INTERVISTA PRISCILLA PRESLEY & THOM ZIMNY - DOCUMENTARIO "THE SEARCHER"

Un paio di giorni fa, Priscilla Presley e Thom Zimny hanno presenziato al canale TV Channel-Guide ed hanno parlato del documentario "Elvis Presley: The Searcher".

Iniziamo con quello che voi sapete di Elvis. Come "Hound Dog" e "Blue Suede Shoes". Il soprannome "The Pelvis" crea collegamento con il debutto all'Ed Sullivan Show.
Durante il periodo militare, ha conosciuto una giovane ragazza di nome Priscilla. I film ed il trionfo dello special TV del 1968. Ed i tabloid infiniti che ne sono seguiti, anche dopo la sua morte nel 1977 a 42 anni.
Ma voi sapete perchè Elvis si muoveva nel modo in cui si muoveva? Sceglieva quelle canzoni da cantare? Soffriva così tanto sotto il peso della fama che lui stesso aveva creato?
Priscilla e pochi altri lo sapevano.
Tre anni fa, l'ex signora Presley e l'amico di una vita Jerry Schilling hanno dato vita ad un progetto musicale che rivelerebbe finalmente un nuovo Elvis anche ai fans più affezionati.
"Ci sono moltissimi punti di vista tra le persone. Gli studiosi dicono che loro conoscono Elvis e che era molto complesso", dice Priscilla. "Lui poteva essere complicato. Ma quando vedi la storia per intero, è molto semplice: era un uomo che amava la musica, ed era un artista, innanzitutto". 

Un'estenuante ricerca della persona giusta per raccontare questa storia, li ha condotti dal vincitore di Emmy Awards per i suoi documentari musicali, Thom Zimny, che ha abbracciato ed ha condiviso sia la loro visione che passione.
Il risultato di questa collaborazione è "Elvis Presley: The Searcher", un documentario di 3 ore che porta lo spettatore dentro alla relazione di Elvis Presley con la musica e con la fama.

Spiega Thom Zimny:

Priscilla e Jerry Schilling sentivano che nella storia di Elvis molti dettagli erano stati lasciati fuori. Dettagli di un uomo ben oltre le iconiche immagini. Immagini e musica che non sono state esplorate. Ascoltando Priscilla descrivere l'intensità degli occhi di Elvis, improvvisamente ho capito come avrei guardato gli spettacoli, tutte le esibizioni in TV, ed ho avuto il senso di 'Niente sarà mai più lo stesso. Non guarderemo più l'Ed Sullivan Show allo stesso modo. Non vedremo mai più la sua storia nello stesso modo'.
Entri dentro quello spazio psichico di come l'uomo viveva con la musica, come questa lo smuoveva emotivamente, spiritualmente. E tu speri che una generazione si renda conto che non l'hanno capito. Specialmente verso la fine della sua vita.

Canzoni come 'Hurt' e 'An American Trilogy' e quello che significavano per lui ha spezzato il mito che Elvis avesse perso alla fine. La bellezza e la potenza della voce di Elvis in quelle ultime registrazioni sono ancora lì. Spiritualmente, l'artista era perso e ferito, ma il legame con la musica esiste in tutte le ultime registrazioni. Noi non finiamo la storia con Elvis che muore, perchè tutto è molto più grande di questo".

Intervista a Priscilla Presley:
Quello che preferisco di "The Searcher" è che la sua struttura si basa su ciò che era Elvis come un ardente studioso dell'umana condizione - il movimento umano, l'espressione, l'emozione.

Le persone sono state sviate su, diciamo, i suoi jumpsuits o i suoi film.  Non erano i migliori film e lui lo sapeva. Ma loro non sono mai andati in profondità per conoscerlo come artista, nella sua scelta musicale che, anche da quando era giovanissimo, era già oltre i suoi anni.
Lui ha mescolato la musica bianca e nera, ha mescolato il country con il rhythm & blues ed ha anche interpretato, grazie al suo amore per la musica.
Cosa mi dici della prima canzone che ha cantanto il pubblico "Old Shep"?
A quell'età, chi canta "Old Shep", che è una storia tristissima? Elvis! Perchè è questa la profondità che lui aveva per la musica, per i sentimenti.

Vediamo anche quando la musica gospel sia stata una linea che ha segnato tutta la sua vita...
Il Gospel era il suo legame con la speranza. Con la fede. Con qualcuno. Con il suo Creatore.
Qualche volta penso: "In cosa, in chi ha dovuto confidare per  realmente esprimere se stesso?" Nella musica gospel. Fin dall'inizio, andava in chiesa con i suoi genitori, ed era libertà per lui.
I bigotti svenivano, non solo dall'ascolto della musica, ma dalla spiritualità. Lui aveva anche quella, ma lui ci trovava divertimento perchè si muoveva insieme alla musica.  Lui non riusciva a credere di venire criticato per il fatto che si muovesse.

Tu hai veramente avuto un posto in prima fila nella sua evoluzione musicale.
Mi sento molto fortunata. A 14 anni, quando l'ho incontrato, ascoltavo ancora Ricky Nelson, Bobby Rydell, Tab Hunter, ma Elvis, la musica che ascoltava sul suo giradischi quando andavo a fargli visita, era musica che non avevo mai ascoltato prima. Country, Rhythm & Blues, Gospel. 
Lui mi ha insegnato moltissimo in quel periodo di tempo riguardo la musica e riguardo quali erano le sue radici, intorno a cosa gravitava ed i sentimenti che lui aveva per le canzoni.
Un sacco di quelle canzoni che ascoltava erano legate a cose che lui sentiva. Essendo in servizio militare. Non avendo una madre. Essendo lì da solo in Germania alle manovre. Non essendo mai stato fuori dagli Stati Uniti. Non era mai stato veramente solo nella sua vita ed ora era stato portato fuori dalla cultura pop, portato via dalla sua musica all'apice della sua carriera. Ho potuto vedere un lato diverso di lui.

Per alcuni fans il Colonnello Parker è un furfante - la fonte dei cattivi consigli e di scelte sbagliate negli affari. Parlami dell'umanizzazione di quella relazione in "The Searcher".
Senza realmente saperlo, Elvis stava già diventando un prodotto mentre era in Germania perchè il Colonnello Parker e la RCA stavano lavorando per continuare a far uscire i suoi dischi. Avevano successo, ma lui era nervoso riguardo il ritorno negli Stati Uniti. Non sapeva se i suoi fans ci sarebbero ancora stati per lui, perchè nel frattempo erano cresciuti. Lui era maturato là ed anche i suoi gusti sulle canzoni erano maturati.
Noi tutti veramente pensiamo che il Colonnello Parker amasse Elvis. Il Colonnello era, innanzitutto, un promoter. Ha portato Elvis a traguardi che non avrebbe mai raggiunto. Ci sono stati momenti in cui Elvis era veramente imbarazzato per lui, quando arrivava vestito in qualche modo strano. Ma stava facendo promozione.
Elvis era anche molto leale, ed era difficile creare quella rottura, perchè lui l'aveva portato dove voleva andare. In conclusione, Elvis ha superato il Colonnello Parker.

Una parte veramente impressionante di "The Searcher" è come la rinascita musicale che Elvis ha aiutato a lanciare, gli sia passata davanti mentre lui faceva un film insulso dopo l'altro.
Stava ancora facendo film quando i Beatles, l'invasione inglese, sono esplosi e lui diceva che non sapeva proprio cosa fare, perchè improvvisamente lui era l'unico cantante solista.
Ripeteva: "Dove vado? Cosa faccio adesso? Mi arrendo, faccio film e faccio solo l'attore?"
Quello che il '68 Special ha fatto è stato dargli nuovamente fiducia per dire: "Sono ancora capace, pertanto adesso inizierò ad andare in tour ed andrò a Las Vegas", per fare quello che amava fare, che è esibirsi di fronte ad un pubblico.

Elvis davvero aveva magnetismo come nessun altro.
Ascolta, sono stata vicino ai più grandi, da Muhammad Ali a Sammy Davis Jr. a Frank Sinatra, e non ho mai percepito quella cosa, non come quando Elvis entrava in una stanza, era elettrizzante. Tu potevi sentirlo ancora prima che entrasse. L'ho visto esibirsi nel '68 Special, ma quello era preparato. E' stato davvero bravo, ma l'avevo visto fare a casa, provando. Quando l'ho visto a Las Vegas quella prima sera, ero sbalordita. Era come vedere al rallentatore, guardare alla fine mentre tutti si alzavano in piedi. Tutti i suoi colleghi. Cary Grant, Sophia Loren, Raquel Welch, tutti in piedi. Dean Martin, Sammy Davis, tutti stavano in piedi ed io stavo guardando, pensando: "Oh mio Dio!" Ed ero sposata con lui!

Source: channelguidemag.com