ELVIS PRESLEY: CAUSA PATERNITA' O TENTATIVO DI ESTORSIONE?

Lo speciale TV della NBC chiamato "ELVIS", ma conosciuto da tutti come " '68 Comeback Special" è stato fondamentale per il mondo della musica: non solo ha segnato il ritorno di Elvis Presley alle esibizioni dal vivo, che lo hanno visto protagonista per tutti gli anni '70, fino alla sua morte nell'Agosto del 1977, ma hanno anche dato vita a quel tipo di esibizione live conosciuta come "Unplugged", di cui il canale MTV ha fatto largo uso a partire dagli anni '90 e che tutti conoscono.
Anche in questo, Elvis Presley è stato precursore.
In questo articolo, però, non siamo qui a declamare tutti i motivi per cui il " '68 Comeback Special" è stato uno spettacolo più unico che raro, ma per raccontare come un luogo atto a creare musica e spettacolo, possa nascondere persone capaci di dare vita ad una vicenda tanto clamorosa quanto inaspettata.
Partiamo, però, dall'inizio del 1970. Precisamente a Gennaio.

Elvis Presley aveva completato il suo primo ingaggio a Las Vegas ad Agosto del 1969 ed ora si preparava per l'ingaggio di Gennaio/Febbraio 1970 all'International Hotel.
E' stato proprio durante la serata di apertura che una fan, di nome Patricia Parker, è riuscita ad avvicinarsi ed a farsi fotografare insieme a lui.
Secondo la signorina Parker, però, l'incontro tra lei ed Elvis Presley non terminò con la fotografia, ma proseguì nella suite di Elvis all'International Hotel.
Il risultato? Una gravidanza, che la signorina Parker, nell'arco di poco tempo, iniziò a sbandierare ai tabloids, dichiarando di essere rimasta incinta di Elvis Presley!
Per essere sicura di mettere tutto in chiaro fin da principio e far valere quelli che riteneva fossero i suoi diritti, la signorina pensò di seguire le vie legali - mediante l'avvocato Paul Caruso - affinché venisse certificato nero su bianco che il figlio che aspettava era del re del rock'n'roll e che, pertanto, aveva diritto ad un sostentamento economico perenne per lei e per il nascituro.
Elvis Presley, ovviamente, negò pubblicamente le accuse, affermando che: "...quella ragazza deve essere rimasta incinta di una macchina fotografica Polaroid", visto che tutto ciò che era successo tra di loro era stato lo scatto di una fotografia.
L'intenzione della ragazza, è lecito pensare, era, probabilmente, quella di farsi dare un'ingente somma di denaro per mettere tutto a tacere, come spesso succede nel mondo dello spettacolo, e cercare di assicurarsi una rendita.
Il versamento dell'eventuale somma non avrebbe significato ammettere la paternità da parte di Elvis, ma solamente liberarsi di una situazione scomoda e della cattiva pubblicità che ne sarebbe derivata.
Molte celebrità sono convinte che, in casi come questo, sia più economico aprire il portafoglio, anziché pagare moralmente e pubblicamente i danni di immagine provocati dalle chiacchiere e dagli articoli di giornale.
Ma Elvis non era disposto a cedere, così decise di combattere questa battaglia fino in fondo, per dimostrare la sua innocenza.
Proprio come Elvis aveva previsto, un bel giorno arrivò l'Ufficiale Giudiziario che, fingendosi un fan, gli consegnò un mandato di comparizione.
Il fatto è avvenuto il 14 Novembre 1970, nelle ore di pausa tra i concerti che Elvis doveva fare al Forum di Los Angeles. Arrivato al Forum, Elvis venne portato velocemente nel suo camerino e si prese la decisione di andare avanti, lasciando che gli venissero consegnati i documenti del tribunale.
In quel momento, l'unica cosa che bisognava evitare era che la consegna dei documenti avvenisse nel bel mezzo del concerto.


A questo punto ad Elvis non rimaneva altro da fare che seguire la corrente del fiume ed adeguarsi alle circostanze.
Mentre la vicenda faceva il suo corso, John O'Grady, l'investigatore privato assunto da Elvis per indagare su quanto stava accadendo, era alla ricerca di un uomo che aveva a che fare con le cause di paternità, conosciuto come "Old Harv".
Praticamente, la teoria più accreditata era che dietro alla ragazza ci fosse qualcun altro, ossia la mente di tutta la vicenda, che cercava con questo espediente di riempirsi le tasche e che, con buona probabilità, era il vero padre del bambino che la Parker portava in grembo.
Con il passare dei mesi, arrivando verso la fine del 1970, la questione della causa di paternità di Elvis Presley era passata di giornale in giornale, dalle riviste di cinema ai tabloids, uscendo dagli Stati Uniti e diventando di dominio pubblico in tutto il mondo: tutti sapevano che Patricia Parker stava intentando una causa di paternità contro Elvis Presley!
La fama che, però, la signorina stava tentando di ottenere mediante le sue azioni, ad un certo punto le ha presentato il conto!
Quando si è avidi e ci si circonda di persone avide, si finisce, a volte, per mangiarsi a vicenda!
La signorina Parker non aveva fatto i conti con qualcuno che non ci ha pensato due volte a cercare di riempirsi le tasche alle sue spalle, facendo, praticamente, quello che lei stava facendo con Elvis, dando informazioni preziose sul suo conto.
Così, a Dicembre del 1970, l'avvocato di Elvis, Harry Fain, venne contattato da un ex amica della suddetta signorina, chiedendo di poter essere ricevuta per un colloquio e giustificando la richiesta con il possesso di informazioni utili alla causa.
Anche il detective John O'Grady prese parte all'incontro nell'ufficio dell'avvocato Harry Fain e sentì con le sue orecchie queste parole: "Non voglio vedere una brava persona come Elvis offeso ed è per questo che ve lo dico".
Ovviamente le informazioni che la ragazza aveva promesso di rivelare avevano un prezzo...
Durante il colloquio la ex amica della Parker informò gli interessati che suo zio era un collaboratore di Patricia Parker ed aveva sentito quest'ultima ed un'amica parlare su come avrebbero potuto fare per far passare Elvis Presley come padre del bambino che aspettava.
Come se non bastassero già queste informazioni, ne arrivarono anche altre, relative ad un assistente che lavorava negli studi di Hollywood, il quale aveva frequentato Patricia Parker per un certo periodo di tempo ed aveva affermato: "Elvis l'ha messa incinta ed ora dovrebbe pagare per questo!".
John O'Grady, a questo punto, sperava che l'assistente in questione fosse il cosiddetto "Old Harv" che stava cercando da tempo, ma le indagini erano ancora ben lontane dall'arrivo alla risoluzione.
Nel frattempo, il portavoce di Elvis non ci mise molto a far sapere che non ci sarebbe mai stato, per nessun motivo, un accordo del genere.
Elvis Presley era deciso a dimostrare che il bambino non era suo e non avrebbe accettato nessun compromesso.
A dimostrazione delle intenzioni, il 16 Dicembre 1970 l'avvocato Harry Fain presentò una mozione affinché venissero fatte le analisi del sangue ad Elvis, a Patricia Parker ed al bambino, che nel frattempo era nato ed a cui era stato dato il nome di Jason Peter Presley.
Il 28 Dicembre 1970, a Beverly Hills, nell'ufficio dell'avvocato Fain, vennero raccolte le deposizioni della signorina Patricia Parker, del suo medico Martin Schwartz e del custode dei registri dell'Hollywood Presbyterian Hospital e venne richiesto dall'avvocato di Elvis che le cartelle cliniche della Parker, redatte dal dottor Schwartz e dall'ospedale, ed i pagamenti, diventassero documenti processuali.
Quando John O'Grady si mise a studiare la documentazione, scoprì che tutti i pagamenti ospedalieri erano stati saldati dal signor "Old Harv", l'assistente degli studi di Hollywood.
Questo mandò letteralmente Elvis su tutte le furie!
Il pensiero che il tentativo di estorsione arrivava da un lavoratore degli studi della NBC a Burbank, in California, dove due anni prima aveva lavorato per realizzare il famoso " '68 Comeback Special", lo fece davvero infuriare!
E, come si dice solitamente: oltre al danno la beffa, visto che la RCA, l'etichetta per cui incideva i dischi ed alla quale faceva incassare un sacco di soldi, era di proprietà della NBC.
A quel punto, gli avvocati denunciarono sia la Parker, sia il suo complice, accusandoli di aver "volontariamente cospirato e messo in piedi una macchinazione per estorcere ingiustamente denaro ed ottenere pubblicità e tornaconto personale a danno di Elvis Presley".
Tra le richieste dei legali, ci fu quella di togliere immediatamente il cognome Presley dal certificato di nascita del bambino; inoltre, dato che le loro azioni erano state compiute intenzionalmente e maliziosamente, gli avvocati chiesero un risarcimento di 1.000 dollari come risarcimento danni.
La somma è ridicola, se si pensa a quanto possa valere un danno di immagine fatto ad un personaggio pubblico come Elvis Presley.
Fine della storia? Nemmeno per sogno!
Gli avvocati della Parker presentarono una mozione per respingere le accuse.
Il 21 Ottobre 1971, oltre un anno dopo che era iniziata tutta la questione, Elvis Presley, la signorina Parker ed il piccolo Jason Peter Presley, dovettero presentarsi, secondo le disposizioni del tribunale, per fornire un campione di sangue, affinché venissero fatti tutti gli accertamenti del caso.
Nel momento in cui venne prelevato il sangue dal piede del piccolo, il bambino urlò per il dolore e questo fece arrabbiare Elvis che, rivolgendosi a Sonny West, disse: "Accidenti a lei, che fa passare tutto questo a quel bambino!".


Circa un mese dopo, il 19 Novembre, arrivarono gli esiti degli esami, condotti dal Dottor Phillip Sturgeon ed inviati anche in Svizzera, a Zurigo, al Dottor Metaxas, affinché venissero confermati i referti.
La scelta di inviare i campioni di sangue al dottor Metaxas non è stata casuale: il medico svizzero era un'autorità a livello mondiale nel suo campo e, pertanto, il dottor Sturgeon, vista la delicatezza della questione, volle avere la sua opinione a conferma degli esiti degli esami.
Entrambi i medici diedero la stessa risposta: "Elvis Presley non era il padre del bambino".
Ma la signorina Patricia Parker, ed i suoi avvocati insieme a lei, non erano ancora soddisfatti!
Avevano proprio deciso di far aprire il portafoglio ad Elvis Presley, così tentarono di smentire i risultati degli esami.
L'obiettivo, praticamente, era sempre lo stesso: cercare di fare in modo che Elvis cedesse e decidesse di pagare una certa somma pur di mettere fine a tutto quanto; ma chi sperava che le cose andassero così, era destinato a rimanere deluso.
Dopo una serie di rinvii delle udienze del processo, si arrivò a Gennaio 1974 e gli avvocati della Parker richiesero ulteriori esami del sangue ed avanzarono una richiesta economica di 2.000 dollari al mese per il bimbo, che aveva 3 anni, oltre ad un giusto sostegno economico mensile da versare anche per la signorina Parker.
Malgrado per Elvis Presley questa storia stesse diventando qualcosa di insopportabile e con cui si vedeva obbligato a fare i conti, visto che i giornali continuavano a parlarne, non si arrese alla via stragiudiziale nemmeno questa volta! Era deciso ad andare fino in fondo ed a dimostrare la sua innocenza, sulla quale non doveva esserci il minimo dubbio.
Il 05 Marzo 1974 gli avvocati delle parti fecero un incontro con il giudice Jack T. Ryburn, il quale respinse la richiesta di ulteriori esami clinici.
Malgrado gli avvocati della Parker abbiano tentato altre strade per far riaprire il caso, per il tribunale la vertenza era risolta: Elvis Presley non era il padre del bambino di Patricia Parker.
Se per la legge la storia era risolta, per Patricia Parker non lo era per niente, visto che ad Agosto del 1976, un anno prima che Elvis morisse, ancora dichiarava ad ogni occasione di aver avuto un figlio da Elvis Presley e tentò un'ultima volta di far riaprire il caso, ma fallì.
A quel punto sparì dalla circolazione, ma, purtroppo, il cognome Presley rimase sul certificato di nascita del piccolo Jason Peter ed è presente ancora oggi, sebbene il nome del padre sia indicato come "Elvis Arron Presley". Un gioco d'astuzia, probabilmente, per dire e non dire...ma che lascia sempre il sospetto nell'opinione pubblica, infangando la reputazione di Elvis mediante una bugia.
Nel corso degli anni in cui la causa si è svolta, è capitato che Elvis Presley facesse riferimento a quello che stava accadendo durante i suoi concerti, con sottintesi, mezze frasi, commenti che capiva solo lui o, forse, pochi altri che gli erano vicini.
Durante il concerto del 02 Settembre 1974 ha fatto riferimento, invece, in modo esplicito all'accaduto, citando anche il libro dell'investigatore John O'Grady.
Queste le parole di Elvis: "C’è un’altra persona nel pubblico, un mio amico, si chiama John O'Grady.
Ha scritto un libro. E' stato nella squadra narcotici per 26 anni ed a pagina 166 più o meno, ha scritto tre pagine su di me e sulla presunta relazione; ha parlato della cospirazione che c’è stata (riguardo alla mia presunta paternità), la causa che la ragazza ha intentato, e vi dico, non è possibile! Ho fatto una foto con lei, tutto qui! 
Dev'essere rimasta incinta della macchina fotografica, della Polaroid..! Comunque, è tutto nel suo libro!
Ma sapete cosa ha fatto questa ragazza? Ha specificato la notte in cui sarebbe successo, e quella notte mia moglie era con me e non avrei mai potuto uscire e spassarmela con lei, è ovvio!".

Inoltre, il modo in cui la stampa si è occupata del caso, giustifica anche il modo in cui Elvis si è rivolto ai giornalisti sempre durante lo stesso concerto.
Questa causa di paternità è stata una vicenda che gli è pesata non poco e quello che avete letto qui è solamente un riassunto degli avvenimenti.
La vicenda si è svolta in modo molto più complesso tra deposizioni delle parti e di testimoni, citazioni in giudizio, test medici, fino a rapporti dell'F.B.I.
Dopo la vicenda con Patricia Parker, su consiglio del suo avvocato, Elvis Presley ha iniziato a concedere fotografie con i suoi fans solo alla presenza di una delle sue guardie del corpo, affinché non gli venissero mai più mosse accuse come quella.