INTERVISTA A SAM PHILLIPS

Quest'anno (2020) ricorre il 70° anniversario dell'apertura del "Memphis Recording Service" da parte di Sam Phillips .Per l'occasione abbiamo pensato di postare questa lunga intervista che Sam Phillips ha rilasciato al magazine "Rolling Stone" nel 1986, in cui parla degli artisti con cui ha lavorato - ed ovviamente di Elvis Presley - delle decisioni prese riguardo la sua etichetta discografica e della sua visione del futuro nel mondo della discografia.
Sam Phillips è salito al Cielo il 30 Luglio 2003.

La storia del rock'n'roll potrebbe essere iniziata con un uomo noto come zio Silas Payne. Lo zio Silas era un uomo di colore, accecato dalla sifilide, che viveva a Florence, in Alabama, con la famiglia Phillips, il cui ottavo figlio si chiamava Sam. 
Lo zio Silas era solito raccontare delle storie a Sam, storie che influivano sul modo in cui Sam arrivava a pensare ed a capire ciò che lo circondava; storie che modellavano il suo concetto di opportunità. 
"In Africa, Samuel", diceva lo zio Silas, "abbiamo i più bei fiumi di melassa e abbiamo alberi di pastella sui quali crescono caldi pasticcini. Ed un ragazzino può raccogliere quei pasticcini dagli alberi ed inzupparli in quei fiumi di melassa". 
Questa era una storia che affascinava il giovane Sam ed era basata sulla magia e sull'alchimia.
Molto più tardi, Sam stesso avrebbe avuto una straordinaria intuizione, secondo la quale un uomo bianco poteva cantare come uno nero.
Ed ha trovato quell'uomo in Elvis Presley, ed insieme hanno creato la musica che è diventata famosa come rockabilly. Rockabilly è diventato un terreno fertile per anime irrequiete e sogni realizzati per metà. Ma prima di essere quello, era magia ed era alchimia.

Sam Phillips è, all'età di 63 anni, un eccentrico puro, con luminosi, e quasi selvaggi, occhi di un uomo il cui sguardo è stato perpetuamente fisso su un punto che solo lui può vedere. 
Uomini del suo genere sono spesso emarginati, ma a volte viene data loro, come è stata data a Sam Phillips, l'opportunità di imprimere le peculiarità della loro visione e delle loro stranezze nella storia.
Phillips fondò gli studi Sun negli anni '50. Come produttore della Sun, divenne uno dei primissimi meridionali bianchi a registrare i grandi bluesmen di Memphis, come Howlin Wolf e B.B. King; una vera avventura rivoluzionaria che infastidì e sconcertò i suoi coetanei. 
"Non hai un cattivo odore, Sam", dicevano. "Immagino che non hai fatto sessions oggi". 
Ha scoperto Elvis Presley nel 1954. Ha poi continuato a scoprire e registrare Johnny Cash, Carl Perkins, Jerry Lee Lewis e Roy Orbison, nel processo di creazione di una musica talmente innovativa e viva, che la musica stessa è diventata una forza rivoluzionaria che, a sua volta, ha cambiato qualunque cosa.
Nel 1969 Sam Phillips ha venduto la Sun, sebbene avesse smesso di sfornare dischi con l'etichetta nel 1963, in un momento in cui molte aziende indipendenti stavano perdendo la battaglia per la sopravvivenza. 
Avrebbe potuto andare a lavorare per la RCA, ma ha avuto il buon senso di riconoscere che era troppo testardo, aristocratico ed orgoglioso per rispondere ad una gerarchia aziendale. 
La musica che aveva creato e profondamente amato era la manifestazione di uno spirito indomabile. Alla fine, la sua indipendenza ha avuto più importanza per lui della sua musica.
Ha protetto quell'indipendenza diventando un uomo ricco. È stato uno dei primi investitori nella catena Holiday Inn; oggi possiede cinque stazioni radiofoniche che rendono benissimo e fa girare il mercato azionario con tutta l'astuta capacità con cui, una volta, ha gestito la Sun.
Questa intervista è stata realizzata in una session della durata di nove ore, nel soggiorno della casa di Phillips a Memphis, una casa in stile ranch che ha comprato nel 1956, dotata di una piccola piscina sul retro e con la grande Cadillac del 1976 bianca e blu di sua proprietà parcheggiata nel vialetto. 
Durante l'intervista, i suoi due figli - Knox, 40 anni, e Jerry, 37 anni - sono rimasti seduti sul moderno divano color beige, di fronte al padre, guardandolo attentamente, ridendo delle sue battute, incoraggiandolo con un piccolo cenno del capo, stuzzicandolo persino, facendo domande tendenziose.
Loro adorano l'uomo che chiamano Sam e sono profondamente interessati al fatto che si prenda atto, con l'appropriato rispetto, del suo posto nella storia del rock'n'roll e che gli venga dato il riconoscimento che merita come reale patriarca del rock'n'roll.   
Per quanto riguarda Phillips, lui racconta la sua versione della nascita di quella musica con tutta la potenza ipnotizzante di cui è capace un uomo che ha uno spettacolare dono per l'oratoria, nessuna modestia ed una storia unica da raccontare.

Ci sono molte storie su come Elvis venne alla Sun nel 1954. Mi piacerebbe ascoltare la tua versione.
Lavorava per la "Crown Electric". Avevo visto il camion andare avanti e indietro fuori ed ho pensato: "Stanno sicuramente facendo un sacco di affari da queste parti". 
Ma non l'ho mai visto fermarsi da nessuna parte. Pertanto Elvis ci aveva pensato su parecchio tempo prima di fermare il camion e scendere. Chissà quanti giorni e notti, stando dietro a quel volante, abbia pensato a come trovare un modo per entrare e fare un disco senza dire: "Mr. Phillips, mi farebbe un'audizione?". 
Così il compleanno di sua madre gli ha dato l'occasione di entrare e fare un piccolo disco personale. 
(Elvis aveva dichiarato che stava facendo il disco per sua madre, ma il suo compleanno era, in realtà, a distanza di mesi, quindi, forse, aveva altri motivi).

La prima canzone che ha registrato è stata "My Happiness". La storia narra che non è stato registrato da te, ma dalla tua assistente, Marion Keisker. Ricordi che sia andata così?
Beh, mi piacerebbe dire che lo ha fatto Marion. Lei ha fatto moltissimo per me. Intendo dire che abbiamo dipinto i pavimenti insieme. Non toglierei nulla a Marion Keisker e penso che lei abbia fatto la dichiarazione inavvertitamente. Non voglio far fare brutta figura a Marion. Vorrei che lasciassi perdere, perché non mi interessa chi sia stato, ma sono stato semplicemente io. Tutto qui.

Cosa hai pensato quando l'hai sentito?
Non c'era niente di così sorprendente in Elvis, a parte le sue basette che arrivavano fino a qui (fa il gesto con la mano), che mi hanno fatto pensare: "È piuttosto bello, amico. Non c'è nessun altro che le abbia così dannatamente lunghe". 
Abbiamo parlato all'interno dello studio. Ho suonato il disco per lui nella sala di controllo sul giradischi di cristallo e sono andato a dire a Marion di scrivere il nome ed il numero di Elvis e come possiamo ricontattarlo.

Perché avresti voluto ricontattarlo?
Beh, ho detto ad Elvis: "Se mi arrivasse qualche canzone, ti interesserebbe, eventualmente, fare un tentativo?". E lui disse di sì.

L'hai richiamato per incidere una canzone dal titolo "Without You". Quella canzone non è mai stata pubblicata. Cosa è andato storto?
Abbiamo ottenuto alcune incisioni abbastanza buone del pezzo, ma volevo provarlo in altri modi prima di prendere una decisione definitiva su quale percorso avremmo tentato di seguire con lui. Ed ho deciso che volevo puntare verso cose con un po' di ritmo, perché non volevo andare contro Perry Como o Eddie Fisher o, addirittura, Patti Page e tutte quelle persone. Non stavo cercando nulla di così raffinato.

Successivamente, hai inserito Elvis in una band, Scotty Moore alla chitarra e Bill Black al basso. Perché hai scelto loro?
Loro due, erano venuti speso allo studio. Oddio, non so quante dannate volte, sai? Scotty aveva suonato con diverse band e, sebbene non avesse mai fatto una session per me, sapevo che aveva pazienza e non aveva paura di provare qualcosa, ed è molto importante quando stai facendo esperimenti di laboratorio. Scotty era anche il tipo di persona che poteva seguire le istruzioni molto bene. E l'ho schernito moltissimo per questo. 
Dicevo: "Se non smetti di provare a copiare Chet Atkins, ti sbatto fuori da questo dannato posto". E Bill... Lui era semplicemente Bill Black, il miglior bassista della città.

Hai capito già da allora che Elvis era la persona che stavi cercando?
Certamente. Non lo avrei richiamato ancora e ancora e ancora. Sapevo che aveva le basi di quello che volevo. E' stato il primo in cui ho visto quel potenziale. Aveva un diverso tipo di voce. E questo ragazzo aveva ascoltato un sacco di musica diversa, dal "Grand Ole Opry" a Bing Crosby, fino a Dinah Shore ed a Crudup, Bill Monroe ed Hank Snow.

Cosa stavi cercando di ottenere con Elvis?
Bisogna tenere a mente che Elvis Presley, probabilmente, era la persona più introversa che era entrata in quello studio, perché non aveva suonato con delle band. Non è arrivato in questo piccolo club per sorridere. Tutto quello che aveva fatto era stato impostato con la sua chitarra, stando seduto sul letto di casa. Non credo che avesse nemmeno suonato sulla veranda. Quindi ho dovuto cercare di dargli una direzione. Ed ho dovuto guardare al mercato, e se il mercato era saturo di un certo tipo di cose, perché provare ad entrarci? 
Ci sono solamente tanti pezzi in una torta. È così che l'ho immaginato. Sapevo fin dall'inizio che avrei dovuto fare qualcosa di diverso e che avrebbe potuto essere più difficile farlo partire, ma se ci fossi riuscito, avrei potuto ricavarne qualcosa.

Come sei arrivato ad incidere "That's All Right"? 
Quella sera avevamo provato diverse cose e mi stavo preparando a metterci una pietra sopra. Ma non volevo deprimere quelle persone, capisci? Sapevo quanto Elvis fosse entusiasta di provare a creare qualcosa in modo spontaneo. 
Sapevo anche che Scotty Moore sarebbe rimasto lì fino a quando non fosse stato stanco morto, capisci? Non ricordo esattamente cosa ho detto, ma era qualcosa di non impegnativo. 
Penso di avergli detto: "Non c'è una dannata canzone che si riesca a fare che valga un cavolo di qualcosa" o qualcosa del genere. Lui ha capito che era ironico, ma stava diventando un momento difficile, perché eravamo stati molto tempo in studio. 
Bene, sono rientrato nella cabina. Ho lasciato i microfoni aperti e penso che Elvis abbia avuto una sensazione del tipo: "Che diamine ho da perdere? Lo farò davvero impazzire". 
Ed hanno suonato "That's All Right", e cavolo, amico...non avrebbe potuto essere più istintiva di così!

Si dice che l'hai sentito cantare e hai detto: "Che cosa stai facendo?" e lui ha detto: "Non lo so", e tu hai detto: "Fallo di nuovo". È vero?
Non ricordo esattamente alla lettera. Ma è stato qualcosa di simile alle frasi che hai citato.

Scotty Moore dice che quando ha ascoltato la registrazione ha pensato che sarebbe stato cacciato dalla città. Come ti sei sentito quando l'hai ascoltata?
Prima di tutto, Scotty non era scioccato da nessuna dannata cosa che ho tentato di fare. Scotty non è un tipo facile da stupire. E, per quanto mi riguarda, quella dannata cosa è arrivata così forte e chiara, da essere proprio come un grande lampo di luce ed il tuono che segue. Sapevo che era quello che cercavo per Elvis. 
Quando qualcuno ti dice che sa di avere un disco di successo, non sa di che diavolo sta parlando. Ma io sapevo di averlo con "That's All Right". Sapevo semplicemente di aver trovato la strada. Questa è la mia opinione. E quello era tutto ciò su cui dovevo continuare a lavorare, tesoro. Voglio dire, ho lasciato che la gente lo ascoltasse. Ma non ho chiesto loro le loro dannate opinioni.

Poi cosa è successo?
Ho fatto sapere a Scotty, Bill ed Elvis che ero contentissimo. Poi ne ho fatto un doppione in acetato e l'ho portato a Dewey Phillips, il disc-jockey di Memphis, e gli ho fatto ascoltare l'incisione. 
E Daddy-O Dewey ha voluto ascoltarlo ancora. 
"Dannazione, amico" ha detto. "Devo averlo." 
Rosso, bollente e blu. Dovresti conoscere Dewey. E due sere dopo suonò quella cosa ed i telefoni iniziarono a squillare. Tesoro, te lo assicuro, si è scatenato l'inferno. La gente chiamava quella stazione e mi ha veramente sorpreso, perché sapevo che nessuno conosceva Elvis. Elvis non aveva amici, non frequentava un gruppo di amici o qualcosa del genere, sai? Comunque, è stato semplicemente fantastico. Per quanto ne sappia, non ci sono state chiamate ostili.

Perché hai deciso di mettere "Blue Moon of Kentucky" come lato B di "That's All Right"?
E' successo prima che qualcuno pensasse che giovani potevano interessarsi al bluegrass. Ma abbiamo fatto questa cosa ed è stato il momento in cui ho pensato che, forse, c'era una buona possibilità di poter uscire dalla città, perché ehi, amico, non si scherza con il bluegrass. Bluegrass è un genere solenne, capisci?

Una volta che il disco fu pubblicato, c'è stato un furore incredibile. Che effetto ha avuto su di te?
Il rock'n'roll, probabilmente, ha messo più soldi nelle scatole per la raccolta delle offerte nelle chiese in tutta l'America più di qualsiasi altra cosa il parroco avrebbe potuto dire. So sicuramente che è un dato di fatto. Non solo questo. I disc-jockeys hanno fatto cose pazzesche con i miei dischi. Li rompevano in diretta, li sbattevano su quel dannato microfono. Ora, se non avessi influenzato le persone in quel modo, avrei potuto trovarmi nei guai.

Ti ricordi la session per "Good Rockin 'Tonight"?
Oddio, tutti adoravamo quella canzone, amico. Ho preso Bill ed ho detto: "Non voglio nessuno di questi dannati colpi (sul basso). Voglio che tiri quelle dannate corde, ragazzo".

Che mi dici di "You’re a Heartbreaker"?
Ho avuto un piccolo problema con Elvis perché voleva passare a un tipo di sensazione un po' più pesante. Ed io non volevo assecondarlo subito. "I'm a Heartbreaker" non era la mia canzone preferita in assoluto.

Si è opposto a fare una canzone del genere?
Elvis non si è mai davvero opposto, ma si potrebbe dire che, forse, pensava potessimo trovare qualcosa di meglio, ed ho avuto un piccolo problema con lui con "I Forgot to Remember to Forget". Gli ho detto: "Amico, quello è un classico. È un gioco di parole con un piglio che ti farà impazzire!".

Una volta detto questo, non ci sono stati problemi?
Nessun problema. Nessuna mezza misura nel farla.

Che ne pensi di "Baby, Let's Play House"?  
Lo adorava. Tutti la adoravamo. 

Pensavo che ti fossi preoccupato per quella, comunque, dal punto di vista sessuale.
Oh, non ci importava del sesso in linea di massima.

Ma lo hai valutato dal punto di vista commerciale?
Beh, a quel tempo era un aspetto controverso. Voglio dire, qualsiasi cosa si dicesse che non fosse "luna, giugno e qualcosa" lo era. Ma cosa c'era che non andava in "Baby, Let's Play House"? Capirei se avesse detto: "Baby, giochiamo al dottore". . .

In quella canzone ed in molte altre, Elvis ha cambiato un po' il testo. Quei cambiamenti erano generalmente una sua idea o tua?
Era principalmente sua. Avrei potuto suggerire una parola diversa per renderla un po' più alla moda.

Che mi dici di "Milkcow Blues Boogie", quando Elvis dice: "Diamoci una mossa e cerchiamo di cambiare"?
Quello è successo perché volevo qualcosa su quel genere, e sono stato molto attento alla narrazione, perché può uccidere un disco su un jukebox. Quindi abbiamo sistemato questa cosa in un punto in cui avrebbe creato qualcosa di un po' diverso, e poi quando siamo entrati nel nostro ritmo l'abbiamo inserita. 

E' stata una sua improvvisazione o tua?
Sono abbastanza sicuro di averglielo detto io.

Cosa pensi di "Mystery Train"?
Questo è il mio disco preferito di Elvis. E quando abbiamo inciso quella take, ha riso perché pensava che non valesse niente. Voglio dire, quella era l'unica con quella sua stupida risata. Sapeva benissimo che non sarei stato contento di quell'incisione, così si è comportato da sciocco, e ne è uscita una cosa super.


Hai registrato quattro ballate con Elvis alla Sun, ma non ne è stata pubblicata nessuna. Perché?
Non avevo intenzione di pubblicare nessuna dannata ballata finché non fosse stato pronto come cantante di ballate.

Sapeva di non essere pronto in quel momento?
Non penso lo sapesse, ma si ha bisogno di una persona che dia un giudizio; non importa l'effetto che ha su di te.

Hai detto ad Elvis che non era pronto?
No, non gliel'ho detto apertamente, ma gliel'ho fatto intendere in molti modi. Sarebbe stato un insulto per lui se gli avessi detto direttamente che non era pronto. Voglio dire, sapevo come muovermi, e non solo sapevo che Elvis non era pronto per questo, sapevo che il mercato non era pronto in quel momento, perché c'era pieno di cantanti di ballate che si davano da fare.

Il tuo contratto con Elvis lo aveva completamente bloccato, quindi l'unico modo in cui il Colonnello Parker avrebbe potuto essere coinvolto era come bookmaker di concerti. Perché hai deciso di vendere il suo contratto solo un anno e mezzo dopo che aveva iniziato a collaborare con te?
Avevo esaminato tutto per capire come potevo prendere un po' di soldi extra e tirarmi fuori da un vero vincolo. Intendo dire che non ero sull'orlo del fallimento, ma vivevo alla giornata. Ho fatto un'offerta a Tom Parker, ma il fatto era che avevo fatto un'offerta che non pensavo avrebbero preso in considerazione - 35.000 dollari, più ho dovuto ad Elvis 4.000 o 5.000 dollari.

Quindi hai pensato che l'offerta fosse talmente alta che nessuno l'avrebbe accettata?
Non volevo necessariamente che non la accettassero.

Ma una volta che hai saputo che Elvis avrebbe avuto successo, perché non hai provato ad espandere la tua attività?  
Prima cosa, non si poteva prendere in prestito denaro. Nemmeno dopo che la Sun Records ebbe successo. Il Sud non sapeva nulla dell'industria discografica e non ci credeva. L'unica alternativa che avevo era mettermi sul mercato. Non volevo la responsabilità. Preferivo essere il capo di me stesso e che le cose andassero in quel modo. Volevo rimanere una piccola entità.

Ti sei reso conto di quanto valesse Elvis?
Diamine, no. Non avevo idea che l'uomo sarebbe stato la cosa più grande che si fosse mai vista nell'industria discografica.

Ti è mai dispiaciuto di averlo lasciato andare?  
No. Quella è stata la migliore decisione che potessi prendere in quel momento, e lo penso ancora. E la Sun è andata avanti ed ha fatto molte, molte cose. L'unica cosa che speravo non mi succedesse era di essere l'etichetta di un solo cantante o di un solo disco di successo.

Hai dato a Elvis qualche consiglio quando ha lasciato la Sun?  
L'unica vera raccomandazione che gli ho dato è stata: "Non lasciare che ti dicano cosa fare. Non perdere la tua personalità".

Poi come ti sei sentito quando ha iniziato a fare il tipo di film che ha fatto?  
Erano solamente cose che si potevano fare per nulla e ricavarne milioni, ed Elvis non aveva nulla a che fare con questo. Quella era opera del Colonnello Tom Parker e dei magnati dei diversi studios. Penso che sia stato quasi qualcosa di losco, davvero.

Hai mai pensato di diventare un manager?
Sono pazzo, ma non sono così pazzo.

Una volta che Elvis se ne fu andato, hai puntato il futuro della Sun su Carl Perkins?
L'ho puntato su me stesso.

Pochi mesi dopo che Elvis se ne andò, hai pubblicato "Blue Suede Shoes" di Perkins. Non è stato questo il disco su cui ha scommesso la Sun?
Assolutamente. Ed è arrivato un altro di quegli istinti. Sapevo che stavo rinunciando ad un ragazzo di successo, ma come previsto, l'ho venduto, ed è stato con quello che ho finanziato "Blue Suede Shoes".

Steve Sholes della RCA ti ha chiamato quando "Blue Suede Shoes" stava scalando le classifiche. La RCA non riusciva a far funzionare nulla con Elvis e Sholes ti ha chiesto: "Abbiamo comprato il ragazzo sbagliato?" Cosa gli hai detto?
Gli ho detto: "Non hai comprato la persona sbagliata" e gli ho detto le motivazioni. 
Numero uno, Elvis sicuramente aveva talento e, a differenza di Carl, era single, non aveva figli ed era un uomo bellissimo. 
Lui ha detto: "Beh, ti arrabbieresti con noi se pubblicassimo "Blue Suede Shoes"? ".
Questo mi ha lasciato senza parole, attonito. 

Ho detto: "Steve, siete tutti abbastanza grandi da uccidermi, lo sapete".
Ma non lo hanno pubblicato come singolo, l'hanno pubblicato come extended play.


Ha superato in vendite la versione di Perkins?
Diamine, no. Beh, credo nel corso degli anni sia stata messa in 19 compilation. Ma l'unico motivo per cui Carl non è riconosciuto per "Blue Suede Shoes" è perché Elvis è diventato  mastodontico.

Quando ti sei reso conto quanto sarebbe diventato famoso Elvis?
Non quando ho sentito "Heartbreak Hotel". Quello è stato il peggior disco. L'ho capito quando ho sentito "Don't Be Cruel". Stavo tornando dalla prima vacanza che avevo fatto in vita mia, ed è stata trasmessa alla radio. 
Ho detto: "Aspetta un minuto. Gesù, è decollato, amico". Avrei voluto correre fuori strada.

Eri geloso?
Ma no! Perché quando ho sentito "Heartbreak Hotel", ho detto: "Dannati figli di p****, rovineranno quest'uomo". Poi, ho sentito "Don't Be Cruel" ed ero l'uomo più felice del mondo.

Qual è stata la differenza in quello che stavi cercando di ottenere prima con Elvis, poi con Perkins?
Con Elvis volevo andare un po' più verso il blues. Carl lo volevo coinvolgere maggiormente nel cambiamento della musica country.

Qual è stata la tua canzone preferita di Perkins?
Questa è la cosa più folle, ma una delle canzoni più carine che abbia mai sentito è la sua "Movie Magg" e "Boppin' The Blues".

Quando hai avviato la Sun, incidevi bluesman di colore, poi hai registrato ragazzi del country, come Perkins e Johnny Cash. Sembra che tu abbia avuto una forte identificazione con le persone oppresse. Come hai sviluppato questa attitudine?
Da bambino ero estremamente debole di salute. Penso che ciò mi abbia reso molto sensibile a ciò che riguarda la vita e più attento alle cose che mi stavano intorno. Vedere bambini molto più robusti di me, ha avuto una profonda influenza sui miei sentimenti nei confronti delle persone, i miei sentimenti per la sofferenza e mi ha fatto capire che si doveva avere una certa fiducia in se stessi.

La Depressione ha avuto ripercussioni su di te?
Quando arrivò il disastro nel '29, avevo sei anni. Mio padre era un agricoltore ed era riuscito ad accumulare un po' di soldi - beh, noi la chiamavamo ricchezza. Qualche centinaio di dollari in banca. Una sera è andato a dormire e la mattina dopo si è svegliato e non aveva soldi. Aveva quasi 50 anni ed ha avuto la grande resistenza e convinzione di non guardare indietro, perché non c'era molto che potesse fare al riguardo. Questa è stata una cosa molto stimolante per me.

Quando hai sentito per la prima volta il blues?
Nella nostra piantagione - lo la chiamo così perché erano 320 acri, ed era una delle più grandi fattorie a quel tempo - molto raramente si vedevano delle madri di colore che appendevano i vestiti o bollivano i vestiti in un grande vecchio bollitore senza sentirne alcune canticchiare e alcune cantando. Certamente nei campi quello era in assoluto il tema della loro canzone. L'ho visto. L'ho persino vissuto. Tantissime persone che hanno vissuto la stessa cosa, ne hanno sentito la mancanza, perché pensavano all'uomo nero come a un altro mulo od a qualcuno non del tutto umano. Ma io non l'ho fatto, forse perché sono sempre stato amato dagli adulti neri, come lo zio Silas Payne. Mi guardavano e ispiravano molta simpatia. E li vedevo lavorare, ed intendo dire, il sudore ed il caldo... e tu camminavi con ogni passo dietro a quei muli. Ed ho visto come hanno mantenuto la loro spiritualità. Hanno provato speranza e per me ha significato qualcosa. Non posso dire di aver capito nell'immediato cosa significasse. Sono sicuro che so cosa significhi ora.

Che cosa?
Che erano le persone più creative, da un punto di vista puramente istintivo, di qualsiasi razza negli Stati Uniti. Ma se non avessi sperimentato quello che ho fatto, sarebbe molto difficile per me accorgermene, o sentire nel modo in cui sento la mia fratellanza con la popolazione di colore, con la musica, con i bianchi poveri del Sud, con i popoli incompresi del Sud. Ma grazie a questo, penso che il blues sia arrivato in modo molto naturale per me.

Volevi diventare un avvocato penalista, ma tuo padre è morto quando eri giovane. Senza abbastanza soldi per avere una grande istruzione, sei diventato un disc-jockey ed un ingegnere. Hai lavorato in diversi posti prima di stabilirti a Memphis. Perché hai scelto di vivere lì? 
Sono passato da Memphis per la prima volta nel 1939, in una Dodge del '37 con un sedile rumoroso. Avevo sentito parlare di Beale Street. Avevo sentito dire che era la strada più unica al mondo. Ed abbiamo guidato giù per Beale - saranno state le cinque del mattino, e credetemi, questa strada era piena di gente. Ed ho visto come vivevano i neri, a modo loro, i quartieri alti. Abbiamo guidato su e giù per Beale mezza dozzina di volte, e Dio, era così piena di energia, vibrante e viva. Si stavano divertendo. Al diavolo ciò che sentiva la tua testa il giorno dopo. Poi ho visto il fiume Mississippi. Sono nato e cresciuto sul Tennessee, un bellissimo fiume, ma qui c'era questo fantastico fiume selvaggio. Bello e fangoso. Ed il suo argine era dove voleva essere in quel particolare momento. Sai? Non gli hai detto cosa fare, ma mi sono innamorato di questa vecchia città fluviale.

Quando hai fondato la Sun Records nel 1950, stavi cercando di approdare nel mercato giovanile?  
Assolutamente sì. Fin dall'inizio. Non c'era musica per i giovani a quel tempo, fatta eccezione per alcuni album per bambini pubblicati dalle principali etichette.

E quando hai iniziato ad incidere bluesmen neri, stavi registrando per i giovani acquirenti di colore? 
Stavo registrando per sopravvivere, tesoro. E sapevo che il mio obiettivo principale avrebbe dovuto essere la popolazione di colore. Ma con Leonard Chess - proprietario della Chess Records di Chicago - e con i ragazzi Bihari - tre fratelli che gestivano la Modern Records con sede a Los Angeles - abbiamo parlato all'epoca riguardo il mercato per i giovani bianchi. E credimi, questo non toglie nulla a nessuno, ma non era successo a troppe persone che i bianchi ascoltassero i cantanti neri. Ma non lavoravo solo per registrare musica nera unicamente per i neri; lo facevo per registrare qualcosa che amavo, qualcosa che sentivo, qualcosa su cui pensavo altre persone avrebbero dovuto avere l'opportunità di farsi un'opinione. E soprattutto i giovani bianchi, i giovani neri e poi i neri adulti.

Ti è venuta l'idea di fare registrazioni molto semplici mentre progettavi trasmissioni di grandi band, come i Dorseys e Glenn Miller. Come è potuto succedere?
Perché la sezione ritmica suonava meglio di tutto il resto. Il basso, la batteria, sai, il piano e le poche band che avevano le chitarre. Diamine, sì. Ed ho mescolato sempre la sezione ritmica un po' più calda rispetto ai corni. La rendevo imponente. 
Ho avuto litigi con i leaders di alcune bands, ma a tutti piaceva dopo averlo sentito. E ti assicuro, ogni leader, quando ha ascoltato il mio mix, è rimasto un po' sorpreso dal fatto che la sezione ritmica spingesse un po' più di quanto volessero. Loro volevano che l'insieme degli strumenti desse la spinta, capisci? 

Una delle persone che hai scoperto alla Sun è stato Ike Turner. Cosa ricordi di lui?  
Ike era un musicista davvero fantastico. Ma l'unica cosa è che ho avuto problemi con Ike perché, all'inizio, lui voleva ottenere un po' più di raffinatezza nella musica. Vedi, lui era un pianista quando venne da me e, fino a quel momento, non avevo mai sentito un pianista in grado di suonare con tale anima e sentimento della mia vita. Certo, più tardi è passato alla chitarra ed ha avuto una buona band, ma ho dovuto trattenerli dal cercare di sembrare un po' troppo complicati, perché la sua mente andava in quella direzione.

Quale parte ha suonato nella registrazione di "Rocket 88", una canzone che molte persone pensano sia il primo disco rock'n'roll?
Jackie Brenston - cantante dei Turner - aveva questa canzone. E, quando ho sentito quella cosa... Non ho dubbi che questo sia stato il primo vero disco rock'n'roll. Non perché l'ho inciso io.

Cosa ricordi della session?
Beh, mentre Ike e gli altri stavano venendo qui per la session, l'amplificatore del basso è caduto fuori dalla macchina e, quando arrivammo in studio, il woofer era scoppiato; il cono era scoppiato. Quindi ho incollato del giornale con un po' di carta per sacchi, ed è così che abbiamo ottenuto quel suono.

Stavi intenzionalmente cercando di creare un nuovo suono?
Sarei stato totalmente insoddisfatto se avessi semplicemente registrato un disco di successo, convenzionale e bello. Avrei sicuramente potuto usare i soldi, ma quel tipo di musica non era tutto quello che mi interessava. Più suonava non convenzionale, più sarebbe diventato interessante per me.

Tra tutti gli artisti blues con cui hai lavorato alla Sun, chi è stato il tuo preferito?
Chester Burnett, The Howlin Wolf. E' sempre stato, tra virgolette, molto sprovveduto, ma così dannatamente ben preparato. Nessuna canzone era mai pronta e, se dovessi fare un'analogia con un artista bianco, direi Jerry Lee Lewis. Non c'era verso di fargli cantare la canzone due volte allo stesso modo. E Wolf aveva la voce più sgradevole che avessi mai sentito in vita mia. Ed avevo capito che doveva attirare l'attenzione. E se ottieni attenzione, diamine, non puoi chiedere un'opportunità migliore, o no?

Uno dei gruppi più interessanti con cui hai lavorato sono stati i Prisonaires. Cosa ricordi della loro registrazione di "Just Walkin 'in the Rain"?
L'intero quartetto era in prigione, così come Robert Riley, che ha scritto "Walkin' in the Rain". Uno di loro, Johnny Bragg, aveva quattro sentenze da 99 anni, ed era entrato a 16 anni, condannato per tutti gli stupri in una Contea del Tennessee orientale che non riuscivano a risolvere o qualcosa del genere. 
Ma sono riuscito a risolvere questa faccenda con il guardiano per portarli alla Sun. Tutti si preoccupavano del precedente che questo avrebbe creato, quindi abbiamo registrato la canzone ma poi, ovviamente, Johnnie Ray ci ha copiati e questo, sicuramente, non ha aiutato nessuno. In seguito hanno cantato nella residenza del Governatore per il Presidente Truman. Sassy piccolo amico. L'ho amato da morire. E Truman disse al Governatore, dopo che avevano finito: "Governatore, perdoni ognuno di loro".
E così ognuno di loro, adesso, è un cittadino che paga le tasse.


Tutti gli uomini di colore con cui hai lavorato nei primi tempi alla Sun erano poveri, a cui era stato insegnato a mantenere il loro posto. Quali erano i particolari problemi nel lavorare con uomini del genere?  
Quando le persone sono, tradizionalmente, schiavizzate emotivamente, cercano tutto ciò che sembra dire: "Non ti importa di loro". Non è mai stato un mio sentimento e penso che loro potessero percepirlo in me. Penso che abbiano creduto in me.

Una volta hai detto che il senso di inferiorità di Elvis era profondo come quello di una persona di colore.
Assolutamente sì. Questo era vero per tutti i ragazzi. Perfino Jerry Lee, sebbene Jerry avesse qualcosa che mi piaceva molto di lui: aveva quella sicurezza di base riguardo ciò che stava facendo e credeva che ciò che stava facendo fosse buono.

Jerry Lee ha detto una volta che tu e gli altri fondatori del rockabilly eravate pazzi come scoiattoli. È una giusta valutazione?
Siamo tutti pazzi. Lo ammetto, ma è un tipo di pazzia che quasi rasenta. .. onestamente, credo sia qualcosa di geniale. Lo penso davvero. Per essere libero, come lo devi essere per qualsiasi tipo di musica, devi quasi stare in un'altra dimensione. E per creare la reale espansione del rock'n'roll, ci vuole un elemento di apertura mentale che le persone meno creative definirebbero follia.

Ricordi quando hai sentito per la prima volta Jerry Lee?  
È stato il giorno dopo in cui ho sentito per la prima volta "Don't Be Cruel". Jerry era venuto a Memphis con suo cugino, che alloggiava a casa sua. Era una persona piuttosto determinata ed aveva deciso che avrebbe visto Sam Phillips. Jack Clement - il produttore alla Sun - era in studio e Jerry non voleva nemmeno fare un provino per lui, ma hanno inciso questo piccolo nastro di audizione.
Quando sono andato in studio, Jack mi ha detto: "Amico, ho un tizio che voglio farti sentire".
Beh, stavo cercando qualcuno che potesse fare cose pazze al pianoforte come strumento principale. Ecco che sento questo ragazzo e la sua totale spontaneità.


Quindi, quando hai incontrato Jerry Lee ed ha suonato per te, avresti, teoricamente, dovuto dirgli: "Sei un uomo ricco".
Probabilmente l'ho fatto. Non riferendomi strettamente ad una questione di denaro, ma di talento.

Hai detto che Jerry Lee è stata la persona di maggior talento con cui hai mai lavorato, ma non pensi che avrebbe potuto essere più grande di Elvis. Perché?  
Questo riguarda l'effetto totale della persona. Non c'è dubbio sul fatto che la persona più talentuosa con cui abbia mai lavorato sia Jerry Lee Lewis. Nero o bianco. Ma Elvis aveva un certo tipo di carisma in tutta la sua persona che era quasi inavvicinabile da qualsiasi altro essere umano che conosca o che abbia mai visto. Ma questo è un confronto difficile da fare per me. Sembra che stia disegnando confini tra due delle persone più talentuose del mondo, e non mi piace farlo, ma direi che, se fossero entrambi all'apice, ed Elvis fosse prenotato per uno spettacolo, ma Jerry Lee si presentasse, nessuno rimarrebbe deluso. C'è una risposta migliore a cui puoi pensare di questa?

Cosa ricordi della registrazione di "Great Balls of Fire"?
È stato il disco più difficoltoso che abbia mai registrato in vita mia. Otis Blackwell aveva fatto la demo e, quando l'ho sentito, ho detto: "Cosa diavolo hanno intenzione di fare, inviandomi un disco del genere? Dovrebbe essere fuori". 
Aveva scritto quella cosa su un tovagliolo in un bar a cui doveva un sacco di soldi e ci siamo fatti il ​​fondoschiena perché quelle pause...con Jerry che deve suonare il suo piano, doveva essere perfettamente sincronizzato con la sua voce.

Non hai fatto nessuna sovra-incisione sul disco?
Diamine, no. Non avevamo nulla con cui sovra-incidere.

È stato detto che eri molto avaro in fatto di soldi. Ad esempio, Jerry Lee ha suonato in sessions in cui è stato pagato solo 15.00 dollari.  
Beh, Jerry Lee è stato fortunato a suonare per 15.00 dollari quando non avevo bisogno di lui. Voglio dire, non ho un soldo che non sia mio perché, se avessi dovuto pensare di imbrogliare per vincere, scordatelo tesoro. Avrei perso tutto.

Johnny Cash arrivò alla Sun nel 1955. Cosa ti interessava di lui?
Quando Johnny Cash è entrato, ha cantato le sue canzoni country-gospel originali, e fino ad oggi non c'è mai stato niente che mi abbia commosso. Ma sono stato molto onesto con lui e gli ho detto: "Amico, adoro questo, ma non posso venderlo, e se non posso venderlo, io e te non possiamo creare una collaborazione".
E gli ho suggerito di usare parte di quel talento nel mondo laico.


Non gli hai detto di scrivere "un piagnucolone con un ritmo"?
Si. Ed è tornato con "Cry! Cry! Cry!"

"I Walk the Line" è stato uno dei cinque dischi di maggior successo della Sun, sebbene Cash l'abbia scritta come una ballata lenta. Cosa ti ha portato a modificarla?
Beh, con un po' di ritmo, eccolo qui, un Burl Ives dei giorni nostri, con una voce imponente ed una canzone fantastica. 

È una registrazione insolitamente minimalista, con la chitarra che suona i giri del basso. Cos'altro l'ha fatta funzionare così bene?
Avevo un pezzettino di carta che passavo tra le corde di Cash. Doveva avere la larghezza giusta. Non so quante volte l'ho passato attraverso quelle dannate corde. E quando siamo arrivati alla versione giusta, gli ho detto: "Ora accordi quella dannata chitarra come faresti senza carta".  E tu credi che non abbiamo ottenuto un sound?

Cosa ricordi di "Ballad of a Teenage Queen"?
L'ho sempre odiata. Sì, è una buona canzone, ma l'abbiamo incisa con l'artista sbagliato. Non volevo inciderla con Cash. Non ho mai voluto Cash nelle classifiche pop, se non con "I Walk the Line". Era una canzone carina. È davvero uno standard a livello di testo, ma ancora detesto quella dannata cosa.

Perché l'hai pubblicata?
Beh, era un errore farlo, ma poi si è risolto tutto bene.

Cosa mi dici di "Folsom Prison Blues"?
Non immaginavo che avrebbe affascinato così tanto le persone. Ma abbiamo fatto un'incisione molto dinamica. E, ripensandoci, in un certo senso siamo tutti in prigione, sai? Io ho dovuto spaziare con la mia immaginazione, ma non mi aspettavo che il pubblico facesse altrettanto. Oddio, adoro quella canzone. Grande canzone, ottima interpretazione. Non ho mai realizzato un disco più bello. Grazie al Cielo (ride).

Cosa ricordi di Roy Orbison?
Fondamentalmente, avrebbe potuto essere un ottimo cantautore. Non si è scoperto che avesse questa capacità, ma avrebbe potuto esserlo.

Non credi che le canzoni che ha fatto dopo aver lasciato la Sun, canzoni come "Crying" e "Only the Lonely" siano buone?
Oh, sì, ma credo non abbia nemmeno graffiato la superficie. Roy è un musicista molto inusuale. Mi piace il modo in cui suona la chitarra, ma ne ha passate tante, e l'ho visto finire non come un grande artista - anche se non era l'uomo più attraente del mondo, aveva una grande capacità di comunicazione, perché canta davvero molto bene. Sono sicuro che se la sua mente non fosse stata messa in subbuglio da tutte le tragedie che ha vissuto - la morte di sua moglie e due dei suoi figli - forse avrebbe potuto scrivere molto di più.

Chi altro è venuto alla Sun ed è stato di vero interesse per te?
Charlie Rich è, probabilmente, il musicista più sottovalutato che abbia mai varcato la mia porta. Il suo talento è quasi illimitato. Ma quello che doveva fare era non fissare la sua mente sul jazz. 
Se avesse avuto per il rock'n'roll la passione che ha per il jazz, questo ragazzo non avrebbe avuto limiti.

Pensi che sia stato il miglior musicista, cantante e cantautore che tu abbia mai registrato?
Senza dubbio. Il mondo ha perso moltissimo non avendo a disposizione la musica di Charlie. E mi sarebbe piaciuto essere l'unico, perché adoro Charlie.

Tu hai scoperto tutti questi talenti e tutti loro hanno scelto di lavorare per etichette più grandi. Hai detto di esserti sentito profondamente ferito da tutto questo.
Beh si. Perché è come se li avessi messi al mondo io; senti anche di aver donato qualcosa altruisticamente e di aver giocato d'azzardo con il tuo talento, con il tuo tempo, con le tue energie. Quando mi hanno lasciato, non li ho incolpati personalmente, perché conoscevo le storie che avevano sentito. E le storie erano semplicemente - non importa se avessi dato loro il 10% - "Amico, è tutto quello che stai ricevendo?". 
Queste persone erano ignare. Era il loro primo contratto, la loro prima avventura nel mondo degli affari e nell'avere un po' di soldi. Quando ricevevano un dannato assegno di 50.000 dollari, puoi immaginare...? Non avevano visto così tanti soldi nella loro vita o nella vita di loro padre.

Li accusi di qualche cattiva volontà oggi?
Niente affatto. Non li ho mai accusati. Non sono fatto in quel modo.

Pensi che qualcuno con cui hai lavorato alla Sun abbia raggiunto il suo pieno potenziale?  
Penso che tutti abbiano risentito della mia assenza, davvero, perché penso che alla fine avremmo avuto una piccola stalla di artisti, ma penso che avrebbero fatto meglio di quanto hanno fatto.

Quando stavi producendo, quanto controllo hai esercitato sui tuoi artisti?
Bellissimo argomento! Numero uno, non mi concedevo di bere durante le sessions e amo bere tanto quanto chiunque. Di tanto in tanto lasciavo a Wolf un po 'di vino - forse una mezza pinta per una session, perché sarebbe andato a prenderlo comunque. Ma nel complesso, il controllo era un controllo indiretto, perché sapevano che ero molto serio su ciò che stavo cercando di fare, non solo per me, ma per loro.

Tu solitamente dicevi: "Fallo ancora una volta per Sam".
Oh, buon Dio, devo averlo detto almeno 100.000 volte. Ed ogni artista, non mi importa quanto mi avrebbe maledetto, penso che sapesse cosa diamine intendessi quando stavo dietro quel vetro. 

In che modo pensi che la tua personalità abbia influito sulla creazione del rock'n'roll?
Tantissimo. Chiamalo come vuoi, ma i fattori invisibili - i fattori psicologici e spirituali - hanno sempre giocato il ruolo più importante in ogni audizione e session che ho fatto. Devi avere fiducia nella tua abilità nell'ottenere la risposta più naturale possibile da persone artisticamente inclini e, specialmente, da musicisti non professionisti ed essere in grado di trasferire sottilmente questa fiducia a loro, per rassicurarli, spesso senza dire nulla. Questo credo di aver fatto. Forse sono un predicatore frustrato con un gregge in cui credevo di poter individuare il migliore.

Delle quattro persone principali con cui hai lavorato, tre sono diventati tossicodipendenti e uno è diventato un alcolizzato. Cosa pensi sia successo a questi ragazzi?
Tieni presente che per quanti nemici si possa avere nel mondo, non esiste potenzialmente un danno maggiore di quello che puoi fare tu a te stesso. E qui entriamo negli elementi di direzione. Non dobbiamo mai perdere un punto focale nella nostra vita, indipendentemente dalla fama o dalla fortuna o dall'adulazione che emergono dai nostri talenti e riconoscimenti. 
Penso che queste giovani persone, che sono arrivate dalla totale povertà, quando sono entrate nel grande mondo ed hanno iniziato a ricevere complimenti, hanno perso di vista, forse, alcuni dei valori di base che sono veramente indispensabili per tutti noi. 
Penso anche che le persone debbano prendersi il tempo di pensare: "Chi sono io, cosa sono e sono ancora solo io".
È triste che fama e fortuna portino con sé il potenziale di un pesante tributo. Dovrebbe essere il contrario.


Ma poiché lavorare nel mondo della musica prende così tanto alla gente, anche se dà loro molto, eri combattuto nel coinvolgere questi giovani ragazzi di campagna in quel mondo?
No, ma avrei voluto poterli tenere con me. Onestamente, credo che avrebbero tratto forza dal fatto che nulla mi ha mai influenzato facendomi perdere la prospettiva. La scala del raggiungimento è fatta di pioli d'oro che salgono, ma può avere alcuni pioli molto traballanti, se non addirittura pioli che ti fanno scendere. Immagino che, probabilmente, le persone abbiano bisogno, tra virgolette, di consigli da genitori.

Ed è quello che pensi abbiano perso quando ti hanno lasciato?  
Cacchio, non c'è dubbio. Però, Dio, sai, forse mi reincarnerò nella stessa vita di adesso e alcuni di questi artisti potrebbero reincarnarsi nelle stesse persone che erano e rifarò tutto di nuovo.

Quando Elvis è morto, hai detto che è morto di crepacuore. Puoi spiegarlo meglio?
Quando sei al punto in cui non hai qualcosa a cui guardare nel futuro con un atteggiamento buono, dolce e bello, sei nei guai. Non mi interessa chi sei. Sei nei guai anche se sei, in qualche modo, in uno stato di schiavitù. Mi riferisco alle trappole emotivo. Sono cose profonde ed è roba seria. E non importa cosa ti succeda in questo mondo: se il tuo lavoro non ti rende felice, potresti aver guadagnato il mondo intero, ma avresti perso il tuo spirito e, forse, anche la tua anima.

Ma Elvis non era intrappolato dalle circostanze?
Assolutamente.

Cosa avrebbe potuto fare di diverso?
Doveva impuntarsi come me, che ho detto: "Ti spezzerò il maledetto collo. Non mi interessa...non puoi spaventarmi. Il fattore finanziario non può spaventarmi. La fame non può spaventarmi. Le minacce non possono spaventarmi". 
Voglio dire, devi avere quell'atteggiamento. Elvis sapeva che il successo non era abbastanza. È come diceva Mac Davis, e penso che questa sia una delle più grandi citazioni, Bibbia inclusa: "Fermati e annusa le rose".
Ora è lì che possiamo ritrovarci tutti se non ci fermiamo e non sentiamo l'odore delle rose. E la cosa triste è che, in realtà, muori prima di morire fisicamente. 


Nel 1969, hai deciso di vendere la Sun. Perché?
Ero stato avvicinato da non so quante persone comprare i miei masters. Quando ho visto che le grandi compagnie mi avrebbero mangiato vivo, non volevo accettare questo fatto, ma ho capito cosa sarebbe successo. Non che potessero produrmi, ma stavano comprando tutti gli artisti da compagnie indipendenti. Sapevo che questo avrebbe reso la struttura di distribuzione molto malsana.
Hanno avuto la capacità di farlo perché avevano quel fascino sulle persone e gli artisti avevano sentito per molti anni che, se non facevi parte di un'etichetta importante, non eri considerato molto bravo. Questo è triste, perché dovrebbe esserci spazio per le etichette grandi, spazio per le indipendenti, ma le indipendenti, adesso, sono quasi tutte estinte. 

E, purtroppo, senza le etichette indipendenti, molta della vera iniziativa viene tolta alla gente. Questo potrebbe non piacere alla commissione della "Rock and Roll Hall of Fame", ma è la verità. Così ho avuto l'illuminazione: sapevo che era arrivato il momento di vendere, e Shelby Singleton - che una volta era stato il capo della produzione della Mercury Records - mi contattò per l'acquisto. Shelby adorava i vecchi dischi della Sun e volevo solo che l'etichetta Sun venisse acquistata da qualcuno che la prendesse sotto la sua ala e l'amasse come l'avevo amata io. Ho venduto a Shelby per meno della metà di quello che avrei potuto ricavarne.

Chi sono le persone che ammiri ora?
Ricordi Creedence e Fogerty, vero? E ascolta, non mi è mai piaciuto "Born In The U.S.A.", ma hai sentito "My Hometown" di Springsteen? 
Pensi che quel tizio non sappia cantare? Non deve urlare tutto il tempo, vero? Ed i Del Fuegos e i Blaster. E, naturalmente, Bob Dylan sta facendo cose migliori ora di quanto abbia mai fatto. E Willie Nelson è un classico. E Merle Haggard. E hai sentito "Lost in the Fifties Tonight" di Ronnie Milsap? Voglio dirti una cosa, tesoro, tutta quella m***a è classica. Niente di tutto ciò è eccessivamente complicato. 

Hai detto che pensi che Willie Nelson sia il più grande entertainer del nostro tempo. Cosa lo distingue?
Il fatto che abbia sempre tenuto la sua musica al passo. Tutto qui. 

Cosa ne pensi degli artisti sessualmente espliciti che potrebbero essere chiamati gli eredi di Elvis?  
Aspetta un attimo! Oh Gesù! Confrontando quello che stanno facendo, rispetto a quello che ha fatto Elvis, oggi lui sembrerebbe vergine. Ora capisco che quello che ha fatto Elvis, agitare i fianchi, probabilmente aveva la stessa connotazione a quel tempo, di quello che sta succedendo oggi. Ma quando sostituisci solo la sessualità delle persone - intendo dire, dare un posto al sesso esplicito, mi piace. Ma non con la mia dannata musica.

Perché pensi che la gente lo faccia?
Unicamente per DE-NA-RO.

Pensi che il rock'n'roll sia morto?
Il rock'n'roll ha dormito troppo a lungo. Penso che se non iniziamo a creare quella vera atmosfera di sperimentazione, la situazione ne risentirà molto. O se le persone del settore non danno alcuna possibilità a cose che non sono come l'ultima cosa che hanno pubblicato, o che l'etichetta sta producendo, penso che corriamo il reale rischio di perdere quella bella cosa chiamata creatività.

Con chi ti piacerebbe di più lavorare?
Bob Dylan. Ci sono pochissimi originali, e sicuramente Bob era uno degli originali puri. Dylan è un vero spirito libero. Mi sarebbe piaciuto lavorare con lui. Bob mi ha scritto moltissime lettere, e non ho risposto a nessuna di loro.

Se Dylan volesse fare un album con te, ti tirerebbe fuori dalla pensione?  
Non mi toglie dalla pensione, ma potrei dedicare un po' di tempo preso dal mio tempo libero.

Cosa pensi sia stata l'eredità del rock'n'roll?
Ho detto, molti anni fa, che tutti i diplomatici del mondo non potevano fare di più di quanto il rock'n'roll ha fatto per avvicinarci. Il rock'n'roll ha svolto un ruolo importante nel modo in cui pensiamo l'uno all'altro. Era solo la pura semplicità della comunicazione e la libertà che sentivano in quei dischi che faceva capire loro che c'erano un mucchio di hillbillies che ragionavano e influivano sulle persone - e facevano loro dire che l'America sembrava libera. Hai mai visto qualcosa nella tua vita che abbia avuto influenza come il rock'n'roll?

È stato detto che ti reputi come un profeta. È la giusta valutazione di te?
Penso che il profeta sia una parola terribilmente forte. Facciamolo solo messia.(Ride). 
No, penso che altamente intuitivo sia una descrizione più corretta. Penso di essere stato in grado di vedere, probabilmente, più avanti, e dato che nella maggior parte dei casi ha funzionato, avevo ragione.

Hai qualche rimpianto?
Mi pento seriamente di non aver trascorso del tempo con Elvis nei suoi ultimi anni. Non sono un medico, sono solo una persona credibile e sincera e che fatto esperienza di moltissime cose. E so che ci sono state molte cose che ho imparato attraverso quelle situazioni, che avrei potuto condividere, principalmente in modo indiretto, con Elvis e che avrebbero potuto essergli utili.

Come vorresti essere ricordato?  
Vorrei essere ricordato come il più sexy... No, in realtà non voglio essere ricordato come una persona in quanto tale. Voglio essere ricordato per il fatto che, forse, ho portato un po' di piacere alle persone, e forse anche di più: ho dato alle persone l'opportunità di essere se stessi solo un po' di più. Voglio essere ricordato perché, forse, sono stato una delle persone che hanno osato. Questo mi darebbe il massimo della soddisfazione che potrei avere.

Alcune persone dicono che sei il vero zio Sam americano. Cosa ne pensi?
Beh, questo è un complimento terribilmente esagerato, ma penso di esserlo in un certo senso. Immagino davvero di aver fatto molto - non solo - ma molto per aiutare le persone a conoscere meglio un linguaggio internazionale: la musica. 

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Source: RollingStone