INTERVISTA A SANDI MILLER

Sandi Miller ha avuto la grande fortuna di essere non solo una fan di Elvis Presley, ma una sua amica. Ha avuto la possibilità di entrare in contatto con lui, assistendo a momenti di lavoro e di divertimento: dalle sessions di incisione alle serate al cinema o a momenti di svago a Graceland.
In questa intervista ci racconta tante cose interessanti.



Puoi condividere un po' di te con noi?
Non sono molto brava in questo genere di cose. Per cominciare, sono nata a Hilversum, nei Paesi Bassi, mi sono trasferita in Minnesota quando avevo 13 anni, poi in California quando mi sono laureata.
Vivo a Las Vegas da poco più di un anno dopo essermi trasferita qui dalla California. Mi piace qui: l'atmosfera di una piccola città con le luci della grande città proprio in fondo alla strada! Sono una lavoratrice autonoma con due aziende che mi tengono completamente occupata, ma non così impegnata da non poter godere delle cose divertenti (come lavorare all'asta della MGM la settimana scorsa). Ho due figli adulti che vivono entrambi in California.

Come sei diventata fan di Elvis?
Non so se sono in grado di individuare l'esatto momento, ma mia madre possedeva un ristorante in Minnesota quando ero alla Jr. High School e solitamente andavamo a lavorare con lei.
Poiché c'era un juke box in quel posto, eravamo circondati da molte canzoni di Elvis, la maggior parte delle quali, credo, le scegliesse mia madre.
Inoltre c'era un cinema proprio accanto e potevamo vedere qualsiasi film proiettato lì, tutte le volte che volevamo, gratuitamente... Penso che i film possano essere stati quello che mi ha catturato quando ho potuto dare un volto alla voce! Che connubio!

E' risaputo che Elvis fosse molto amichevole con i fans, ma si sa che era anche una persona molto riservata. Erano pochissime le persone a cui era permesso di diventare parte della sua cerchia di amici. Come sei passata da fan ad amica?
Penso sia stata una questione di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. L'ho incontrato per la prima volta a metà degli anni '60. Io e la mia amica andavamo a casa sua a Bel Air. I ragazzi ci invitavano ad entrare in casa e noi continuavamo a rifiutare. Principalmente credo perché eravamo piuttosto giovani. La mia amica aveva 17 anni all'epoca ed io ne avevo appena compiuti 18 e sua madre ci avrebbe uccise! (e quei ragazzi ci sembravano tutti terribilmente vecchi.)
Per farla breve, alla fine abbiamo accettato (dopo che Elvis ci ha assicurato che saremmo state al sicuro). A quel tempo, se eri tranquillo, non davi alcun problema, ecc... potevi essere abbastanza sicuro che saresti stato invitato ancora.
Tutto questo è andato avanti finché sono stata invitata a Palm Springs per i fine settimana ogni volta che lui andava, oltre alle prove alla RCA ed in alcune location cinematografiche. Quando Elvis si è trasferito nella sua ultima casa di Los Angeles, a Monovale, la situazione era completamente diversa da quella degli anni precedenti: la sicurezza era più rigorosa, nessuna nuova persona poteva avvicinarsi, ma comunque siamo state accolte nella sua casa e penso che questo la dica lunga su Elvis.
Le sorelle Pennington una sera erano a casa e scoppiò una grossa battaglia a base di acqua... Oh, ma questa è un'altra storia!

Quando hai incontrato Elvis per la prima volta? E quale è stata la tua prima impressione nei suoi confronti?
E' una storia lunga. Per prima cosa, vivendo in Minnesota non c'erano molte possibilità di incontrare Elvis, sebbene abbia accarezzato l'idea di andare a Graceland, ma non sapevo da che parte cominciare. Nello stesso periodo, come compito da parte della mia insegnante di inglese, dovevamo trovare un amico di penna fuori dallo Stato ed iniziare a scambiare corrispondenza. Ho scelto una ragazza che viveva in California perché si era presentata come fan di Elvis. Dopo averle scritto per circa un anno, mi invitò a fare visita a lei ed alla sua famiglia ad Orange County, in California, al termine della scuola durante l'estate.
Aveva parlato della possibilità di farci accompagnare da sua mamma alla casa di Elvis a Bel Air e "forse" avremmo potuto incontrarlo.
Non ero sicura di poterle credere, sinceramente, perché era la prima volta che sentivo parlare del fatto che Elvis vivesse in California, ma a parte questo ero ansiosa di vedere la California.
Dissi alla mia amica di penna che avrei potuto morire felice se avessi potuto vedere Elvis anche solo per un secondo e che non avevo mai desiderato nient'altro.
Come volevasi dimostrare, solo vederlo divenne qualcosa di cui non ne avevo mai abbastanza. Una dipendenza istantanea.
Quella fu la prima volta in cui lo vidi e la mia prima impressione nel vederlo per la prima volta fu che fosse assolutamente splendido, con un modo di parlare delicato ed assolutamente affascinante ed il fatto che abbia sentito la necessità di presentarsi mi aveva fatta impazzire!
Nel corso degli anni mi ero fatta nella testa un'idea di Elvis nella quale lui era assolutamente perfetto. Amava sua madre, la sua famiglia, non fumava, non beveva, non diceva parolacce, era religioso, ecc...ecc... L'avevo messo su un piedistallo talmente alto, che avrebbe anche potuto avere le ali per andare in giro volando. Non ci volle molto tempo prima che quell'idea di lui gradualmente iniziasse a cambiare... Fumava, diceva parolacce... Per carità, oddio, è un essere umano! Perdeva la staffe, era divertente, era insolente... Questo ragazzo mi piaceva ancora di più!

Quando era a casa, quali erano le cose che gli piaceva fare?
Cose perfettamente normali. Guardava la TV, ma aveva la fastidiosa abitudine di cambiare canale proprio nel bel mezzo di qualcosa e, molto spesso, proprio durante qualcosa di interessante e, ancora peggio, aveva il brutto vizio di dirti come andava a finire un film che stavi guardando! Gli piaceva raccontare e commentare qualsiasi cosa trasmessa in TV; questo rendeva difficile ascoltare quello che veniva trasmesso. Gli piaceva sedersi al pianoforte e cantare, e la maggior parte delle volte voleva che tutti si riunissero e cantassero insieme a lui. Io mimavo le parole con la bocca perché non c'era assolutamente bisogno che qualcuno sentisse la mia voce! Probabilmente mi avrebbe cacciata dalla stanza se mi avesse sentita mentre cercavo di cantare! Gli piaceva giocare...a carte, a giochi da tavolo...
A Palm Springs prendeva le dune buggies e andava in giro come un pazzo.
Giocava al tiro al bersaglio - metteva in fila delle lattine intorno alla piscina e sparava. Gli piaceva leggere, ma credo che, ancora di più, gli piacesse leggere per qualcuno. Una fan gli aveva spedito un libro che parlava di autopsie, sul quale affondò la testa per un intero weekend. C'erano delle fotografie molto esplicite e lui era davvero appassionato da tutto questo. Si è assicurato che tutti vedessero. Credo che, con molta probabilità, abbia letto quel libro dall'inizio alla fine almeno una dozzina di volte.

Sappiamo che uno dei suoi passatempi preferiti era andare al cinema la sera. Hai preso parte a qualcuna di queste proiezioni?
Sì, durante ogni viaggio a Memphis abbiamo preso parte alle serate di film al Memphian. In ogni caso ho fatto solo 3 viaggi a Memphis mentre lui era in vita.
Durante il primo viaggio a Memphis, dopo la visione dei film, Charlie si è offerto di riportarci in albergo, se non ci dispiaceva andare con lui a consegnare le bobine dei film di quella sera.
Sembrava un'idea migliore rispetto a prendere un taxi e conoscevamo Charlie, così abbiamo accettato. Tutto quello che sappiamo è che ci siamo ritrovate ai cancelli di Graceland... I cancelli si sono aperti e ci siamo dirette verso la casa e poi sul retro. Non credo che, in quel momento, i nostri cervelli fossero ancora funzionanti, specialmente quando ci disse di entrare.
Ricordo davvero molto poco di quella sera perché fu veramente uno shock, ma quello che so è che c'erano molti alberi di Natale. Non solo uno, ma molti...ed avevano tutti sotto dei regali. Alcuni aperti ed alcuni ancora da aprire. Era tutto meraviglioso! Tutti erano seduti a chiacchierare, ad ascoltare dischi e fu così fino al mattino.
Ricordo che c'era Red, Elvis, Charlie ed alcune altre persone che non conoscevo, pertanto credo fossero altri del gruppo di Memphis che non venivano spesso in California.
Per quanto riguarda le serate al cinema...duravano tutta la notte. Qualche volta ci veniva portato da mangiare (piccoli hamburgers); alcune volte si guardava un film per intero ed altre volte si iniziavano vari film, solo che Elvis li fermava dopo 10-20 minuti e ne faceva partire un altro.
Alcune sere arrivava con le pistole ad acqua ed iniziavano a fare la battaglia con quelle, oppure la guerra dei popcorn. I film erano davvero noiosi.
Una sera si è messo a correre a velocità pazzesca tra gli scomparti solo per il gusto di farlo. Faceva impazzire i ragazzi perché c'era sempre qualcuno che doveva seguirlo ovunque andasse, sia che fosse il bagno o il corridoio.

Nella foto sotto: Elvis guarda alcune fotografie che Sandi gli ha scattato.

Elvis ha mai espresso preoccupazione per la qualità dei suoi film e per l'andazzo che stava prendendo la sua carriera?
Prendeva in giro i film ed anche se stesso. Fece una volta un commento, dicendo che trovava una cosa stupida guidare su un'autostrada nel mezzo di una scena e, dal nulla, un'orchestra iniziava a suonare e lui a cantare. Un'altra volta, vedendolo tornare dallo studio, gli chiedemmo com'era andata la giornata e lui rispose: "Come al solito: canta al cane, canta all'albero, prendi a pugni qualcuno". Era evidente che non era felice di questa cosa.

Una momento cruciale della sua carriera fu lo special NBC del 1968. Quali sono i tuoi ricordi di quei tempi? Quali erano i suoi pensieri, preoccupazioni e le aspettative su questo progetto?
Molto prima che iniziassero le prove o la registrazione del '68 Special, Elvis parlava di quanto lo rendesse nervoso trovarsi davanti ad un pubblico ad esibirsi dal vivo. Riportava alla sua mente il fatto di aver fallito a Las Vegas negli anni '50 ed era davvero molto, molto nervoso dal fatto di avere nuovamente davanti un pubblico. Temeva che non si presentasse nessuno per le registrazioni. Continuava a chiedere: "Tu ci vieni, vero?", "Sei sicura che verrai?".
Poi un giorno gli vennero dati dei biglietti e li distribuì a tutti. Voleva accertarsi che qualcuno si sarebbe presentato. Noi avevamo già richiesto i nostri biglietti, così abbiamo dato questi ad alcuni amici e ci siamo tenute quelli che ci aveva regalato lui.
La maggior parte delle persone sedute intorno al palco erano fans che lui conosceva. Riuscirono ad entrare tra il pubblico, facendo togliere altre persone. Dopo che i concerti furono conclusi, ma prima che venissero trasmessi in TV, fece il quarto grado ai fans sulle loro opinioni. E' piaciuto davvero a tutti? Cosa non è piaciuto? Cosa è piaciuto di più?  Certe insicurezze sembravano essere ancora ben presenti.

Come è stato essere a Burbank nel 1968 e guardare la sua prima esibizione davanti ad un pubblico dal vivo dopo così tanti anni?
Era la prima volta che vedevo Elvis esibirsi (oltre agli spezzoni di video all'Ed Sullivan Show). Non avevo idea di cosa aspettarmi, dato che tutto quello che avevo visto di persona era Elvis chiacchierare, firmare autografi, posare per fotografie e scherzare...
Vederlo esibirsi fu sorprendente, specialmente dato che era in uno spazio relativamente piccolo. Iniziavano una canzone, si fermavano in modo da potergli asciugare il viso o ripartire dalla posizione in cui doveva stare. Ci furono molte partenze e pause. Sinceramente era bello quando si fermavano e partivano di nuovo: questo significava che sarebbe durato di più!

Dopo il grande successo dello special TV, crebbe il desiderio di esibizioni live e questo lo portò a Las Vegas nel 1969. La storia ci racconta che era molto preoccupato per la risposta che avrebbe potuto ricevere dal pubblico. Ti parlò di questi timori?
Fu praticamente la stessa cosa che successe per lo show del 1968. Non era sicuro di poter riempire un posto così grande, non era sicuro di poter piacere alle persone che frequentavano Las Vegas, non sapeva se i fans avrebbero viaggiato così tanto per andarlo a vedere. Queste erano le sue preoccupazioni. Ricordo vagamente di averlo sentito discutere riguardo i musicisti che voleva; lavorò duramente sulle canzoni che voleva cantare ed in quale ordine metterle, in modo da poter riprendere fiato dopo aver eseguito una canzone impegnativa.

Hai assistito a qualche prova per le stagioni a Las Vegas?
Sì, a molte. Alcune alla RCA di Los Angeles, alcune a casa sua in California oppure alle prove a Las Vegas prima degli spettacoli. Alcune venivano fatte in una piccola stanza lontano dalla showroom ed alcune nella showroom. Faceva molto il pagliaccio. Credo fossero i suoi nervi... Discuteva molto su cosa indossare. In seguito a Palm Springs vennero consegnate un sacco di jumpsuits a casa sua ed Elvis le indossò tutte e provò vari movimenti e pose da inserire nel suo spettacolo. Ad esempio, abbassarsi su un ginocchio ed aprire il mantello.
Ci sono un sacco di fotografie di Elvis mentre fa queste cose a Las Vegas, ma prima le ha fatte a Palm Springs.
E' stato fantastico vederlo creare una mappa di come voleva che fosse il concerto.
Fece una danza sulle punte dei piedi che sembrava isterica e fece svolazzare il mantello come un uccello. Qualche volta sapeva diventare davvero ridicolo!
Le prove potevano diventare molto intense quando arrivava ed era pronto per lavorare davvero. Cantava una canzone ancora e ancora, finché secondo lui non era assolutamente perfetta.
C'erano anche sessions totalmente ridicole, in cui cantava canzoni ridicole (che non facevano parte del suo repertorio) con una voce ridicola, voleva suonare gli strumenti degli altri, si metteva seduto e spettegolava e ci fu una volta in cui arrivò, gli altri musicisti arrivarono, tutti erano al loro posto, si alzò, si mise davanti al microfono e disse: "Grazie a tutti di essere venuti. Andiamo a casa!".
Non sapevi mai cosa poteva succedere quando c'era lui.

Dopo la separazione da Priscilla e la custodia di Lisa assegnata a lei, ha mai parlato di questo?
No, ma era sempre molto felice quando Lisa doveva venire a trascorrere del tempo con lui a casa. Gli piaceva parlare di Lisa e gli piaceva mostrare le sue fotografie. Ovviamente lei era la persona più intelligente e più bella al mondo. Faceva tipici commenti da papà!
Inventava storie su di lei... "Lisa dovrebbe essere qui a minuti. Sta facendo un test alla guida della sua Ferrari". Non aveva importanza che avesse 6 anni!

Man mano che passavano gli anni, è diventato sempre più solitario. Sembra che non andasse più ai cancelli a parlare con i fans dopo il 1971. Cosa credi sia successo?
Smise di trascorrere tempo ai cancelli con i fans quando si trasferì alla casa di Monovale (l'ultima casa che ha avuto a Los Angeles).
Non sono sicura della motivazione e non voglio fare speculazioni, ma ho dei sospetti. Credo che in parte sia dovuto alla perdita di interesse per la vita.
Elvis dava il suo meglio quando aveva uno scopo da raggiungere, una montagna da conquistare ed a quel punto della sua vita, tutto era diventato monotono e non c'era nulla che lo entusiasmasse più e questo ebbe ripercussioni sulla sua vita privata. Anche i suoi problemi di salute iniziarono ad aumentare.
Io ho continuato ad andare alla casa a Monovale ed era strano non vedere gruppi di fans ai cancelli (in parte perché il luogo in cui la casa si trova non permetteva ai fans di parcheggiare e sostare come allea casa a Palm Springs). Le automobili venivano letteralmente bloccate nella via se i fans cercavano di parcheggiare fuori dalla casa. Inoltre non si poteva vedere nulla dalla strada: la casa non era visibile dalla via, al contrario delle altre sue case.

Durante un'intervista hai detto che Elvis una volta ti disse che voleva tranquillità nel cuore. Cosa pensi volesse dire?
Anche in questo caso devo ipotizzare, perché solo lui sa cosa intendesse con esattezza. Credo che non si fidasse pienamente di molte persone intorno a lui. Erano successe molte cose con le persone della sua cerchia e la sua vita professionale lo preoccupava, perché aveva la sensazione di non avere il controllo di quello che succedeva. Credo fosse una combinazione di fattori e di sentirsi solo. Un insieme di cose che non lo faceva sentire tranquillo. Non ho insistito per sapere cosa intendesse. Non aveva bisogno di commenti in quel momento, ma di qualcuno che lo ascoltasse, credo.

Nel 1973 ha fatto uno dei concerti di cui si è parlato maggiormente, "Aloha From Hawaii". Dopo lo spettacolo quali furono i suoi pensieri? Ne fu soddisfatto?
Non mi parlò di questo, ed anche se non mi piace parlare di cose riportate, per questa volta farò un'eccezione. La mia amica Carol, che abitava a Palm Springs ed era ospite a casa sua di tanto in tanto, era nella casa quando venne trasmesso "Aloha From Hawaii" e lo guardò insieme ad Elvis. Se ricordo bene, disse che Elvis criticò tutto. Lei pensava che il concerto fosse perfetto, ma lui fece commenti sugli strumenti che erano fuori tempo, sul batterista che andava per conto suo, oppure su se stesso, per aver iniziato una canzone troppo in anticipo o in ritardo. Disse che fu molto severo riguardo lo spettacolo e lei non riusciva a capire perché, dato che, sebbene facesse rimostranze, ne era comunque felice. Vai a capire!

Tra le persone che riuscirono ad avvicinare Elvis, molto poche ebbero in regalo la collana TCB o TLC. Tu sei una di queste persone fortunate. Ci puoi raccontare, per favore, come e quando hai ricevuto questo fantastico regalo.
Ho ricevuto il mio TLC a Palm Springs e fu una cosa totalmente inaspettata perché avevo sempre pensato che fosse per le persone speciali, non per i fans. Elvis mandò tutti fuori dalla stanza. Uscì anche lui e poi tornò con una scatola, che io riconobbi immediatamente. Il mio cervello a quel punto si congelò e non riesco nemmeno a raccontare cosa disse mentre me lo faceva indossare. Disse qualcosa del tipo "perché sei tu"... Ma davvero non lo ricordo. Ricordo che tornando a casa urlai per questo per un bel po' di tempo. Solitamente lo nascondevo sotto i vestiti a Las Vegas perché mi resi conto che, se veniva visto, le persone iniziavano a seguirti.

Hai altri regali che conservi come tesori?
Ho un orologio di diamanti ed un anello di turchesi. L'anello non è un regalo fatto direttamente da lui, ma arriva da una scatola di gioielli portata nella suite dell'Hilton e dalla quale era stato detto a tutti di prendere qualcosa. La mia amica ed io prendemmo le cose più piccole che trovammo perché ci metteva un po' a disagio prendere qualcosa che era costoso. Elvis insisteva affinché prendessimo qualcosa di più grande, ma noi avevamo sempre la scusa di dire che avevamo le mani e le dita piccole e che qualsiasi altra cosa sarebbe sembrata ridicola su di noi. Lui sembrò accettarlo. Abbiamo imparato in quell'occasione a non dare noia dicendo: "No, noi non vogliamo niente!". Con lui non funzionava mai!

Vuoi condividere una delle tue fantastiche storie con noi?
È sempre difficile scegliere un solo episodio, ma credo che vi racconterò una delle prove alla RCA di Los Angeles.
Come quasi tutto ciò che faceva Elvis, le prove non iniziavano se non a tarda sera. Di solito alle 22.00 - 23.00.
Elvis era normalmente l'ultimo a presentarsi. Con l'attrezzatura tutta sistemata e tutti gli sgabelli seduti intorno, non c'era davvero molto spazio libero nella piccola stanza (il che andava bene per me!).
Noi (io e la mia coinquilina) sapevamo sempre quando la macchina di Elvis stava entrando nel garage, perché si potevano sentire i fans in piedi fuori che cominciavano a chiamarlo perché si fermasse a parlare.
Non ho mai tenuto il conto a quante prove abbiamo assistito, ma so che ha portato a termine qualcosa seriamente solo poche volte... Le altre volte era più come un divertimento... Cantava qualche canzone, raccontava un sacco di barzellette, provocava scompiglio nella sala prove.
Per lo più tutti si divertivano per un paio d'ore. Una notte, in particolare, era di umore fin troppo scherzoso, anche per lui! Ha iniziato a cantare "Bury me not in the lone prairieeeeeeeeeeeee" poi ha fatto un piccolo tip tap.
Si è capito in quel momento che sarebbe stata una di quelle notti improduttive.
Charlie si stava agitando un po' perché voleva sistemare alcuni arrangiamenti; e più diventava serio Charlie, più sciocco diventava Elvis.
Dopo 10 minuti Elvis decise che era l'ora della pausa "ciambella e caffè" e mandò uno dei ragazzi ad occuparsene. Poi iniziò a cantare "It's Only Love", cambiando tutte le parole e cantando stonato.
Poi disse di fare "richieste", così abbiamo inventato il titolo di una canzone. Nessuna canzone conosciuta; abbiamo solo inventato un titolo che ora non riesco nemmeno a ricordare, ed Elvis continuava a cantare questa canzone inesistente. Inventò la melodia e le parole man mano che procedeva ed era davvero sfacciatamente bella, al punto che stavamo iniziando a pensare che, forse, esisteva davvero una canzone con quel titolo, ma non era così!
Arrivarono le ciambelle con il caffè ecc...
Penso che sia stato James Caughley a portarle: tutti pensavano che le ciambelle fossero per tutti i presenti nella stanza, quindi ci siamo radunati tutti intorno alla scatola ed alle tazze solo per vedere Elvis prendere tutto e uscire marciando a regalare tutto ai fans, che stavano fuori in piedi. Inutile dire che erano assolutamente entusiasti! Noi invece stavamo morendo di fame!
Il microfono dava molti problemi ad Elvis e non era dell'umore giusto per provare, così la serata si è conclusa poco dopo, con Elvis che ci ha detto che sarebbe andato al Century Plaza Hotel. Ci ha detto di andare lì e di usare il telefono per chiamare nella suite quando saremmo arrivati, così qualcuno sarebbe sceso a prenderci.
Siamo rimasti lì fino alle 6.00 del mattino guardando la tv e parlando, (i ragazzi erano andati tutti nelle loro stanze, così avevamo Elvis tutto per noi!).
Poi siamo dovute partire per tornare a casa ed andare al lavoro...senza dormire! La notte successiva c'è stata un'altra prova. Mi viene in mente la parola zombi (noi, non Elvis!).
Sono sicura che Elvis si sia fatto una bella dormita, mentre noi sedevamo dietro una scrivania cercando di rimanere sveglie! Ne è valsa la pena, però! Andare a Palm Springs ed assistere alle prove devo dire che è sempre stata una delle mie cose preferite.

Quando è stata l'ultima volta in cui l'hai visto?
L'ultima volta fu a Palm Springs in Giugno del 1977. Sembrava stesse abbastanza bene, tutto considerato, ma quello che ricordo è che sembrava avere nuovamente quella scintilla negli occhi. Parlava di prendersi una pausa, rimettersi in forma, fare alcuni cambiamenti ed iniziare nuovi progetti. Non ho idea a cosa si riferisse ed ancora una volta non ho pensato di fare domande perché "ci sarebbe sempre stata la prossima volta". Purtroppo la prossima volta non arrivò mai.

Quali sono le cose legate ad Elvis che preferisci? 
Mi sto godendo moltissimo tutti i CD delle prove che stanno uscendo.
Poi le mie foto ed i miei filmati, per non parlare delle foto di tutti gli altri in generale perché catturano un momento nel tempo che è perduto per sempre. Ho anche alcuni oggetti personali, che mi sono stati regalati da Elvis e quelli li reputo sicuramente come preferiti!

Dimmi la tua canzone, il tuo film ed album preferiti di Elvis.
È difficile! Le mie canzoni preferite cambiano di mese in mese, a seconda del mio umore.
Il mio film preferito è probabilmente "Blue Hawaii", ma è legato a "Stay Away Joe" e "Charro", ma non per la loro trama fantastica.
Abbiamo avuto la possibilità di guardarlo girare per diversi giorni a Sedona (per "Stay Away Joe") e Apache Junction, in Arizona (per "Charro") e questo ha reso quei film interessanti quando sono usciti, perché continuavo a ricordare tutti gli scherzi ed il divertimento che vivevano tutti sul set.

Durante i molti anni trascorsi con Elvis hai scattato molte fotografie. Hai ancora qualche fotografia che nessuno ha mai visto?
Ne ho qualcuna, non molte, forse una dozzina. Sono fotografie scattate ad Elvis dentro le sue case oppure fuori in piscina e non ho mai dato copie a nessuno. 

Le tue foto di Elvis sono raccolte in qualche libro? (Se sì, sono ancora disponibili?)
Non sono sicura di poter nemmeno iniziare ad elencare tutti i libri in cui sono contenute le mie fotografie. Settantacinque sono nei libri di Sean Shaver. Jim Curtin ne ha molte nei suoi libri. Graceland usa alcune delle mie foto sulle sue cartoline e la RCA le ha usate nei suoi cofanetti. Sono un po' ovunque... anche su Internet.

Visiti regolarmente i siti di Elvis e, se sì, quali tipologie ti piacciono di più?
I siti di foto! È incredibile vedere quanti siti diversi ci sono! Mi piacciono anche i siti che elencano tutti i CD disponibili, dato che sono abbastanza neofita nel collezionarli.

Cosa ti manca maggiormente di lui e come credi dovremmo ricordarlo?
Cosa mi manca di più di lui? Credo di dover dire il suo modo di approfondire le cose... Lui aveva il modo più incredibile di guardare le cose e mi ha aiutata a valutare alcune cose quando ero giovane. Mi rivolgevo a lui per dei consigli di tanto in tanto ed i suoi consigli erano diversi da quelli di tutti gli altri e lui solitamente ci azzeccava!
Vorrei che fosse ricordato per la persona unica che era; non solo bella fisicamente, ma per il cuore e l'anima gentile che aveva. Era luminoso.
So che può sembrare sdolcinato, ma penso che un sacco di persone non riescano a guardare oltre la caricatura che è stata fatta di lui nel corso degli anni. La rockstar piena di farmaci ed in sovrappeso. Odio tutto questo perché è solo una minima parte della sua vita ed invece sembra che sia tutto quello su cui concentrarsi. Mi fa arrabbiare!
Ovviamente sarà sempre ricordato per l'impronta che ha lasciato nella storia della musica, quindi non voglio citare questo aspetto. I suoi fans sanno naturalmente cosa ci ha lasciato e cosa significhi per noi, ma vorrei che il pubblico, i media, coloro che non sono fans sfegatati, vorrei che ne sapessero di più su quest'uomo e su come abbia toccato la vita di tutti coloro che ha incontrato. Era una persona che ti cambiava la vita! Lo è ancora!

Source: Varie