RECENSIONE CONCERTO ELVIS PRESLEY: CHICAGO, ILLINOIS - 01 MAGGIO 1977

Data Concerto: 01 Maggio 1977
Luogo: Chicago Stadium, Chicago - Illinois
Giornale: "The Chicago Tribune"
di: Lynn Van Matre
Pubblicato il 02 Maggio 1977

FRAMMENTI DI VECCHIE CANZONI E POCHE NUOVE: QUESTO E' ELVIS



Per qualcuno apparentemente dedito alla filosofia del "meno è meglio" quando si tratta di esibizioni (per non parlare di curiosità personali), Elvis Presley si è presentato spesso ultimamente a Chicago. Nemmeno sei mesi dopo che i suoi stivali bianchi hanno camminato sul palco dello stadio lo scorso autunno, Presley è tornato per uno spettacolo Domenica sera, con un altro concerto programmato per Lunedì.
"Come mai?" ho chiesto ad alta voce un paio di settimane fa al promotore dello spettacolo, "Elvis sta tornando di nuovo così presto? Entrambi gli spettacoli sono esauriti, non è vero?" è stata la risposta abbastanza ragionevole - finanziariamente parlando, si intende.
Il motivo per cui Elvis stava tornando, si è capito. Il motivo per cui gli spettacoli hanno fatto il tutto esaurito è un po' più difficile da comprendere.
Sicuramente tutti coloro che sentono una curiosità verso l'uomo che ha fatto così tanto per la causa del rock 'n' roll 20 anni fa, hanno avuto la possibilità di vedere Elvis; e le persone che, in realtà, erano abbastanza grandi da ballare insieme ad Elvis quando tutto stava accadendo, avrebbero dovuto vederlo. Pensavo che vederlo fosse leggermente deprimente in questo periodo.
Eppure, Elvis continua ad essere una sorta di monumento nazionale alla musica, come il Monte Rushmore o qualcosa del genere, tranne per il fatto che il Monte Rushmore non ingrassa e non ci sono voci che circolano sul fatto che i tratti che lo abbelliscono abbiano subito dei recenti lifting.
Ma per quanto riguarda lo spettacolo, Presley e il Rush sono allo stesso livello.
Non c'è niente di sbagliato nella nostalgia; le leggende viventi possono essere divertenti. Vedere Presley lo scorso autunno è stato divertente.
Per coloro che lo hanno visto per la prima volta Domenica sera al Chicago Stadium, la possibilità di mettere effettivamente gli occhi sul cantante in carne ed ossa - ma non obeso come vorrebbe far credere quell'articolo del National Enquirer - con un bel costume di scena, era sufficiente per sviare il fatto che Elvis non ha davvero messo in scena uno spettacolo così grandioso.
Per le persone che lo hanno visto per la seconda volta in sei mesi, o almeno per la sottoscritta, è stato tristemente impossibile non notare che Elvis non riesce a mettere in piedi un concerto degno di nota.
Era fondamentalmente, se non quasi esattamente, una replica dell'ultimo concerto di Presley fatto qui: frammenti di vecchie canzoni, poche nuove, alcuni borbottii, una sfilza di sciarpe lanciate a fans appassionati.
C'è stata un'ora di numeri di riscaldamento, incluso un gruppo gospel tutt'altro che paradisiaco, con un componente che cantava "Swing Low Sweet Chariot" alla maniera di una rana, il comico Jackie Culhane, che ha raccontato le sue barzellette sulla marijuana, "i giovani", tormentando le donne e le autiste dei sedili posteriori (anch'esse donne) e le "Sweet Inspirations", tre cantanti soul femminili, che hanno saputo fare dell'intrattenimento genuino. Poi sono arrivati ​​50 minuti di intervallo, seguiti da un'ora scarsa di Elvis.
Supportato da una piccola band, sezione di fiati e coro, Presley ha iniziato con "C.C. Rider", ha continuato con "I Got A Woman", e poi è passato alla parte "Ho una sciarpa".
Gran parte dello spettacolo, infatti, è occupato da un membro dell'entourage di Elvis, ossia l'uomo che si occupa di acqua e sciarpe, che mette un pezzo di cravatta al collo di Presley. Poi Elvis lo lancia al pubblico. Mentre lo fa canta canzoni, o parti di canzoni - "Jailhouse Rock", "Teddy Bear" e altri brani del passato.
Occasionalmente tenta anche un lieve movimento dell'anca o quello che potrebbe essere, presumo, un piccolo tremore pelvico e un po' di risatine.
Come Mick Jagger, Presley molto tempo fa si è trasformato in una sorta di auto-parodia, anche se invece di enfatizzare i movimenti che lo hanno reso famoso, Presley li usa raramente. Forse sa quanto sembrano sciocchi, almeno per il modo in cui sono presentati.
Di tanto in tanto, le scintille vocali si fanno ancora sentire. Elvis scavava in profondità ed il timbro suonava vero nella sua voce e la mente tornava col pensiero a come era una volta, nei primi dischi. Ma il brivido se n'è andato da un po' di tempo ormai.
Fondamentalmente, un concerto di Presley equivale ad Elvis che scherza sul palco, la folla lo vede e lo sente e per molte persone, grazie ai sogni che hanno portato con sé, è sufficiente. Quelli senza ricordi potrebbero trovare la performance meno che memorabile.