BILLY STANLEY - ELVIS, IO E LA MIA CHALLENGER

Anche una tranquilla serata al cinema può riempirsi di adrenalina quando si vive con Elvis Presley. Stando al suo fianco si sapeva come si iniziava, ma non si sapeva come si andava a finire... 😊😯
In questo appassionante racconto, Billy Stanley ci parla della sua auto, di uno dei suoi compiti di protezione nei confronti di Elvis e, soprattutto, di una delle cose che più lo rendeva felice nel suo rapporto con il re del rock'n'roll.


L'anno scorso ho condiviso un ricordo inerente Elvis e la mia Challenger del 1970.
Ho un altro ricordo della Challenger che vorrei condividere.
Uno dei miei lavori ufficiosi con Elvis era guidare il blocco quando lui usciva.  
Questo significa che, quando Elvis stava andando in auto da qualche parte, io lo seguivo e mi assicuravo che i fans non si avvicinassero troppo alla macchina di Elvis, in quanto questo avrebbe potuto provocare un incidente.
Una sera, stavamo tornando a Graceland dopo aver guardato alcuni film al Memphian Theater. Erano circa le 3.30 o le 4.00 del mattino. La maggior parte delle volte non c'era traffico a quell'ora del mattino, pertanto la strada di ritorno a Graceland era del tutto tranquilla. 
Ma quella sera è stato diverso.
Avevamo passato alcuni isolati giù a Union Avenue, poi un semaforo rosso ci ha fatti fermare. Ci siamo fermati ed io ero dietro all'auto di Elvis.
Stavo guardando tra le mie cassette per trovare un altro nastro da ascoltare. Avevo una ragazza con me quella sera e lei disse: "E' strano".
Mentre stavo ancora cercando un nastro e chiesi: "Cosa è strano?".
Lei disse: "Quell'auto si è appena fermata. Non pensavo ci fosse in giro qualcuno così presto al mattino".
Ho alzato lo sguardo verso la macchina. Inizialmente non ho notato niente di strano, ma ho continuato a guardare l'auto. In realtà non riuscivo a vedere chi ci fosse all'interno. Tutto quello che vedevo era un tizio che guardava davanti a sé.
Improvvisamente, il tizio ha voltato lo sguardo verso l'auto di Elvis ed uno sguardo pieno di stupore ha iniziato a riempire il suo viso.
Il semaforo è diventato verde e siamo partiti ed ho notato che l'auto rimaneva vicino alla macchina di Elvis.
Speravo che, chiunque fosse, si sarebbe solamente dimostrato felice di vedere Elvis e poi sarebbe andato via, ma qualcosa dentro di me mi stava dicendo che non sarebbe andata così.
Abbiamo guidato ancora qualche isolato con le due auto che proseguivano fianco a fianco, poi è successo... Ho visto il passeggero abbassare il finestrino ed urlare qualcosa ad Elvis.
Dissi alla ragazza vicino a me di mettersi la cintura di sicurezza. 
Lei mi chiese: "Perchè??"
Le dissi: "Fallo e basta e reggiti forte!".
Ho scalato in seconda ed ho superato tutti nella corsia centrale. Dopo aver passato la macchina, ho rallentato davanti a loro. Elvis è passato vicino  me e mi ha sorriso. 
Ho guardato dal mio specchietto retrovisore ed ho visto due ragazzi; cercavano di sorpassarmi a destra, come aveva fatto Elvis, ma mi sono spostato sulla corsia, proprio come stavano facendo loro.
A quel punto stavo guidando con il mio specchietto retrovisore: se loro si spostavano, io facevo lo stesso. 
La ragazza che stava con me iniziava ad aver paura, tanto da chiedermi: "Cosa stai facendo??". 
Le ho risposto: "Sto tenendo lontani quei tizi da Elvis".
Allora lei mi ha chiesto: "Perchè??".
Le ho risposto: "Non ti so dire cosa abbiano intenzione di fare, ma non faranno sicuramente niente ad Elvis. Questo è sicuro!".
Ho guardato davanti a me ed ho visto che Elvis stava imboccando la superstrada. Noi eravamo poco dietro.
Ho pensato tra me e me: "Una volta che sarà entrato nella superstrada, potrò mettere ancora più distanza tra lui ed i ragazzi dietro di noi".
Ma un altro pensiero mi è arrivato nella mente: "Spero che Elvis non stia parlando con qualcuno mentre è in superstrada, altrimenti guiderà lentamente".
Nel momento in cui abbiamo fatto la rampa per entrare, non sono più riuscito a vedere l'auto di Elvis. Quello è stato un sollievo.
Mentre stavamo percorrendo la rampa, andavo a circa 5 miglia all'ora. I ragazzi erano davvero arrabbiati adesso. Continuavano a suonare il clacson; uno ha persino lanciato una bottiglia contro la mia macchina.
La ragazza vicino a me era quasi in panico a quel punto. 
L'ho guardata e le ho detto: "Non preoccuparti, è tutto sotto controllo. Andrà tutto bene".
Quando alla fine siamo entrati in autostrada, ho accelerato di brutto! I ragazzi dietro di me hanno fatto lo stesso. 
Ero felice di avere la Challenger, perchè li abbiamo seminati in fretta. L'ho lanciata a 120 miglia orarie ed ho pensato: "E' fatta. Puoi rilassarti adesso".
Avevamo appena passato una collina e non vedevo l'auto dietro di me, così ho rallentato.
Circa un minuto dopo, ho visto i fari dallo specchietto retrovisore. Ed anche la ragazza che era con me li ha visti. 
Ha urlato: "OH NO!!!".
Ancora oggi non so perchè ho fatto quello che ho fatto. L'ho guardata, ho sorriso e poi le ho detto: "Reggiti! Non lascerò che quei ****** (censurato da Billy Stanley) ci prendano".
Ho messo in terza e ho premuto l'acceleratore. A 7000 giri ho ingranato la quarta. Li stavamo seminando di nuovo. Sorridevo mentre guardavo nello specchio.
Siamo volati fuori dalla I55 per entrare sulla Elvis Presley Boulevard. Sono passato col rosso all'altezza di Brooks' Road, ed altrettanto hanno fatto i tizi dietro di me.
Improvvisamente ho pensato: "Questi ragazzi non stanno correndo dietro ad Elvis adesso, ma stanno correndo dietro a me".
Grazie a Dio il semaforo a Winchester era verde. Stavo iniziando a pensare a come avrei fatto ad entrare dai cancelli di Graceland, e stavo anche sperando che fossero aperti.
Alla velocità a cui stavamo andando, non ci sarebbe voluto molto per arrivare.
Trovai i cancelli aperti, così presi la decisione. Mentre stavo  rallentando, la ragazza si mise ad urlare: "COSA STAI FACENDO!!!".
Io, tranquillamente, le dissi: "Guarda!".
Ho frenato, mettendo la macchina di fianco, ho scalato in seconda e sono entrato dai cancelli; ho percorso il viale e mi sono fermato. 
Ho dovuto guardare cosa facevano quei tizi: si sono dovuti fermare nel mezzo del muro, davanti a Graceland. 
Mi sono messo a ridere e sono entrato in casa.
Quando siamo entrati, Elvis era in piedi in cucina. Ha guardato me e poi ha guardato la ragazza. Sapeva che avevamo combinato qualcosa, dato che la mia ragazza sembrava appena passata attraverso un tornado.
Elvis ha chiesto: "Cosa vi è successo??"
Avevo iniziato a raccontargli tutto quello che era successo, ma lui mi ha interrotto dicendomi: "Ho visto quello che hai fatto, Billy. Ottimo lavoro".
Ho sorriso ad Elvis. L'avevo reso orgoglioso ed era quello che mi piaceva fare.
Elvis mi ha detto: "Faresti meglio a preparare un drink per la tua ragazza. Sembra ne abbia proprio bisogno".
Mi sono messo a ridere e gli ho detto: "OK".
La mia ragazza ha detto: "Me ne serve più di uno. Forse sei...".
Quando ha detto così, io ed Elvis siamo scoppiati a ridere. 
Elvis ha detto: "Buonanotte" ed è salito al piano superiore ridendo.
Amo questo ricordo per molte ragioni, ma ciò che lo rende speciale per me è l'aver reso Elvis orgoglioso di me quella notte.  Lo sguardo sul suo viso e quel sorriso che mi ha rivolto rimarrà con me per sempre.