INTERVISTA A GEORGE KLEIN

George Klein è stato uno degli amici di Elvis di vecchia data, da quando è arrivato a Memphis, visto che si sono incontrati per la prima volta alle scuole superiori nel 1948. Nel corso degli anni ha sempre difeso e tenuto in grande rispetto il nome di Elvis ed è rimasto coinvolto nel suo mondo per molti anni dopo la morte del re del rock'n'roll.
George Klein è salito al Cielo il 05 Febbraio 2019 all'età di 83 anni. Era nato 08 Ottobre 1935, esattamente 10 mesi dopo la nascita di Elvis Presley.
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Questa intervista è stata rilasciata nella casa di George, a Memphis, nel 2006.



Dopo quasi 30 anni dalla sua morte, sei ancora meravigliato dal fatto che stiamo parlando di Elvis in questo modo?
Sì, sono meravigliato. È sbalorditivo. Pensavo che, nell'arco di cinque anni o giù di lì, sarebbe andato svanendo. Sarebbe stata una cosa normale, come Marilyn Monroe o Jimmy Dean o John Wayne.  Mi sono reso conto che mi sbagliavo dopo dieci anni perché, a quel punto, ho capito che era in grado di andare avanti all'infinito, perché era semplicemente incredibile quello che stava succedendo.
Faccio un programma ogni Venerdì da Graceland per la Sirius Radio - un canale radiofonico tutto dedicato ad Elvis in cui viene suonata la sua musica 24 ore al giorno / 7 giorni alla settimana.
Quando sono a Graceland, vedo una quantità sempre più crescente di giovani. Mi riferisco a persone dai 21 ai 35 anni circa ed io chiedo loro: "Come puoi essere un fan di Elvis? Non eri abbastanza grande per sapere veramente chi fosse!". 
Quello che la maggior parte di loro mi dice è che i loro genitori o persone che conoscono hanno video e film nelle loro case e così hanno iniziato ad interessarsi.

Quando fai il tuo programma Elvis, che tipo di musica ti piace suonare?
Mi piace tutto. Non sto cercando di fare il tifoso a tutti i costi, ma mi piace tutto. Penso che alcune delle cose della Sun siano davvero buone. Non impazzisco per le pubblicazioni della Sun, come fanno alcune persone, ma penso che "Good Rockin' Tonight", "Baby Let's Play House" e "That's All Right Mama" siano fantastiche.
Direi che le incisioni degli anni '50 e '60 sono, probabilmente, la musica che preferisco di Elvis. E devo dire che le incisioni con Chips Moman del '69, agli American Sound Studios, sono semplicemente incredibili!

Raccontaci del tuo primo incontro con Elvis e che impressione hai avuto di lui?
Elvis ed io ci siamo conosciuti nel 1948 ad una lezione di musica alla Humes High School.
Coincidenza ha voluto che frequentassimo le stesse lezioni alla Humes. Quando si è trasferito da Tupelo a Memphis, fortunatamente per me eravamo nelle stesse classi. Mentre ci avvicinavamo all'ultimo anno, io sono diventato rappresentante di classe, quindi ho avuto un po' di influenza politica nella scuola ed Elvis ed io eravamo amici.
Abbiamo legato durante l'ottavo anno. Non dimenticherò mai l'insegnante di musica, la signorina Marman. Una volta disse che la settimana successiva, anziché studiare musica, avremmo fatto canti natalizi, così Elvis alzò la mano e chiese se poteva portare la sua chitarra e cantare. Ci furono alcune risate in classe, perché nel 1948 non era usuale fare una cosa del genere davanti a qualcuno.
Così la settimana successiva si alzò e cantò "Old Shep" e "Cold, Cold Icy Fingers".
In quel momento, sono rimasto a bocca aperta perché non avevo mai visto un ragazzino alzarsi di fronte a delle persone e cantare in quel modo. Inconsciamente, avevo compreso che stava succedendo qualcosa con questo ragazzo.

È vero che lui si distingueva a scuola? Si raccontano storie di come lui fosse così eccentrico e diverso dagli altri per il suo modo di vestirsi ed il suo modo di fare. 
Si faceva notare. Era come vedere un martello di velluto, ma lo faceva in un modo molto bello e tranquillo. Elvis si vestiva in modo diverso. Indossava quei pantaloni neri con strisce bianche lungo i lati o strisce rosa. Indossava cappotti sportivi e teneva il bavero alzato. Nessun altro si vestiva in quel modo. Indossava sempre un abbigliamento in stile "mondo dello spettacolo" per venire a scuola. Ogni tanto, lo si vedeva con la sua chitarra che cantava anche all'ora di pranzo. Cantava alle funzioni di classe, quindi sì, si è distinto. Alcuni dei ragazzi, specialmente alcuni degli atleti, gli hanno dato del filo da torcere per i suoi capelli ed i suoi vestiti, ma lui aveva un buon atteggiamento in quelle situazioni.

Dopo che avete lasciato le scuole superiori, tu sei passato direttamente alla radio, giusto?
Sì, ho iniziato a frequentare le stazioni radio. Non avevo i soldi per frequentare una scuola per lavorare in radio, così mi sono iscritto alla Memphis State University, avendo ottenuto una borsa di studio. Andavo alle stazioni radiofoniche e stavo alle finestre a guardare i ragazzi che lavoravano. Sono diventato quello che si potrebbe definire un tutto-fare o qualunque cosa del genere.
Alla fine, mi sono fatto strada come aiutante di Dewey Phillips. Volevano che facessi da baby-sitter a Dewey perché era un tipo bizzarro.
Ero come uno stagista: rispondevo al telefono, lasciavo entrare le persone per guardare il programma e mi assicuravo che lui non facesse a pezzi la stazione radio.
Aveva delle maniere piuttosto rudi con l'attrezzatura. Quello è stato il mio primo approccio con una stazione radio di successo ed ho imparato a usare i registratori ed a fare pratica, perché era quello che volevo davvero fare.
Ho iniziato ad orario part-time, poi a tempo pieno e da lì non ho mai smesso.
Ricordo che Elvis mi chiamò una volta: il suo secondo album era stato pubblicato e lui non l'aveva visto. Mi chiese se ne avevo una copia.
Gli dissi di sì e lui mi chiese di portarglielo a casa. Esistono alcune fotografie e le vedrai nel mio libro in uscita, che dovrebbe uscire tra circa 18 mesi. (N.d.R.: il libro è stato, poi, pubblicato ad inizio 2010).
Un sacco di volte, Elvis passava dalla stazione ed eravamo solo io, Dewey ed Elvis a fare festa. Andavamo in giro tutta la notte perché Memphis, praticamente, chiudeva intorno a mezzanotte.
Sono stato licenziato da una stazione radio perché loro dicevano che il rock'n'roll non sarebbe durato ed io lo suonavo in continuazione.
Un giorno ero a casa di Dewey e lo raccontai ad Elvis e lui disse: "Non sei licenziato perché ti sto assumendo io". 
Gli ho chiesto cosa avrei fatto e lui ha detto: "Viaggerai con me, sarai uno dei miei compagni di viaggio. Andremo in Canada, Atlanta, Chicago, Detroit. Poi alle Hawaii. Poi faremo il film "Jailhouse Rock", pertanto verrai ad Hollywood con me". 
Così lo dissi a mia mamma e lei disse: "Va bene, fallo".
Ho lavorato per Elvis per tutto l'anno prima che partisse per il servizio militare. Dopo il congedo, mi chiese di ricominciare a lavorare per lui, ma nel frattempo ero tornato alla radio e gli dissi che non potevo fare entrambe le cose, così mi disse che ogni volta che andava in tour, c'era un invito aperto per me per andare insieme a lui. Potevo andare con lui in vacanza, nei fine settimana o altro.



Com'era il tuo rapporto con gli altri membri della Memphis Mafia?
Abbiamo avuto un bel rapporto. Elvis non avrebbe mai portato nessuno a bordo se non avesse calzato bene nel gruppo. Durante i primi anni non eravamo tantissimi nell'entourage. Eravamo io, suo cugino Gene e Cliff Gleaves ed un ragazzo di nome Arthur Hooten del quartiere. Praticamente eravamo solo noi. Dopo il servizio militare, ha raccolto circa 10 o 12 ragazzi.

Come sono stati gli anni '60 e gli anni del cinema per te ed Elvis?
Circa a metà degli anni dei film, alcuni dei ragazzi - incluso me - chiesero al Colonnello perché non faceva avere ad Elvis copioni migliori o, almeno, canzoni migliori.
Lui disse qualcosa sul fatto che c'erano attori che avevano vinto l'Oscar, che potevano camminare per Hollywood Boulevard e non venire arrestati.
Ad Hollywood non importava degli Oscar e dei premi, a loro importava solo del denaro. Ed, in un certo senso, lui aveva ragione.
Disse: "Non ci interessa come sono le sceneggiature. Se dobbiamo leggere una sceneggiatura, quello è un altro milione di dollari. Il mio ragazzo riceverà un milione di dollari e il cinquanta per cento dei profitti. Nessun altro prende una cifra simile. Se il film sarà un disastro, allora ci prenderemo la colpa". 
Il Colonnello stava un po' esagerando. Gli abbiamo fatto domande riguardo il lato artistico ed il quadro generale e lui disse che tutto ciò di cui ci si doveva preoccupare ad Hollywood era oggi, non domani.
Ma una grande star come Elvis avrebbe potuto ignorare tutto questo e diventare un grande attore, pertanto penso che il Colonnello abbia sbagliato da quel punto di vista.

Quindi, tutto sommato, credi che il Colonnello sia stato un aspetto positivo per Elvis?
Credo che il 90% di ciò che il Colonnello ha fatto per Elvis sia stato buono, il 10% sia stato sbagliato.
Il 10% sbagliato riguarda l'attaccamento ai soldi. Il 90% riguarda il fatto di aver ottenuto ottimi accordi con la RCA per Elvis, di averlo fatto andare in tour facendo il tutto esaurito.
Le sue idee promozionali erano fantastiche. Ha fatto una cosa davvero intelligente, in quanto non ha esagerato con Elvis. Credo sia stato il lato geniale del Colonnello.
Ma il lato artistico delle cose è dove credo che il Colonnello abbia fallito.
Non era capace di sentire una canzone di successo. Ha iniziato a dedicarsi alla parte editoriale negli ultimi anni, motivo per cui alcune delle canzoni dell'ultimo periodo non erano molto buone come avrebbero dovuto essere.
Il Colonnello offese Jerry Lieber e Mike Stoller, facendoli fuggire da Elvis.
Un giorno, Elvis chiese loro di scrivere una bella ballata e quella sera stessa gliela consegnarono. Sono venuti all'hotel di Elvis, il Beverly Wilshire, ce l'hanno fatta ascoltare, ed era bellissima.
Era "Don't" , una canzone davvero bellissima, così Elvis volle inciderla subito dopo. Il Colonnello entrò e chiese da dove provenisse, e qualcuno disse che arrivava da Jerry e Mike. Il Colonnello iniziò ad urlare, parlando della procedura e di cose del genere; pensava che la gente si fosse presa gioco di lui, così Jerry e Mike dissero al Colonnello di andare a farsi benedire. Hanno fatto ancora alcune canzoni dopo quell'incidente, ma non l'hanno mai perdonato.

Quali sono i tuoi ricordi del matrimonio di Elvis? Credi sia stato costretto a sposarsi?
Ero una delle sole 14 persone presenti al matrimonio. Si è sposato nella suite di Milton Prell all'Aladdin Hotel di Las Vegas. Durante tutto il tempo, non ho mai sentito parlare del fatto che sia stato spinto a farlo. Credo che Elvis sentisse che era arrivato il suo momento per sposarsi.

E tu eri lì alla serata di apertura a Las Vegas nel '69?
No. Lui chiese a me ed a molti altri di andare a vederlo la seconda serata, dopo il nervosismo della prima. La serata di apertura era solo su invito per i media e molte delle grandi celebrità. Elvis è stato, probabilmente, il più grande intrattenitore che abbia mai visto sul palco. Ha creato un vero spettacolo. Era dinamico, era elettrizzante, aveva carisma. Si relazionava con il pubblico, non riuscivi a staccare gli occhi da lui. Diceva sempre che si doveva regalare uno spettacolo al pubblico, non si può semplicemente stare fermi come una statua. L'aveva imparato da artisti di colore, come Jackie Wilson e James Brown.

Negli anni '70 ti sei tirato fuori dalla Memphis Mafia oppure hai lavorato ancora con loro in qualche occasione?
Non ho mai lasciato la Memphis Mafia, ma lavoravo in radio ed in TV. Ero tra i personaggi più quotati nei media di Memphis a quel tempo. 

Allora sei sempre andato in tour con Elvis?
Beh, avevo carta bianca per andare a Graceland e, probabilmente, ci andavo tre o quattro volte alla settimana, quindi non ho mai perso i contatti con Elvis. Occasionalmente sono andato anche in tour con lui durante qualche weekend.

Con il passare degli anni '70, quali furono i primi segni del suo declino fisico? Quando hai iniziato a preoccuparti della salute di Elvis?
Bella domanda. Non mi sono mai preoccupato finché non ha iniziato ad entrare ed uscire dall'ospedale due o tre volte. La prima volta che è entrato, è uscito che stava bene.
Ci sono alcune cose relative all'ospedale di cui non posso parlare in questo momento, saranno nel mio libro. Ma la sua morte, quando è avvenuta, è stato uno shock.

Dov'eri quando hai saputo che Elvis era morto?
Ho ricevuto una chiamata dalla stazione radio WHBQ. Qualcuno disse che circolavano voci sul fatto che Elvis fosse morto.
Dissi: "Non crederci. L'abbiamo già sentita altre volte". 
Ma sembrava una cosa seria, perché tutte queste altre stazioni radio iniziarono a chiamarmi per un commento, così ho deciso di chiamare Graceland e la fidanzata di Vernon, Sandy, ha risposto.
Ho chiesto se era vero, e lei ha detto: "Sì, devi venire qui al più presto". 
Mi sono sentito come se qualcuno mi avesse appena pugnalato con un coltello rovente. Così sono salito in macchina e sono andato velocissimo a Graceland. Sono entrato ed il signor Presley mi ha afferrato. Stava piangendo a dirotto, era incontrollabile.
Disse: "George, lo abbiamo perso. Ho perso mio figlio!". 
Non lo dimenticherò mai. Tutti si sono abbracciati; stavamo tutti piangendo, pregando per qualche miracolo. Dopo circa un'ora, il dottor Nick è arrivato e ci ha dato conferma.

Al funerale un paio di giorni dopo, tu sei stato uno di coloro che hanno portato la bara. Puoi descrivere com'è stato il servizio funebre?
Al momento della sepoltura, avevamo la realtà davanti agli occhi, ma non volevamo ancora crederci. Il funerale ebbe luogo a Graceland nel soggiorno. C'erano forse 30 persone in quella stanza.
C'era Ann-Margret, George Hamilton; ed ovviamente Priscilla, Ginger Alden e Linda Thompson.
Fu un funerale molto serio, tranquillo, pieno di emozione. Al termine ci siamo diretti al cimitero. Ero nella limousine numero 6, insieme a Charlie Hodge ed Alan Fortas. Mentre stavamo guidando, le persone erano riversate nelle strade per miglia e miglia.
Piangevamo e ridevamo. Stavamo cercando di tenerci su a vicenda per non perdere il controllo. Siamo arrivati al mausoleo ed il sacerdote ha fatto una cerimonia di 15 minuti; poi abbiamo portato dentro la bara. Sono stato l'ultimo a toccarla quando è stata portata dentro.
Ricordo di averla baciata. Poi, quando l'hanno chiusa, è arrivata una sensazione di stranezza e debolezza. Era finita. Eravamo in balia di tutte le emozioni. Qualche tempo dopo, alcuni ragazzi sono stati presi mentre cercavano di rubare la bara. Questo ha davvero sconvolto tutti, specialmente il padre di Elvis; per questo Elvis è stato, successivamente, trasferito a Graceland insieme a sua madre. Vernon ha ottenuto un permesso speciale per farlo.

Stai scrivendo un libro. Cosa puoi dirci a riguardo?
Il libro si chiama "Elvis, il mio testimone di nozze".

È stato il testimone al mio matrimonio. Questo è il titolo provvisorio. Racconterà dal primo giorno, come vi ho detto di quel primo incontro nel 1948, fino ad oggi.
Ci sono molte cose che sono successe dalla morte di Elvis in cui mi sono ritrovato coinvolto; ci saranno storie che le persone non conoscono ed immagini che le persone non hanno mai visto. Ascolterete l'intera vera storia.
Ho aspettato perché ci sono stati moltissimi libri e storie pubblicati su Elvis dopo la sua morte e durante gli anni '80 ed io non volevo essere coinvolto in quel circo.

Source: e.com.au