RECENSIONE CONCERTO ELVIS PRESLEY: TEMPE, ARIZONA - 23 MARZO 1977

DATA CONCERTO: 23 Marzo 1977
Luogo: Arizona State University - Tempe, Arizona
ELVIS PORTA PELVIS ALLA A.S.U.
di Barbara Yost
Giornale: "The Phoenix Gazette"
Pubblicato il: 24 Marzo 1977 

Il 23 Marzo 1977 Elvis Presley ha iniziato il suo tour, esibendosi all'Arizona State University a Tempe, in Arizona. Le sue condizioni di salute non erano tra le migliori, visto che, alla fine del concerto, ha sussurrato a suo cugino Billy Smith: "Non credevi che ce la facessi, vero?!".
Malgrado i suoi timori iniziali, Billy ricorda che Elvis fece un concerto strepitoso.
Il giornale "The Phoenix Gazette", mediante la giornalista Barbara Yost, ha pubblicato una recensione di quello spettacolo.




Due dei lavori più difficili nel mondo dello spettacolo si trovano in un concerto di Elvis Presley. In primo luogo, c'è il comico, che deve uscire prima di Elvis, quando i fans stanno già iniziando a dimenarsi ed a controllare i loro orologi.
Alle ore 21.30 di una serata con Elvis, nessuno vuole ascoltare barzellette. Quindi Jack Kahane usa un trucco: non cerca di battere la folla, ma si unisce a loro, parlando del Re del rock'n'roll e raccontando barzellette ad Elvis ed agli adolescenti. E li conquista.
Il secondo lavoro più difficile è quello di un ragazzo che sta sempre insieme ad Elvis. Il suo lavoro è prendere la chitarra elettrica che Elvis getta sopra la sua spalla, quindi seguirlo avanti e indietro sul palco, schivando perle di sudore e rifornendo la scorta di sciarpe intorno al collo del re, mentre lancia i suoi doni fuori dal palco al mucchio di braccia dimenanti. Paragonato a quei due, Elvis ha gioco facile a salire sul palco per la milionesima volta dopo 25 anni dietro una chitarra.
(N.d.R.: la giornalista si riferisce evidentemente a Charlie Hodge).
Elvis Presley si è esibito per la milionesima volta ieri sera, davanti a fans ansimanti del Centro Attività dell'Arizona State University.
Sono venuti, alcuni di loro per la centesima volta, portando doni di fiori - un mazzo di crisantemi a forma di chitarra - e suoni di adulazione. Alcuni indossavano completi neri e stivali di pelle. Indossavano magliette con l'immagine di ELVIS con lustrini, mantelli e distintivi di Elvis ed avevano con sé sue fotografie.
È stata una lunga attesa fino all'arrivo del Re. Come se si stesse esibendo a Las Vegas, Elvis ha iniziato lo spettacolo in tarda serata, non arrivando sul palco fino alle 22.00.
A quel punto, i fans erano pronti, e mentre l'orchestra di supporto si addentrava in "2001: Space Odyssey", la folla ha iniziato ad alzarsi in piedi e strillare, sforzandosi di catturare il primo sguardo.
Si è esibito, come al solito, in una tuta bianca splendente, con un sole dorato e blasonato sul petto. Ha sbattuto le palpebre un paio di volte, gli occhi sprofondati nella carne e vagamente distanti, ed ha iniziato con "C.C. Rider".
Mentre i fans cominciavano a riversarsi verso le luci della ribalta, Elvis, con il suo torace possente, si muoveva avanti e indietro, sorridendo ai volti, chinandosi per stringere una mano o per lanciare una sciarpa. E proprio alle sue calcagna stava il suo fornitore di sciarpe, al lavoro. Ogni volta che gli uscieri dell'A.S.U. distoglievano lo sguardo per un momento, la folla ne approfittava, lanciando fiori, protendendosi in avanti con animali di pezza. Uno, un gioviale Topolino in tuta rossa a quadri con un biglietto appuntato all'orecchio, non è mai arrivato nelle mani di Elvis.
Ah, ma fortunati coloro che sono riusciti ad afferrare una sciarpa che cadeva, bagnata dal sudore dell'uomo! C'è stato più di un battibecco per una stoffa colorata della grandezza di due piedi.
Le sue scelte sono state prevedibili: "Jailhouse Rock", "Hound Dog", "It's Now Or Never", "Little Sister", "Teddy Bear", "Don't Be Cruel" ed il consueto finale "Can't Help Falling in Love". Se il suo corpo è diventato un po' muscoloso, la sua voce è snella e dolce come sempre.
Mentre Elvis scandiva ogni canzone e sorseggiava Gatorade, ci si chiedeva quante altre volte potesse salire sul palco e cantare "Hound Dog", afferrare mani, lanciare sciarpe e guidare con gli occhi i suoi coristi. Ma, naturalmente, la risposta è ovvia: finché i fans verranno per la loro centesima volta e spenderanno soldi in cimeli, chitarre di crisantemi e Topolino sorridenti. E finché i suoi concerti faranno il tutto esaurito.