ME 'N ELVIS" DI CHARLIE HODGE: LA TRAVERSATA DELL'OCEANO

Ancora sofferente per sua madre, Elvis ha dovuto lasciare tutti i suoi amici e parenti, quando è salito sul treno delle truppe e si è avviato a nord verso il porto di imbarco.
E' stato allora che io ed Elvis abbiamo iniziato ad entrare in confidenza.
Era seduto a fissare fuori un finestrino del treno, quando sono salito, lungo il corridoio, a cercarlo. Mi sono seduto di fronte a lui. Abbiamo parlato di un po' di cose; delle persone dello spettacolo che conoscevamo. Si fece tardi.
Io mi sono addormentato mentre il treno proseguiva la sua corsa. Lui mi ha messo una coperta addosso.
Elvis ha attraversato la nave per cercarmi dopo che siamo usciti dal porto a bordo della nave militare "SS General Randall".
"Charlie", ha detto, "non conosco nemmeno uno di quei ragazzi nel mio scompartimento. Ti va di trasferirti là con me?".
Aveva ottenuto il permesso dagli Ufficiali della nave. Mi sono trasferito nel suo scompartimento ed ho preso la cuccetta in alto; Elvis aveva la cuccetta di sotto.
Durante i giorni in alto mare, era sorridente e rilassato. Era tranquillo. 
Di notte si disperava nella sua cuccetta. Io stavo sdraiato lì, al buio, ed ascoltavo, mentre lui piangeva silenziosamente, nel suo cuore.
Dopo un po', scendevo e mi sedevo su un lato della sua cuccetta. Gli raccontavo barzellette e storie finché non cominciava a sentirsi un po' meglio e riusciva ad addormentarsi.
Quando risalivo nella mia cuccetta, mi prefissavo come obiettivo di continuare a far ridere Elvis durante tutta la traversata dell'oceano.
Un giorno, mentre eravamo appoggiati al parapetto e la nave solcava il suo percorso spumeggiante attraverso il nebbioso Mare del Nord, Elvis mi disse: "Charlie, tu mi impedisci di impazzire".

(c) Charlie Hodge "Me 'N Elvis"