lunedì 12 marzo 2018

DOCUMENTARIO - ELVIS PRESLEY: THE SEARCHER DEBUTTA IL 14/15 MARZO 2018

Il documentario dell'anno, "Elvis Presley: The Searcher", prima di arrivare sugli schermi televisivi del canale HBO in Aprile, debutta il 14 e 15 Marzo in America, al "South by Southwest Film Festival".
"Penso che questo sia veramente il documentario definitivo riguardo l'artista, l'uomo dietro la musica" ha detto Priscilla Beaulieu Presley. "Questo film lo umanizza moltissimo.
Lui era un genio, ma è stato amministrato solamente come una macchina per fare soldi".
Austin, una città in cui la musica dal vivo è emblema della città stessa ed in cui Priscilla ha le sue radici (lei e la sua famiglia vivevano alla Base dell'Aviazione di Bergstrom quando suo padre ricevette l'ordine di trasferirsi in Germania, dove incontrò Elvis), è verosimilmente il luogo perfetto per proiettare per la prima volta questo film, in cui si parla di un artista del calibro di Elvis Presley.
Quali sono state le influenze su Elvis? Chi erano le persone che lo circondavano quando era bambino e che lo hanno aiutato a sviluppare quel sound?
Con assoluta carta bianca nell'accesso agli archivi, inclusi migliaia di fotogrammi ed oltre 6.000 registrazioni, il regista Thom Zimny è entrato nel profondo della storia personale della musica di Elvis. 
Nel secondo film, in particolare, è inclusa una registrazione inedita, un'incisione di Gladys, la mamma di Elvis.
"Stavo inseguendo tutti quei particolari persi, perchè disegnano una versione di Elvis molto più complessa di quella che abbiamo conosciuto fino ad ora. Priscilla mi ha fatto conoscere un lato di lui che non avevo mai visto in altri film o libri.  Ho ascoltato la sua frustrazione nei confronti della sua carriera, ed anche la sua frustrazione come persona che amava la musica e la forza distruttiva che gli faceva fare quei film. Penso che, se c'è una qualche tragedia in questi due film, è rendersi conto che Elvis, come artista, è stato soffocato".
Il regista, Thom Zimny, ha deciso di non includere nessuna immagine delle interviste fatte per il documentario, ma di concertrarsi unicamente su filmati e foto di archivio, inserendo una voce narrante fuori campo.
"Volevo che il film fosse una specie di sogno, in cui si vede Elvis in filmini super-8, in cui lo spazio di Graceland diventa un personaggio e si sentono queste voci - la voce di Elvis o le voci delle persone che hanno trascorso del tempo con lui. Volevo che le voci dessero un'idea di musica, e volevo essere in grado di giocare con le immagini e le idee". 
Non è un concetto facile da capire, spiegato così. E' necessario vedere il documentario, per capire cosa vuole comunicare il regista con questa modalità di costruzione del film.
Il documentario, inoltre, esplora molto di più dei grandi successi di Elvis Presley: registrazioni ed esibizioni poco conosciute, come anche le radici gospel di Elvis, vengono messe in luce.
David Porter, cittadino di Memphis da sempre, ha visto Elvis trasformarsi da un semplice ragazzino che girava per i club di Beale Street in un talento immenso, influenzato dagli artisti neri, ma che manteneva il suo stile.
Il famoso compositore e produttore, in forza alla Stax Records, ha detto: "Elvis era fantastico. Non perchè tentava di ballare come Jackie Wilson, ma perchè si muoveva a modo suo, con una sua identità, che aveva lo stesso impatto di quello di Jackie Wilson che balla al Flamingo.
Quando una persona ha l'abilità di far provare emozioni agli altri, basandosi sulla sua capacità creativa, quello è un colpo di genio, un colpo di creatività, e non tutti gli artisti hanno la capacità di cercare nel loro profondo per riuscirci. Ma quando si trovano quelli capaci di farlo, loro diventano i più grandi, come Michael Jackson, come James Brown, come Elvis Presley".

Source: austinchronicle.com