INTERVISTA A TONY JOE WHITE

Tony Joe White, country bluesman ed autore di molte canzoni di successo, è morto per un attacco di cuore mercoledì 24 Ottobre 2018 all'età di 75 anni.
Tony Joe White è l'autore di canzoni cantate da Elvis Presley, come "Polk Salad Annie", "I've Got A Thing About You Baby" e la dolcissima "For Ol' Times Sake".
Nato il 23 Luglio 1943 in Louisiana, è cresciuto in una fattoria ed era il più giovane di 7 fratelli.
Nel 1969 ha successo con la canzone "Polk Salad Annie", di cui Elvis Presley ha fatto la sua versione; ma anche altri grandi artisti hanno cantato le sue canzoni: Hank Williams Jr., Tina Turner, Ray Charles...e molti altri...
Il suo ultimo album è stato pubblicato a Settembre 2018.

In un'intervista del 2003, tra le altre cose riguardanti la sua musica, ha parlato anche di Elvis Presley.


Nelle tue canzoni sono presenti molti grandi personaggi, come "Old Man Willis" e "Polk Salad Annie". Hai conosciuto queste persone?
Sicuro! Li ho conosciuti tutti. Polk Salad Annie è reale. Sai, tutte quelle canzoni sono state ispirate da persone reali del luogo in cui sono cresciuto. Giù al fiume c'erano un gruppo di ragazze che si atteggiavano come maschiacci, ed Annie poteva essere chiunque di loro. Amavano sparare e pescare, arrampicarsi sugli alberi e cose del genere.
"Old Man Willis", "Roosevelt" e "Ira Lee", sono tutte persone reali con cui sono cresciuto e che sono state protagoniste di grandi storie.

Come è nato il legame tra Elvis Presley e "Polk Salad Annie"?
Il produttore di Elvis, Felton Jarvis, era un mio buon amico durante i primi tempi a Nashville. Improvvisamente ho pubblicato "Polk Salad Annie" ed è stato un grande successo come singolo.
Felton mi ha chiamato ed ha invitato me e mia moglie a Las Vegas a vedere un concerto di Elvis. Ci ha fatto prendere l'aereo e andare là solo per vedere Elvis eseguirla dal vivo sul palco! Ne ha fatto una buona versione, che ovviamente ha inciso per un album live.

Siamo usciti con Elvis per 2 o 3 giorni e siamo stati con lui nel suo camerino a parlare.
Abbiamo suonato un po' la chitarra insieme - a lui piaceva moltissimo la musica.
Elvis disse: "Amico, mi sento come se l'avessi scritta io quella canzone". Io gli dissi: "Sai, per il modo in cui la canti sul palco, sembra proprio che l'abbia scritta tu". 
Elvis mi ha sempre trattato molto bene.

Tu hai suonato con un sacco di musicisti di Elvis, molti dei quali erano anche nel tuo primo album.
Sì, infatti Norbert Putnam e David Briggs erano con me in "Polk Salad Annie" quando l'abbiamo incisa la prima volta. 
Erano come "gente delle paludi" dall'Alabama, arrivati a Nashville, in un'epoca in cui si faceva molta musica country. Quando sono arrivato in città, improvvisamente hanno avuto al possibilità di uscire un po' dalla palude. Sono stato particolarmente fortunato a poter suonare con un sacco di musicisti che erano come eroi per me.

C'è stato un periodo in cui sembravi più concentrato a scrivere canzoni. Preferisci scrivere o cantare?
Beh, scrivere è sempre qualcosa che arriva spontaneamente. Un accordo di chitarra mi accende qualcosa - non so mai quando sta per arrivare. Dopo essere stato sulla strada per un po' di tempo, torno nel bosco e mi costruisco un piccolo rifugio, prendo la mia chitarra ed aspetto che le cose arrivino oppure no...chissà?

La lista delle persone che hanno inciso le tue canzoni è impressionante e tu sembri molto prolifico. Non sembra che tu abbia mai avuto quel blocco dello scrittore che hanno spesso i cantautori?
Non ci ho mai pensato. Non ho mai considerato che stavo cercando di scrivere.
Sarebbe terribile essere uno scrittore che deve scrivere una canzone al giorno o qualcosa del genere. Mi farebbe impazzire. Con me succede semplicemente quando deve succedere.

Quale è la canzone che è stata il più grande successo per te? Forse "Rainy Night In Georgia?"
"Rainy Night" ha avuto un sacco di cover. Penso ce ne siano oltre un centinaio. Ma non potrei mai dimenticare la versione Brook Benton. Avevo appena inciso "Rainy Night" per il mio album nel 1969, ma non era come volevo, capisci. Un po' troppo lenta e fredda.
Poi, quando ho sentito la versione di Brook Benton, ho detto: "Cacchio, devo imparare questa!". Era bellissima.


Elvis ne canta un verso nel film "Elvis On Tour"; è una canzone molto bella.
E' nata perchè mia sorella viveva a Marietta, in Georgia. Andai là per cercare un lavoro e finii per guidare un camion dei rifiuti per il dipartimento autostradale - come anche suonare la mia chitarra. Ha piovuto per giorni e notti laggiù. Sono stato ispirato da quella canzone di Bobbie Gentry "Ode to Billie Joe", che ho sentito alla radio e che mi ha spinto a provare alcune canzoni originali, come le cose che faceva Elvis e del blues che facevo sul palco. Ho trascorso un sacco di notti piovose a Marietta, in Georgia!

Cosa ne pensi della sua versione di "For Ol' Times Sake"?
La sua versione mi uccide. Mi piace particolarmente vederlo in quel film in cui è sul palco ed esegue le mie canzoni.

E' stata quella volta a Las Vegas l'unica in cui sei uscito con Elvis?
Oh no, ero a Memphis anche per le sessions agli Stax.

Quando ha inciso le tue canzoni "For Ol' Times Sake" e "I've Got A Thing About You Baby" nel Luglio 1973?
Vivevo a Memphis in quel periodo ed erano circa le 4 del mattino quando suonò il telefono. Una voce dall'accento tedesco disse: "Signor White, siamo agli Stax Records, ha qualche altra canzone? Abbiamo bisogno di qualche altra canzone".
Dissi: "Ma...che diamine succede? Perchè mi chiama a quest'ora?".
Lui mi spiegò che era Freddy Bienstock, l'editore di Elvis. Chiesi se Felton fosse lì e lui mi disse di sì. Così mi alzai e andai nel mio studio e tirai fuori una copia di "For Ol' Times Sake", "I've Got A Thing About You Baby" ed un'altra ed andai agli studi.

Percorsi tutta la strada verso il centro di Memphis ed incontrai in questo vicolo buio due uomini con cappelli e cappotti. Con il loro accento tedesco mi dissero: "Ha portato i nastri?" e venni fatto entrare in questa piccola stanza. Era tutto così strano. 
Una parte veramente squallida della città e questi tizi, di 50 o 60 anni, lavoravano in questo posto.
STAX MUSEUM  A MEMPHIS, TENNESSEE
Mi fecero sedere su una sedia e suonarono due versi di "For Ol'..." e "I've Got A Thing" e suonarono la terza canzone.
Dissero: "Ci piacciono le prime due. Ora può andare!".

Dissi: "Ehi, ragazzi, ho guidato fino a qui, dov'è Felton?!". Loro dissero: "Non hai bisogno di Felton. Ci piacciono queste canzoni. Puoi andare!".
Così, a quel punto, mi resi conto di quanto Elvis non avesse mai avuto contatto con la strada, e di come lasciasse che quei due vecchi andassero a raccogliere canzoni per lui.
Fortunatamente arrivò Felton e mi portò dentro lo studio, in cui c'era anche Elvis.  Ero nello studio quando incise "For Ol' Times Sake" ed io posso dire che è entrato moltissimo in sintonia con la tristezza del testo e del blues. 

Sei mai stato messo da parte da loro, perchè volevano una percentuale sulle tue pubblicazioni, come hanno fatto con altri autori? 
No, hanno solo chiesto un po' della pubblicazione di "For Ol' Times Sake", ma per il resto non hanno creato problemi.
Chi gestiva Elvis sembrava voler tenere alzata una barriera tra lui e gli autori, e non solo questo, ma tra lui e la vita in generale. Sembrava un tale spreco avere una voce come quella di Elvis e tenerlo lontano dalla vita reale e circondato da tutta quella gente....tutti leccapiedi.

L'hai visto ancora dopo quelle sessions agli Stax del 1973?
Certo, l'ho visto alla fine del 1976, quando era ridotto molto male. Ci siamo detti "Ciao", ma era una situazione strana e orribile. Triste.
Avrei voluto vivesse più a lungo perchè, sai, aveva una voce magnifica.


Source: EIN