto: "OK".
Lei aveva un intero progetto ed ha fatto tutto quello che aveva detto che avrebbe fatto. Non lo avrei permesso se avessi pensato che c'era incertezza o vulnerabilità o una debolezza, capisci? L'avrei trattenuta fino ai 18 anni. 

Quale è stata la cosa difficile per te nel produrre questo album Joe?

J.W.: Credo il fatto che ci sia stata una selezione di canzoni, perché era molto chiaro nella mia mente, e penso che Lisa pensasse la stessa cosa, che il singolo era il più lento, non era una canzone famosa, non era una canzone gospel a cui le persone erano abituate.
C'erano versioni, come "SAVED" - perché "SAVED" è un classico gospel - ma è una canzone incredibilmente potente.
Quello che cercavo era la passione; quindi quello che ho cercato di fare è stato ascoltare Elvis. Il modo in cui ero in grado di ascoltare lui ed ascoltare le sue esibizioni, ed è dal modo in cui amava una canzone, che ti fa dire che ha cantato quella canzone come nessun altro aveva mai cantato quella canzone prima e, forse, l'ultima volta in cui l'avrebbe cantata.
Quindi bisognava predisporsi in un certo modo per ottenere qualcosa e poi far salire tutti gli altri a bordo. Ma la parte più difficile potrebbe essere stata proprio viverlo, perché è stato talmente emozionante che, sai, "piangere nella chiesa, lacrime di gioia" ... ci sono state tante lacrime di gioia che sono state versate in questo progetto. E' sicuramente qualcosa non dimenticherò mai. E lavorare con Lisa ed ascoltare Lisa nello stesso studio in cui quella canzone è stata registrata 50 anni prima...
Lei ha cantato la canzone nello stesso studio in cui lui aveva creato l'audio per il " '68 Special" e quella solennità di trovarci là, è stata davvero qualcosa di incredibile e speciale. 

Cosa pensi di aver imparato da questo o cosa traiamo da questa esperienza?

LISA MARIE: Penso sia stato fatto in un contesto d'amore. Voglio dire, Joel ha avuto una visione, e quando sono entrata ed ho sentito la prima copia, era proprio come se avessi dimenticato se stavo cantando gli accordi più bassi o più alti in alcune parti. Non sapevo cosa stesse succedendo. Ho seguito Joel nella sua visione. Ho ascoltato, sono entrata ed ero molto pessimista al riguardo e sai che la mia testa è talmente lontana dalla mia parte posteriore, con problemi e situazioni, che avevo bisogno di portarla fuori abbastanza a lungo per creare qualcosa di produttivo e cercare di far succedere qualcosa di bello.
Ora, sai, è stato ed è, come ho detto, come se una mano fosse uscita o si fosse abbassata verso di me ed è stato davvero commovente. Mi sento bene. E' una di quelle cose che ho proprio seguito e si è rivelata giusta.