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A tale riguardo, l'autore ha rilasciato una breve intervista al reporter di Publishers Weekly per spiegare i retroscena del libro che lo ha visto impegnato per moltissimo tempo e che a breve leggeremo.
Come è nato questo libro?
Ci sono voluti 30 anni per realizzarlo, da quando io e mia moglie abbiamo avuto accesso agli archivi di Elvis, dove ho scoperto questa vasta collezione di lettere e altro materiale del Colonnello Tom Parker. Non appena ho visto le lettere, ho capito che il Colonnello che si traspariva in esse era molto brillante, molto divertente, molto intraprendente ed assolutamente dedito agli interessi del suo artista, dal modo in cui si riferiva al suo cliente e dal al legame tra loro. Ho avuto la sensazione che abbia avuto un trattamento molto negativo dalla storia e questo è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni. Dopo aver avuto accesso alle lettere del Colonnello, ho desiderato, più di ogni altra cosa, restituirgli il suo vero posto nella storia.
Quali erano i suoi punti di forza e di debolezza come manager?
Il suo punto di forza più grande era la sua dedizione ai suoi artisti: si dedicava al 110% agli interessi dei suoi artisti, si impegnava ad offrire loro ogni opportunità di espressione creativa. La sua più grande debolezza derivava da un'infanzia che, a quanto pare, era stata profondamente traumatica e lo aveva portato a non avere fiducia nel prossimo. Riponeva tutta la sua fiducia in (cantante country) Eddy Arnold, e quando Arnold lo licenziò nel 1953, ne rimase assolutamente devastato; davvero non se l'aspettava.
Come ottenne il titolo di Colonnello Parker?
Ottenne due nomine: una dal governatore della Louisiana ed, in seguito, dal governatore del Tennessee, Frank Clement. Gli piaceva in un certo senso ottenere il rispetto della gente attraverso il titolo, ma lo considerava anche assolutamente ridicolo, e si definiva spesso un impostore. Con i suoi vecchi amici, rimaneva Tom, o "il tuo amico Tom".
Cosa vuoi che i lettori traggano dal tuo libro?
Vorrei che traessero l'immagine di una persona più unica che rara, che ha creato gran parte del modo in cui la musica pop è stata vissuta, e che lo ha fatto per amore e gioia in modo genuino. Nel suo rapporto con Elvis, trovarono un punto in comune: ognuno di loro, credo, aveva la visione di qualcosa di inesprimibile perché era la visione di qualcosa che non esisteva. Eppure, ognuno di loro credeva nel talento e nella dedizione dell'altro al punto da essere pronto a mettere da parte tutto il resto. Viaggiarono insieme per il mondo per 10 anni, con una fiducia assoluta l'uno nell'altro, e non fu una strada a senso unico. È il modo in cui quell'amore tramontò negli ultimi anni della loro relazione che, a mio avviso, conferisce alla storia una sfumatura tragica che non mi sarei mai aspettato di vedere.
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Source: Publisher's Weekly