KATHY WESTMORELAND - GLI STORICI ANNI DEI CONCERTI ERANO INIZIATI E COS'E' QUELLO?


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Elvis ed io preparammo in fretta le valigie, poichè dovevamo partire per St. Louis per il secondo concerto di quella sera.
Mentre radunavamo i nostri effetti personali, Elvis disse mentre ci affrettavamo: "Prendiamo tutti i Neutragena! Il prossimo hotel potrebbe non averne nessuno".
Questo sarebbe diventato anche un rituale, poichè usavamo le saponette fresche e pulite e le lozioni e le adoravamo (menzionate in un'altra nota).

Quello che ora è conosciuto come "GLI ANNI DEI CONCERTI" è iniziato senza che nessuno di noi avesse qualche indizio di cosa avrebbe significato decenni dopo. Erano rimaste poche città di cui tastare il terreno. Lui si era coraggiosamente esibito come un grande artista, avendo cambiato la sua immagine ed il materiale che voleva cantare. Era chiaro che le masse di persone di tutte le età erano entusiaste del rinnovamento che aveva fatto di se stesso. Io, sicuramente, non avevo idea che sarei diventata parte di questo estratto di storia della musica. 
Avevo programmato di tornare alla CBS per la stagione degli spettacoli televisivi e tornare al lavoro in studio.
Devo sottolineare quanto sia stato coraggioso nel fare questo. Era consapevole di essere maturo ora, do voler cantare ed esibirsi come l'uomo che era diventato.
Temeva che il pubblico potesse non apprezzarlo come un artista maturo e nel cambiamento di immagine e musica, dopo essersi perso in film per un decennio. Wow. 
Ripensandoci...questo ha richiesto un duro lavoro, pianificazione, visione, allenamento per tutto il tempo, senza sapere se il pubblico lo avrebbe accettato. Il suo sogno e la sua visione si erano materializzati.
Questo era quello che voleva più di qualsiasi cosa...qualsiasi cosa...e sembrava che stesse succedendo adesso. E lasciatemi ricordare quello che mi disse (un'altra nota in quella sezione) riguardo a quanto gli sarebbe costato! Se il pubblico non si presenta? "Mi costerà un milione di dollari fare questo".

Questa volta ho viaggiato fino a St. Louis in auto con lui mentre mi diceva che lo voleva.
Il Colonnello aveva allestito richiami pubblicitari all'entrata principale del luogo in cui non avevo idea quanti fans si erano radunati, ed a noi era stato imposto di entrare da un ingresso laterale, dove solo qualche centinaio stava aspettando. (Capirete perchè non sono sicura in quale area ci siamo trovati...in un momento). 
Elvis mi prese la mano fermamente, urlando: "Ti tengo, tesoro! Aggrappati! Aggrappati a me!"; mentre iniziammo a scavare con la testa bassa, venni un po' spinta, persi la sua mano anche se l'aveva tenuta saldamente, così si mise a gridare: "Afferra il mio cappotto! Afferra il mio cappotto! Aggrappati al mio cappotto!".
Riuscii a malapena ad afferrare l'angolo posteriore della sua giacca, mentre cercavamo di entrare e mentre i fans ci bombardavano.
Bene...mentre raggiungevamo la porta, c'erano lì due giganteschi guardie tipo buttafuori.
Uno di loro, pensando che io fossi una delle fans che era riuscita a passare e che aveva afferrato il cappotto di Elvis, con un colpo di karatè mi colpì al collo da entrambe le parti, e mi colpì la testa così forte...che...beh...vidi le stelle seguite dall'oscurità.
Prima che tutto diventasse "nero", sentii: "Lei è con noi! Lei è con noi!", mentre venivo tirata da entrambe le braccia (da Sonny e qualcun altro? Non lo so) e le gambe che si trascinavano sul pavimento di qualsiasi parte di quel luogo. Non ho alcun ricordo di quello spettacolo.
Oddio! Mi chiedo perchè. Evidentemente ho cantato!?? Immagino con il telecomando (Negli ultimi anni ho cantato con il telecomando con altri gruppi, mentre avevo la febbre alta o le ossa rotte, pertanto...ancora una volta).
Immediatamente dopo questa esperienza, Elvis decise: "Devo ottenere una qualche forma di identificazione che possiamo indossare, in modo che non ti succeda più niente del genere".
E' stato poco dopo (1971) che lui disegnò le collane d'oro con il logo TLC (per noi ragazze, e le collane TCB per i ragazzi).
Non ha funzionato nemmeno quello, poichè i fans le afferravano e tentavano di strapparcele dal collo. La mia rimane nella posizione "allungata", senza la sua chiusura. Collana in oro massiccio che ha lasciato una cicatrice sul mio collo per chissà quanto tempo.

Un altro gigantesco successo per Elvis e per il suo ritorno, che avrebbe dato vita agli "Anni dei Concerti".

Fermata successiva Detroit, dove il pubblico è ben conosciuto per essere rumoroso ed esigente. Le Sweets ed io ci siamo incontrate in "Sposta i cantanti! Sposta i cantanti!", mentre venivamo colpiti dietro alla testa da monete lanciate. Sì, monete e flash. Non ci vanno leggeri. Ho una cicatrice dietro alla testa da quegli anni.
Myrna, a cui stavo vicino, ha anche detto che sono riusciti a farsi strada anche attraverso i suoi capelli afro! Ricordo di più l'effetto dei flash e...le persone che saltavano fuori dalla balconata. Sì! Saltavano dalla gradinata e si rompevano le gambe nel tentativo di raggiungere il loro idolo. Litigavano anche per le sciarpe che regalava, con la gente che soffocava chiunque ne avesse ricevuta una e l'aveva al collo, da fan che cercavano di prenderla da una parte, l'altro dall'altra.
Questo genere di isteria di massa diventò la normalità. Beh...nessun problema...le ambulanze erano sempre lì. Sì...nessun problema. Non capirò mai l'isteria di massa. A questo punto della mia vita, mi sono finalmente arresa e non voglio nemmeno saperlo. E' troppo spaventoso.

Ora? Direzione Miami! Alloggiando al famoso hotel 5 stelle Fontainbleu.

"Sono esausto, Kathy. Esausto!" sono state le sue prime parole quella mattina (avevo trascorso la notte con lui? Non riesco a ricordarlo in questo momento, ma nel Sud aveva molti parenti, pertanto probabilmente non l'ho fatto. In ogni caso, quello che ricordo è l'essere nel letto con lui il mattino, pronta per ordinare la colazione. Hmmm!).

"Non so se riesco a farcela" si lamentò.

Io ci avevo già pensato, così mi alzai subito. Avevo viaggiato per un anno abbastanza comodamente, così gli ho dato questo suggerimento.

"Questo è ciò che hai bisogno di fare. Devi farlo!" gli dissi. I nostri corpi e le nostre voci erano seriamente sofferenti. 

"Ciò che è stato scritto nel contratto della Met National Opera per proteggere i cantanti e le loro voci proprio da questa precisa situazione".  Lui scattò immediatamente, fissandomi disperatamente per avere la risposta.

"I nostri contratti richiedono 12 ore di pausa tra gli spettacoli, concedendo 4 ore per mangiare e poi tempo per le 8 ore di sonno richieste, necessarie alla voce umana per riprendersi".

"Davvero?" disse con un filo di voce.

"Richiede anche quattro giorni di pausa per qualsiasi cantante che si è esibito con un ruolo da protagonista! Tu! La voce...le corde vocali...i più piccoli muscoli nel corpo?...hanno bisogno di questo per rigenerarsi appieno. Non puoi farlo mentre fai la notte, ma puoi farlo".

"Cosa?".

"Dovresti viaggiare verso la prossima città dopo lo spettacolo, in modo che tu possa dormire almeno 8 ore prima del successivo".

Lui aveva ancora la testa giù quando iniziai a consigliarlo, ma iniziò a sollevarla verso il soffitto, mentre emetteva un gigantesco "Whew!" (N.d.R.: viene usato per esprimere sorpresa, oppure tanto caldo o tanta stanchezza).

"Almeno questo ti aiuterà a sentirti riposato fisicamente. Le nostre voci, purtroppo, saranno sempre non funzionanti al massimo delle loro possibilità. Questo dobbiamo accettarlo e anche che il cambiamento delle temperature meteorologiche toglierà sempre parte della loro piena funzionalità. Accidenti! Le nostre piccole corde vocali sono molto sensibili a qualsiasi cambiamento e...facendo le notti? Sono condannate ad essere colpite costantemente".

"Haaauuuhhh!", respirò, scuotendo la testa, esausto.

"Ho una copia del mio contratto a casa, pertanto non ci può essere utile adesso, ma vuoi che ne parli al Colonnello?" fu la mia offerta. "Vuoi che glielo mostri in seguito?".
I suoi occhi si mossero per un secondo, poi emise un enorme "Whew!". Mentre faceva un altro respiro profondo, aveva una nuova speranza negli occhi, mentre mi fissava. 
"No, ma grazie. Grazie! Gli parlerò. Gli parlerò! Ohhhh...adesso ho speranze" disse dolcemente, mentre gettava indietro la testa.
Questo è ciò che fece, il Colonnello ascoltò ed Elvis iniziò almeno a seguire questa migliore routine. Continuò a seguire questa utile modalità per i successivi sette anni. Purtroppo il Colonnello non potè organizzarlo per l'intero gruppo, a causa delle spese per avere un'altra stanza d'albergo per ogni persona in uno stesso giorno. Almeno l'aiuto ad Elvis per passare la notte sarebbe stato organizzato.

"Ti senti meglio adesso?".

"Sì...ordiniamo la colazione. Cosa vorresti, tesoro?".

"Oh, bacon e uova ed ho un desiderio enorme di un melone". 
Elvis chiamò di sotto (lui stesso) ed ordinò la stessa cosa, insieme a caffè e succo d'arancia per entrambi.

"Ordiniamo del bacon extra, così non siamo obbligati a due fette ciascuno" lui disse.

Un Grande sì da parte mia. Questo è sempre stato un punto di contesa per me, ed anche per Elvis. Sempre poco bacon...solitamente solo due fette...così ne abbiamo ordinata in più ancora.

Bene! Eravamo qui al Fontainbleu hotel, il famoso hotel a 5 stelle, e la nostra colazione venne gloriosamente servita su piatti d'argento sul nostro letto.

"Tutto andrà meglio non appena questo andrà in porto con il Colonnello".

"Sì" lui quasi sorrideva mentre annuiva.

Alzò l'enorme coperchio d'argento del mio vassoio "melone sul ghiaccio". Mentre ancora lo reggeva con la mano destra, vicino a me i suoi occhi diventarono giganteschi.
Il coperchio era così grande da non riuscire ancora a vedere il mio frutto, ma una volta che Elvis lo alzò in aria per darmi modo di vedere? Proprio al centro del melone più bello che si potesse immaginare? Un enorme, enorme scarafaggio dormiva congelato al centro. Inizialmente calò il silenzio...poi...ho aspettato parolacce che solo Elvis conosceva. Lui rimase in silenzio.
Troppo esausto persino per imprecare. Mentre giravamo le nostre teste per guardarci...beh...non riesco a descrivervi la faccia di Elvis in questo momento mentre mi fissava. Mise il coperchio sopra, dicendo: "Non aprirlo" piuttosto dolcemente, ma emotivamente fumante dentro. Sì! Tutto stava per andare per il meglio per l'angoscia di viaggiare. Ma...per quanto riguarda il cibo? Signore aiutaci!

Notevole foto: mostra Elvis mentre lascia l'auditorium dopo lo spettacolo, ed io sposto il microfono nel buio per andare con lui.

Dagmar Krajnc ha fatto questo incredibile scatto.

📷Foto di Dagmar Krajnc - MIami - Settembre 1970 e grazie a Niek de Haan per averla inviata.
Un enorme grazie per avermi permesso di vederl! Mentre viaggiavo con Elvis, ho dovuto spostare i microfoni, gli accordi registrati sul palco e trovare velocemente una via per seguirlo, per riuscire a salire in auto. Che foto che ha fatto Dagmar!


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Il testo originale potrebbe venir modificato da Kathy Westmoreland.