DON KINNEY E L'AUTO REGALATA DA ELVIS PRESLEY

Il 04 Gennaio 1976, in un impeto del momento, Elvis Presley decide di andare a Vail, in Colorado, per una vacanza con Linda Thompson e un gruppo di 17 persone.
Il 14 Gennaio, come ringraziamento ai suoi amici delle forze dell'ordine, Elvis compra due Lincoln ed una Cadillac per Jerry Kennedy, Ron Pietrafeso ed il chirurgo della polizia Gerald Starkey, insieme a Cadillac per Linda e per la fidanzata di Joe Esposito, Shirley Dieu.
Una spesa totale di 70.000 dollari.
Si dice che, nel riportare la notizia di questo gesto di generosità di Elvis, il conduttore Don Kinney, di Denver, disse  scherzosamente: "Elvis, se stai guardando, non dispiacerebbe anche a me avere un'auto". Elvis non se lo fece ripetere due volte, e gli comprò una Cadillac Seville.
In seguito Don Kinney ha contraddetto questa storia ed ha raccontato la sua versione.
Ecco cosa è successo realmente in base al suo racconto:
A quel tempo stavo lavorando per il Canale 4, conducendo un programma del mattino. Tutto è iniziato quando abbiamo dovuto riempire 90 secondi alla fine della trasmissione.
Ho pensato: "Mio Dio, cosa facciamo? Si è detto...Parliamo del tempo. Così io dissi: nell'ovest del Colorado il tempo sarà un po' ventoso per le prossime 24 ore, ma nelle pianure ad est, il vento sarà forte, pertanto inchiodate cani e gatti".
Vedo passare la cronometro di 30 secondi ed, a quel punto, so che ce l'abbiamo fatta.
Barbara (collega di Kinney) dice: "Mi piacerebbe andare ad Aspen. Magari inciampo in Elvis".
Così mi volto e le dico: "Saresti proprio inappropriata! Arrivederci!".
Vado nella stanza del notiziario e Dave Minchall, che era un reporter a quel tempo, mi dice: "Ehi, ho un tizio al telefono. Vuole sapere se sei qui oppure a New York".
Io dico: "Digli che sono a New York" e Dave mi dice: "No, vieni qui e parlaci tu!".
Così prendo l'altro telefono e dall'altra parte sento una persona che dice: "Mi è piaciuto il modo in cui hai risolto! Sei stato veramente bravo! Ora ti piacerebbe avere una macchina?"
Risposi: "No grazie. Chi è lei?".
"Sono Elvis".
"Certo! Senti, sai che ti dico, ho una trasmissione da fare. Grazie per la telefonata".
Ero un po' compiaciuto di quella cosa, ma sono tornato alla mia scrivania.
Non più di 20 secondi dopo, qualcuno mi urla di prendere il telefono.
Le sue prime parole sono state: "No, davvero. Voglio regalarti un'auto".
Io dico: "Beh, grazie mille, ma a meno che tu non riesca ad aiutarmi con questo notiziario, non voglio parlare con te. Ciao!".
Due minuti dopo il telefono suona nuovamente. Ogni volta parlava un po' più a lungo. Ogni volta io riattaccavo a questa persona piacevole, ma in qualche modo frustrante.
Alla quinta telefonata mi dice: "Ascoltami, davvero voglio regalarti una macchina!".
E io gli dico: "Senti, io veramente non voglio una macchina! Se tu sei chi dici di essere, voglio un'intervista".
Improvvisamente inizia a balbettare.
Gli dico: "Ho questa trasmissione da portare a termine. Ti chiamerò ed organizzeremo un'intervista. Qual è il tuo numero di telefono?".
Ho riconosciuto che era un prefisso di Vail ed ho pensato: "Oh cavoli! Forse ho un'intervista qui!".
Circa 3 minuti dopo il telefono suona ancora. Lui dice: "Non sono sicuro di voler fare un'intervista".  Così ho pensato: "Per forza, è un imbroglio".
Lui mi dice: "Sembri un tizio simpatico, ma non voglio fare un'intervista".
Ed io: "Ma è un tuo dovere rilasciare un'intervista!".
Lui inizia una specie di balbuzie e sento un'altra voce nel telefono: "Per carità di Dio, Don! Vuole regalarti una macchina!".
 Penso che tutto questo sia uno scherzo organizzato e l'altro tizio dice: "Sono Pietrafeso. Non capisci cosa sta succedendo?".
 Improvvisamente inizio a preoccuparmi. Metto giù il telefono. Sono in un momento di tensione.
Il telefono suona nuovamente. Qualcuno dice: "Elvis ha chiamato. Stiamo per farle avere un'auto nuova di zecca. Quale preferisce?".
Io dico: "Aspettate un minuto".
Lui dice: "Ce ne sono 6. Ce n'è una blue, ce n'è una rosa".
Io sono nel panico assoluto per la trasmissione di mezzogiorno.
Il produttore non si fa vedere, così sto facendo due lavori e sono indietro di mezz'ora sulla tabella di marcia, così dico: "Quella blue. Ora mi lasciate in pace!".
Vado dal mio capo e gli dico: "Questa è una questione di etica. Non possiamo accettare questo veicolo".
Lui scoppia a ridere!
Torno di corsa alla mia scrivania e mi metto a lavorare furiosamente. Che cosa interessante! Questo è il Re!
Quando ho iniziato in radio, nel Montana, nel 1956, suonavo i suoi dischi in un programma chiamato "Respectfully Yours". Dopo averlo fatto per circa 3 mesi, dissi al direttore che davo le dimissioni perché non potevo più sopportare di suonare i dischi di Elvis Presley.
Probabilmente voi potreste pensare che fosse finita lì, ma circa 40 minuti dopo il direttore delle notizie esce dal suo ufficio dal fondo della stanza dei notiziari ed urla attraverso questa lunga linea fatta di teste e scrivanie per dire: "Ehi, Kinney! L'avvocato dice che puoi accettare la macchina!".
Cosa che io ho fatto.

Don Kinney ha usato l'auto regalata da Elvis Presley per portare i suoi figli avanti ed indietro tra Denver e la fattoria della sua famiglia nel Montana.
Nel 1985, dopo che i ragazzi hanno completato l'università, ha donato l'auto al "Forney Museum". Aveva percorso 22.600 miglia (pari a circa 36.370 km).
"I ragazzi ed io eravamo determinati a non avere nessun profitto dal regalo, pertanto l'auto non è stata venduta".
Un giorno, nell'Agosto del 1977, Don ed i suoi figli erano sulla strada per il Montana quando la macchina si ruppe.
Più tardi quel giorno, Don sentì ad un bollettino alla radio che Elvis era morto.

Source: elvis.com.au