INTERVISTA AD ANITA WOOD - 02


Anita Marie Wood Brewer è stata un personaggio televisivo, cantante e fidanzata di Elvis Presley. 
Negli anni successivi, sposò il giocatore di football NFL Johnny Brewer.
Elvis Presley ed Anita Wood si sono incontrati nel 1957 e, nello stesso anno, Elvis parla di lei come la sua "ragazza n° 1". I due si sono frequentati in modo serio dal 1957 al 1962. 
Anita firmò un contratto per lavorare come attrice per la Paramount Pictures, ma in seguito ci rinunciò per Elvis. Mentre lui faceva il servizio militare, le inviava lettere, raccomandandole di non mostrarle mai a nessuno.
Anita registrò per l'ABC-Paramount (nel 1958); la Sun (nel 1961) e Santo (nel 1963). Lavorò anche al "Andy Williams TV Show" (nell'estate del 1958) e come corista - non citata - in "The Hawaiian Wedding Song (Ke Kali Nei Au), che entrò nella TOP 15 all'inizio del 1959.

Quando hai incontrato Elvis per la prima volta?
Ho incontrato Elvis per la prima volta nel 1957. Lavoravo al "TOP 10 Dance Party" sul canale radiotelevisivo WHPQ di Memphis a quel tempo. Era un programma di ballo popolare che veniva trasmesso ogni sabato pomeriggio.
Gli adolescenti venivano e ballavano e Wink Martindale (CLICCA E LEGGI L'INTERVISTA A WINK MARTINDALE) ed io presentavamo le canzoni.
Elvis guardava spesso quello spettacolo ed un sabato, dopo lo show, mi ha fatta chiamare da Lamar Fike al telefono perché voleva un appuntamento per vedermi quella sera. Io avevo già un appuntamento con Jimmy Omar e non volevo annullare l'appuntamento e Lamar divenne un po' nervoso. Intendo dire che non riusciva a crederci. 

"Tu non vuoi disdire un appuntamento per uscire con Elvis Presley. Sei pazza?"
Intendo dire che si arrabbiò davvero. 
Ed io dissi: "Beh, non credo che ad Elvis piacerebbe se lo facessi a lui, cioè se avessi un appuntamento con lui e lo disdicessi per qualcun altro. Pertanto, mi spiace, ma non posso uscire con lui perché ho già altri programmi".
Ma, comunque, si è arrabbiato veramente ed ha riattaccato il telefono. Ed io ho pensato: "Bene, non lo sentirò mai più".
E, ad essere onesta, non ero veramente una fan di Elvis a quel tempo. 
Ma un paio di settimane dopo mi ha chiamata nuovamente e questa volta non avevo un appuntamento, così ero nelle possibilità di andare.

Come è stato il primo incontro con Elvis? Si è presentato a te?
Beh, Lamar Fike - uno dei ragazzi che lavorava alla TV era George Klein ed un altro ragazzo che si chiamava...non ricordo il suo nome. Ma un paio di cameramen lo conoscevano ed ovviamente, io sapevo che lavoravano lì. Cliff Gleaves era nel suo entourage e Cliff proveniva da Jackson, nel Tennessee, come me. Aveva qualche anno più di me, ma io conoscevo suo fratello e conoscevo Cliff.
Io abitavo con una signora di nome signora Patty a quel tempo. Lei era una specie di mamma. Una specie di mamma chioccia per me.
Ero a Memphis per lavorare ed ero appena arrivata dal college, lontana da casa. Ed, a quel tempo, le persone erano molto protettive nei confronti delle loro figlie ed io avevo un'educazione rigorosa. Pertanto, quando sono arrivata a Memphis, la signora Patty mi ha preso sotto la sua ala ed ho vissuto con lei mentre lavoravo in televisione.
Quella sera, Lamar disse: "Verremo per vederti verso le 20"...
Le 20 mi sembra abbia detto.

Così mi sono vestita e preparata e loro sono arrivati nella Cadillac.
Avevano una grande e lunga Cadillac nera e George Klein è venuto alla porta ed ha detto: "Sono venuto a prendere Anita". 
E la signora Patty ha detto: "No, mi spiace. Se lui vuole vederla, deve presentarsi alla porta e venirla a prendere".
Così George è tornato all'auto ed Elvis è sceso dalla macchina ed è venuto alla porta, incontrando la signora Patty. 

George me lo ha presentato ed abbiamo parlato un po' nel soggiorno.
La signora Patty ha detto: "Ora dovrai riportarla a casa ad un'ora ragionevole".
Lei era molto protettiva. Dopo averci visti insieme, mi ha permesso di uscire con lui.

Siamo saliti in auto e ricordo che c'erano Cliff Gleaves nel sedile posteriore e George Klein ed un altro giovane ragazzo. Non ricordo il suo nome adesso.
Era un grande amico di Alan Fortas...e forse anche Alan era nell'auto ed Elvis era alla guida.
Sono salita in auto e mi sono seduta nella mia parte di sedile, perché, a quei tempi, era così che si faceva. Elvis ha iniziato ad andare in giro per Memphis, come se avessimo avuto molti, molti appuntamenti.
Ci siamo fermati da Crystal Hamburgers. Non sapevo che gli piacesse Crystal così tanto. Comunque, Lamar è entrato ed ha comprato circa 3 dozzine di hamburgers e sono tornati alla macchina ed i ragazzi li hanno mangiati tutti. Non mi piacevano gli hamburgers di Crystal.
Non riesco ad immaginare così tanti hamburgers e che li abbiano ingoiati tutti. Poi siamo andati ancora un po' in giro.
Poi Elvis ha detto: "Ti piacerebbe venire a vedere Graceland?".
Aveva appena acquistato Graceland in quel periodo.
Io dissi: "Certo che mi piacerebbe!".
Mi sentivo molto a mio agio grazie alla presenza dei ragazzi che conoscevo seduti sul sedile posteriore. Non conoscevo Elvis, ma ti dirò...mi fece una buona impressione perché era bellissimo.
Aveva una - eravamo in estate o primavera - aveva una camicia di velluto rosso con le maniche lunghe e credo l'avesse indossata in un film.

Aveva appena girato "Loving You" quando l'ho incontrato ed indossava questa camicia, questi pantaloni neri e credo avesse un berretto da motociclista ed era molto bello.
Devo dire che Elvis era l'uomo più bello che avessi mai visto, prima e dopo. Non avevo mai visto nessuno bello come lui. Era proprio bellissimo, sai.
E poi, quando l'ho incontrato e conosciuto, aveva una personalità molto bella: era divertente, scherzoso e gli piaceva ridere. Comunque...era un uomo bellissimo ed in qualche modo ha attirato la mia attenzione.
Siamo andati a Graceland e mi ha portata a vedere Graceland tutto intorno e penso mi abbia regalato un orsacchiotto che aveva nella sala da pranzo quella sera; un orsacchiotto rosa e nero.
Me l'ha regalato e mi ha mostrato tutte le stanze, mi ha presentata a sua madre, suo padre ed a sua nonna. C'erano tutti. Abbiamo ascoltato un po' di musica e suonato un po' il pianoforte. 
E lui ha detto: "Vieni su. Voglio mostrarti il mio ufficio e cosa c'è al piano superiore".
Ho detto: "OK".
Così siamo saliti di sopra ed, ovviamente, mi ha portata nella sua stanza ed era buia, e c'erano delle tende blu scuro ed il letto più grande che abbia mai visto in vita mia.
Era davvero un letto grande e specchi ovunque. Era molto buia. 
E lui ha detto: "Questa è la mia camera da letto".
Ed il suo bagno ricordo che aveva un tappeto azzurro, tappeto che riempiva tutto il pavimento e specchi azzurri ovunque.
E poi gli armadi che mi ha mostrato, da entrambe la parti, erano pieni zeppi di vestiti. Non indossava mai due volte la stessa cosa. Ma ad ogni modo, tutti questi vestiti da entrambi i lati e mi ha mostrato la sua stanza. Ho pensato che fosse tutto molto bello. Ed il suo ufficio era proprio lì accanto.
Poi abbiamo parlato, mi ha fatto sedere e mi ha baciata e, sai, a quei tempi, le persone non si baciavano al primo appuntamento, mai.

Così, capisci, non era quello il modo che mi piaceva, perché a me non interessava chi fosse. Poi ha iniziato a fare il furbo con me ed io gli ho detto: "Oh no! Non funziona così. Sai che mi devi portare a casa". 
Lui ha detto: "Va bene!".
Siamo scesi al piano di sotto e mi ha portata a casa. Era un gentiluomo da quel lato. Era molto gentile. Ma ha cercato di fare il furbo al primo appuntamento e non è andato a segno. Non ha funzionato.

Raccontaci alcuni dei vostri appuntamenti.
Va bene. E' passato tanto tempo e non è facile ricordare cosa abbiamo fatto la volta successiva. Ma nel tempo l'ho frequentato per circa cinque anni, prima e dopo il servizio militare. A Memphis, andavamo al cinema Memphian. Lo affittava al sera tardi e potevamo guardare due o, a volte, anche tre film a sera. Invitava persone ad unirsi a noi. C'erano un sacco di fans.
Andavamo a casa sua molte volte, guardavamo la TV, ascoltavamo musica. Invitava persone che c'erano ai cancelli, fans e ragazze pazze, ed io ero la sua fidanzata e queste ragazze gli stavano addosso. Volevano sedersi sulle sue gambe e tutto il resto. Non mi piaceva per niente tutto questo perché ero la sua fidanzata.
Ho trascorso dei momenti difficili per questo. Loro entravano, giocavano a biliardo, guardavano la TV nella sala TV nel seminterrato e, per un lungo periodo, si è fatto così per tutta la sera, sai.
Lui mi chiamava "piccola" perché ero molto minuta a quel tempo.
"Piccola, vai a prepararmi un sandwich, burro di noccioline e gelatina".
Ora, capisci, a quel tempo quando preparavo un sandwich per lui, si mescolava il burro di noccioline e la banana, ma non lo mettevamo in padella col burro. Solamente sul pane bianco.
Ma ora, ho visto l'altro giorno, un uomo stava preparando un sandwich al burro di noccioline e gelatina che ad Elvis piaceva, ed hanno tagliato la banana a fette spesse e l'hanno cotta in quel burro. Può aver iniziato a piacergli in seguito, ma quando lo frequentavo io, gli piaceva alla vecchia maniera, con la banana schiacciata.
Pepsi. Era un grande maniaco della Pepsi. Aveva una fontana al piano di sotto. Era molto divertente. A volte andavamo al "Channel Restaurant" e ci facevano entrare dal retro e potevamo mangiare tutto quello che volevamo, ed Elvis era un tipo molto pignolo riguardo il cibo. C'erano alcune cose che gli piacevano preparate in un certo modo e andava là per mangiarle.
A volte andavamo alla pista di pattinaggio e lui la affittava tutta la sera; comprava ginocchiere e protezione per i gomiti per tutti i ragazzi ed alcune ragazze, non moltissime, partecipavano. 
Si mettevano in pista e si facevano la guerra l'un l'altro, andando il più veloce possibile.
Persone piccole come Billy Smith (CLICCA E LEGGI L'INTERVISTA A BILLY SMITH) venivano colpite duramente, ma era divertente e loro si divertivano. Pattinavamo tutta la sera e lui invitava anche gli amici ai cancelli. Lui invitava sempre i suoi fans a stare insieme a noi. 
A volte andava al luna park e lo affittava dopo l'orario di chiusura; ed invitava tutti ad andare, come faceva a casa sua, e c'erano sempre persone ai cancelli quando lui era in città; così venivano tutti al luna park con noi: amici, alcuni familiari ed i fans.
E stavamo là tutta la notte e lui andava su ogni giostra tutte le volte che voleva; trascorrevamo momenti meravigliosi per tutta la sera. 
Altre volte andavamo in giro in motocicletta per Memphis, solamente Elvis ed io.
Quello era uno dei miei momenti preferiti con lui. Qualche volta aveva ancora il camioncino di  quando lavorava per la Crown Electric. Non era come una limousine Cadillac. Era un vecchio, vecchio camioncino nero. Ci salivamo sopra e mi portava giù, ai Lauderdale Courts, dove abitava quando era povero e ne parlava moltissimo, e mi mostrava da dove arrivava.
Siamo andati a Tupelo moltissime volte e mi ha fatto vedere dove viveva. Questo è accaduto prima del servizio militare. Queste erano le cose che facevamo qui.
E poi, quando è andato a New Orleans per "King Creole", mi invitava sempre laggiù per una chiacchierata ed il California.
E quando ha iniziato il servizio militare è stato un po' diverso.

Ci sono alcune foto di te ed Elvis su una montagna russa o qualcosa del genere. Puoi dirci qualcosa riguardo le fotografie in cui lui sembra pietrificato?
Stavamo solamente recitando. Ci stavamo solamente divertendo. Come sullo Scrambler, stavamo facendo la stessa cosa.
"Fai finta di aver paura, piccola. Fai finta di aver paura". 
Solamente qualcosa di divertente da fare ed il Rocket era un'altra giostra paurosa su cui ci piaceva andare. Le montagne russe una volta dietro l'altra. Era divertente.

Ad Elvis piaceva vivere ad Hollywood per un po' di tempo o quali erano le sue opinioni su Hollywood?
Beh, inizialmente non penso gli piacesse. Non so cosa successe in seguito, quando rimaneva là per più tempo. Lui voleva sempre tornare a casa. Era sempre ansioso di tornare a Memphis.
Credo che abbia incontrato un sacco di persone là. So che la prima volta in cui sono andata là, stava al Beverly Wilshire Hotel, mi sembra. E ricordo Ricky Nelson che è venuto una sera insieme ad altre persone. Mi ricordo di lui.
E siamo rimasti in quell'hotel in quell'occasione, prima che lui affittasse una casa o comprasse una casa o qualcosa del genere in California.
In seguito, ha affittato una casa ed io sono tornata e lui era in una grande casa. Ma anche in California, quando stavamo là, siamo andati in giro moltissimo. 
Lui pensava fosse tutto selvaggio, mentre io pensavo che le cose che succedevano là fossero cose infernali. Intendo veramente; era il posto più selvaggio che avessi mai visto. Ne abbiamo parlato molto all'inizio.

Lui voleva la sua famiglia e gli amici vicino. Si sentiva uno straniero, sai, gli piaceva molto di più Memphis. Gli piaceva stare a Graceland a quel tempo.

Sei stata su qualcuno dei set cinematografici con Elvis?
Certo. Moltissimi.

Hai qualche ricordo particolare di Elvis che faceva scherzi?
Ne facevano molti. Ne hanno fatti molti anche a me.
Non voglio raccontartene alcuni; sono molto imbarazzanti. Ero proprio una credulona.
Ne ho visti così tanti, che non puoi immaginare. Come quello che ha fatto a Tuesday Weld.
Ricordo che mi ha detto alcune cose su di lei e... quale era il nome di quel film?

Wild In The Country

"Wild In The Country" e "Flaming Star" e poi quello che ha fatto con Joan Blackman, "Blue Hawaii", forse "Kid Galahad".
"King Creole" è stato uno dei primi a cui sono andata.
Molte volte non sono andata sul set per stare con lui quando veniva a casa. 
Era molto riservato a quel tempo e diceva sempre che era per il Colonnello Tom Parker. 
Non voleva che ci venissero fatte fotografie e, se io ero con lui e veniva fatta una fotografia, lui abbassava lo sguardo o guardava altrove, cercando di non apparire felice perché non voleva che nessuno sapesse del reale rapporto che c'era tra di noi.
La verità era che ci amavamo. Lui voleva che fosse più di essere una ragazza ed un ragazzo che si frequentavano.
Lui mi diceva sempre: "Ma, piccola, lo sai che non è vero. Tu sei l'unica per me. Lo sai, questa è solo pubblicità. Non conta nulla. Tu sei l'unica di cui mi importa davvero".

Lo faceva in un modo da convincerti che era vero. Te lo assicuro. 
Comunque, sono stata là molte volte. Sono sicura che ci fosse dell'altro... Non posso fare a meno di pensarci... Ne ricordo una con una ragazza alta...

Elvis ti ha mai parlato dei ruoli più drammatici che gli sarebbe piaciuto interpretare?
Sì, certo. Non gli piacevano per niente le cose stupide che faceva. Gli piaceva "King Creole". Quello sì. Pensava di aver lavorato bene e lo penso anch'io.
Era un ruolo più drammatico e gli piaceva l'attrice con cui ha recitato Alcune altre non gli piacevano.

Anche "Wild In The Country" gli è piaciuto. Avrebbe voluto interpretare più ruoli drammatici e credo che sarebbe diventato un attore molto bravo.
Aveva un po' di accento del Sud, sai, ed aveva qualche difficoltà a superarlo, ma era bellissimo e pieno di talento, da poter fare bene qualsiasi cosa.
Credo che ai fans piaccia nei film musicali, ma lui preferiva le parti drammatiche ed avrebbe voluto farne di più

Dimmi cosa pensava Elvis di "King Creole".
Va bene. Per quanto ne ho saputo io, nel periodo in cui ci siamo frequentati, il film preferito di Elvis era "King Creole" e gli piaceva perché la trama era bella. Gli piaceva anche perché gli attori erano attori con cui lavorare erano seri.
Avrebbe voluto fare più film di quel genere.


Ti ricordi di Cliff Gleaves che portava te ed Elvis in giro?
Certo.

Puoi raccontare alcune di quelle storie?
Cliff Gleaves, guarda...non riesco a ricordare molte cose di preciso, a meno che lui non sia qui a ricordarmi delle cose, allora potrei. Ma so che faceva ridere un sacco Elvis, e ridevano per delle cose così sceme, come con suo cugino Gene.
Per esempio, una volta, stavamo andando in giro in California in una Cadillac bianca. Elvis e Gene stavano seduti lì a parlare in quel linguaggio strano, folle, parlando come pazzi e morendo dal ridere, cadendo, fermando la macchina, scendendo e ridendo. Erano divertentissimi. E Cliff era con lui.

Alan Fortas era un altro che lo faceva ridere moltissimo. Ed a lui piaceva tantissimo ridere. Era tremendo e divertente; lo ricordo bene!

Parlaci del senso dell'umorismo di Elvis.
Aveva un gran senso dell'umorismo. Adorava fare scherzi. E non ho intenzione di dirti quello che faceva a me, uno di quelli davvero orribili. Rimasi molto imbarazzata quando scoprii cosa avevo detto, perché non conoscevo nemmeno il significato della parola e lui lo sapeva, e mi fece dire una cosa davanti ad una folla riunita -- portandomi a casa una sera nella Cadillac, e dopo avermelo fatto dire, hanno dovuto fermare la macchina nuovamente, perché le persone sui sedili posteriori morivano dalle risate e lui aveva una Pepsi in mano, che volò per aria e si rovesciò sul sedile. Morivano tutti dal ridere. E guarda, non è che io fossi scema, ma ero solamente molto ingenua. 
Sono sempre stata oltremodo protetta sia da bambina che da ragazzina; i miei familiari non dicevano parolacce, sai. Ho sentito solamente poche parole sconvenienti ed, in quel caso, capivo e sapevo esattamente il loro significato, ma non quella volta. 
Comunque sì, aveva un grande senso dell'umorismo. Divertente, divertente, divertente.

Non hai avuto un contratto di sette anni con la Paramount?
Sì.

Puoi parlarcene?
Beh, ho vinto una gara per le star di Hollywood. Si supponeva che io facessi un film in California e sono andata in California mentre Elvis era là. Elvis è tornato a casa per primo ed il film è stato messo in produzione. 
Elvis è tornato a casa e mi ha telefonato: "Piccola, mi manchi. Voglio che tu venga a casa".
Dissi "Ok".
Così ho mollato il film e tutto il resto e sono tornata a casa. Lui è venuto a prendermi all'aeroporto.

E' stato il momento in cui sono state scattate tutte quelle fotografie, se ricordi.
Ho mollato tutto. Non significava molto per me.
I miei genitori avevano sempre voluto che io entrassi nel mondo dello spettacolo, perché Dio mi ha donato una bella voce, mi piaceva cantare e recitare. Mi divertivano quel tipo di cose. Ma in realtà, nel profondo, io volevo sposarmi, avere figli ed essere una persona normale.
Beh, insieme ad Elvis non si sarebbe mai potuta fare una vita normale. L'ho scoperto praticamente subito. Era la cosa più lontana dall'essere normale, ma non mi importava molto.

Così, quando ha detto che voleva che tornassi a casa, sono tornata a casa. Ho mollato tutto.

Quali sono i tuoi ricordi relativi all'arruolamento di Elvis e andare con lui?
Prima di arrivare a questo, fammi dire. Ricordo quando hanno ricevuto la notifica e ricordo la reazione di sua madre. Lei rimase devastata, impaurita, triste.
La signora Presley ed Elvis erano molto legati ed, intendo dire, che parlavano come bambini l'uno all'altro, si amavano molto ed era molto bello. Mi piaceva molto perché lui mi trattava nello stesso modo. 
Mi chiamava "piccola" e parlava con me come un bambino, proprio come faceva con sua  madre.
A chi non sarebbe piaciuto? Intendo dire, ti trattava come se fossi una bambola. Loro avevano un rapporto molto stretto e ricordo il momento in cui hanno ricevuto questa notizia.
Elvis era preoccupato per la sua carriera e per cosa sarebbe successo. 
Andarsene da casa, andare così lontano, aveva paura di dover andare oltreoceano e non gli piaceva volare. Non so quando abbia iniziato a piacergli andare in aereo, ma lui odiava volare.
Io odiavo andare in aereo, sai; noi andavamo in treno tutte le volte in cui dovevamo andare da qualche parte. Era intimorito in quel momento. E, come ho detto di sua madre, questo l'ha devastata. Lei non ha più avuto un giorno felice dal giorno in cui hanno ricevuto la notizia.
E ricordo quando Elvis è andato a Fort Hood, quando è partito e tutti siamo andati alla stazione per vederlo partire, e sua madre era molto triste e posso dire che è stato un momento davvero molto triste.
Dopo averlo visto partire, la signora Presley, il signor Presley ed io siamo tornati a Graceland. 
Non ci è voluto molto tempo prima che Elvis si organizzasse in Texas per farci stare sua madre, suo padre e sua nonna.
In quel momento, io ero a New York a lavorare per "Andy Williams Summer Show". 
Avevo un contratto con queste persone del "ABPT Paramount Theatres".

Ad ogni modo, io ero a New York e lui mi ha chiamata. Ogni fine settimana dovevo andare in aereo a Fort Worth e poi, insieme a Lamar, guidavamo fino a Fort Hood e gli facevamo visita nel caravan. Ho trascorso tutti i fine settimana con loro. 
Sua madre non era molto felice. Ed era un po' scomodo, si stava un po' stretti nel caravan. Era abituata a diverse cose e si sentiva un po' a disagio, non al massimo della salute.
Era nel periodo della calda estate e nel mezzo di un campo dietro al bosco da qualche parte, perché è lì che dovevi stare se volevi un po' di privacy. 
E' stato un momento difficile per loro in quel caravan, ma è stato quello il luogo in cui sua mamma e suo papà sono stati per tutto il tempo, finché sua madre si è ammalata ed è dovuta tornare a Memphis. Non è stato un bel periodo per tutti.

Perché Elvis si è trovato con i Fadal?
Ci riunivamo. Lui e Lamar erano sempre lì. Molto raramente io ed Elvis riuscivamo a stare soli. C'era sempre qualcuno insieme a noi.

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Puoi raccontarci ancora qualcosa del signor Fadal?
E' Ok. Molti fine settimana, quando Elvis poteva allontanarsi da Fort Hood, dal campo o dalla base, come vuoi chiamarlo, andavamo in auto fino a casa di Eddie Fadal ed a fargli visita a Waco, in Texas. 
Non riesco a ricordare esattamente, ma noi guidavamo fin là e suo padre veniva con noi. Questo succedeva dopo la morte di sua madre. Non ricordo che lei sia mai venuta con noi. C'erano il signor Presley, Lamar ed alcune altre persone. Sono sicura.
Solamente non riesco a ricordare chi c'era. Qualcuno c'era sempre, questo lo ricordo. Andavamo a fare visita ad Eddie e loro erano molto simpatici e volevano bene ad Elvis.

Ricordo che una volta siamo andati là e c'era una torta di compleanno.
Credo fosse il mio compleanno; era in Maggio e loro hanno cantato una canzone e li ho fatti ballare con me.

Sai, a lui non piaceva la tap dance, ma ha ballato con me ed ha cantato "Happy Birthday Baby" per tanto tempo. 
Solitamente cantavamo ed Eddie aveva una figlia; ci riunivamo intorno al pianoforte e cantavamo tutti. Preparavano sempre buon cibo per noi e cose che piacevano ad Elvis.
Era un bel posto dove andare, lontano dall'esercito.
Ed Elvis, era in quel momento che si sentiva maggiormente un ragazzo normale. 
Non aveva i capelli tinti per niente, non indossava i tacchi nelle scarpe ed aveva una bella abbronzatura. Era proprio come un ragazzo della porta accanto.
Ricordo Bill e Ali Norwood. 
Bill è il Sergente ed Ali veniva dalla Germania ed abitavano dove vivevano i sergenti alla base.
Ho trascorso molto tempo con loro quando sono andata a fargli visita la prima volta. 
Siamo andati nel cortile e ci siamo seduti a guardare il cielo, a parlare delle cose che avevamo in mente di fare, come sposarci e tutte cose di questo genere per il nostro futuro.
Per lui era strano non sapere cosa sarebbe successo dopo la partenza per andare oltreoceano; lo sapeva già in quel momento. Ne aveva paura. Prima che sua madre morisse, è stato il periodo più bello che ho trascorso insieme a lui.
Lui era un soldato ed io ero la sua ragazza a casa; eravamo innamorati e stavamo insieme agli amici. Abbiamo trascorso un periodo meraviglioso. 
La gente non gli dava fastidio a quel tempo, così abbiamo avuto una relazione normale in quei giorni.
In seguito, dopo la morte di sua madre, si è trasferito in quella casa a Killen, in Texas, e ricordo che c'erano sua nonna e suo padre. Elvis faceva di tutto per tenersi occupato, invitava persone - ricordo presidenti di fan club arrivati da Chicago e da altri luoghi.
Loro arrivavano e stavano in casa. Non ci potevo credere, erano ovunque.
Estranei, non avevo mai visto queste persone.
Elvis non si comportava in modo naturale. Suonava il pianoforte e si guardava intorno: "Piccola, ci sei?".

Mi cercava sempre per essere sicuro che ci fossi, ma tutte queste persone estranee erano intorno, capisci. Anche questo faceva parte delle nostre giornate, delle nostre serate, serate con Elvis. Lui dormiva durante il giorno. Tu dovevi riorganizzare tutti i tuoi impegni.

Per favore, parlaci di Elvis e dei suoi genitori, il signor e la signora Presley e come è stato per loro quando erano a Graceland tutti insieme.
E' stato un periodo divertente. Posso ricordare alcuni Natali trascorsi tutti insieme; eravamo tutti felici. E' stato un periodo felice. 
Lei lo guardava e ricordo che parlava con lui come fanno i bambini, e lui faceva altrettanto con lei. Ci siamo divertiti tanto ed il signor Presley era adorabile, ma non tanto quanto lei.
Intendo dire, so che lui amava Elvis, ma non lo dimostrava come faceva lei. Ovviamente, essendo madre. Ed ora che sono madre, posso comprenderla ancora di più.
Ma, a causa della perdita del gemello di Elvis, le era estremamente attaccata a lui. Lei me ne parlava; lei voleva che ci sposassimo e voleva che avessimo un figlio maschio a cui dare il nome Elvis Jr. 
Diceva: "Già riesco a vederlo correre su e giù per il vialetto con i suoi piedini nudi, questo piccolino con i capelli biondi".
Sai, abbiamo parlato di questa cosa un sacco di volte.

Lei cercava di pianificare il suo futuro, non avendo la più pallida idea delle cose che stavano per succedere.
Solitamente ci sedevamo, solitamente preparando qualche tipo di verdura.
Si prendeva un po' di condimento e lo si scaldava sul fornello e poi veniva versato sulle verdure. Non l'avevo mai sentito prima e non so se si faccia ancora oggi, ma era buono. Alcuni tipi di verdure scure o qualcosa di simile alle verdure verdi. Quello era un tipo di cucina casalinga ed era veramente buona.
Andavamo a trovare le zie e mangiavamo insieme a loro. Loro erano lo stesso tipo di persone. E c'era Patsy, la sua prima doppia cugina. Era una famiglia molto unita. 

Abbiamo fatto molte riunioni di famiglia a Graceland. Loro venivano tutti qui ed anche noi andavamo a casa loro. 
Ricordo il giorno in cui siamo andati ed è stato trovato Junior morto: è stato davvero molto triste. Junior Smith era cugino di Elvis ed è morto una notte, nel sonno. Siamo andati là e siamo stati i primi ad arrivare. Una vista terribile ed è stata la prima tragedia successa in quella famiglia.


Quale è stata la reazione dei genitori di Elvis al suo successo? Come l'hanno gestito il signore e la signora Presley?
La signora Presley era preoccupata. Non gli piaceva che andasse in giro. Aveva paura che qualcosa potesse fargli del male, che potesse farsi male viaggiando, andando avanti ed indietro.
Era una madre molto protettiva. Molto protettiva con lui perché aveva perso il suo gemello, è comprensibile. Non ha potuto avere altri figli, pertanto era molto legata e protettiva con lui. 
Non era per niente felice della sua partenza.
"Figliolo, abbi sempre cura di te, stai attento, fai attenzione, chiamami appena arrivi". 
Lei era questo tipo di madre e questo era sempre il suo messaggio per lui. Parlavano spesso al telefono all'inizio, i primi tempi in cui l'ho conosciuto e le volte in cui lui doveva partire per andare ad Hollywood.
Lei è andata là per "Loving You"; è successo subito prima che lo conoscessi, ma non ricordo che ci sia andata ancora dopo quella volta.

Ha iniziato ad avere grossi problemi di salute ed ha trascorso molto tempo a casa.

Quale pensi sia stata la motivazione del peggioramento della sua salute?
Beh, direi perché Elvis ha dovuto partire per il servizio militare. La sua partenza con l'esercito può aver contribuito. So che questo le ha spezzato il cuore, perché lei non voleva che lui andasse a fare il servizio militare; non voleva che andasse oltreoceano. 
Era una cosa assurda per lei e non riusciva ad accettare di vederlo andare così lontano da lei e rimanere separata da lui. Per le prime sei settimane non sono potuti andare. 
Quando è andata là, era agitata nel caravan, anche nel caravan.
I fantastici paesaggi che ci circondavano; lei era felicissima di essere là, insieme a lui, a prendersi cura nuovamente di suo figlio. Erano proprio una famiglia unita. Lui faceva sempre stare con loro anche la nonna; c'era sempre anche lei.
Lei si preoccupava moltissimo per lui. Intendo dire, una preoccupazione che fa stare persino male. Lei si preoccupava costantemente, pertanto questo può aver avuto qualcosa a che fare con la sua salute.  Non so, potrebbe aver avuto problemi fin dall'inizio, non so.

Si dice che, alla fine, sia stato un problema al fegato.

Cosa ne pensi della sua preoccupazione per le ragazze che inseguivano Elvis e cose del genere?
Nemmeno questo le piaceva molto. Non le piaceva molto il fatto che le ragazze gli corressero dietro quando veniva a casa. Non ricordo molte ragazze ai cancelli che venissero spesso in casa, perché ci vivevano anche loro (i genitori di Elvis) e non le volevano in casa.
Sua madre mi diceva che sperava che stessimo insieme. 
Diceva: "Tu sei la ragazza giusta per lui. Ti prederesti cura di lui, sai. So che lo farai e lui ricorderà sempre le sue radici e da dove viene" e cose del genere.
Non era per nulla contenta di un sacco di cose e ricordo, quando abitavano ad Audubon Drive, prima di comprare Graceland, ricordo che lei mi parlò della visita di Natalie Wood e del fatto che non ne era stata contenta. Non le piacevano alcune abitudini di Natalie Wood e me lo disse.
Credo che lei dovesse approvare la persona che Elvis doveva sposare. Significava molto per lui il fatto che sua madre approvasse le persone.

Quando le ragazze si lanciavano, correndo, sul palco, lei si preoccupava?
Oh sì, si preoccupava sempre che rimanesse ferito, sai. C'erano un sacco di ragazze e ragazzi, e donne che gli correvano dietro. Sicuramente lei si preoccupava di questo. Lui poteva rimanere ferito. Può essere rimasto ferito alcune volte. Credo gli abbiano strappato i pantaloni e cose del genere, afferrandolo. Pertanto lei era in costante preoccupazione, davvero.
Lei proveniva da una famiglia che non era abituata a nulla del genere ed era tutto nuovo e strano per lei, e non le piaceva.

Raccontaci quando Elvis andava da Goldsmith a tarda ora?
Una o due volte, ha detto: "Ok, andiamo già da Levy's o Goldsmith's".
Ce n'era anche un altro, ma non ne ricordo il nome adesso. Lui caricava la macchina; salivamo tutti in auto: Patsy ed io, forse Louis e Jean, alcuni dei ragazzi.
Lui diceva: "Ok signore. Prendete tutto quello che volete".
Sai, io non prendevo molte cose; mi è sempre stato insegnato a non approfittare delle persone. 
Elvis mi diceva di prendere qualcosa.
"Mi piace questo vestito o queste scarpe".
"Prendilo, prendi quello che vuoi". Non prendevo molto.

Elvis mi ha regalato un sacco di cose e questo è bello; io le ho accettate e le ho donate tutte, eccetto l'anello che, ancora oggi, mia figlia indossa. Quella è l'unica cosa che ho tenuto.
Questo è ciò che faceva ed, ovviamente, i ragazzi andavano e compravano tutto quello che volevano. Ma io prendevo solamente poche cose. 
Lui mi spronava: "Prendile, prendile, prendine di più, prendine ancora".
Sì, era molto generoso fino all'inverosimile, credo.


Parlaci della chitarra che Elvis ti ha regalato.
Sì, ok. Un Natale, in cui lui si trovava in Germania, il signor Diskin, che lavorava per il Colonnello Parker, l'ha consegnata a casa mia, a Jackson, in Tennessee. Era una chitarra con delle lettere d'oro scritte sopra. Lui aveva fatto scrivere delle lettere dorate sopra.
"Alla piccola da EP".  Ovviamente, io non ero capace di suonare la chitarra e non volevo suonare una chitarra. Una grande chitarra.
Era in una custodia molto bella e quello è stato il suo regalo di Natale quell'anno. Era molto bella. L'ho tenuta per un po' di tempo e poi, in seguito, l'ho donata ad un mio vecchio vicino di casa, Larry Worthy. Non so se lo conosci, ma ha detto che l'ha messa in un museo. Non so cosa abbia fatto con la chitarra, ma era un grande fan, così gliel'ho regalata.

C'erano degli svaghi che tu possa ricordare?
Beh, ora ti ho raccontato un sacco di cose. Passavamo un sacco di tempo a Graceland. Nel cortile di Graceland facevano guerre con i fuochi d'artificio, che erano spaventosi come ogni altra cosa. Loro non avevano paura. Noi stavamo sedute e guardavamo. Farsi la guerra l'uno con l'altro con questi fuochi d'artificio, proprio uno contro l'altro. Questa è una delle cose che facevano. 
Noi salivamo sui go-cart ed andavamo in giro intorno a Graceland; c'era una piscina dove andavamo a nuotare.
Elvis non era un grande nuotatore e non gli piaceva molto, quando l'ho conosciuto, stare molto in acqua. Ma, se glielo chiedevo, in alcune occasioni ci veniva. 
"Andiamo a nuotare".
Faceva caldo. Ricordo che una volta, eravamo là fuori, c'era anche Lamar. Elvis mi ha fatta alzare ed ha detto: "Lamar, guardala. Guardala bene. Quell'anca è un po' più grande dell'altra. Ora tu vedi questo, ma oltre a questo, guardala. Lei è proprio perfetta. Voltati piccola".

Andavamo in giro con il camioncino, andavamo in giro in motocicletta, fino ai Lauderdale Courts, al Rainbow Skating Rink (la pista da pattinaggio). Credo fosse il nome che aveva allora.
Al cinema Memphian, al parco dei divertimenti, come è adesso. Ed alcune volte andavamo a casa di amici. Lui aveva alcuni amici in Arkansas che gestivano cinema; siamo andati a far loro visita alcune volte. Andavamo a trovare anche Jean e Louise occasionalmente. Erano legate a lui.
La maggior parte delle volte, gli piaceva guidare, andare in giro per Memphis; diceva: "Andiamo a fare un giro in macchina".
Parlavamo ed ascoltavamo musica, tornavamo a Graceland, andavamo nella stanza della musica a suonare il pianoforte.
Avevamo un grande pianoforte bianco a quel tempo e lui ci stava seduto per ore. "Unchained Melody" e tutte queste belle vecchie canzoni.  Lui suonava e noi cantavamo insieme. La nostra canzone preferita, da cantare insieme, era "I Can't Help It If I'm Still In Love With You". 
Stavamo seduti a suonare e cantare per ore. Infatti, quando lui era in Germania, mi inviò questa lettera e la musica cambiò. La nostra canzone ora era "Please Love Me Forever" di Tommy Edwards.







E "Soldier Boy" era sul retro e lui mi disse che aveva intenzione di fare un disco con quella canzone e lo fece davvero. Ha fatto un disco con "Soldier Boy" in seguito.
Mi fece uscire e comprare il disco. Questa è la nostra canzone adesso, cantata da Tommy Edwards. Lui era un vero appassionato di musica ed un magnifico talento Mi ha insegnato a suonare il pianoforte come faceva lui, ossia solamente basandosi sull'orecchio. Ed questo era divertente.



Film. Lui era un appassionato di film. Ricordo quando l'ho incontrato la prima volta; siamo andati a questo cinema in città. Forse il Malco Theatre. Al piano superiore durante il giorno, questo è incredibile; durante il giorno, al piano di sopra sulla balconata.
Io, lui, e forse Lamar. Lui c'era sempre ed alcuni altri ragazzi, forse, a guardare questi film western. Mi annoiavo così tanto. Ma stavo seduta lì a guardare film dopo film, durante il pomeriggio, sulla balconata. Il vecchio cinema Malco.
E poi andavamo giù per Main Street. Alcune volte andavamo alla stazione radiofonica. 
Dewey Phillips era un dj ed aveva una stazione radiofonica. Era molto famoso. 
Lui aveva sentito il suo  nome ed andava là ogni tanto. Sai, non andavamo in giro in posti dove vanno le persone che si frequentano, perché lui non aveva la possibilità di farlo. Veniva assalito ovunque andasse, eccetto con il furgoncino e la motocicletta. Con addosso il suo cappello da motociclista, ogni tanto ci potevamo fermare da qualche parte. Qualcuno lo riconosceva e dovevamo andarcene di corsa. Ma andava meglio a Memphis; lo rispettavano di più.

Vorrei fare un passo indietro e tornare a quando è morta la madre di Elvis, lui è tornato a Memphis, ha saputo della sua morte e le ha detto addio. Potresti tornare a quel momento?
In quel momento io ero nuovamente a New York e ci sono rimasta per tutta l'estate. Una luminosa mattina, presto, suonò il telefono. Mia madre era con me in quel momento. Lui mi chiamò e disse: "Piccola" e mi diede la triste notizia della morte di sua madre e mi disse che voleva che tornassi a casa. Era di giovedì, questo è ciò che ricordo.
Ho fatto il "Andy Williams Show" anche il giovedì sera e lo abbiamo registrato, così, non appena avevamo finito lo spettacolo quella sera, con ancora il trucco sul viso, sono andata direttamente all'aeroporto ed ho preso l'aereo per tornare a Memphis. Lamar è venuto a prendermi all'aeroporto per portarmi a Graceland.
Quando siamo arrivati davanti all'ingresso di Graceland, Elvis e suo padre erano seduti sui gradini ed Elvis stava piangendo. Era tutto molto triste. Suo padre stava piangendo.
Sono scesa dall'auto e pioveva.
"Piccola, piccola, piccola... l'ho persa, l'ho persa, l'ho persa", piangendo; e mi ha detto: "Vieni dentro, voglio che tu la veda".
Ho risposto: "No, non credo di voler entrare". 
Lui ha detto: "Sì, piccola. Lei ti voleva bene ed io voglio che tu vada dentro e voglio che tu la veda. Entreremo solamente per vederla".
Lei stava nella stanza della musica ed io non lo sapevo. Ero un po' impressionata per questo, perché non avevo mai visto un cadavere prima o qualcosa del genere; ed anche perché le volevo bene.
Era una donna davvero dolce; mi ha mostrato un grande affetto.

Così lui mi ha presa e mi ha portata dentro insieme a lui, poi mi ha riportata indietro e c'erano persone ovunque. Non ricordo chi, non ho visto nessuno. Lui mi ha portata nuovamente nella stanza della musica, dove c'era la bara. Era una bara bianca e lei era adagiata lì dentro con un vetro sopra.
Mi sono spesso chiesta perché ci fosse sopra il vetro. Avevano paura che Elvis non togliesse le mani da sua madre, sai. Lei aveva uno di quei vestiti che indossava di colore rosa; indossava questo abito e lui ha iniziato a parlare con lei ancora con quel linguaggio da bambini ed io sono scoppiata a piangere. Era tristissimo.
(Elvis) Ha fatto alzare la parte inferiore della bara e si potevano vedere i suoi piccoli piedi. Era a piedi nudi e le dita dei piedi erano dipinte. Era molto gonfia in quel momento. Il corpo era ancora gonfio e ricordo che lui mi ha fatta rimanere lì per moltissimo tempo, solo per guardarla e parlare con lei, parlare di lei ed includendo me nella conversazione.
Ero molto triste, ma, in realtà, non posso dire di aver capito veramente Elvis fino alla morte di mio padre molti anni dopo, quando l'ho chiamato e gliel'ho detto: "Ora capisco cosa hai passato".
Sai, finché non fai esperienza in prima persona di qualcosa, non sai davvero cosa sta passando qualcuno. Non mi rendevo conto quanto lui stesse soffrendo finché non ho perso mio padre per un improvviso attacco di cuore all'età di 59 anni.
Allora, quando ho chiamato Elvis, volevo che sapesse che avevo compreso, perché è stato terribile.
E ricordo che... credo sia stato il momento in cui ha iniziato a prendere le medicine che gli dava il Dr. Nichopoulos.
Tranquillanti, perché era così agitato, da non riuscire a dormire e non riuscire a stare seduto per molto tempo. Girava costantemente da una stanza all'altra, da una persona all'altra; tornava alla bara e credo sia stato il momento in cui il Dr. Nichopoulos ha dato a lui ed a suo padre alcuni farmaci per calmarli ed aiutarli a dormire.

Ho letto per molti anni che Elvis disse: "Tutto quello che avevo se n'è andato; avevo fatto tutto per te". E' questo ciò che ha detto?
Probabilmente qualcosa di molto simile, perché ha detto molte cose ed ha parlato molto. Ovviamente, capisci, stavo ascoltando alcune cose che diceva ed anch'io piangevo.
Ha detto che aveva lavorato - tutto questo era per sua madre - e pensava che sarebbe stato difficile andare avanti, perché lei non ci sarebbe stata più a rallegrarsi per la fama e la fortuna che stava arrivando sulla sua strada. Era per lei e per i suoi genitori. Principalmente per lei. Lui ha fatto quella dichiarazione.

Quanto spesso vi siete tenuti in contatto mentre era in Germania? Vi siete scritti lettere e cose del genere?
Sì,  l'abbiamo fatto. Lui chiamava molto spesso al telefono a casa di mia madre ed io stavo molto a Jackson in quel periodo. Chiamate al telefono ad ore strane. Era molto tardi quando chiamava, perché la differenza di orario era veramente tanta.
Mi ha scritto tre lettere veramente speciali per me e per chiunque le leggesse. Giurava di amarmi, che ci saremmo sposati, diceva che non c'era nessun altra, che dovevo rimanergli fedele ed aspettarlo e che aveva paura che non lo facessi.
Non so perché Elvis avesse così poca autostima. Era molto geloso. Non so perché, non riesco a capirlo.

Mi fa ricordare una cosa che è successa una volta. Noi eravamo in contatto ed, infatti, lui voleva che io andassi in Germania. Mi ha fatto fare il passaporto ed avevo tutto pronto per partire.
Visto che la nonna era là, suo padre era là e Lamar era là, pertanto avevo intenzione di andarci e, poco prima che partissi, lui ha chiamato ed ha detto che il Colonnello Parker aveva fermato tutto.

Pensava che se fossi andata là, avremmo dovuto fidanzarci o sposarci e, in quel momento della sua vita, nell'esercito, il Colonnello Parker diceva che non aveva bisogno di quel tipo di pubblicità, così era meglio se non fossi andata. Così non sono partita.
Poi ha incontrato Priscilla, ma l'ho frequentato ancora per un po' di tempo quando è tornato a casa, anche se lui l'aveva conosciuta là.

Come è stato vedersi nuovamente quando è tornato?
Oh mio Dio. Beh, avevo letto qualcosa riguardo a Priscilla sui giornali e lui mi aveva assicurato che era una bambina. Una bambina di 14 anni, che era figlia di un Ufficiale dell'Esercito.
Gli chiesi di lei perché avevo letto delle cose sui giornali, e così quell'ultima lettera che lui mi aveva scritto era un po' crudele. Ero stata io un po' crudele con lui e lui temeva che, forse, avessi trovato qualcun altro o che non provassi più le stesse cose nei suoi confronti. Non era così. Ero solamente arrabbiata con lui e, forse, non mi sono fatta sentire per un po'. Ma le lettere erano molto speciali.
Comunque, cosa vuoi sapere adesso? Sono andata fuori tema...

Quando hai visto Elvis per la prima volta dopo il suo ritorno a casa dal servizio militare?
Okay. Ero a casa di Patsy Presley e lui aveva telefonato lì e aveva detto loro di uscire, che li voleva vedere; ma lui sapeva che io ero lì ed ha detto: "Dite alla piccola di aspettare".
Il motivo era perché aveva detto a tutti loro: "Quando ci vedremo, non ci sarà nessun altro nella stanza, ma solo noi due. E non voglio che la mia famiglia se la prenda male, pertanto tu aspetta, Piccola, e poi potrai uscire. Voglio che loro escano per primi e tu dopo".
Non è andata proprio così. Loro sono usciti, ma immediatamente lui mi ha chiamata, non ha aspettato. Allora io sono uscita e lui stava lì, proprio sull'ingresso della stanza della musica, dove c'era il pianoforte. Sono entrata dall'ingresso principale e lui stava lì. 
Ha detto: "Piccola"; ed io sono corsa da lui e ci siamo abbracciati lungamente ed ero felice di vederlo. Penso fosse contento anche lui di vedermi. Siamo rimasti abbracciati per un po'. Un bel po'.

In un certo senso, è come se non vi foste mai separati?
Beh, sì, è stato solo un periodo di tempo. Sì, era tutto proprio come prima.  Eravamo veramente contenti di vederci. E' stato un bel momento, un momento felice.

Quale è stato il momento più felice di questo periodo, quando è tornato a casa?
Il momento più felice è stato prima che tornasse, quando è stato a Fort Hood. Quello è stato il periodo più felice. 
Dopo che è tornato? Solo vederlo era un momento felice. Abbiamo trascorso del tempo insieme. 
Abbiamo fatto altri film; sono andata in California con lui e gli ho fatto visita molte volte; ho incontrato Joe, Charlie Hodge, amici del servizio militare. Loro erano lì tutto il tempo.


Parlaci dei ragazzi che stavano intorno ad Elvis e del cameratismo.
C'erano sempre persone intorno ad Elvis, ragazzi. OK, questa è una delle ragioni per le quali non avrei mai potuto sposare Elvis, se ci credi davvero, perché non si stava da soli molto spesso.
Ci sono stati veramente pochi momenti nelle nostre vite in cui siamo stati completamente soli per molto tempo. Loro c'erano sempre. Loro vivevano con lui, loro si prendevano cura di lui, loro facevano tutto quello che lui diceva ed erano sempre là.
Ed avevano tutte le intenzioni di stare là. Inoltre, c'erano un sacco di fans che volevano stare là, donne che volevano esserci. 

Loro c'erano all'inizio e sarebbero rimasti lì fino alla fine. 
Ho avuto qualche problema quando Priscilla ha voluto divorziare da Elvis, perché avrebbe dovuto sapere che ci sarebbe sempre stata gente nella sua vita. (di Elvis).

C'erano persone che avevano intenzione di rimanere lì. E, come lui ha cercato di rassicurarmi, non significava niente per lui, ma erano una parte importante della sua vita e loro c'erano.

Hai trovato lettere di Priscilla?
Ho trovato una lettera quando ero in California, una delle volte in cui mi trovavo là. Era conservata in un libro nella libreria, fuori dalla sua camera da letto. 
Joe ricorda che io ero sicura che fosse lì.
Ma comunque, quando lui tornò dal set quel giorno, gli chiesi della lettera. Nella lettera c'era scritto: "Ti prego, chiama mio padre. Voglio venire lì e, se tu telefoni a mio papà, so che mi lascerà venire, ti darà ascolto. Mi manchi".

Così, quando è tornato, gli ho detto: "Cos'è questa lettera? Chi è questa...questa Priscilla? Non avevi detto che era una bambina?".
Lui si è arrabbiato moltissimo per il fatto che avevo trovato la lettera. Mi ha presa e mi ha spinta contro l'armadio.
Era davvero arrabbiato con me, era livido per il fatto che avevo trovato quella lettera.
Quella sera, poi, sono partita in aereo per tornare a Memphis. Sono andata dritta a Graceland con la nonna. So che, quando sono entrata, il telefono stava squillando ed era lui. Non volevo parlargli, ma lui ha continuato a chiamare e ricordo che, quando è riuscito a parlarmi, mi ha detto: "Piccola, ti prego, non dire niente a nessuno di questo. Questa ragazza, ripeto, è solo una bambina. Ha solo 14 anni e non significa assolutamente niente. Lei vuole solamente venire a fare una visita, non significa niente. Se tu lo dicessi a qualcuno, io finirei in un sacco di guai. Lei è giovanissima". Mi ha letteralmente implorata. "Piccola, piccola, piccola".
Così gli ho detto: "Non lo dirò a nessuno". 
Non l'ho mai fatto, non ho mai detto niente a nessuno.
Comunque, anche dopo questo, ci siamo frequentati un po'. Ho lasciato perdere la lettera.
Dopo che me ne sono andata non è stata la fine. Dopo che ho trovato la lettera, lui ha voluto solamente dirmi che "Non significa assolutamente niente", ma io pensavo che lei fosse una ragazza molto bella.
Anche lei, probabilmente, era pazza di lui.
14 anni...non so se lei potesse essere innamorata. Probabilmente lo era. Non so a 14 anni. Non riuscivo ad immaginare... Venire negli Stati Uniti: non mi sembrava una cosa giusta.

Comunque, questo è ciò che è successo; è così che ho scoperto di lei.

Hai detto che hai sentito Elvis e suo padre parlare in cucina...?
Vuoi sapere di quando me ne sono andata, è quello che vuoi sapere?
Ok, quello è successo verso il 1962, quasi nel 1962. 
Ero stata là. Era sera tardi, quando sono salita al piano superiore ed Elvis era in cucina ed il padre di Elvis era seduto lì con lui.
E, mentre stavo scendendo dalla scala sul retro che porta in cucina, ho sentito Elvis dire: "Sto passando il momento più difficile nel decidere tra le due. Beh, tu non sai un sacco di cose che sono successe, ma io so che lei deve venire qui, deve venire in visita".

Lui ne aveva discusso con me, sai; ed io sapevo che lei era nella sua vita, ma sapevo anche che era giovane. Molto giovane.
Ma quando l'ho sentito dire: "Sto passando un brutto momento per decidere tra le due", ho capito esattamente di cosa stesse parlando. 

Ho raccolto il mio orgoglio; a quei tempi le donne aveva un sacco di orgoglio. Ora non ne hanno più, ma io ne avevo molto, così ho letteralmente marciato giù dalle scale.
Elvis mi ha portata nella sala da pranzo e suo padre era seduto al tavolo. Ci siamo seduti al tavolo ed io ho detto: "Ho intenzione di prendere io la decisione per te. Ho sentito quello che hai detto e me ne vado". 
Ricordo di aver iniziato a piangere; è stata una decisione difficile da prendere. 
Devo dire che è stata, probabilmente, la decisione più difficile che abbia mai preso nella mia vita. 
Questo lo devo dire. 
Dopo aver frequentato qualcuno come Elvis per cinque anni...mettere fine a tutto, legati come eravamo. E quando me ne sono andata, sapevo che non ci sarebbe stato un ritorno.
Non sarei mai tornata indietro, mai. 
Pertanto ho detto: "Me ne vado" ed ho chiamato Andy, mio fratello, per venire a prendermi e ci siamo seduti ed abbiamo parlato per un bel po'.  
Nessuno riusciva a mangiare, c'era cibo, ma nessuno riusciva a mangiare.
Ricordo il signor Presley: "Beh, se tu devi partire Anita... sai, forse vi incontrerete ancora. Ci sono persone che, alcune volte, si separano e tornano insieme; e tu tornerai nuovamente".
Ho detto: "Non lo so. Non è tra i miei programmi".
Io piangevo ed Elvis piangeva. Lui ha detto solamente: "Prego Dio di fare la cosa giusta lasciandoti andare". 
Ed io ho detto: "Non puoi impedirmi di andare; voglio andarmene".
Ero davvero sconvolta, arrabbiata, ferita e lui non aveva intenzione di prendere quella decisione.
E' arrivato mio fratello, abbiamo messo insieme alcune cose che avevo lì e ce ne siamo andati, e non sono mai più stata la sua ragazza.
Sono tornata, dopo la sua morte, a fare visita alla nonna ed al signor Presley.
Abbiamo parlato in seguito ed eravamo ancora amici; l'ho rivisto. 

Ma quella è stata la fine di tutto. Non sarei mai più tornata. Se tu hai un problema tra me ed un'altra, ehi, allora basta. Non mi importa. 
E' stato comunque difficile perché lo amavo. Non aveva importanza se era Elvis Presley o Joe Blow, capisci, io amavo questa persona.
Se lui stava avendo problemi nel decidere tra me ed un'altra persona, quello era troppo difficile per me da sopportare.


Parliamo un attimo della nonna. Tu sai perché aveva il soprannome Dodger?
Penso abbia schivato qualcosa una volta. Non riesco a ricordare. La chiamavamo sempre così e ricordo che mi hanno raccontato la storia, ma ora davvero non lo ricordo.

Puoi parlarci del rapporto tra Elvis e sua nonna?
Elvis amava sua nonna ed io amavo sua nonna. Rimanevo con lei quando lui era in viaggio e quando era in California.
Andavo e rimanevo con lei. Lei mi raccontava un sacco di cose, vecchie storie.
Si sedeva, prendeva il suo tabacco da fiuto e guardava la TV. Le piacevano tanto le soap opera. Ed io restavo nella stanza con lei e trascorrevo la notte nel letto con lei e parlavamo tantissimo.

Ricordo una volta, in cui ero là ed avevo una bronchite ed il signor Presley mi ha detto: "Guarda, vedi queste cose qui: te le strofini sul petto e ti sentirai molto meglio".
Qualcosa chiamato "calore".
Cavolo...le ho prese e le ho strofinate sul mio petto perché avevo una bronchite. Facevano talmente caldo da non riuscire nemmeno a spiegartelo. 
Lui ha pensato che fosse divertente e rideva anche. Era uno scherzo, e credo che lui fosse proprio come Elvis: divertente a modo suo. Loro pensavano di avermi aiutata, ma bruciava da morire.
Comunque, le volevo bene. Era una donna davvero con i piedi per terra.
In Texas, lui voleva crauti e piselli, involtini, bacon fritto molto croccante, da sgranocchiare; e lei cucinava in quel modo per lui tutte le volte che voleva. Quello è il modo in cui lo trattava.
Ricordo che lo faceva sera, dopo sera, dopo sera.... Gli piacevano le patate fritte, con fette tagliate molto sottili e cotte molto croccanti, e lei le faceva proprio nel modo in cui piaceva a lui. Lui le mangiava ogni sera, non si stancava mai. Anch'io sono così; forse l'ho preso da lì, visto che non mi stanco di mangiare. E' buono, ma lui lo mangiava sempre.
E lei faceva tutto quello che lui voleva.

Anita, quali sono i tuoi ricordi riguardo quando il signor Presley ha deciso di sposare Dee?
No, non vuoi saperlo. Davvero vuoi saperlo?

Voglio saperlo.
Ok, quando Elvis è tornato dalla Germania, mi ha detto che suo padre aveva incontrato questa donna e che aveva intenzione di portarla qui, che era una donna già sposata con tre figli ed Elvis ha detto che lei era venuta nella casa in Germania, era venuta per far visita a lui, per vedere lui, ma lui non ha voluto incontrarla. 
Lei ha iniziato a parlare con il signor Presley ed Elvis mi ha raccontato che, una volta, mentre lei era là con il signor Presley, nella camera da letto, lui ha sbirciato dal buco della serratura.
Mi ha raccontato: "L'ho odiata sempre da quel momento", e mi scuso se questo può essere offensivo oggi, ma a lui non piaceva quella situazione, era profondamente contrario. Ma è successo.
Non ha avuto niente a che fare con tutto questo.
Ricordo quando l'hanno portata a Graceland: noi eravamo in piscina ed Elvis ha detto: "Papà, sei sicuro di volere questo? Vuoi fare questo? Perché vuoi farlo?". 

Ricordo quando sono tornati nell'appartamento della tenuta. Ricordo che si sono trasferiti nella vecchia camera da letto del signor e della signora Presley. Nemmeno questo andava molto bene; ad Elvis non piaceva, si sentiva a disagio.
Questo è ciò che mi ha raccontato. Non gli piaceva quell'unione; non ne era felice. E mi scuso se questo può essere offensivo e mi dispiace se ad alcune persone non piace, ma questa è la verità.

Nel corso degli anni, dopo che tu ed Elvis vi siete separati, quante volte hai parlato con lui?
Dunque, vediamo. L'ho visto quando mi ha presa nel salone, dopo che l'ho lasciato e non sono riuscita ad allontanarmi da lui; mi aveva messa in un angolo per parlare con me.
Mio Dio, le mie ginocchia vacillavano, perché ancora gli volevo bene, ma avevo preso la mia decisione che era finita. L'ho visto allora ed ho parlato con lui, e poi, in seguito, dopo che mi sono sposata, e mi sono sposata nel '64. 
Johnny Brewer, mio marito, è un giocatore professionista di football e mi ha vista per la prima volta durante un appuntamento con Elvis al Memphian Theatre, ed ha raccontato che loro erano ai cancelli; lui ed alcuni amici giocatori di football.
Ed Elvis ha detto: "Volete venire al Memphian Theatre", e si fecero trovare nell'atrio quando siamo arrivati e lui ha detto: "Hai camminato con il tuo nasino per aria e ti sei spinta fin dentro quel posto?".

Ho detto: "Ma sei matto?".
Quando si è con Elvis non si guarda mai a destra od a sinistra. Lui guardava dritto davanti.
Io non l'avevo mai visto, ma lui aveva visto me. Quello è stato il primo luogo in cui mi ha vista, ma, ad ogni modo, cosa mi avevi chiesto? Cosa volevi sapere?

Hai più visto....?
Oh sì. Dopo che mi sono sposata nel 1964, ed Elvis era sposato ed aveva sua figlia, Lisa Marie.
A proposito, quando Elvis ed io ci frequentavamo e parlavamo di avere una famiglia, indovina che nome volevamo dare alla nostra bambina?

Non lo so... Quale?
Alisa Marie. Indovina quale è il mio secondo nome? Anita Marie. Intendo dire, è sempre stato quello il nome: Alisa Marie. E se fosse stato un maschio, sarebbe stato Elvis Aron Presley Junior.
Comunque, ho pensato che fosse una coincidenza.
A Las Vegas, Johnny era là ed io sono andata con una delle mie amiche il giorno dopo, con i miei figli, e stavo camminando nell'atrio, quando ho incontrato alcuni dei ragazzi. Devono essere stati Joe e Charlie, o Alan.
Alcuni dei ragazzi che conoscevo; loro mi hanno vista ed io ho visto loro. Ero contenta di vederli.
Loro hanno detto: "Perché non vieni allo spettacolo di questa sera? Elvis vuole che tu venga allo spettacolo di questa sera".
I biglietti erano in vendita all'entrata o qualcosa del genere. 
"OK, va bene".
Così, sono tornata al piano superiore ed ho chiesto a Johnny se gli andava bene che andassi a vedere il concerto. 

"Ho incontrato alcuni dei ragazzi al piano di sotto" e lui ha detto "Certo. Sono andato a vederlo la sera prima che tu arrivassi qui. Pertanto vai e divertiti".
Così, questa amica, che era venuta con me, ed io siamo andate e ci era stato riservato un posto proprio davanti al palco. Non lo dimenticherò mai.
Cavolo...era bellissimo sul palcoscenico! Cantava diretto a me. Intendo dire, mi guardava e parlava con me, cantava per me.
Ero in uno stato di "Oh mio Dio".
Dopo la fine, uno dei ragazzi è venuto da me...non ricordo chi...e mi ha detto: "Elvis vuole vederti".
Così ho detto: "Bene, andiamo nel backstage".
Io e la mia amica siamo andate dietro le quinte; ci hanno portate là e ci siamo abbracciati. Eravamo così contenti di rivederci e lui ha detto: "Venite in questa stanza, andiamo a chiacchierare".
Così siamo andati in una stanza, dove c'era un piccolo letto ed una sedia; una piccola area privata ed ha chiuso la porta. C'erano gli altri ragazzi ed il signor Presley che chiacchieravano e tutte queste persone. Un gruppo di persone molto importanti.
Comunque...siamo andati in questa piccola stanza, ci siamo seduti e credo che abbiamo parlato per circa un'ora.
Era passato molto tempo. E, durante questa conversazione, ricordo che ha detto: "Mi chiedo a volte se abbiamo preso la decisione giusta tanti anni fa, quando abbiamo deciso di separarci?". 

Ho risposto: "Beh, certo, abbiamo preso la decisione giusta, perché, se non l'avessimo fatto, non avrei avuto i miei figli e tu non avresti avuto tua figlia e questo è molto importante. Era destino che andasse così, che avessimo questi figli".
Mi ha detto quanto gli sono mancata; abbiamo parlato per tanto tempo di un sacco di cose, che a te non serve sapere adesso! E' stato bello e rassicurante che lui si ricordasse ancora di me.
Penso mi volesse ancora bene come gliene volevo io. Una volta che hai voluto bene ad una persona, che le hai davvero voluto bene, gliene vuoi per sempre in qualche modo.
Non si può dimenticare quella persona, se è vero e leale. 
Sono tornata e l'ho raccontato a Johnny, che ha detto: "Sei stata là molto tempo".
Poi, quando è morto mio padre, l'ho chiamato a Las Vegas. La mia amica è riuscita a raggiungerlo al telefono.
Io non sapevo come mettermi in contatto con lui, non avevo idea di come fare, ma lei l'ha fatto. Lei era sposata con Jerry Lee Lewis a quel tempo, pertanto forse è stato quello il mezzo che ha usato. Non ne ho idea.

Comunque, lei l'ha chiamato e ricordo che lui è venuto al telefono e parlava molto lentamente. Sembrava come se Ricky avesse risposto al telefono, forse. Lui parlava molto lentamente e non sembrava lui...
Gli ho raccontato quello che era successo e che volevo sapesse che ora potevo comprenderlo; potevo capire quanto era stato triste per lui la morte di sua madre.

Lui ha detto: "Piccola, prendi una penna ed una matita. Voglio che tu scriva questa poesia. Alla lettera. Fai un respiro profondo!".
Ho fatto un respiro profondo. Presumo lui fosse nella sua camera da letto in quel momento.
Questa poesia è chiamata "Dove va l'amore quando ti lascia?" ed ho dovuto scriverla; l'ho scritta su un pezzo di carta. Forse sul retro di uno scontrino o qualcosa del genere. Ed ho dovuto scriverla parola per parola. 
"Ora rileggila per me, piccola".
Gliel'ho riletta e lui ha detto: "Non dimenticarlo mai".
Abbiamo parlato per un bel po'; è stato molto triste perché non sembrava più lui... 
Era come se fosse al rallentatore, non più gioioso come una volta. Lo ricordo così. Abbiamo parlato per un po' ed ho ancora la poesia a casa.
Quella deve essere stata l'ultima volta in cui ho parlato con lui.

"Funny How Time Slips Away" era una canzone speciale per te ed Elvis?
E' una bella canzone. "Funny How Time Slips Away" era una bella canzone.

Cliff mi ha detto che stava ascoltando dischi ed ha ascoltato la canzone a ripetizione e lui ha detto: "Sai perché la sto ascoltando, Cliff? Perché il mio cuore ancora ama Anita".
Oh mio Dio. Ti prego, non dirmelo. Mi farai diventare triste. Ricordo che me l'hai raccontato ed anche allora mi ha resa triste.

Dovresti essere felice.
Beh, sì...ma pensare a quello che è successo e come avrebbe potuto essere diverso. Quello che è successo, alla fine, è stato molto triste. Non so... Comunque è stato bello saperlo.

Vorresti raccontare di quando Elvis ha ricevuto la cartolina di arruolamento?
Ricordo il giorno in cui Elvis ha ricevuto la notizia dell'arruolamento via posta. L'ha portata in casa per noi, il signor Presley, la signora Presley ed io. E loro sono rimasti devastati.
Questo è tutto ciò che posso dire. Non riuscivano a credere che avrebbe dovuto lasciarli, andare a fare il servizio militare e fare la sua parte, capisci. 
A lui non dispiaceva andare e servire, ma non voleva lasciare la sua famiglia. Nessuno lo vuole. Sua madre era molto preoccupata per quello che avrebbe potuto succedergli e per il fatto che fosse lontano da loro.
Elvis ti ha parlato della sua preoccupazione nei confronti di sua madre?
Sai, non credo che avesse realmente compreso quanto grande potesse essere la sofferenza di sua madre, perché le mamme hanno un modo per non far accorgere i propri figli.
Non vogliono che loro si preoccupino così tanto, così lei ha pianto ed ha mostrato la sua  preoccupazione dopo la sua partenza.
Siamo tornati a Graceland e lei è andata nella sua stanza; ha pianto per un po' quella sera. Non voleva che lui la vedesse; è stata coraggiosa.

Come ho cercato di fare io molte volte quando eravamo separati. Ma lei, essendo madre, non ha voluto che lui si preoccupasse, così non credo che lui avesse davvero capito.
Lui sapeva che lei avrebbe sentito la sua mancanza, ma non sapeva fino a che punto.

Elvis ti ha parlato della sua infanzia?
Un po'. Mi ha parlato di quanto fossero legati lui e sua madre, visto che suo padre, sai, era stato lontano per molto tempo. Loro avevano un rapporto molto speciale per quel motivo. Lei era sempre presente per lui e si occupava di lui.

Tutti vogliono sapere: com'era Elvis?
Volete sapere se era bravo a baciare e cose del genere? Mi viene fatta sempre questa domanda.

Il suo cuore, il suo modo di essere con le altre persone.
Ok. Elvis per me era un ragazzo fantastico. Come ho detto, quando l'ho incontrato, era molto bello, molto gentile. Un vero gentiluomo, sempre.
Aveva molto senso dell'umorismo ed era divertente. Un bravo ragazzo. 

Era profondamente religioso. Siamo andati in chiesa una volta, solo una volta. Il motivo per cui non ci siamo andati spesso è perché, quando andavamo, la sua presenza creava trambusto e non volevamo succedesse. Siamo andati sulla balconata una volta. E' stato a Pasqua.
Siamo andati alla Church oF God, Assembly Of God e siamo saliti in balconata e siamo entrati quando la funzione era già iniziata e siamo dovuti andare via prima che finisse. 
Le persone volevano solamente guardare  lui e non ascoltavano il sermone, ed, ovviamente, Elvis si sentiva molto in colpa per questo, così non siamo più andati.
Siamo andati a molti eventi gospel, sedendo nel backstage tutta la sera, sia a Memphis che a Nashville.
A lui piaceva molto cantare inni religiosi. Abbiamo parlato del fatto che Elvis mi ha raccontato di essere stato salvato. Visto che io lo ero, mi ha detto di essere cristiano. 
Più avanti negli anni della sua vita non so cosa sia successo con i libri e gli altri tipi di religioni, ma quando l'ho conosciuto, mi ha assicurato di sapere di dover riconoscere Gesù come suo salvatore e di essere cristiano perché lo ero io.
Io ero di fede Battista, ma lui era della Assembly of God.

Abbiamo incontrato il suo sacerdote, è venuto a fargli visita alcune volte e penso abbia parlato al funerale di sua madre.
Fondamentalmente era una brava persona; aveva un cuore gentile. Ma ora lascia che ti racconti una cosa. Aveva anche un bel caratterino. Tutti  noi ce l'abbiamo.
Se qualcuno lo offendeva, non gli piaceva passarci sopra. Se lo ricordava.
Non potevi far arrabbiare Elvis due volte. Se gli facevi del male una volta, poi non gliene potevi fare più.

Ed un'altra cosa è che lui aveva sempre paura che le persone gli stessero vicino per quello che era e per quello che poteva fare per loro. E' stato difficile vivere con questo pensiero, non credi?
Pensare che le persone gli stessero vicino perché era una grande star e tutto il resto... Credo sia questa la ragione per cui siamo stati bene insieme: io non ne ero impressionata. Non ero una sua fan quando l'ho conosciuto e non sono caduta ai suoi piedi. Ho imparato a conoscerlo e mi sono innamorata di lui. Elvis l'uomo, non Elvis la star.
Avevamo tante cose in comune perché venivamo dal Sud; avevamo gli stessi valori e credevamo nelle stesse cose. Come ho detto, lui è sempre stato un gentiluomo ed io sono stata trattata come una signora. Ma come ho detto, è stato generoso anche sbagliando, alcune volte.
Lui davvero aiutava chiunque. Molte persone hanno voluto approfittarsi di lui alcune volte e lui aiutava sempre le persone, quando poteva.
Era molto generoso. Un grande cuore. 

Ed era molto divertente, non riesco a dirti quanto. Era bellissimo stargli vicino.
Nel momento in cui entrava in una stanza, la illuminava. E' difficile per me immaginare, dopo tutti questi anni, che le persone possano ancora essere innamorate di lui e prese da lui, ma quando ripenso a come era quando lo frequentavo, allora riesco a comprendere, perché lui era gioioso e speciale.
Ed ho pensato che fosse solo perché era il mio ragazzo; solo perché mi è successo di innamorarmi di lui e lui di me.
Ricordo la prima volta, quando mi ha detto che mi amava. Eravamo sotto il portico di casa della signora Patty. 

"Credo di essermi innamorato di te, piccola". E' stato davvero speciale.
Ma per me era solo un mio vicino di casa.
Poi, dopo essere uscita dalla sua vita, non so cosa gli sia successo. Sembra sia cambiato un po'. Forse non ha mai dimenticato le sue radici, ma non riesco a capire...
Avrei voluto stare con lui più tempo...ma forse no... Si può cambiare qualsiasi cosa, ma Elvis aveva una testa fatta a modo suo. Era difficile fargli cambiare idea una volta che aveva deciso. 

Ma aveva anche molti amici leali che gli volevano bene e che gli sono rimasti vicini fino alla fine e che avrebbero fatto qualsiasi cosa, visto che avevano un sacco di soldi a quel tempo. Gli amici davvero lo adoravano; e non so come abbia fatto a farsi amare così dalle persone. Era solamente la sua personalità; lui attirava le persone a sé e tutti si sono presi molta cura di lui. Era speciale.

Dov'eri quando hai scoperto che Elvis era morto?
A casa mia. Vivevo a Vicksburg, in Mississippi. Un giornalista mi ha telefonato e voleva sapere la mia reazione. Riesci a credere alla mia reazione? Ero molto sorpresa.
E cosa si aspettavano che facessi? Intendo dire, è stato  terribile! Non riuscivo a crederci!

E' stata una grande perdita. Non solo per me, per il fatto di aver perso una persona a cui ho voluto molto bene nella mia vita, ma per tutti. Per il mondo.
Il suo talento. Era così giovane, e mi ci è voluto molto tempo per tornare alla realtà dopo che questa persona mi ha dato la notizia. Non riuscivo a crederci, ma loro avevano telefonato volendo ottenere una risposta...e quello è stato il modo in cui l'ho saputo. Al telefono, da un estraneo. E' stato triste. Un giorno triste!

Hai pensato fosse accaduto a suo padre?
Oh certo! Inizialmente, quando mi hanno detto che Elvis era morto, ho detto: "Oh no, non è Elvis. E' suo padre. Suo padre è morto".
Ci hanno messo un bel po' per convincermi che era davvero lui, perché era così giovane, vitale e non pensavo fosse ammalato, molto ammalato, sai.
Comunque, è stato scioccante per me. Un momento terribile. Per me e per tutti i suoi fans ovunque e per la famiglia.

Mi ha fatto piacere averti qui.
Molto gentile, grazie.

Source: ECA