RECENSIONE CONCERTO ELVIS PRESLEY: ORLANDO, FLORIDA

DATA DEL CONCERTO: 15 Febbraio 1977
Luogo: Sports Stadium, Orlando, Florida
di Larry Bucking, Bill Dunn, Mark Hanebutt e Barbara Webb
Giornale: "Sentinel Star"
Pubblicato il 17 Febbraio 1977

"ELVIS: SCUOTE TUTTA ORLANDO"



Era l'intervallo.
Dodici agenti e quattro uomini muscolosi in camicia arancione, uno con un sorriso imbarazzato, hanno marciato verso la parte anteriore del palco.
Fu il primo segno che Elvis Presley stava per arrivare. Fu allora che le urla si fecero davvero forti.
Il numero di apertura, una banda di ottoni, aveva iniziato lo spettacolo alle 20:40, appena 20 minuti dopo che i funzionari dello Sports Stadium avevano annunciato che il concerto sarebbe iniziato in ritardo per accogliere i possessori di biglietti bloccati in un ingorgo lungo diversi chilometri della Highway 50.
E l'accompagnamento gospel, un appariscente quintetto maschile, aveva suscitato l'entusiasmo di una folla di 7.200 persone.
Ma nonostante le canzoni di riscaldamento prima dell'intervallo, la tensione si era accumulata mentre i fans di Elvis aspettavano il loro Elvis...e aspettavano.
In prima fila, Diane, 33 anni, che aveva lasciato il marito a casa con i due bambini ("A lui non piace Elvis") si è lanciata tre pillole in bocca ed ha deglutito a fatica. "Una è per i nervi, due sono per l'emicrania. Ho tentato di vedere Elvis due volte in passato. Una volta ho avuto il morbillo e la seconda volta ho avuto un terribile mal di testa. Sai, sarebbe stato brutto se mi avesse impedito di vederlo".
Dietro di lei, Susan, che ha 32 anni, è madre di quattro figli e che da bambina aveva i 45 giri di Elvis prima di possedere un giradischi, si è strappata le sopracciglia con le pinzette.
"Non sono riuscita ad avere un appuntamento con il mio parrucchiere prima di sabato e non sono riuscita a spostarlo", ha spiegato.
Vicino a lei, Sandy, 29 anni, ha risposto alle rimostranze del marito: "Mi trucco sempre così tanto quando usciamo, davvero".
Un addetto che portava un barattolo di Gatorade sul palco, è stato accolto da strilli e urla.
"Elvis beve Gatorade" ha ansimato una donna"; "E beve dalle tazze Pepsi!" ha aggiunto un amico.
Attraverso il sistema di amplificazione pubblica, una voce maschile profonda e rimbombante vendeva souvenir.
"Tutte le signore vogliono una spilla di Elvis" ha detto. "Ogni donna vuole una spilla di Elvis da indossare con orgoglio".
Agli stand dei souvenir c'erano gagliardetti di Elvis, magliette di Elvis, programmi di Elvis (28 immagini in ogni colore immaginabile) e binocoli da teatro - binocoli pieghevoli che alcuni venditori chiamavano Elvis Eyes (gli occhi di Elvis).
"C'erano i posti migliori che potevamo ottenere" ha detto Mary Schaeffer, di New Smyra Beach; a proposito dei peggiori posti a sedere della casa - due file sotto i tubi e gli infissi a soffitto nella parte posteriore, in alto a sinistra dello stadio: "Ma con questi binocoli, sarò in grado di vedere bene".
Lolly, che ha 36 anni, ha valutato un poster di Elvis che "Voce Profonda" aveva precedentemente descritto come "sembra quasi un dipinto ad olio".
"Cinque dollari! Oh, ma non ho cinque dollari" si è lamentata. "Ma posso tenerlo un po' prima che inizi lo spettacolo... e... e... guardarlo negli occhi?". 
Il rivenditore ha accettato.
"Spero che i suoi pantaloni si strappino, è quello che voglio" ha detto Anne, un insegnante di scuola superiore.
"Sono venuta per un bacio. Oh se solo potessi avere un bacio..." ha detto Karen, una casalinga. "Se non posso avere un bacio, una sciarpa andrà bene".
Molti sono venuti portando doni.
"Ho costruito una bambola per lui" ha detto Betty Orlikowski, tirando fuori da un sacchetto di carta marrone un'immagine della rock star alta un metro. "Ho copiato il costume da quello che indossava quando si è esibito a Lakeland lo scorso Settembre".
Ha sfregato il pollice sul costume di seta bianco e verde della bambola ed fissato le paillettes luccicanti. Una nota: "Sei bellissimo" penzolava da una corda attaccata a una delle mani della bambola.
"Ho solo 25 anni e lui era un po' in anticipo sui miei tempi, ma penso che abbia tantissimo sex appeal. Ho intenzione di fare un decoupage della porta della mia camera da letto con le sue fotografie. Stasera però, ho intenzione di lanciare la mia bambola fino a lui".
Ollie Sullivan, proprietario della Trailway Lounge, ha portato una registrazione di Paul Terry dei Trailwinders sperando in una critica da parte di Elvis.
Joyce Garrett, una associata di Lionnel's Hair Styling al Florida Center, ha portato un ingrandimento del suo biglietto da visita, per ricordare ad Elvis un annuncio che aveva pubblicato sui giornali di Memphis offrendo a "The Pelvis" un taglio di capelli gratuito.
Ha rivolto il suo appello al comico Jackie Kahane, un attore che fa numeri di riscaldamento ai concerti di Elvis, il quale si trovava in piedi, accanto ai posti in prima fila della signora Garrett, per riscaldarsi.
"Fa freddo là dietro" ha detto lui, indicando il telone strappato che separava l'umido esterno dall'umido interno dello stadio.
"La domanda su Elvis che ricevo di più? Com'è veramente. Beh, legge molto... E' un ragazzo dannatamente brillante. E' una vita da eremita la sua... No, non si è risposato, ma questa è la sua vita privata, ed è molto privata".
"Anche far parte dell'orchestra di supporto di Elvis non garantisce di diventare amici intimi della star",
ha detto Mike Slusher, un ex residente di Merritt Island.
"Lui (Elvis) è molto riservato. Nessuno dei musicisti gli è davvero vicino" ha detto Slusher, un trombonista che ha viaggiato con i concerti di Elvis da Luglio.
Dal momento che non ha avuto modo di conoscere Elvis, trova difficile rispondere alle domande dei fans; infatti, tutte le domande sulla star sono l'unica cosa che trova irritante del suo lavoro.
Gli piace incontrare i fans; quelli che non gli piacciono sono quelli che "esagerano davvero, le persone che ti infastidiscono per tutto il tempo volendo sapere di Elvis".
Bill Morris, un detective del Dipartimento dello Sceriffo della Contea di Orange, ha detto che 19 uomini sono stati assegnati al palco.
I funzionari si sono concentrati sulla strategia, sembrando allenatori di calcio di fronte ad una decisione critica.
"Possiamo spegnere le luci" ha detto Voce Profonda, accolta da un ruggito che trafisse le orecchie come il colpo di un Whisperjet.
Le note del tema di "2001: Odissea nello spazio" hanno iniziato a farsi sentire e sono andate crescendo sempre di più. Il Re è uscito, in ritardo come sempre. Erano le 22:10.
Non era lo stesso Elvis che le persone degli anni '50 avevano conosciuto, ma una versione più pesante e pelosa.
I suoi capelli nero corvino riposavano sul colletto alto. Alcuni riccioli ribelli erano caduti dall'altra parte, poi di nuovo indietro.
I fans impazzivano in piedi, battendo le mani, gridando, fischiando.
Gli anelli di diamanti gocciolavano scintillii dalle mani di Elvis, scintillii abbastanza luminosi da mettere in ombra le paillettes sul suo costume. I suoi pantaloni e la giacca bianchi con disegni selvaggi Navaho. Alla fine, sembrava fosse stato collegato a una presa elettrica a muro.
La folla continuava ad urlare.
Ha voltato le spalle al pubblico, si è avviato verso la sua orchestra. Qualcuno lo ha aiutato con la sua chitarra e gli ha avvolto una sciarpa intorno al collo. Una dozzina di membri del coro, seduti alla sua sinistra, avevano gli occhi spalancati mentre sorridevano.
Si è girato, si è avvicinato al microfono argentato, al centro della scena, ha lanciato uno sguardo con la coda dell'occhio e:
"MY HANDS ARE SHAKING AND MY KNEES ARE WEAK..."
La sua gamba sinistra stava pompando il palco, una mano destra stava pugnalando l'aria. Improvvisamente ha afferrato il microfono. Ha fatto una smorfia. I sei riflettori continuavano a perforargli il viso. Quel classico sguardo di tormento. Ha alzato le labbra, scoprendo i denti. Stava per urlare. Ma prima ha lanciato i suoi fianchi di sei pollici a destra.
"Mio Dio" ha urlato qualcuno ed i fans si sono alzati urlando più forte.
Si è voltato a sinistra e di nuovo le mani erano in aria.
Si è sforzato, sollevando una gamba, scuotendo il collo e, finalmente, la canzone era finita. Ma le urla continuavano.
"Sono un cane peloso" ha borbottato la rockstar di 42 anni. "Qualcuno ha una spazzola per capelli?".
A causa del rumore, la richiesta non è andata oltre le prime file.
Ma ora altri regali stavano volando verso il palco. Regali di mogli di mezza età sposate con camionisti di mezza età. Regali di donne in rosso intenso e acconciature ad alveare. Tutte lanciavano cappelli, fiori, lettere e "ELLLLVIIIISSS, PRENDIMI ELLLVIIIS".
Il re si è fatto strada attraverso il palco, godendosi la sua fama, giocandoci.
Ha girato i fianchi, poi ha guardato i fans esplodere in delirio. Si è voltato nuovamente ed ha guardato di nuovo. Poi ha sorriso, poi ha sogghignato.
Il corpo era costretto dove un tempo era sensuale. Ha cercato di truccare con gli occhi ciò che non aveva più nel bacino. Ma i fans hanno adorato tutto; lo stadio ha iniziato a tremare.
A metà del palco si è chinato ed ha preso la bambola dalle braccia tese di Betty Orlikowski, l'ha fissata come se fosse incredulo, l'ha mostrata al pubblico, poi l'ha abbracciata, portandola vicino al suo cuore mentre guardava Betty Orlikowski, la ragazza in blu jeans e giacca di pelle.
Betty Orlikowski è tornata al suo posto, sorridendo.
Il re si è voltato ed ha bevuto casualmente qualche sorso di Gatorade, poi:
"You ain't nothin' but a hound dog ... cryin' all the time..."
Era partito nuovamente, ondeggiando, sussultando, girando. Alla fine della canzone, ha tirato fuori la chitarra, accoltellando un nemico invisibile in piedi alla sua sinistra, poi ha tirato indietro la chitarra e l'ha lanciata all'indietro nelle mani in attesa di un altro membro del gruppo.
Lo stadio è esploso in uno scontro a fuoco fatto di flash.
"Grazie, signore e signori. Grazie. Grazie mille...".
Il sudore gli rigava il viso. I suoi capelli erano bagnati. Si è asciugato lentamente il viso con la lunga sciarpa di seta bianca che aveva intorno al collo. Poi l'ha lasciata cadere tra cento mani a bordo del palco.
Ci sono state urla e spintoni, finché una donna è riuscita ad avere il prezioso premio tutto per sé. L'ha infilato nella borsa per proteggerlo. I suoi occhi erano sospettosi verso le altre donne intorno a lei. Le suoi rivali stavano guardando, aspettando che lei facesse una mossa sbagliata, aspettando che la lasciasse cadere.
Il "Pelvis" è tornato sul palco lasciando cadere altre sciarpe, una dozzina, due dozzine.
Due coppie sedute una accanto all'altra nella seconda fila ne hanno afferrata una e poi si sono rifiutate di rinunciare al tiro alla fune. Un vicesceriffo ha finalmente tagliato la sciarpa in due con il suo coltellino tascabile per evitare una rissa.
Ma Elvis si era già girato sorridendo, indifferente al fatto che la gente stesse spingendo gli agenti dello sceriffo lungo i corridoi per arrivare alle sciarpe. Stava cantando di nuovo. Molte altre canzoni.
Almeno due volte il suo tempismo non è stato preciso ed ha dovuto fermare l'orchestra e ricominciare da capo. "Errore mio, errore mio" ha detto Elvis.
Poi il colpo finale.
"...and I can't help falling in love with yoooouuuuu".
Ha versato parole nel microfono, parole come acqua fresca ad un pubblico arido. I suoi occhi erano chiusi. Sembrava sul punto di addormentarsi. Era sfinito.
E poi c'era quella faccia da bambino, quel viso paffuto con le guance color prugna. Le donne piangevano. Un ginocchio fuori; un braccio che si alzava mentre la canzone cresceva, testa indietro, microfono, il finale, la fine, era finita, finita.
I fans urlavano, piangevano. In centinaia si stavano spingendo verso il palco. Le sedie pieghevoli crollavano a terra.
"Buon Dio", esclamò una donna, "lui è il Re e non sono riuscita nemmeno a toccare la sua sciarpa. Se solo l'avessi toccata...."