BILLY STANLEY - FAR CONOSCERE ELVIS PRESLEY AI MIEI AMICI

In questo racconto Billy Stanley ci parla di come ha affrontato la questione di far conoscere Elvis Presley ai suoi amici, con quale criterio li ha scelti e come sono diventati importanti per Elvis stesso.

Ho notato questa cosa da quando sono iscritto a Facebook. Ogni volta che pubblico un ricordo, la gente dice: "Vorrei aver potuto incontrare Elvis".
A quei tempi, molti dei nostri amici hanno incontrato Elvis. Li abbiamo portati a Graceland per giocare a biliardo o per passare il tempo a bordo piscina, in estate; o per andare a fare un giro in moto con lui; o per andare al cinema con Elvis la sera...
Questi amici, quelli che io ei miei fratelli chiamiamo "lifers", sono quelli che hanno incontrato Elvis.
Il modo per determinare chi era un amico era facile. I miei fratelli ed io imparammo presto una lezione preziosa da Vernon.
Ci avvertì, dicendoci: "Molte persone faranno di tutto per incontrare Elvis. Si comporteranno come vostri amici, ma tutto quello che vogliono è incontrare Elvis. Pertanto siate molto cauti con le persone che incontrate".
Questa è una lezione piuttosto difficile da capire per un bambino di 7 anni, ma, quando ero piccolo, ho sempre fatto quello che mi veniva detto.
Ho iniziato a notare come alcuni bambini a scuola si comportavano nei miei confronti, ed alcuni si comportavano in modo diverso. Quelli che facevano un sacco di domande su Elvis erano coloro dai quali stavo alla larga.
Guardando indietro ora, mi rendo conto che alcuni di quei ragazzi, forse, erano solamente curiosi, ma quello era un segnale di avvertimento: uno dei segnali di cui Vernon ci aveva parlato.
Ora, tornando ai "lifers", erano gli amici che conoscevamo da anni. Non ci hanno mai chiesto di Elvis. Per loro lui era solo nostro fratello maggiore, non era un fatto così eclatante per loro.
Elvis ha conosciuto i nostri amici. Qualche volta ci chiedeva come stavano e cose del genere...
I miei fratelli ed io raccontavamo ad Elvis come stavano e qualche volta lui diceva: "Porta loro i miei saluti".
Ho l'esempio perfetto di quello che Elvis pensava dei nostri amici. Ho parlato del mio amico Danny. Tutti quelli che avevano confidenza con lui, lo chiamavano Boo.
Noi lo chiamavamo Boo, perché era uno tosto, spaventoso. Lui ed io eravamo molto legati. Eravamo così vicini, che gli ho regalato la mia Challenger di cui ho parlato tempo fa.
Lui non aveva un'automobile, quindi quando ho preso la Chevelle, ho regalato a Boo la Challenger. Ogni anno, in questo periodo, poco prima del Ringraziamento, penso a Boo...
La settimana prima del Ringraziamento, Boo mi chiese di andare a caccia di cervi con lui ed alcuni dei suoi amici.
Gli dissi: "Boo non devi andare a caccia di cervi. Ho due belle ragazze che vengono in città questa settimana, pertanto lascia perdere la caccia ed esci con me. Hai un appuntamento questa settimana".
La discussione è andata avanti ed, alla fine, Boo è andato a caccia ed io sono rimasto a Memphis.
Quel fine settimana, ho ricevuto una telefonata: il mio amico era rimasto ucciso in un incidente d'auto.
Era la prima volta che moriva qualcuno a cui ero legato. Mi ha sconvolto. L'ho detto ad Elvis ed anche lui ci ne rimase molto rattristato. Gli piaceva davvero Boo.
Mi disse: "Se c'è qualcosa che posso fare per essere d'aiuto, fammelo sapere". Gli dissi che l'avrei fatto.
Il giorno seguente, Rick mi disse: "Ho detto ad Elvis che la famiglia di Boo non poteva permettersi le spese per il funerale, così pagherà lui".
Il giorno del funerale, Elvis, Rick ed io siamo andati a fare un giro. Mentre stavamo girando, siamo passati davanti alle onoranza funebri; il funerale era in svolgimento.
Abbiamo parlato del fatto di entrare, ma io dissi: "Non ce la faccio a vedere Boo in quello stato. Voglio ricordarlo com'era l'ultima volta che l'ho visto". 
Elvis e Rick hanno entrambi dissero: "Rispettiamo il tuo desiderio, Billy. E' comprensibile".
Ora conoscete un altro lato di Elvis. Elvis come amico.

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