INTERVISTA A LOANNE PARKER (VEDOVA COLONNELLO PARKER)

Loanne Parker, seconda moglie e vedova del Colonnello Tom Parker, è deceduta il 10 Maggio 2020 a Las Vegas. 
Lo scorso Luglio era intervenuta per dire la sua opinione riguardo il film biografico a cui sta lavorando Baz Luhrmann e che vedrà Tom Hanks nei panni di suo marito, manager di Elvis Presley per 20 anni. Loanne Parker ha sempre sostenuto suo marito quando era in vita ed ha continuato a rispondere a qualsiasi contestazione nei confronti del suo operato per Elvis Presley, anche dopo la morte del Colonnello, avvenuta nel 1997.
Quella che segue è un'intervista che ha rilasciato molti anni fa, in cui ha dato una chiara idea di quale fosse il suo punto di vista riguardo il rapporto tra Elvis Presley ed il Colonnello Parker e cosa quest'ultimo ha fatto per colui che è stato il suo unico cliente per oltre 20 anni.

Quando hai incontrato per la prima volta il Colonnello Parker?
Ho incontrato per la prima volta il Colonnello Parker nel 1969. Nella primavera del 1969, quando venne a Las Vegas per firmare un contratto per l'apertura dell'International Hotel. E l'hotel non era nemmeno terminato in quel momento; era ancora in costruzione. Lavoravo come segretaria del Direttore della Pubblicità dell'International Hotel.

Com'è stato lavorare con il Colonnello?
Beh, a quel tempo lavoravo per l'hotel, ma sono diventata segretaria ufficiale alla RCA Records quando Elvis ha iniziato ad andare in tour. Negli anni '70 il Colonnello faceva affari dalla mattina alla sera. 24 ore al giorno. Pensava ad Elvis ed ai suoi affari. Non si è mai fermato. Si aspettava che tutti ci si dedicassero come lui, e questo ha reso le cose un po' pesanti per alcune persone, perché avevano bisogno di un po' di vita privata ed era complicato riuscire ad averla.

Quindi il Colonnello Parker era attivo 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana per Elvis?
24 ore/7 giorni su 7 a pieno ritmo. Sì. Il Colonnello non ha mai smesso di pensare a Elvis. Non ha mai smesso di pensare a cosa potesse fare. Era un perfezionista. "Se i cartelloni pubblicitari sembravano belli durante questo ingaggio, come potrei renderli migliori al prossimo?". 
Non si è mai fermato. Andavamo in giro in auto e lui diceva: "Ora quel palcoscenico è in una buona posizione, ma non credo che lo useremo la prossima volta. Cercheremo una posizione migliore ". 
Il suo pensiero principale era: "Cosa posso fare per presentare al meglio Elvis? Cosa posso fare per proteggere meglio Elvis quando si tratta di contratti e affari? Cosa posso fare per far sapere alle persone nel modo migliore che ci sarà Elvis?".
Non ha mai smesso di pensarci, mai. Mai.

Aveva una mente molto insolita. La maggior parte delle persone hanno una voce nel dialogo interiore. È il nostro pensiero interiore. Pensiamo sempre, le parole sono formulate nelle nostre menti. Questo è il nostro processo mentale. Il Colonnello aveva diversi livelli di dialogo interiore. Intendo dire che questi si manifestavano contemporaneamente. È qualcosa di cui mi sono resa conto dopo aver trascorso con lui 24 ore al giorno, anno dopo anno. Da allora ho incontrato alcune persone simili, ma non ho mai conosciuto nessuno che avesse più di un dialogo interiore nella mente. Quindi, nel caso in cui io possa pensare ad un argomento e possa pensare a diversi argomenti, saltando da uno all'altro, il Colonnello poteva pensare a una dozzina di cose contemporaneamente. E lo faceva tutto il tempo.

Quindi questo è uno dei motivi per cui lui riusciva a far funzionare le cose?
Esatto. Era capace di pensare ad un contratto a cui stava lavorando; pensare di organizzare un tour; pensare a qualcosa che era in programma all'Hilton. 
Recitava la parte di Babbo Natale per le feste di Natale per i bambini e poteva pensare a qualcosa che doveva fare con sua moglie a Palm Springs per prendersi cura di lei. È stata invalida per molti, molti anni ed aveva bisogno di cure 24 ore su 24. Poteva pensare a un amico con cui avrebbe cenato, contemporaneamente.

Quando il Colonnello Parker aveva un'idea, si metteva al telefono o la scriveva?
Ecco un'altra cosa. Il Colonnello non prendeva mai appunti. Teneva tutto a mente e, quando qualcuno gli poneva una domanda su una cosa successa, per ipotesi, sei mesi prima o 20 anni prima, il suo motto era sempre lo stesso: "Lasciami riavvolgere i miei nastri". Si sedeva per un minuto e poi tirava fuori la risposta.

Totale rievocazione.
Totale rievocazione. Sì, sì.

Parlaci della generosità del Colonnello Parker.
Ha recitato la parte di Babbo Natale per i bambini alle feste di Natale. Se stavamo andando a cena, mi diceva: "Fermati, fermati".
Se vedeva qualcuno che era a piedi sulla strada e capiva che aveva bisogno di qualcosa, usciva dall'auto e andava a donare cinque dollari, dieci dollari, venti dollari, qualunque cosa sentiva avesse bisogno. 

Molte volte andavamo a mangiare al ristorante e, se vedeva una vecchia coppia che mangiava un pasto molto povero, chiamava la cameriera e diceva: "Dica a quelle persone che mi piacerebbe comprare la loro cena", in modo che, forse, potessero ordinare qualcosa in più. Faceva sempre cose del genere. Ha donato centinaia e migliaia di dollari in beneficenza. Sempre a patto che non ci fosse nessuna pubblicità.

Quindi il Colonnello aveva un cuore molto generoso.
Sì. Sì. I suoi amici lo sapevano: non dovevi chiedere qualcosa al Colonnello se ne avevi bisogno. Era una di quelle situazioni di cui il Colonnello diceva: "Se sei un vero amico, il tuo amico non deve mai chiederti nulla. Gli dici tu, spontaneamente, che gliela darai".

Lui e il Presidente Lyndon Johnson erano buoni amici?
Erano buoni amici. Il Colonnello solitamente raccontava una storia. Il Presidente Johnson era a Los Angeles, chiamò il Colonnello e gli disse: "Colonnello, partirò domani mattina". 
Alloggiava in uno dei grandi alberghi. "Ma se vuoi passare, mi piacerebbe vederti per qualche minuto prima di lasciare la città"
Il Colonnello è andato nell'atrio e si è messo semplicemente ad aspettare. C'erano diverse persone: naturalmente c'erano addetti stampa, ecc... ed il Presidente e il suo staff sono scesi con l'ascensore. Il Colonnello ha raccontato che erano messi a forma di cuneo, il servizio segreto era fatto come un cuneo per passare in mezzo alla gente. Quando Lyndon Johnson ha visto il Colonnello, si è fermato, ha detto qualcosa ad uno degli uomini dei servizi segreti ed il piccolo cuneo si è semplicemente aperto. Il Colonnello è entrato e lui ed il Presidente Johnson hanno parlato per un po'; dopodiché il Presidente è andato per la sua strada. 
E mentre il Presidente usciva dalla porta, uno dei giornalisti ha detto al Colonnello: "Oh, lei deve conoscere abbastanza bene il Presidente". Ed ecco qui il senso dell'umorismo del Colonnello, che diceva: "Beh, non lo so. Ma sicuramente lui conosce me, non crede?".

Il Colonnello era amico di altri presidenti. Ronald Reagan?
Ronald Reagan, sì. Infatti, prima che diventasse Presidente, eravamo in tournée nel Sud del Paese, e Ronald Reagan stava avendo problemi a far decollare un aereo; stava facendo uno dei suoi tour per fare comizi. 
Gli abbiamo prestato uno degli aerei che stavamo usando durante il tour per andare nella città successiva. 
Ovviamente lo conosceva anche dai tempi dei film e conosceva Harry Truman ed il Presidente Bill Clinton. Eravamo molto amici della madre del Presidente, Virginia, una donna davvero meravigliosa. Abbiamo partecipato alla festa per il suo settantesimo compleanno a Las Vegas e, dopo la morte del Colonnello, il Presidente Clinton mi ha scritto una lettera meravigliosa. 
E grazie a questa lettera, Elvis è ufficialmente il Re, perché quando il Presidente degli Stati Uniti dice che Elvis è il Re, questo lo rende ufficiale.

Il Presidente e sua madre erano fans di Elvis?
Il Presidente Clinton aveva incontrato il Colonnello, prima ancora di diventare Presidente. Era il Governatore Clinton a quel tempo. Ed uno dei nostri amici aveva organizzato una cena di raccolta fondi qui in città e, come sorpresa speciale, aveva chiesto al Colonnello di partecipare alla cena per incontrare il Presidente. Poiché conosceva il Presidente - che era Governatore allora - ha voluto incontrarlo. E' stata una bella sorpresa ed hanno fatto una lunga chiacchierata. Hanno parlato molto a lungo e quello è stato l'inizio della loro amicizia. Poi Virginia, la madre del Presidente, è venuta spesso a casa nostra con suo marito. Era, lo dico nuovamente, era una donna meravigliosa.

Il Colonnello aveva grossi problemi alla schiena.
Fin da quando il Colonnello era un ragazzo, è sempre stato robusto per la sua età, ha raccontato lui stesso. E alto. Era alto 1.80 cm, sebbene avanti negli anni sia diventato un po' curvo, ma era alto circa 1.80 cm. 
Quando era giovane, in Olanda, uno dei suoi lavori era stato trasportare grandi quantità di formaggio dalla fabbrica fin sulle chiatte, che avrebbero portato questo formaggio a destinazione; ed ha raccontato che erano estremamente pesanti, tipo centocinquanta libbre o qualcosa del genere. Durante gli anni dello sviluppo, aveva forse 13, 14 anni, si era fatto male alla schiena in quel periodo. Questo è stato l'inizio dei problemi alla schiena che ha avuto per tutta la vita.
Ma, mentre stavano girando il film "Elvis - That's The Way It Is" all'International Hotel, ero seduta nello stand del Colonnello, insieme al Colonnello, ed è stata organizzata una passerella, andando tra il pubblico. Ad un certo punto, Elvis cantava e faceva questa passerella tra il pubblico, mentre il Colonnello sorvegliava. Si sedeva sempre all'esterno della sua postazione, in modo da poter intervenire in qualsiasi momento. 
Si è guardato intorno ed ha detto: "Si metterà nei guai". 
I fans avevano iniziato a muoversi e stava per essere assalito. Il Colonnello è balzato in piedi, è corso, ha preso Elvis e lo ha messo dall'altra parte della barriera. 
Ed io stavo seduta lì. Semplicemente, non ci potevo assolutamente credere. 
E' tornato, si è seduto come se niente fosse, ed io gli ho detto: "Colonnello, la tua schiena. Stai bene?". 
E lui mi ha detto: "Ho dovuto aiutarlo". 
Era così semplice: non ha pensato, ha agito.

Il Colonnello Parker cercava sempre di sorvegliare Elvis?
Alle esibizioni dal vivo, il Colonnello si sedeva di fronte al palco e guardava sempre il pubblico per vedere cosa stesse succedendo. Sapeva che Elvis si stava occupando del suo spettacolo sul palco. Quello non erano affar suo. Il suo compito era proteggere Elvis, assicurarsi che le cose non sfuggissero di mano.

Il Colonnello Parker era davvero gentile con i fans.
Il Colonnello apprezzava i fans e sapeva che, senza i fans, non sarebbe stata la stessa cosa. Non ci sarebbe stato lavoro: i fans compravano i dischi, i fans supportavano Elvis, i fans erano presenti. Gli piacevano e li apprezzava. 
Lo showroom dell'International Hotel era come qualsiasi showroom di Las Vegas. Tu facevi una prenotazione, facevi la fila e, quando arrivavi al responsabile, facevi del tuo meglio per ottenere un buon posto. Molte volte questo costava un po'... 
Beh, il Colonnello si infastidiva molto quando vedeva questa pratica. In realtà non gli piaceva affatto, ma non poteva farci niente. Era una pratica di Las Vegas. 
Così, molte volte in cui vedeva un fan in fila e, magari, riconosceva il fan come uno di quelli sempre presenti, lo faceva andare oltre la fila e diceva al responsabile: "Dove hai intenzione di mettere queste persone?". 
Ed il responsabile non poteva dire altro se non: "Al miglior posto, Colonnello". 
Il Colonnello aspettava per assicurarsi che avessero un buon posto. Oppure, se aveva due postazioni a sua disposizione per ogni spettacolo, si assicurava che, se non ne avesse usata una, io chiamassi lo showroom e venisse messa a disposizione, in modo che i fans potessero usarla. E molte volte metteva i fans al suo stand.

Il Colonnello Parker andava in anticipo per allestire gli spettacoli?
Quando eravamo in tour, facevamo un pre-tour. E questo era il nucleo del gruppo del Colonnello. Io andavo, Pat Kelleher della RCA Records andava, George Parkhill, che faceva parte dello staff del Colonnello, andava. 
Abbastanza spesso prendevamo con noi uno dei ragazzi di Elvis, uno dei suoi collaboratori. E poi abbiamo preso qualcuno della Concerts West, Management III, che era Tom Hulett, uno di quegli uomini. 
Prendevamo un jet, un piccolo jet e riuscivamo ad andare anche in sei città in un giorno. Non era insolito. 
Avevamo un metodo. Andavamo in aereo in città, io rimanevo sull'aereo e battevo a macchina appunti relativi alla città precedente. 
Il resto degli uomini saliva su una macchina prenotata precedentemente, andavano all'edificio e  parlavano con il direttore dell'edificio e facevano il contratto di concessione. Vedevano fisicamente le stanze in cui Elvis avrebbe alloggiato e si assicuravano che la sicurezza potesse essere gestita adeguatamente; facevano un giro per vedere quali ristoranti c'erano nella zona. Praticamente, controllavano tutto. 
Controllavano il tempo che ci si impiegava dall'aeroporto all'edificio ed il tempo dall'aeroporto all'hotel. Tutto questo veniva fatto in anticipo, in modo che, quando lo spettacolo arrivava effettivamente in città, tutto era molto facile per loro.

Il Colonnello Parker faceva qualche scherzo?
Oh, il Colonnello Parker ne faceva, ma non ha mai fatto del male a qualcuno. Non ho mai saputo che abbia fatto uno scherzo dannoso per qualcuno. 
Era molto sensibile ai sentimenti delle persone. Il Colonnello era pazzerello, aveva una grande sensibilità. 
Ad esempio, prima che andassi a lavorare per la RCA Record Tours, un giorno il Colonnello mi ha chiamata e mi ha detto: "Loanne, ho un problema. Ho un incontro con alcuni uomini davvero importanti a Los Angeles. E Jim O'Brien, il mio segretario, ha l'influenza. Potresti venire e prendere appunti durante questa riunione? Lo apprezzerei molto". 
Ovviamente ero terrorizzata, ma gli ho detto: "Sì, Colonnello, verrò". 
Il Colonnello e George sono venuti a prendermi all'aeroporto, siamo andati in ufficio. Ero eccitata e nervosa e volevo fare una buona impressione, e lui mi ha detto più volte: "Queste sono persone davvero importanti. È molto importante per me". 
Siamo entrati, ho salutato e Jim O'Brien era lì. 
Ho pensato: "Cosa è successo?".  Ho detto al Colonnello: "Jim è qui". 
E lui ha detto: "Bene, è guarito. Ma abbiamo ancora bisogno che tu prenda appunti". 
Siamo entrati in quella che era la sala conferenze del Colonnello, abbiamo aperto la porta e c'era il lungo tavolo da conferenza con una dozzina di sedie e su ognuna c'era un grande orsacchiotto. Quello era il senso dell'umorismo del Colonnello.Questo è un esempio del tipo di scherzi che faceva. 

Eri con il Colonnello Parker a Portland quando Elvis è morto?
Il giorno della morte di Elvis, il Colonnello e il suo staff di base erano a Portland ad aspettare l'arrivo di Elvis. Io ero nella mia stanza e stavo facendo alcuni lavori; il Colonnello era nella stanza che di solito usavamo. Lui aveva una suite ed usavamo l'area del soggiorno come ufficio temporaneo. 
È venuto nella mia stanza, ha bussato alla porta ed ho visto che era fisicamente turbato. 
Ha detto: "Ci sono brutte notizie. Ho ricevuto una telefonata e pensano... non sono sicuri che Elvis vivrà. Ti terrò aggiornata". 
Ed è tornato nel suo ufficio temporaneo. 
Ovviamente ero scioccata. Ricordo di aver percorso il pavimento. Ero scioccata perché, ti posso giurare, non abbiamo mai pensato che Elvis sarebbe morto. Era quasi diventato una leggenda per noi e lui pensava di poter gestire qualsiasi cosa.
Col senno di poi, guardando indietro, viene da dire: "Beh, non era troppo intelligente da parte loro". 
Ma bisognava esserci per sentire l'impatto emotivo che provavamo durante i tours. Dovresti renderti conto che ogni nostro momento era focalizzato su ciò di cui Elvis aveva bisogno, su cosa potevamo fare per lui. 
Ora, io non ero personalmente coinvolta nelle sue attività quotidiane come lo era il suo staff, ma da un punto di vista lavorativo, era sempre nei nostri pensieri, sempre. 
Ed, improvvisamente, pensare che sarebbe sparito era semplicemente inconcepibile, non ci si poteva credere. Sentivo che sarebbe andato tutto bene. 
E poi è venuto il Colonnello e mi ha detto: "Se n'è andato. Ho parlato con Joe, ho parlato con Vernon". 
La sua più grande preoccupazione in quel momento era Vernon. 
Ha detto: "Non so se ce la farà", dato che sapevamo che la salute di Vernon non era buona. Ha detto: "È così sconvolto, non so cosa succederà a Vernon". 
Una delle cene più difficili che abbia mai affrontato è stata la sera in cui Elvis è morto. Il Colonnello ha detto al personale che era lì: "Andremo al ristorante qui in hotel per cenare. Mangeremo, non avrete una faccia triste, non sarete depressi, nessuno si siederà e piangerà. Lo dobbiamo fare per Elvis. Tutti in quel ristorante ci guarderanno". 
Devo dire che nessuno ha mangiato molto e tutti abbiamo perso peso durante quel pasto; abbiamo spinto via il cibo nei nostri piatti, ma abbiamo mantenuto un aspetto normale. Ed era vero, tutti nel ristorante erano concentrati sul nostro tavolo.
Molte persone hanno chiesto di avere del tempo per fare shopping, dato che avevamo portato abiti adatti per il tour. I nostri abiti da tour erano abiti funzionali, non erano abiti eleganti, non si facevano uscite di società durante i tours. 
Tom Hulett, credo, ha detto: "Colonnello, devo prendere un vestito. Non ho un abito con me, non possiamo andare al funerale con gli abiti che indossiamo in tournée". 
Ed il Colonnello ha risposto: "Tom, questi vestiti erano abbastanza buoni per noi per lavorare per Elvis, sono abbastanza buoni per noi da indossare al suo funerale. Lui avrebbe capito. E se mi vedesse con un completo, non mi riconoscerebbe". 
Così siamo andati al funerale in abiti da lavoro molto semplici, nei nostri abiti da lavoro. Avevo i pantaloni, non avevo nient'altro. Il Colonnello indossava un berretto, portava sempre un berretto. Indossava una maglietta sportiva, sai, un paio di pantaloni. 
E sull'aereo, mentre stavamo andando a Memphis, il Colonnello ci ha fatto un piccolo discorso e ci ha detto: "Voglio che Elvis sia orgoglioso di noi oggi. Ed in tutto quello che fate, pensate a lui. Ma voglio che manteniate un comportamento molto calmo. Nessuno deve crollare, nessuno deve piangere. Questa è la nostra occasione per recitare la parte che lui vorrebbe che recitassimo".
E abbiamo fatto del nostro meglio.


Il Colonnello ha lavorato ancora con Vernon quando Elvis è morto?
Vernon ha chiesto al Colonnello di continuare a rimanere e di aiutarli ed, entrando nella mente del Colonnello, essendo stato concentrato su Elvis per così tanti anni, non si poteva fargli smettere qualcosa del genere. Pensava continuamente ad Elvis e non ha smesso. Ha lavorato per Elvis a modo suo fino al giorno in cui è morto.

Ha fatto un sacco di esperienze personali?
Prima di tutto, al funerale, hanno chiesto al Colonnello di salire su una delle limousine, in una delle limousine principali, insieme alla famiglia. 
Il Colonnello ha detto: "No, sono sempre stato dietro le quinte con Elvis; è così che voglio continuare a fare". Ed è salito su una delle limousine, ma non con il gruppo dei familiari.
Dopodiché, dopo che tutto questo è terminato, ha fatto diverse apparizioni personali per conto di Elvis, in un certo senso. 
Nel 10° anniversario della morte di Elvis, hanno eliminato tutto di quello che, un tempo, chiamavamo la Suite di Elvis all'Hilton di Las Vegas, ed il Colonnello ha portato cimeli, immagini ed oggetti di tutti i tipi. 
Hanno messo i fans in condizione di andare in tour e vedere tutte queste cose. 
Il Colonnello si sedeva ad un tavolo e, mentre i fans si avvicinavano, stringeva loro la mano, parlava con loro; era molto bello. 
A proposito, una delle persone che sono passate durante quel periodo - lo abbiamo fatto per cinque giorni - Wayne Newton ha reso omaggio ad Elvis nello showroom e siamo andati agli spettacoli ogni sera, sedendoci nello stand dove il Colonnello sedeva sempre agli spettacoli di Elvis, perché voleva che il mondo sapesse che era ancora lì per Elvis. 
Ma uno degli uomini che ha incrociato il nostro cammino è stato un canadese, che ha detto al Colonnello: "Colonnello, ho una giovane cantante che avrà successo, è favolosa". 
Il Colonnello ha detto: "Dimmi di lei". 
Adorava conoscere i giovani artisti emergenti. Hanno conversato a lungo ed il Colonnello ha detto: "Se posso aiutarti in qualche modo, fammelo sapere". 
Bene, quell'uomo era René Angélil,  il marito di Celine Dion, e stava parlando proprio di Celine. 
Alcune volte è venuto a casa nostra ed il Colonnello ha parlato con lui. Quando Celine ha fatto uno spettacolo qui, a Las Vegas, ha fatto al Colonnello gli auguri di buon compleanno dal palcoscenico.  Sono persone meravigliose. 
** René Angélil, marito di Celine Dion e suo manager, è stato un cantante ed un imprenditore ed è salito al Cielo il 14 Gennaio 2016. Era sposato con Celine Dion dal 1994.

Quando i giornali hanno scritto cose su di lui, il Colonnello si è arrabbiato?
Il Colonnello si è sempre sentito ferito dal modo in cui i tabloids parlavano di lui. Il momento più brutto è stato quando è stato nominato un tutore per Lisa Marie nel Tennessee, e questo tutore ha detto che avrebbero fatto una revisione dei conti di tutto quanto. 
E' diventato un gran casino, davvero un gran casino. Ma è stato il modo in cui la stampa lo ha raccontato, dicendo che gli eredi di Elvis Presley avrebbero fatto causa al Colonnello. Questo non era vero. Il tutore che rappresentava Lisa, nominato dal Giudice dello Stato del Tennessee, ha intentato un'azione legale ed ha detto agli eredi che dovevano unirsi a lui. 
Gli eredi sono andati dal Giudice - questo è stato scritto sui giornali in caratteri molto piccoli perché non faceva sensazionalismo - e gli hanno chiesto di scusarlo, dicendo che non volevano intentare una causa contro il Colonnello, ma il Giudice ha ordinato di procedere. 
Questo non era qualcosa che gli eredi volevano in quel momento, era un ordine legale, ma tutti i giornali sono usciti dicendo: gli eredi dichiarano che il Colonnello ha imbrogliato Elvis, ed i fatti sono stati molto distorti dalla stampa. Fu un periodo molto triste per il Colonnello.
Ha scoperto chi erano i suoi amici. Billy Martin è stato una delle prime persone che ha telefonato ed ha detto: "Colonnello, posso fare qualcosa per te? Hai bisogno di aiuto?". 
Eddie Arnold ha chiamato ed ha detto: "Colonnello, sappi solo che sono dalla tua parte". L'ambasciatore Walter Annenburg ha chiamato ed ha detto: "Colonnello, se hai bisogno di aiuto, fammi sapere". 
E sono solo alcune delle persone che ho menzionato! Gli amici personali del Colonnello sono rimasti con lui fino alla fine.
Voglio dire che leggeva queste dichiarazioni o vedeva la TV e diceva: "Perché lo fanno? Ho fatto del mio meglio per tutta la vita. Perché mi stanno facendo questo?".
Uno dei tratti meravigliosi del Colonnello era che gli piaceva vedere qualcuno avere successo. Lo rendeva oltremodo felice vedere un amico avere successo e non è mai riuscito a capire perché il pubblico sembrasse godere nel vedere una persona di successo messa in ginocchio. Era qualcosa che lo sconcertava totalmente, non l'ha mai capito.

E tutta questa faccenda era un mistero per lui. All'inizio non si è difeso; diceva: "Perché dovrei? Non ho fatto niente di male". 
Poi, verso la fine, quando la questione è sfuggita di mano, ha iniziato a parlare e la stampa lo ha praticamente ignorato, non volevano sentirlo. Ora, a difesa della stampa, devo dire che la stampa riporta ciò che il pubblico vuole sentire, ed è quello che stavano facendo. 
Il Colonnello non ha mai avuto rancore personale nei confronti di nessuno degli addetti alla stampa; sapeva che stavano facendo il loro lavoro. Gli ha spezzato il cuore vedere che il pubblico volesse questo tipo di giornalismo. La questione è tutta qui.
Punto primo: il Colonnello Parker non ha mai preso il 50% dei guadagni di Elvis, mai. 
È vero, hanno firmato un contratto negli anni '70 in cui si stabiliva una partnership, in cui ognuno doveva ricevere il 50%, ma il Colonnello non si è mai messo in tasca il suo 50%, perché, in quel periodo, Elvis aveva bisogno di soldi extra per il suo divorzio da Priscilla e stavano esaurendo le risorse finanziarie. 
Vernon ha detto al Colonnello: "Colonnello, prenderesti il ​​tuo solito 1/3 per un po' di tempo fino a quando non ci rimetteremo in sesto?". 
Il Colonnello ha preso la sua terza parte e non ha mai preso il 50%. Ora mi riferisco alle esibizioni dal vivo di Elvis, mi riferisco alle registrazioni di Elvis e così via. Sapevano che, se il Colonnello avesse avviato un progetto in cui Elvis doveva solo metterci la sua immagine o il suo nome, il Colonnello riceveva il 50%. Si trattava di album fotografici, merchandise e cose del genere. 
Il Colonnello concepiva le idee, il Colonnello portava a termine le idee ed Elvis ci metteva unicamente, come contributo, il suo nome e la sua immagine, che era ovviamente indispensabile. 
Quando sono accadute cose del genere, Elvis era abbastanza disposto a fare in modo che il Colonnello prendesse il 50%.

C'è qualcos'altro che vorresti dire ai fans di Elvis riguardo il Colonnello?
Beh, quello che vorrei dire ai fans riguardo il Colonnello: punto primo, c'è sempre stato per Elvis in ogni modo possibile.
Ricordo che eravamo in tournée e una notte è tornato nella stanza piangendo. 

Ha detto: "L'ho perso, il mio amico non c'è più". 
Ha detto così perché era andato ad un incontro con Elvis, ma non si riusciva a svegliarlo. Tutti abbiamo dei punti deboli, tutti abbiamo delle mancanze ed il Colonnello aveva capito che questo valeva anche per Elvis. 
Ha cercato in tutti i modi di aiutare Elvis a superarlo, ma non è stato possibile. Voglio che i fans sappiano che gli è sempre importato di Elvis ed ha fatto del suo meglio per prolungare la vita di Elvis, per far andare avanti le cose. 
Hanno vissuto una grande collaborazione - non ha mai interferito con la parte creativa di Elvis.
Diceva: "Elvis è una star, sa esattamente cosa sta facendo. Non gli dirò cosa cantare o come vestirsi o come recitare. Sa come fare quelle cose. Io mi occupo solo della parte finanziaria".


Ora, parlando della serie di quelli che vengono chiamati "film senza sbocco", che ruolo ha avuto il Colonnello in questo? Ha dettato legge?
No. Valutiamo l'età di Elvis in quel periodo. Era giovane, stava attraversando un fantastico periodo. Penso che, probabilmente, la cosa più importante nella sua vita, come nella vita di qualsiasi uomo, siano le relazioni con le ragazze. Elvis ha guadagnato un sacco di soldi, guadagnava più soldi di quasi tutte le grandi star ed il Colonnello non ha ricevuto meriti per quello. Si guarda a ciò che guadagnava Elvis per un film e si dice: "Oh, non è molto", perché si guarda quanto viene pagata oggi una stella del cinema. A quei tempi era piuttosto diverso. Elvis approvava ogni sceneggiatura, questo è tutto ciò che posso dire. 

Il Colonnello aveva debiti di gioco? Ed i suoi legami con l'hotel Hilton, avevano qualcosa a che fare con il tempo che Elvis ha lavorato lì?
No assolutamente no. Ovviamente il Colonnello giocava d'azzardo. Aveva debiti? No, pagava al momento. E posso darne riscontro, poiché ero la persona che, abbastanza spesso, pagava il debito di gioco che lui mi mandava ad estinguere. Me ne occupavo io. Non ha mai giocato d'azzardo qualcosa che non si potesse permettere ed era sempre molto attento ad assicurarsi che ci fossero abbastanza soldi per prendersi cura di Marie (** la prima moglie invalida del Colonnello) se fosse vissuta fino a centocinquanta anni. 
Legato all'hotel... L'Hilton di Las Vegas era il più grande ed il migliore albergo quando ha aperto. Nel 1969 era il TOP dei luoghi in cui stare, ma non aveva un contratto esclusivo con l'hotel. Il Colonnello avrebbe potuto andare in qualsiasi altro hotel a Las Vegas, ma nessuno ha offerto più denaro.

Cosa ci dici dei pettegolezzi inerenti il fatto che il Colonnello abbia trascurato o ignorato il problema di Elvis con i farmaci?
Usiamo di nuovo il buon senso. Purtroppo, quando hai una persona cara che ha una dipendenza, sposteresti il ​​cielo e la terra per fermarlo. Ma cosa puoi fare se la persona non vuole porre fine alla propria dipendenza?
All'epoca non c'erano cliniche "Betty Ford" e non si poteva mettere qualcuno in una struttura senza che quel qualcuno firmasse per se stesso. Dovevi avere il permesso della persona interessata.

Anche il Colonnello se ne andò una volta, lui ed Elvis si separarono. 
Lui gli ha detto: "Non ti procurerò più ingaggi", è un fatto rivelato.
Penso sia stato nel 1975 che il Colonnello ha detto: "No, non ti procurerò più ingaggi, Elvis. Devi deciderti a metterti a posto". 
Ne ha persino parlato con Vernon e Vernon ne fu molto turbato. Tutti quanti erano sconvolti. Tutti hanno provato, a modo loro, ma Elvis non ci ha creduto, non ha creduto al fatto di avere un problema, e possiamo sederci qui e giudicare Elvis come ci pare e piace, ma non eravamo nel suo corpo. Non conosciamo le pressioni che ha dovuto affrontare ed è risaputo che soffriva di insonnia. Non era colpa sua se soffriva di insonnia. Se il Colonnello avesse scoperto come fermare le dipendenze di una persona, avrebbe guadagnato milioni, dicendo a tutti come riuscirci.

Cosa ne pensi della terribile voce secondo cui avrebbe fatto lavorare Elvis fino allo sfinimento?
L'unico periodo in cui Elvis si teneva lontano dai farmaci - lasciami dire: non stai lontano da qualcosa se ne sei dipendente - gli unici momenti in cui Elvis usava meno farmaci, era quando si esibiva, ed Elvis stesso voleva esibirsi. Era una preoccupazione costante per il Colonnello il fatto che, se Elvis avesse smesso di esibirsi, sarebbe salito nella sua camera da letto e, alla fine, nessuno lo avrebbe mai più visto. 
Ma Elvis stesso ha accettato ogni tour. Ora, non metto in dubbio che se ne sia lamentato mentre stava in giro.
Certo, a volte non ci lamentiamo tutti del nostro lavoro? Era un essere umano. E sono sicura che se ne sia lamentato: "Il Colonnello mi ha procurato un altro ingaggio.... bla bla bla...". Ma ha accettato il prossimo tour ed il tour successivo... era un essere umano.

Lo stesso Elvis sapeva che l'unica cosa che lo faceva andare avanti erano i suoi fans. Loro lo  volevano e lui aveva bisogno di esserci per loro. E guardando tutto ciò che il suo corpo stava subendo e così via, probabilmente la maggior parte dei problemi erano causati dai farmaci - ma dovremmo dire farmaci prescritti suppongo - perché è così che li chiamano; erano tutte medicine da prescrizione.
La penso così, anche quando guardiamo l'ultimo spettacolo che è stato ripreso per lo speciale della CBS. Elvis si è esibito molto bene, nonostante le sue condizioni fisiche. Lui voleva, voleva davvero esibirsi per i suoi fans.


Loanne, quali sono i tuoi sentimenti riguardo ai libri che sono stati pubblicati sul Colonnello recentemente e che tipo di reazione hanno avuto gli amici del Colonnello per questi libri?
In realtà sono così lontani dalla verità che li ignoriamo. Immagino che ciò che provo per loro sia questo: gli scrittori dei libri hanno usato le informazioni che sono stati in grado di raccogliere. Ma se volessi scoprire com'è mangiare un cono gelato, parleresti con qualcuno che ha mangiato un cono gelato? O parleresti con qualcuno che ha visto una persona mangiare un cono gelato? O una persona che ha letto di un altro che ha mangiato un cono gelato? O qualcuno che abbia sentito parlare di un cono gelato, ma non si fosse mai avvicinato abbastanza per vederlo? E quelli sono problemi loro. Le persone che hanno vissuto più vicine al Colonnello non parlano, perché temono che le loro parole vengano distorte e usate in modo improprio. Tutto qui.

Credo che il Colonnello abbia consegnato gran parte dei suoi cimeli alla E.P.E. Possiedi ancora una notevole quantità di cimeli di Elvis?
No, nel 1990 la E.P.E. ha acquistato tutti i cimeli e tutti i documenti. Mi riferisco ai documenti aziendali che il Colonnello aveva nel suo ufficio in Tennessee. Ed a quel tempo i suoi uffici a Las Vegas e Los Angeles furono spostati nel Tennessee, quindi presero tutto. L'unica cosa che ho ora sono i documenti personali del Colonnello.


Source: Elvis.com.au + EIN