domenica 15 aprile 2018

DAVID PORTER - DOCUMENTARIO "ELVIS PRESLEY: THE SEARCHER"

La leggenda della musica soul David Porter parla del documentario "Elvis Presley: The Searcher".

"Elvis Presley era un ragazzo di Tupelo, che è cresciuto per diventare la più grande star della musica.
Durante il suo percorso, ha assorbito un certo numero di influenze, creando un sound rivoluzionario durante tutta la sua vita, fatta di ricerca di auto-espressione.

Il documentario "Elvis Presley: The Searcher" (che ha debuttato il 14 Aprile 2018 sul canale HBO) segue il suo viaggio creativo, dalla sua infanzia fino all'ultima session di registrazione del 1976 nella Jungle Room di Graceland, 
Il documentario presenta bellissimi filmati dall'interno di Graceland ed oltre 20 nuove interviste con musicisti, produttori, registi ed altri artisti che hanno conosciuto Elvis Presley o che sono stati profondamente influenzati da lui. Inoltre si potranno vedere fotografie e filmati inediti da collezioni private provenienti da tutto il mondo".

David Porter, leggenda della musica soul, originario di Memphis, co-autore di successi come "Soul Man",  ha rilasciato una breve intervista per esprimere i suoi pensieri su Elvis Presley.
Tu eri un adolescente quando Elvis è diventato una star. Quale è stata la tua impressione iniziale?
Lui era un ragazzo bianco che negli anni '50, girava per Beale Street, che imparava dai giganti della musica nera come Roy Hamilton, Jackie Wilson ed altri. Lui era diverso, interessante, ma non qualcosa di cui sentivi la magnificenza all'inizio, non finchè si è sentito Dewey Phillips far suonare il disco "That's All Right" nel suo show radiofonico "Red, Hot & Blue".
Sentire quello che stava facendo, cantare la musica nera con una confidenza ed una tale unicità, ha fatto dire a me e ad altri talenti afro-americani: "Questo ragazzo ha qualcosa". Ed infatti ce l'aveva!

Hai visto inizialmente le sue cover r'n'b come una forma di rispetto oppure come una debole copia dell'originale, adatta per un pubblico bianco? Cosa pensavano di lui i tuoi amici musicisti?
Pensavamo che, forse, stava aprendo un mercato che non era ancora stato aperto completamente alla musica nera, stava abbattendo barriere per un maggiore apprezzamento nei confronti della musica nera rispetto a come era stato fino a quel momento.
Ha aperto porte per artisti come Chuck Berry, Little Richard, Fats Domino, Brook Benton e moltissimi altri. Lui non era Pat Boone, perchè lui stava esprimendo in modo sublime le canzoni con un tocco r'n'b, mostrando quello che era la musica nera secondo la sua prospettiva.
Anche se non era coscientemente lo scopo di Elvis abbattere confini per il suo pubblico, sembra sia stato proprio quello che ha fatto.
Quello che Elvis ha fatto per me è stato cementare nella mia mente il grande potenziale della musica r'n'b e soul. La credibilità che ha acquisito, indipendentemente dal fatto che l'abbia vista in quel modo oppure no, non ha importanza, perchè questo è stato il reale risultato.

C'è un comune denominatore che passa attraverso la grande musica di Memphis? Elvis e Otis Redding devono aver condiviso lo stesso DNA musicale.
Il comune denominatore che passa attraverso la grande musica di Memphis è il legame di emozioni. Non puoi fare a meno di percepire la passione, la sofferenza, la gioia che arriva quando veri artisti di Memphis mettono le loro verità dentro alle canzoni che stanno cantando. Quel fattore arriva solo attraverso i grandi artisti.

C'è qualche canzone delle tue, in particolare, che avresti voluto vedergli cantare? Elvis avrebbe potuto fare un grande lavoro con "When Something Is Wrong With My Baby".

"When Something Is Wrong With My Baby" è una. La seconda è "You Got Me Hummin'".

Cosa hai appreso dal film a livello personale?
Questo documentario dà l'immagine completa della persona, la sua grandezza, alcuni dei suoi segreti, alcuni dei suoi alti e dei suoi bassi ed un'abbondanza della sua forza.