BILLY STANLEY - DIRE NO AL COLONNELLO PARKER (1972)

Questo è un ricordo del 1972.
Avevo appena iniziato a lavorare per Elvis. Eravamo a L.A. per prepararci per Las Vegas. 

Joe ed io eravamo partiti in aereo prima, per assicurarci che tutto fosse stato organizzato correttamente. Elvis e tutti gli altri sarebbero arrivati in aereo il giorno dopo.
Quella sera Joe disse: "Riposa un po' perchè domani mattina devi fare alcune cose per il Colonnello Parker". 
Non pensai molto a quello che aveva detto Joe, così risposi: "Va bene".
Mi alzai intorno alle 10.00 del mattino, mi preparai e poi andai dal Colonnello Parker. Entrai nella sua suite, in cui c'erano posters di Elvis che coprivano i muri.
Lui stava seduto dietro la sua scrivania, fumando il suo sigaro, dando ordini a qualcuno che stava dall'altra parte del telefono. Mi guardò, poi mi fece cenno di sedermi. Non lo feci, rimasi in piedi.
Quando terminò la telefonata, iniziò a dirmi cosa si aspettava da me mentre eravamo a Las Vegas.
Dissi: "Signor Parker, io lavoro per Elvis, so cosa lui vuole e cosa si aspetta da me. Inoltre i miei fratelli mi hanno dato disposizioni sui miei doveri mentre eravamo in volo da Memphis verso L.A.".
Lui mi guardò in modo strano, probabilmente perché non era abituato ad aver qualcuno che gli dicesse che i suoi consigli non erano richiesti. Io stavo lì, in piedi davanti a lui, con il sorriso stampato sul viso. 
Poi lui disse: "Bene, ho bisogno che inizi ad appendere quei poster laggiù", indicando molte grandi scatole nell'angolo dell'atrio.
Ho guardato oltre ed ho notato che alcuni dipendenti dell'albergo stavano scaricando le scatole e portando fuori i posters dalla suite.
Lo guardai nuovamente e dissi: "Signor Parker, le ho detto che io lavoro per Elvis. Se lui vuole che io appenda posters, lo farò. Ma lei ha tutto questo personale dell'hotel che fa questo per lei. Non ha bisogno di me".
Ho potuto vedere che non la prese molto bene. Si alzò e disse: "Faresti meglio ad iniziare ad appendere questi posters, se capisci cosa è bene per te, piccolo (censurato)".
Adesso mi aveva proprio fatto imbestialire.
Lo guardai, poi sorrisi, mi girai e me ne andai. Lui stava urlando: "LO RACCONTERÒ' AD ELVIS!!!".
Non mi voltai, dissi semplicemente: "Fai pure!".
Più tardi quella sera, dopo che Elvis ebbe cenato, disse: "Ho dovuto parlare con il Colonnello oggi pomeriggio, Billy. Andiamo in soggiorno e parliamone". 
Dissi: "Va bene capo". 
Mentre stavamo andando verso il soggiorno, pensavo tra me e me: "Stavolta l'hai fatta grossa! Lavori per Elvis da nemmeno due settimane, e l'hai già fatto incavolare con te".
Ci siamo seduti sul divano. Elvis mi guardò, poi sorrise... 
Disse: "Sono orgoglioso di te, Billy. Quello sbruffone cerca sempre di fare il prepotente con tutti coloro che lavorano per me. Crede di essere il capo qui. Sono contento che tu abbia mantenuto la tua posizione".
Un improvviso senso di sollievo mi pervase.
Dissi: "Grazie capo. Ho fatto solamente quello che mi hai insegnato. Mai inchinarsi o baciare il fondoschiena di nessuno".

Elvis sorrise. Poi disse: "Ora se il Colonnello ti chiede di fare nuovamente qualcosa per lui, ti dirò di farlo. Va bene???". Dissi: "Certo Elvis, ho capito. Prometto che lo farò".
Poi disse: "Non dire niente a nessuno, ok?".
Dissi: "Certamente, capo".
Il Colonnello non mi chiese mai più di fare qualcosa per lui. 
Una nota a parte: non mi è mai importato niente del signor Parker, tanto per cominciare, ma questa è un'altra storia...

Source: Billy Stanley - Facebook