INTERVISTA A PATTI PARRY


Patti, grazie infinite per aver trovato il tempo di parlare con noi. Mi sembra di sentire un leggero accento inglese in te; sei di origine americana e, per favore, ci puoi raccontare come è andato il tuo incontro con Elvis? 
Sono di origine inglese, nata a Stanford Hill, a Londra, ma mi sono trasferita qui con i miei genitori nel 1953. Mi sono trasferita negli Stati Uniti quando avevo 10 anni ed ho incontrato Elvis quando avevo solo 17 anni. Era il Novembre del 1960 e stavo frequentando la scuola di estetista. Infatti, tra tutte le coincidenze, sono finita nella stessa scuola di Larry Geller. 
Tornando a noi, stavo guidando, con una mia amica, una vecchia Buick, giù per Santa Monica Boulevard ed abbiamo visto questa Rolls Royce. Era ovviamente Elvis, ma ho fatto finta per non sapere chi fosse. Lui ha abbassato il finestrino ed ha detto: "Ehi ragazze. Ciao!". 
Ho risposto: "Ehi, hai un viso familiare, ti ho già visto da qualche parte?". 
Beh, lui aveva capito che noi sapevamo chi fosse e si è messo a ridere ed ha detto: "Ehi ragazze, dateci un taglio!". 
Abbiamo chiacchierato e le nostre personalità combaciavano alla perfezione, così mi ha invitata alla casa di Perugia Way. Andavo d’accordo con tutti i ragazzi, così mi hanno praticamente adottata e da quel momento in poi è sempre stato così! Gli sono stata vicino finché è morto, incredibile no?

Cosa pensavano di te i tuoi genitori; del fatto che, così giovane, passassi tanto tempo con Elvis? 
Non erano molto contenti della mia vita con lui! Non frequentavo nessuno e volevo solamente stare con Elvis. Pensa, avevo solo 17 anni e passavo il tempo con Elvis Presley. Alla fine se ne sono fatti una ragione. Hanno capito quanto gli volessi bene, hanno capito quanto lui ne volesse a me ed alla fine l'hanno accettato. Infatti Priscilla, a volte, andava a casa dei miei genitori. Era una cosa bella.

Raccontami della recente riunione che avete fatto quest’anno a Palm Springs. 
E' stato il primo evento nell'arco di moltissimo tempo in cui tutti "i miei ragazzi" erano con me. Sapevo che Sonny West ed anche Charlie Hodge ci sarebbero stati, così ho chiamato Joe (Esposito) e Jerry (Schilling) ed ho detto: "Dai, ritroviamoci tutti insieme".
E' stata la prima volta in cui ci siamo ritrovati tutti insieme dopo tanto tempo. E’ stato un sogno avere tutti i miei ragazzi insieme (ride). Li chiamo "i miei ragazzi", ma hanno circa 68 anni, eppure sono ancora i miei ragazzi!
Vedi, sono stata con loro da quando avevo 17 anni. E’ stato fantastico e lo rifaremo ancora l’anno prossimo. Anche se ci sono delle divergenze tra alcuni di loro, ho detto: "Dai ragazzi, sono passati 25 anni, potete lasciar perdere". 
E' stato un momento fantastico e ne sono entusiasta. Abbiamo anche fatto una raccolta di fondi per le Olimpiadi, che è una cosa divertente da fare.

Ti stai ancora dedicando ai tuoi impegni relativi ad Elvis?
Sono quasi in pensione, ma lavoro ancora due giorni alla settimana a Beverly Hills. Faccio ancora la parrucchiera per "Heads of Studios Producers & Directors". Ho una clientela incredibile che non mi permette di ritirarmi dal lavoro. Inoltre mi tengo occupata con molti spettacoli televisivi e mi occupo anche di alcune cose collegate ad Elvis per beneficenza, ma non ho mai separato la mia vita dalla sua.

Dunque, la storia racconta che Elvis ti ha pagata 750.00 dollari per il primo taglio di capelli che gli hai fatto!
E’ vero, ma dopo quella prima volta non ho mai preso soldi da Elvis perché viaggiavo sempre con lui e praticamente vivevo nelle sue case a Los Angeles.
Mi faceva regali e mangiavo là ogni sera, andando a casa sua ogni giorno dopo il lavoro.
Elvis era come la mia famiglia perché lo conoscevo da quando avevo 17 anni, pertanto siamo cresciuti insieme. Lui mi ha cresciuta.
Dovunque andasse mi portava con sé, sia a Palm Springs che a Las Vegas e sono anche andata alle Hawaii per lo spettacolo via satellite. Non potevo proprio finire sul libro paga!

Credo ti sia occupata anche dei capelli di Priscilla!
Mi sono occupata dei capelli di Elvis quella prima volta e poi ho pettinato i capelli di Priscilla per un periodo di tempo. Le ho sistemato io i capelli in quell'acconciatura gonfissima a forma di alveare. Che straordinaria acconciatura che era quella! Sono stata messa sotto stipendio per un breve periodo per quel motivo, ma io non volevo e Priscilla sapeva essere un po'…difficile…a volte… Vabbè! Ho visto Priscilla l'anno scorso a Memphis e ci siamo abbracciate e baciate. 

Che cosa ne pensi dell'inquietante pensiero secondo cui Elvis si circondasse di amici pagati anziché di veri amici? Penso che sia bello che ci si riferisca a te più come ad un’amica che come ad un componente della gang.
Ascolta, i ragazzi che lavoravano per Elvis lavoravano davvero tanto. Voglio dire, era un lavoro sette giorni alla settimana per 24 ore al giorno per loro. Ma io avevo il mio lavoro di parrucchiera e lavoravo quattro giorni alla settimana. Ero giovane, avevo 17 anni, ero una ragazza, non potevo rinunciare a tutta la mia vita per lavorare per lui. Elvis ci riempiva di regali, ma soprattutto era un amico.
Lui non aveva una mamma, non aveva una sorella, pertanto io ero una ragazza che gli stava vicino e che lo poteva coccolare. Aveva bisogno di coccole. Io ero l’unica ragazza presente e, se ne aveva bisogno, gli davo tanto aiuto ed una spalla su cui piangere. Ero la sua sorellina, ero una ragazza molto fortunata. (ride) Erano molto fortunati anche loro! 

Allora, raccontami, come sei riuscita a rimanere una sorellina senza un coinvolgimento romantico?
Ci siamo conosciuti quando avevo 17 anni ed io ero una simpatica ed innocente ragazza quando l'ho incontrato e lui amava educare le sue donne. Mi ha semplicemente adottata, mi proteggeva e non lasciava che nessuno si avvicinasse a me. Anche quando sono arrivata all'età di circa trent'anni, Elvis diceva: "Patti fa parte della famiglia, con lei non si scherza".
Io dicevo: "Ehi, io posso lasciarmi andare!".

Le fidanzate di Elvis, come Priscilla o Linda Thompson, sono mai state gelose del fatto che tu fossi l’unica ragazza presente? 
Oh no, sapevano esattamente chi ero e cosa facevo. Quando lui portava delle nuove ragazze diceva: "Lei è Patti e fa parte della famiglia". 
Le donne sapevano che il nostro rapporto era come tra fratello e sorella. Ma con Linda, sai, andavo molto d'accordo. E' una donna incredibilmente simpatica. Era molto divertente, così meravigliosa. Sai, lei si prendeva cura di Elvis e, se Linda fosse stata con lui, non sarebbe mai morto.
Ma vivere con Elvis era veramente difficile. Dovevi davvero essere una madre, una sorella ed una confidente. Quando ho ricevuto la telefonata in cui mi veniva comunicata la sua morte, sono corsa a casa di Linda. E’ una donna incredibile.

C’è uno dei ragazzi a cui sei più legata rispetto agli altri? 
Beh, sono più legata a Joe ed a Jerry. Joe è come un fratello maggiore e Jerry adesso abita un po' più su, sulla mia stessa strada. E sono tornata ad essere amica con Sonny dopo molto, molto tempo. Sai, "quel libro" aveva messo della distanza fra di noi, ma ho capito che, dopo 25 anni, era il momento di andare oltre, che eravamo una famiglia e dovremmo stare insieme. Eravamo gli unici a conoscerlo veramente, ecco perché è stato bello ritrovarci a Palm Springs. 

Quanto tempo hai trascorso a Memphis, dato che ho saputo che Elvis ti ha fatto da guida personale durante un giro della città?
Non ho trascorso molto tempo lì poiché, quando ho incontrato Elvis, stava girando film ed io abitavo a Los Angeles. Qualche volta tornavo per Natale quando tornava anche lui.
La prima volta che sono andata a Graceland, mi ha fatto fare un giro pazzesco sul suo carrello da golf, che sembrava avesse il turbo!
Pensavo che sarebbe stato bello e tranquillo! Lui rideva mentre sobbalzavamo sul prato stando nella parte posteriore del carrello. Io urlavo e lui si divertiva!
Poi mi ha portata alla Humes High School ed alla Sun Records e nei posti dove è cresciuto. Mi ha portata alla tomba di Gladys, che reputo l’onore più grande che potesse mai farmi. Eravamo in piedi davanti alla tomba e lui mi ha presa in giro, dicendomi: "Ehi, Patti, sei in piedi sopra a mia madre!" ed ha iniziato a ridere. Aveva una personalità strana!


Elvis aveva, chiaramente, una personalità molto forte, a cui era anche difficile dire di no. Posso comprendere in che difficile posizione si possa essere trovato qualcuno come il Dr. Nick, ad esempio. 
Hai ragione, era molto difficile dire di no ad Elvis. Infatti il Dr. Nick era veramente un uomo buono, ma è stato preso nella trappola... come posso dire... della "Sindrome da Elvis".
Nessuno riusciva a dirgli di no.
Infatti io ho sempre cercato di essere sincera con lui e di dirgli la verità. Sono stata dura con lui quando serviva, e lui rispettava questo. Ma Elvis era molto intelligente, e sapeva come prenderti per farti fare quello che voleva.

Forse Elvis aveva bisogno di più persone che gli dicessero più sinceramente come stavano le cose. Tu gli hai mai detto di smetterla di mangiare quei panini pieni di grasso?
(Ridendo) Oh no, non avrei mai potuto farlo! Quando eravamo a Graceland mangiavamo tutti fino ad ingozzarci. Quelli sono tra alcuni dei miei momenti preferiti, come quando Elvis ed i ragazzi si sedevano in cerchio e cantavano canzoni gospel. A volte i ragazzi commentavano, quando cantavo insieme a loro, che ero ebrea e non avrei dovuto conoscere tutte quelle canzoni. Ma amavo quel tipo di musica.

Quindi tu eri a Perugia Way house quando sono venuti i Beatles? 
Sì c’ero ma, ad essere sincera, non è stato poi così eccitante. Sono arrivati e sono rimasti tutti a fissare Elvis.
Elvis ha detto: "Beh, se avete intenzione di stare lì solo a fissarmi, me ne vado a letto!". 
Questo ha rotto il ghiaccio, così hanno iniziato a suonare qualcosa insieme. A quel tempo non ero molto interessata alla loro musica perché era un momento in eravamo più propensi a suonare musica gospel quando eravamo a casa.

Hai avuto la grande fortuna di essere tra il pubblico del " '68 Comeback Special". Com'è stato vederlo di nuovo esibirsi dal vivo? Era nervoso?
E’ stato incredibile vederlo esibirsi. Io ero lì con Priscilla e Joannie Esposito e mi dissero di scendere giù e di sedermi vicino ad Elvis. E' stato incredibile ed ogni volta che mi guardava si metteva a ridere. Era molto agitato per lo spettacolo, ma allo stesso tempo molto eccitato all'idea di farlo.
Non andava molto d'accordo con il regista, Steve Binder, ma gli piaceva così tanto esibirsi, che sono stati i momenti in cui è stato più felice. Anche se i suoi dischi non andavano benissimo in quel periodo, era consapevole del suo talento ed essere circondato dai suoi amici lo faceva sentire molto a suo agio. Gli piaceva molto di più fare questo che girare quei film.

C'è stata una grande festa dopo, per festeggiare il successo dello spettacolo?
No, non gli sono mai piaciute molto quel tipo di feste; preferiva di più i festeggiamenti con la famiglia.
A Las Vegas, dopo gli spettacoli, andavamo nel backstage e lui si cambiava. Poi arrivavano tutti gli attori famosi, ma credo che fosse la persona più a disagio tra tutti. Era molto timido.
Elvis era sostanzialmente un camionista diciannovenne ed era ancora molto timido, ma con i suoi amici sentiva di potersi rilassare veramente.
La prima volta che l'ho visto esibirsi mi ha lasciata a bocca aperta. Vedere la reazione del pubblico nei suoi confronti e come lui reagiva al pubblico: si abbassava e baciava le ragazze, stringeva mani... E' un gesto molto speciale da parte di un artista.

Parlami del concerto "Aloha From Hawaii". Sappiamo che Elvis non era contento della sua acconciatura dopo aver visto la registrazione del concerto di prova ed ha voluto cambiarla per lo spettacolo definitivo.
L'ho pettinato io per lo spettacolo! Non c’ero per le prove ed Elvis era molto scontento del primo taglio. Era terrificante! Elvis voleva che i suoi capelli fossero tagliati nel modo corretto e fu Marty Lacker, che era a Los Angeles, a chiamarmi e siamo andati là in aereo insieme.
Io gli ho tagliato i capelli per lo spettacolo finale e Marty Pasetta, il produttore, mi ha detto che non aveva mai visto Elvis così bello.
Mentre gli tagliavo i capelli, Elvis mi ha detto: "Patti guarda, sono dimagrito davvero molto, mi sento davvero bene!".
Elvis era molto felice e veramente entusiasta dello spettacolo. Penso fosse all'apice, era veramente splendido. Stavamo tutti al 30° piano dell’Hilton ed abbiamo festeggiato insieme.
La cosa triste è stata che siamo andati tutti in spiaggia, ma Elvis è rimasto nella sua stanza. Siamo andati anche a vedere l’Arizona Memorial, per la realizzazione del quale Elvis aveva raccolto molto denaro, ma anche là non è potuto venire. 

Nel concerto "Aloha", Elvis era evidentemente molto abbronzato, specialmente se paragonato con la carnagione che aveva nel film "On Tour". Dato che Elvis dormiva la maggior parte del giorno, come e quando è riuscito ad abbronzarsi così tanto? 
Solitamente si abbronzava e si metteva in forma rilassandosi nella sua casa a Palm Springs. Elvis usciva e noi mettevamo fuori un ventilatore e lui si applicava sulla palle la "Man Tan", ossia una versione delle moderne lozioni abbronzanti. Io glielo spalmavo su tutto il viso, lui si sedeva lì e si abbronzava.
Elvis era nottambulo, come sai, ma si prendeva del tempo per stare fuori a Palm Springs per tenersi in forma. Si alzava sempre intorno alle 4.00 del pomeriggio, ma il sole a Palm Springs è ancora caldo fino alle 8.00 di sera. Era il nostro luogo in cui svagarci. Ho scoperto che la casa è di nuovo in vendita adesso.

Parlami della tua collana TLC. Ti ricordi esattamente in che anno Elvis te l’ha regalata? 
"Tender Loving Care" con il fulmine che sta per "in un lampo"!
Sai, ce l’ho al collo da così tanti anni, da non ricordarlo esattamente. Erano i primi anni '70 e l'abbiamo presa da Sol Schwartz a Beverly Drive. Alcune persone rimangono molto sorprese dal fatto che sia originale, ma posso dirti che non l'ho mai tolta dal mio collo. Non l’ho mai tolta e mai la toglierò. Lui me l’ha regalata ed Elvis è stato molto speciale per me; ha cambiato la mia vita.

Sta per essere pubblicato un nuovo affascinante libro sul Colonnello Parker. Hai mai visto Elvis reagire al Colonnello Parker?
Sai, in tutti gli anni in cui ho vissuto vicino a lui, il Colonnello raramente veniva a casa. Erano solo questioni di lavoro. Joe gestiva le faccende personali, ma con il Colonnello c'era solo un rapporto di lavoro.
A Las Vegas il Colonnello veniva dietro le quinte la sera. Infatti, la prima volta che ho portato i miei genitori a Las Vegas, lui è arrivato e si è presentato, cosa che mi ha scioccata, visto che non faceva parte della nostra vita con Elvis.
Elvis è sempre stato gentile con tutta la mia famiglia. Anche mio fratello solitamente veniva a Las Vegas e prendevamo sempre i tavoli in prima fila per vedere lo spettacolo.

Dato che vivevi a Los Angeles, andavi a trascorrere del tempo con Elvis sul set dei film e ti ha mai detto quanto brutti pensava che fossero gli ultimi?
Certo! Ero lì durante le riprese di "Kid Galahad", "Wild in the Country", "Viva Las Vegas" ed altri.
Mi diceva quanto ne odiasse alcuni. Mi raccontava come registravano una canzone e quanto fosse stupida! Ma sapeva che era il suo lavoro e cercava di fare del suo meglio. E' stato un attore incredibile, specialmente in "King Creole" (questo è stato prima che io lo conoscessi), ma anche in "Wild in the Country". Alcuni, come "Clambake", però...oddio, abbi pietà!
Durante quel periodo Elvis aveva cominciato un percorso di auto-realizzazione frequentando Daya Mata ed il suo ambiente. Cercava sempre di trovare risposta alla domanda "Perché io?".

Quante volte sei andata a vedere Elvis esibirsi dal vivo? Eri presente durante la prima stagione del  1969 a Las Vegas?
Certo che c’ero, stai scherzando?! Era l’International Hotel allora ed io ci andavo ogni weekend.
Non sono mai stata sul libro paga, pertanto non potevo andare con lui in tour perché dovevo lavorare, ma a Las Vegas potevo andare in aereo ogni weekend per vederlo, oppure qualche volta andavo in limousine.
L’ho visto ogni anno fino al concerto finale nel 1976; ma a quel punto, dopo la stagione, tornava sempre a Memphis. Era stato sempre molto orgoglioso dell’aspetto che aveva, ma verso la fine, nel 1977, si era veramente lasciato andare. Mi ha spezzato il cuore.

Quando è stata l’ultima volta che hai visto Elvis? 
L'ho visto per l'ultima volta 7 mesi prima che morisse. Non aveva un bell’aspetto e mi ha fatta preoccupare.
Bisogna comprendere che non era per niente in salute ed i suoi reni erano messi veramente male. Mi ha reso molto triste. Purtroppo alla fine molti dei suoi amici più cari se n'erano andati ed aveva vicino solo un gruppo di ragazzini.
Quel libro lo aveva ferito moltissimo. Penso il suo peggioramento, in parte, sia stato causato dal fatto che tutto il gruppo se n'era andato e non era rimasto più nessuno con cui divertirsi.
Eravamo abituati a divertirci tanto insieme. Lo amavo, sai, era il mio fratello maggiore. 

Tu sei stata presente per moltissimo tempo. C’è qualche canzone di Elvis che significa qualcosa di speciale per te?
(Ridendo) "Little Sister", ovviamente! Ma me ne piacciono moltissime, come ad esempio "It's Impossible".

Ti devo chiedere di tutto il tempo che hai passato con Elvis, qual è stato il momento più speciale e perché?
Ogni momento, ogni minuto di ogni giorno che ho passato con Elvis è stato davvero speciale.
Non riesco a pensare a nessun momento che sia "il più importante".
Tuttavia, quando i miei genitori lo hanno incontrato per la prima volta, è stato davvero speciale. Quando mia mamma lo ha incontrato, Elvis le si è avvicinato e le ha sussurrato nell’orecchio: "Non ho fatto proprio un bel lavoro nel tirare su Patricia?". 
Mi ha sempre chiamata Patricia. Mia mamma si è messa a ridere ed ha detto: "Sai Elvis, anch’io ho fatto la mia parte!". 
Ma lui mi ha davvero cresciuta e gli piaceva crescere le sue donne. Come ho detto, sono stata una ragazza molto fortunata, ma sai una cosa, anche lui è stato molto fortunato ad avermi vicina.

Qualche parola conclusiva che vorresti aggiungere?
Nel mio cuore e nella mia mente, ecco dove si trova Elvis. Ancora lo sogno. Sono una donna molto fortunata. Dico sempre ad ogni fan: "Sono felice che tutti vogliano bene al mio amico". 

Patti Parry è deceduta il 27 Ottobre 2011 all'età di 68 anni.

Source: EIN