TILL WE MEET YOU AGAIN, MAY GOD BLESS YOU. ADIOS!

ELVIS PRESLEY - 26 GIUGNO 1977 / INDIANAPOLIS
In Giugno 1977, un gruppo di oltre 250 fans di Elvis Presley hanno oltrepassato l'Oceano Atlantico per andare negli Stati Uniti d'America a vederlo esibirsi dal vivo.
Il tempismo di questo viaggio fu sia fortunato che tragico: la fortuna stava nel fatto di riuscire a vedere Elvis Presley sul palcoscenico in due città; la tragedia nel fatto che, di circa 1.500 concerti che Elvis Presley aveva fatto nell'arco di tutta la sua carriera, questi fans Europei hanno fatto appena in tempo a vedere gli ultimi due.
Elvis aveva iniziato quello che sarebbe stato il suo ultimo tour, della durata di 10 giorni, il 17 Giugno 1977 a Springfield, in Missouri, e lo avrebbe concluso con i concerti del 25 Giugno a Cincinnati e del 26 Giugno ad Indianapolis. Questi due sono stati i concerti a cui hanno assistito i fans arrivati dalla Gran Bretagna.
Nonostante le notizie preoccupanti riguardo il suo stato di salute, i concerti a Cincinnati ed a Indianapolis fecero praticamente il tutto esaurito.
Come per tutti i concerti degli anni '70, il pubblico assisteva ad un'ora di spettacolo di altro genere prima di poter vedere Elvis: c'erano le esibizioni degli Stamps Quartet, delle Sweet Inspirations e del comico Jackie Kahane.
La giornalista Rita Rose dell' "Indianapolis Star" era presente ad attendeva con ansia che Elvis arrivasse. Il giorno dopo, nel suo articolo, ha scritto: "La domanda principale che ci si poneva era se aveva perso peso. Il suo ultimo concerto qui, quasi due anni prima, lo aveva presentato sovrappeso, ammalato ed incline a fare un'esibizione letargica. Dopo lo spegnimento delle luci dopo l'intermezzo, si poteva sentire una platea silenziosa".
La sera precedente, a Cincinnati, i 20 minuti di intermezzo sono diventati 55 (Elvis, in seguito, ha spiegato di aver dovuto andare urgentemente dal dentista).
Finalmente Elvis è apparso in un'esplosione di flash e di chiasso da parte del pubblico.
"Il Re sembrava orribile", ha scritto, lamentandosi Ken Williams del "Journal News".
"Aveva una pancia che poteva permettergli di indossare il costume di Babbo Natale senza imbottitura. Terribilmente pallido con gli occhi quasi chiusi per quanto erano gonfi".
Elvis borbottò qualcosa, ma le uniche parole che il giornalista riuscì a capire furono "iniezione di Novocaina".
Anche altri giornalisti tra il pubblico hanno confermato l'evidente stato di malattia di Elvis.
Ma oltre a questi aspetti, non hanno potuto fare a meno di notare come per il pubblico, per i suoi fans, non facesse alcuna differenza il fatto che Elvis non fosse in forma smagliante.
Ancora Ken Williams è costretto a scrivere: "E' palese che i fans ancora amano Elvis. Ancora riempiono l'arena per vedere il loro idolo. Loro vengono a vedere la leggenda".
Nel "Cincinnati Enquirer" Cliff Radel aggiunge: "Non è stato un concerto. E' stato un rito".
Zach Dunkin, dell' "Indianapolis Star" descrive così i fans di Elvis: "Il pubblico conservatore era di 35enni, cosparso di molti curiosi adolescenti. Alcuni bambini sono stati fatti passare attraverso i cancelli girevoli perchè mamma e papà non sono riusciti a trovare una babysitter. Fate spazio per una seconda generazione di fans di Elvis Presley!".
David and Carole Hawthorne hanno assistito ad entrambi gli spettacoli, arrivando dall'Irlanda del Nord insieme al gruppo inglese.
David ha detto ad un giornalista, mentre aspettavano che Elvis arrivasse sul palco a Cincinnati: "Sono diventato fan di Elvis nel 1963 o '64. Sai, è come ha detto John Lennon: non c'era nulla finchè non è arrivato Elvis".
ELVIS PRESLEY - 25 GIUGNO 1977
La prima canzone è stata "C. C. Rider".  La lista di circa 20 canzoni includeva successi come "I Got a Woman", "Jailhouse Rock", "Teddy Bear", "Hound Dog", "Don’t Be Cruel", "Little Sister", e "It’s Now or Never", ma ache canzoni più recenti come "Unchained Melody", "You Gave Me a Mountain", "Fairytale", "Bridge Over Troubled Water" e "My Way".
Riguardo la sua voce, le recensioni furono un po' diverse: c'è stato chi ha preferito notare che si faceva fatica a capire cosa stesse cantando e che la sua voce era prevalentemente nascosta dai coristi, ma c'è stato anche chi non era assolutamente d'accordo con questo punto di vista ed ha reso totalmente merito alle capacità vocali di Elvis.
"La sua voce è grandiosa, ricca di maturità e forte. Ha cantato bene tutte le canzoni, non importa quale fosse lo stile".
Ad Indianapolis la sua capacità vocale impressiona lo scrittore Zach Dunkin: "L'uomo riesce ancora a cantare quando ci prova. Due volte ieri sera l'ha fatto magnificamente, specialmente in "Hurt", quando ha fatto uno sforzo notevole per raggiungere le note più difficili".
Ancora Rita Rose annota: "Elvis ha limitato i movimenti di karate, ma quelli che ha fatto con la chitarra hanno suscitato ugualmente le urla dei fans. Idem quando le donne si sono precipitate per afferrare le sciarpe lanciate dal bordo del palco".
In particolare, durante l'ultimo concerto ad Indianapolis c'è stato un numeroso lancio di sciarpe: Dunkin ne ha contate 46. "Tra le persone che si sono lanciate per afferrarle c'erano anche due ragazzi con caschi da motociclista. Erano forse per proteggersi dagli uomini della sicurezza? No! I caschi servivano per proteggersi dalle loro mogli, quando li avrebbero visti tornare a mani vuote".
ELVIS PRESLEY & VERNON PRESLEY - 25 GIUGNO 1977 / CINCINNATI
Nell'insieme di tutte le recensioni, il denominatore comune degli articoli apparsi sui giornali, in cui si parlava degli ultimi due concerti di Elvis Presley del 25 e 26 Giugno 1977, era che, nel migliore dei casi, erano sforzati.
Ken Williams diviene persino brutalmente onesto nella sua recensione del concerto a Cincinnati: 
"Apparentemente i resoconti sono fondati sulla verità ed il Re ha confermato i sospetti con il suo concerto senza parole e senza vita di sabato, al Riverfront Coliseum di Cincinnati, davanti alla folla. 
Se n'è andata dalla sua esibizione la magia generata da una delle ultime leggende viventi al mondo; se 'è andata l'energia e la vitalità di un Elvis sano; se n'è andata la bellezza della voce che ha incantato milioni di persone. 
Ho temuto il peggio per Cincinnati e le paure, per me, sono diventate un incubo".
Poi prosegue, in una sorta di inconsapevole profezia:
"C'è stato un senso di vuoto alla fine. Sì, arriva un momento in cui un artista deve fermarsi, ritirarsi o riposare. Elvis noi ti amiamo, ma per favore, non farci questo. Preferiamo ricordarti al massimo del tuo splendore, piuttosto che al tuo funerale. Il Re è morto. Lunga vita al Re".
Elvis, sul palcoscenico del suo ultimo concerto al Market Square Arena di Indianapolis, il 26 Giugno 1977, saluta il pubblico dicendo: "Till we meet you again, may God bless you. Adios" e canta "Can't Help Falling In Love" non sapendo che lo stava facendo per l'ultima volta.
Gli rimanevano ancora solamente 50 giorni da vivere.


Source: (c) Alan Hanson