PAUL SIMPSON - ELVIS PRESLEY & LA CANZONE "IF I CAN DREAM"

Paul Simpson, autore di libri dedicati ad Elvis Presley, analizza in questo scritto l'importanza ed il significato della canzone "If I Can Dream", sia per Elvis Presley in rapporto al momento storico in cui l'ha incisa, sia a livello sociale nei confronti dell'intera umanità.

Alcune canzoni di Elvis sono così dolci, così commoventi, da poter risultare difficili da ascoltare. Ed a me, l'unica canzone che ancora fa venire la pelle d'oca a causa della potenza dell'esecuzione e della rilevanza personale del brano per il re è "If I Can Dream".
È risaputo che la canzone non è quasi stata realizzata.
Steve Binder , produttore dello special TV NBC TV del 1968, che ha ridato vita alla carriera di Elvis, era così disperato nel voler evitare di terminare lo spettacolo con una canzone di Natale - come aveva suggerito il Colonnello - da arrivare a dire ad Earl Brown, responsabile degli arrangiamenti vocali: "Scrivi per me la più bella canzone che tu abbia mai scritto".
Quando il gioco si fa duro, i duri diventano creativi, e Brown fece praticamente quello che Binder gli aveva ordinato.
"If I Can Dream" è stata, dopo "In The Ghetto", la canzone più rilevante dal punto di vista sociale che Elvis abbia mai registrato. Binder era rimasto colpito dalla disperazione di Elvis quando Bobby Kennedy venne assassinato e, nelle sue intenzioni, la canzone doveva avere un ulteriore messaggio: "Volevo che il mondo sapesse che qui c'era una persona cresciuta nel pregiudizio, ma che era andata oltre a tutto questo". 
Il titolo stesso della canzone andava di pari passo con il discorso "I Have A Dream", tenuto da Martin Luther King nel 1963. Anche King era stato anche assassinato, a Memphis, solo pochi mesi prima che lo speciale televisivo venisse girato.
Parker, come la maggior parte dei tradizionalisti del mondo dello spettacolo, credeva che fosse meglio lasciare i messaggi alla Western Union. Ma Binder venne ispirato dall'implicito liberalismo racchiuso nella straordinaria storia di Elvis, passato dalla grande povertà alla ricchezza.
Da ragazzo, adolescente, uomo e cantante, aveva osato attraversare il divario razziale, mostrando un'apertura che ha ispirato Peter Guralnick e innumerevoli altri.
E la speranza di una terra "in cui tutti i miei fratelli camminano mano nella mano" rifletteva l'impulso liberale che era al centro della storia di Elvis. Elvis aveva dimostrato, per citare un aspetto biblico, che l'ultimo poteva essere il primo. Ed eccolo qui, in una canzone, con la speranza che questo potesse avverarsi per tutti.
Il testo della canzone ebbe anche, in modo univoco, un aspetto personale legato ad Elvis. La sua autentica storia di vita sembrava dimostrare il punto di Brown in cui dice che "finché un uomo ha la forza di sognare, può redimere la sua anima e volare". Tragicamente, nell'arco dei nove anni successivi, Elvis perse la forza di sognare.
La rilevanza personale, sociale e filosofica di questa canzone potrebbe spiegare perché Elvis la canta, fin dall'inizio, come se la sua vita dipendesse da essa.
E' stata, come disse Greil Marcus, musica che sanguina. Elvis canta con il fervore del gospel del Sud ed, in alcuni passaggi, gli echi tra la sua voce ed i cantanti di supporto, sembra quasi l'interazione tra un ministro ed un coro.
E poi c'è la voce. In tre minuti e dieci secondi, la voce di Elvis ci offre una straordinaria miscela di rabbia, compassione, umiltà, autorità, insistenza, gravità ed appassionata preoccupazione. Quando canta "Ci devono essere pace e comprensione alcune volte", in realtà ci sta dando una lezione, sottolineando la nostra responsabilità nel sognare un mondo migliore. Ma lo fa con una tale fragilità, umiltà e sollecitudine, da rendere la lezione né offensiva né arrogante. È quasi come se Elvis stesse rimproverando noi e se stesso.
La canzone è stata cantata anche da altri artisti, ma nessuno ha eguagliato Elvis. Poche voci hanno il potere, l'eterogeneità ed il carisma che la canzone richiede. Elvis canta come se il suo sogno fosse il nostro sogno, quindi il suo lamento diventa universale.
La maggior parte delle versioni di altri cantanti, compresa quella di Celine Dion, non hanno la stessa universalità.
La canzone è stata poi cantata, come un'ode a Dio, dalla cantante americana di jazz / gospel / blues Della Reese nella serie televisiva americana "Touched By An Angel".
La versione della Reese di "After Loving You" è stato uno dei dischi che Elvis ha ascoltato molto spesso a Graceland negli anni '60, registrandolo, alla fine, durante le straordinarie sessions di Memphis.
Nel finale della canzone, Elvis alza le sue braccia, quasi in una posa da crocifissione, come se la canzone avesse prosciugato l'essenza stessa del suo essere.



Guardando le versioni sul DVD dello Special, si può vedere quanto abbia messo di se stesso nell'esecuzione. Soprattutto, date un'occhiata a ciò che Jerry Schilling ha cercato di descrivere quando ha assistito alle sessions gospel del 1966 ed ha sentito che, mentre Elvis cantava "How Great Thou Art", qualcosa di misterioso stava accadendo al suo amico: "Come se la sua parte interiore lasciasse il suo corpo".
Il lato triste è che Elvis non è qui con noi a sognare ed a riscattare la sua anima e che sembriamo più lontani che mai da una terra in cui l'umanità cammina mano nella mano.





(c) Paul Simpson