LARRY BLONG RACCONTA: CHARLIE HODGE ED I CANCELLI DI GRACELAND


Una notte nell'estate del 1976 accadde qualcosa ai cancelli di Graceland che, a causa dell'umorismo e della persona coinvolta, è rimasto impresso nella mia mente da allora.
Elvis era a casa dal tour e questo significava che anche il suo amico Charlie Hodge era a casa. Viveva a Graceland, come probabilmente sapete.
Anche i fratellastri di Elvis erano nei dintorni e questo significava un gran via-vai di gente che entrava ed usciva dai cancelli principali.
A differenza di Elvis, che raramente si avventurava fuori, questi ragazzi entravano e uscivano sempre. A meno che i cancelli non fossero aperti, come erano solitamente, specialmente durante il giorno, la guardia doveva premere un pulsante nero all'interno della guardiola per attivare il movimento dei cancelli. Una volta per aprire i cancelli per l'auto e di nuovo per chiudere i cancelli.
Di fronte a Graceland, dall'altra parte della strada, c'era un ristorante che si chiamava "The Hickory Log". Non era niente di speciale, solo tavoli, un jukebox ed una specie di flipper. Era illegale giocare d'azzardo, ma i proprietari ti pagavano se vincevi.
Charlie era appassionato di questo gioco e lo si vedeva spesso giocare nelle prime ore del mattino. Se la memoria non mi tradisce, una volta ho recuperato alcuni spiccioli per Charlie mentre stava giocando. Comunque quello era un aspetto extra del mio rapporto con Charlie.
Come molti dei ragazzi di Elvis, Charlie era un po' scostante.
La loro mentalità era del tipo: "Elvis è nostro e non lo condividiamo con nessuno, quindi vattene".
Ora, se eri una femmina e non eri male, potevi avere maggiori possibilità. Noi eravamo amici della figlia dei proprietari, Kathy, e lei ci raccontò che Elvis in persona era andato lì una volta, verso le 4.00 del mattino, forse per vedere quel gioco a cui Charlie e gli altri si appassionavano così tanto.
Charlie era spesso silenzioso e non mi dava mai una seconda occhiata e nemmeno una prima, pertanto non gli ho mai detto una parola. Non ho mai visto Charlie senza una sigaretta. Mi ha sempre stupito come questi bravi cantanti potessero fumare e cantare ancora. Anche Elvis con i suoi sigari, un po' di fumo deve pur averlo inalato.
La guardia del cancello che lavorava part-time, Fred Stohl, di solito lavorava al turno del cimitero la Domenica sera, permettendo così ad Harold Loyd di avere una notte libera.
Ero solito aiutare Fred a passare le ore giocando con lui al suo gioco di carte preferito, il "Crazy 8's". Fred era sempre un po' nervoso, specialmente quando squillava il telefono della guardiola. Fred saltava in piedi dal divano o dalla sedia per rispondere immediatamente. Di solito era la zia di Elvis, Delta.
"Sì Miss Biggs, okay Miss Biggs", diceva Fred.
Una sera, mentre Elvis era a casa, ero alla guardiola con Fred. Saranno state le forse le tre o le quattro del mattino. Charlie era uscito nelle ore precedenti ed era all'Hickory Log a giocare a quel gioco. In quel periodo Charlie guidava una Caddy verde chiaro o color giada che Elvis gli aveva regalato. Fred era sfinito sul divano e dormiva come un bambino.
Ero seduto su una sedia vicino alla porta della guardiola. I cancelli erano chiusi. Non c'era nessun fan in quel momento; non avevo mai visto Graceland così tranquilla con Elvis a casa.
All'improvviso e nel silenzio si sentì il rumore forte di un clacson. Saltai in piedi e sbirciai fuori dalla piccola finestra della guardiola. Era la stessa finestra da cui vidi l'auto di Jerry Lee Lewis appoggiata ai cancelli della musica la notte in cui vi andò addosso.
Era Charlie alla guida della sua Caddy verde, quindi ho immediatamente premuto il pulsante nero per aprire i cancelli.
Proprio in quel momento Fred si svegliò dal suo torpore e senza rendersi conto di quello che avevo fatto, premette il bottone nero. Riuscite a indovinare cosa è successo?
I cancelli si chiusero e bloccarono l'auto di Charlie. Charlie si era avviato lungo il viale ed era arrivato circa a metà, quando i cancelli della musica si chiusero su di lui. Lo sguardo stupito e sorpreso sul volto di Charlie è qualcosa che non dimenticherò mai.
So che se Elvis avesse assistito alla scena, si sarebbe messo a ridere a crepapelle! Immagino che da quella notte in poi a Charlie siano venuti un po' i brividi ogni volta che doveva attraversare i "Music Gates".
Spero che ti sia piaciuto questo piccolo ricordo del buon amico di Elvis, Charlie Hodge, e il mio ricordo di una notte speciale a Graceland durante l'estate del 1976.
Larry Blong.

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