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mercoledì 10 settembre 2025

INTERVISTA A BAZ LUHRMANN - EPiC: ELVIS PRESLEY IN CONCERT

Poche ore prima del debutto al Toronto International Film Festival del suo nuovo film "EPiC: Elvis Presley In Concert", Baz Luhrmann ha rilasciato un'intervista al giornalista Mike Fleming Jr del sito Deadline.com, in cui ha raccontato la sua esperienza nel mondo di Elvis Presley e nella realizzazione dei due film che, nell'arco di 3 anni, hanno portato Elvis sul grande schermo per due volte.



Sul sito si legge:
È difficile scrollarsi di dosso Elvis Presley una volta immersi nella vita e nella musica del Re. La star di "ELVIS", Austin Butler, ha impiegato un'eternità per perdere la cadenza vocale e le movenze di Presley. Anche il regista del film, Baz Luhrmann, non è stato immune. Ha ampliato le sue conoscenze relative ad Elvis per realizzare "EPiC : Elvis Presley in Concert", un film in parte concerto ed in parte documentario, con filmati perduti e restaurati in modo impeccabile, risalenti ai suoi ingaggi degli anni '70 a Las Vegas, che sarà una gioia per i fans di Elvis e dissiperà l'idea che il cantante fosse semplicemente una caricatura gonfia e l'ombra del giovane che ha cambiato per sempre la musica.
C'è un dialogo giocoso che percorre tutto il film, sul fatto che Presley dovesse essere odiato o amato, e se sapesse davvero cantare. L'ostinata indagine di Luhrmann sui filmati perduti e sulle voci restaurate risolve quest'ultima questione nel modo più convincente.

DEADLINE: Prima di farti notare la tua incapacità di lasciar andare Elvis Presley, volevo dirti qualcosa sul prossimo film epico, il dramma su Giovanna d'Arco, "Jehanne d'Arc" .
Deadline ha rivelato che hai trovato la tua eroina in Isla Johnston (La regina degli Scacchi ), ma ho sentito dire che potresti posticipare l'inizio e pubblicare alcune scene che ti eri assicurato in Australia. C'è un ritardo?  
LUHRMANN:
 È il solito dare e avere. C'è un motivo per cui spesso mi ci vogliono 10 anni per girare un film. In parte perché mi occupo del linguaggio visivo, della musica e di tutto il resto. Rispetto il modo in cui gli altri fanno film, ma la gente gira.
E nel bene e nel male, non ho intenzione di mettermi fretta. Ho l'idea, la descrivo, mi occupo del linguaggio visivo e della musica, mi occupo di tutta la politica con gli studi, scelgo il cast.
Una volta mi sono trovato in quella questione razziale, quando avevo preso Leonardo Di Caprio per "Alexander", ho cercato di andare avanti, ma ho scoperto che non era per me. Oliver Stone era davvero ossessionato dallo stesso argomento ed ha spinto la sua produzione. Io avevo delle questioni personali e familiari. Rispetto il modo in cui sono gli altri, ma farò le cose a modo mio.

DEADLINE: Questa è una novità per te: arrivare al TIFF con un titolo in fase di acquisizione. Mi hai fatto dare una sbirciatina a "EPiC: Elvis Presley in Concert".
Pensavo che, una volta emerso dai momenti rivoluzionari che hai descritto, mentre diventava una persona che sapeva affrontare i rischi e che ha ispirato così tanti ragazzi a diventare musicisti, fosse andato a Las Vegas e si fosse trasformato in una caricatura dentro una jumpsuit. Mi correggo: era un duro che sapeva davvero cantare, da quello che hai mostrato.
LUHRMANN:
 Sono contento che questa sia la tua conclusione più viscerale o immediata, Mike. Da bambino, ero sicuramente un fan di Elvis, lo adoravo. Ma poi sono passato a Bowie, Elton John e gente del genere. Vivevo in una piccola città di campagna. Bowie faceva paura. Gli Stones ed i Beatles, ovviamente, e poi anche Bachman-Turner Overdrive, i Tijuana Brass e l'opera.
Papà aveva un registratore a bobine che aveva portato dalla guerra del Vietnam ed io sono stato esposto ad ogni genere di musica, ma girando il film, mi sono ricordato di quanto Elvis fosse nella mia mente come ispirazione.
Il motivo per cui ho scelto Elvis come soggetto è stato perché, come tela, rifletteva davvero il viaggio dell'America negli anni '50 e oltre. Ho ancora difficoltà a spiegare ai giovani di oggi, o persino al pubblico, quanto Elvis facesse paura alla generazione precedente, che era tornata a casa dalla guerra e non voleva più rumore o battaglie. Volevano trasferirsi in periferia e vivere il "Dick Van Dyke Show".

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lunedì 25 ottobre 2021

INTERVISTA A RONNIE TUTT

Ronnie Tutt, componente della TCB Band e batterista di Elvis Presley dal 1969 al 1977, è salito al Cielo il 16 Ottobre 2021, all'età di 83 anni.
Lo vogliamo ricordare con questa intervista, rilasciata molti anni fa, ma sicuramente molto interessante per tutti i fans.
Nel mese di Luglio del lontano 2002, Ronnie Tutt era ancora in piena attività e collaborava con artisti del calibro di Neil Diamond ed Elvis Costello. Proprio durante un tour con Neil Diamond in Scozia, gli è stata fatta questa lunga intervista dal Fan Club di Glasgow.
Hai mai incontrato Elvis prima del 1969? Credo di aver letto da qualche parte che siete apparsi entrambi sullo stesso manifesto. È corretto?
Sì, l'ho incontrato. Con la prima band con cui suonavo durante il mio ultimo anno di scuola superiore, ci siamo esibiti per l'equivalente texano del Louisiana Hayride e del Grand Ol' Opry in Tennessee. Si chiamava The North Side Jamboree e si faceva il Sabato sera; era una trasmissione in diretta ed io ero nella band del programma. La prima band con cui ho iniziato a lavorare è stata una grande band Western Swing.
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lunedì 23 luglio 2018

INTERVISTA A JERRY LEIBER & MIKE STOLLER

Jerry Leiber ed il suo socio Mike Stoller hanno composto canzoni di successo per molti artisti, iniziando nel 1952.Tra questi c'è anche il nostro Elvis Presley.
Tra le canzoni del duo Leiber / Stoller che Elvis ha inciso ci sono:
"Baby, I Don't Care", “Don't", "Hound Dog", "Jailhouse Rock", "Just Tell Her Jim Said Hello", "King Creole", "Little Egypt", "Love Me", "Loving You", "Santa Claus Is Back in Town", "Saved", "She's Not You", "Treat Me Nice" and "Trouble".
Jerry Leiber è deceduto il 22 Agosto 2011, mentre Mike Stoller è ancora tra di noi.
Mike Stoller è apparso anche nel film "Jailhouse Rock" nel 1957, insieme ad Elvis Presley, mentre suona il pianoforte per la band di Vince Everett (il personaggio interpretato da Elvis).
Inizialmente doveva essere Jerry Leiber ad interpretare quella parte.
Ken Sharp, autore del libro "Writing For The King", ha intervistato i due autori nel 2006. Clicca qui per leggere cosa gli hanno raccontato su Elvis Presley, il rapporto con il Colonnello Parker e la loro musica. 

domenica 15 aprile 2018

DAVID PORTER - DOCUMENTARIO "ELVIS PRESLEY: THE SEARCHER"

La leggenda della musica soul David Porter parla del documentario "Elvis Presley: The Searcher".

"Elvis Presley era un ragazzo di Tupelo, che è cresciuto per diventare la più grande star della musica.
Durante il suo percorso, ha assorbito un certo numero di influenze, creando un sound rivoluzionario durante tutta la sua vita, fatta di ricerca di auto-espressione.

Il documentario "Elvis Presley: The Searcher" (che ha debuttato il 14 Aprile 2018 sul canale HBO) segue il suo viaggio creativo, dalla sua infanzia fino all'ultima session di registrazione del 1976 nella Jungle Room di Graceland, 
Il documentario presenta bellissimi filmati dall'interno di Graceland ed oltre 20 nuove interviste con musicisti, produttori, registi ed altri artisti che hanno conosciuto Elvis Presley o che sono stati profondamente influenzati da lui. Inoltre si potranno vedere fotografie e filmati inediti da collezioni private provenienti da tutto il mondo".

David Porter, leggenda della musica soul, originario di Memphis, co-autore di successi come "Soul Man",  ha rilasciato una breve intervista per esprimere i suoi pensieri su Elvis Presley.
Tu eri un adolescente quando Elvis è diventato una star. Quale è stata la tua impressione iniziale?
Lui era un ragazzo bianco che negli anni '50, girava per Beale Street, che imparava dai giganti della musica nera come Roy Hamilton, Jackie Wilson ed altri. Lui era diverso, interessante, ma non qualcosa di cui sentivi la magnificenza all'inizio, non finchè si è sentito Dewey Phillips far suonare il disco "That's All Right" nel suo show radiofonico "Red, Hot & Blue".
Sentire quello che stava facendo, cantare la musica nera con una confidenza ed una tale unicità, ha fatto dire a me e ad altri talenti afro-americani: "Questo ragazzo ha qualcosa". Ed infatti ce l'aveva!

Hai visto inizialmente le sue cover r'n'b come una forma di rispetto oppure come una debole copia dell'originale, adatta per un pubblico bianco? Cosa pensavano di lui i tuoi amici musicisti?
Pensavamo che, forse, stava aprendo un mercato che non era ancora stato aperto completamente alla musica nera, stava abbattendo barriere per un maggiore apprezzamento nei confronti della musica nera rispetto a come era stato fino a quel momento.
Ha aperto porte per artisti come Chuck Berry, Little Richard, Fats Domino, Brook Benton e moltissimi altri. Lui non era Pat Boone, perchè lui stava esprimendo in modo sublime le canzoni con un tocco r'n'b, mostrando quello che era la musica nera secondo la sua prospettiva.
Anche se non era coscientemente lo scopo di Elvis abbattere confini per il suo pubblico, sembra sia stato proprio quello che ha fatto.
Quello che Elvis ha fatto per me è stato cementare nella mia mente il grande potenziale della musica r'n'b e soul. La credibilità che ha acquisito, indipendentemente dal fatto che l'abbia vista in quel modo oppure no, non ha importanza, perchè questo è stato il reale risultato.

C'è un comune denominatore che passa attraverso la grande musica di Memphis? Elvis e Otis Redding devono aver condiviso lo stesso DNA musicale.
Il comune denominatore che passa attraverso la grande musica di Memphis è il legame di emozioni. Non puoi fare a meno di percepire la passione, la sofferenza, la gioia che arriva quando veri artisti di Memphis mettono le loro verità dentro alle canzoni che stanno cantando. Quel fattore arriva solo attraverso i grandi artisti.

C'è qualche canzone delle tue, in particolare, che avresti voluto vedergli cantare? Elvis avrebbe potuto fare un grande lavoro con "When Something Is Wrong With My Baby".

"When Something Is Wrong With My Baby" è una. La seconda è "You Got Me Hummin'".

Cosa hai appreso dal film a livello personale?
Questo documentario dà l'immagine completa della persona, la sua grandezza, alcuni dei suoi segreti, alcuni dei suoi alti e dei suoi bassi ed un'abbondanza della sua forza.

giovedì 12 aprile 2018

INTERVISTA A PRISCILLA PRESLEY E ALTRI AUTORI "ELVIS PRESLEY: THE SEARCHER"

INTERVISTA 09 APRILE 2018

"Voglio essere in grado di raggiungere e sentire tutto quello che viviamo come esseri umani" - ELVIS PRESLEY.

Mentre il 09 Aprile i giornali di tutto il mondo davano notizie false riguardo la morte di Elvis Presley e le dichiarazioni di Priscilla Presley, lei, insieme ad altri autori, rilasciava questa intervista per promuovere il documentario "Elvis Presley: The Searcher", che sarà trasmesso sul canale HBO il 14 Aprile 2018.
Elvis Preslsey non solo impressionava il suo pubblico, ma aveva un impatto sismico sulla musica, specialmente sul rock'n'roll.
"Se non ci fosse stato Elvis, non sarebbero esistiti i Beatles" ha detto una volta John Lennon.

DAVID PORTER: Il legame artistico ed emotivo che c'era su quella strada era potentissimo. Se aspiravi ad entrare nel mondo della musica, ti dava il senso di bisogno di metterci l'anima in tutto quello che facevi. Elvis ha assorbito tutto questo e l'ha reso parte della sua personalità. Ed ha anche preso quello che sentiva per la comunità e quello che i club musicali gli davano, unendolo, dentro di sè, a quello che era già naturalmente istintivo in lui. 
Continua a leggere l'intervista...

mercoledì 4 aprile 2018

INTERVISTA A PRISCILLA PRESLEY & THOM ZIMNY - DOCUMENTARIO "THE SEARCHER"

Un paio di giorni fa, Priscilla Presley e Thom Zimny hanno presenziato al canale TV Channel-Guide ed hanno parlato del documentario "Elvis Presley: The Searcher".

Iniziamo con quello che voi sapete di Elvis. Come "Hound Dog" e "Blue Suede Shoes". Il soprannome "The Pelvis" crea collegamento con il debutto all'Ed Sullivan Show.
Durante il periodo militare, ha conosciuto una giovane ragazza di nome Priscilla. I film ed il trionfo dello special TV del 1968. Ed i tabloid infiniti che ne sono seguiti, anche dopo la sua morte nel 1977 a 42 anni.
Ma voi sapete perchè Elvis si muoveva nel modo in cui si muoveva? Sceglieva quelle canzoni da cantare? Soffriva così tanto sotto il peso della fama che lui stesso aveva creato?
Priscilla e pochi altri lo sapevano.
Tre anni fa, l'ex signora Presley e l'amico di una vita Jerry Schilling hanno dato vita ad un progetto musicale che rivelerebbe finalmente un nuovo Elvis anche ai fans più affezionati...
Continua a leggere l'intervista! 

lunedì 12 marzo 2018

E' MORTA DONNA BUTTERWORTH - INTERVISTA

Donna Butterworth, che all'età di 10 anni ha lavorato con Elvis Presley nel film "Paradise Hawaiian Style", è morta il 06 Marzo 2018 all'età di 62 anni, dopo una lunga malattia.
In questa intervista, Donna racconta il periodo di 4 mesi trascorso insieme ad Elvis Presley durante le riprese del film e il suo rapporto con lui.


INTERVISTA A DONNA BUTTERWORTH
Puoi raccontarmi un po' di te, dove sei nata e cresciuta?
Molte persone pensano che sia nata alle Hawaii, ma non è così. Sono nata in Pennsylvania. Ho vissuto lì fino ai 3 anni, poi ci siamo trasferiti alle Hawaii.
Mio padre lavorava nel settore edilizio nel periodo del boom delle costruzioni alle Hawaii, così ci siamo trasferiti tutti e sono cresciuta là e poco dopo ho imparato a suonare l'ukulele. È così che è iniziata la mia carriera musicale. Le Hawaii erano un bel posto dove crescere e sono qui ancora oggi. Le Hawaii sono veramente un paradiso. Stanno diventando un po' affollate; non è più come era a quel tempo. Ma è ancora davvero un paradiso.
Clicca per continuare a leggere l'intervista...

mercoledì 14 febbraio 2018

INTERVISTA A BILLY SMITH

Nella ricostruzione di questo nuovo sito www.grazielvis.it in tutte le sue parti, oggi
abbiamo inserito L'INTERVISTA del 2006 a BILLY SMITH, cugino di Elvis Presley.
Ma, a differenza della versione precedente, postata 12 anni fa sul nostro forum, mancante di alcune parti, abbiamo inserito la VERSIONE INTEGRALE. La versione precedente, inoltre, è stata rivista e corretta.
Si parla della famiglia di Elvis, dell'incontro con i Beatles, degli anni ad Hollywood, del rapporto con il Colonnello, dell'ultimo periodo della vita di Elvis e di quello che è successo dopo la sua morte.

Billy Smith è primo cugino di Elvis, il figlio del fratello più vecchio di Gladys Presley. Billy è 8 anni più giovane di Elvis ed è cresciuto insieme a lui a Tupelo. La famiglia di Billy andò insieme ai Presley quando questi si spostarono a Memphis.
Quando Elvis comprò Graceland, anche la famiglia di Billy trasferì lì e suo padre Travis lavorò per Elvis come guardiano. Quando Billy fu abbastanza grande, iniziò a lavorare con la squadra della Memphis Mafia.
Una volta sposatosi, lui e sua moglie Jo, vissero dietro la casa principale di Graceland, eccetto per alcuni anni, quando Billy lavorò nelle ferrovie. Erano una vera famiglia e rimasero con Elvis fino all'ultimo giorno. Essendo sia un membro della famiglia che un componente della Memphis Mafia, Billy Smith era probabilmente il miglior amico che Elvis abbia mai avuto.
(Al tempo di questa intervista) Billy vive nel Mississippi e lavora  ancora come addetto alle macchine specializzato in un'azienda di lavorazione dell'acciaio.
In questa lunga intervista, Billy Smith parla della sua famiglia, della Memphis Mafia, degli anni dei film, dell'incontro con i Beatles e molto, molto altro.
Questa intervista risale a Febbraio 2006.


LA FAMIGLIA:
Qual è il primissimo ricordo di Elvis? Ricordi Elvis che cantava a te o alla famiglia prima di diventare famoso?
Ricordo che cantava molto per la famiglia e per altre persone. Ha sempre avuto un grande amore per la musica anche da giovanissimo. Ricordo che una volta Elvis mi ha tolto dall'immondizia. C’ ero andato dentro con la testa. Ero piccolo e cercavo di prendere delle banane che l’uomo della bancarella della frutta aveva buttato via. Elvis mi vide, passò e mi portò via.

Cliccate qui sotto per continuare a leggere!  
http://www.grazielvis.it/p/intervista-billy-smith.html

mercoledì 17 gennaio 2018

INTERVISTA A BEN WEISMAN

Nel nuovo sito, abbiamo appena inserito la bella ed interessante intervista a Ben Weisman. Era già stata postata anni fa sul nostro forum, ma forse non tutti l'hanno letta a quel tempo...
Se vi fa piacere leggerla, cliccate qui sotto: 😊😊 
https://grazielvis.blogspot.it/p/intervista-ben-weisman.html

giovedì 11 gennaio 2018

INTERVISTA A VERNON PRESLEY - 1978

Dalla rivista "Good Housekeeping" - Gennaio 1978

Prima di tutto, voglio dire che raccontare questa storia sarà difficile, ora che Elvis se n'è andato. Quelli di voi che hanno perso le persone amate, che hanno sofferto quello che sto soffrendo io adesso, capiranno cosa intendo dire.
La morte di Elvis è stata così improvvisa, che ci vorranno anni prima che sia in grado di accettare che è realmente accaduto.
Eppure, anche mentre sto soffrendo, sono profondamente confortato dalle migliaia di fans che hanno amato Elvis e che hanno espresso il loro cordoglio. Loro sanno che non lo vedranno mai più esibirsi, ma conserveranno sempre il ricordo della gioia che lui ha dato loro, come farò anch'io.

Prosegui la lettura della bellissima intervista a Vernon Presley, che, a distanza di pochi mesi dalla morte di Elvis, racconta la storia di suo figlio.
Vi emozionerà sicuramente! 💓

lunedì 8 gennaio 2018

VERNON PRESLEY RACCONTA LA NASCITA DI ELVIS PRESLEY

Vernon Presley - da un'intervista del 1978.

Il mio amore per mio figlio è iniziato ancora prima che nascesse l'08 Gennaio 1935. A quel tempo non c'era quasi nessuno più povero di me e mia moglie Gladys. Ma noi eravamo felici ed eccitati quando abbiamo saputo che stavamo per diventare genitori. Avevo solo 18 anni, ma durante tutta la gravidanza di Gladys non è mai capitato che non fossi in grado di prendermi cura di lei e del bambino. La nascita di Elvis fu lunga e difficoltosa per mia moglie, il suo travaglio è durato molto. 
I miei genitori erano con noi nella nostra casa, insieme a due donne, una levatrice, che ci disse quando era il momento di chiamare il dottore. Dopo quella che è sembrata un'eternità, nacque un bambino...morto. Ero desolato per la perdita del nostro bambino.
Ma poi mio padre mise una mano sulla pancia di mia moglie e disse: "Vernon, c'è un altro bambino qui!" Ai tempi in cui Elvis è nato, la medicina non era abbastanza avanzata per poter diagnosticare l'arrivo di due gemelli, pertanto la sua nascita ci prese totalmente di sorpresa.
I nostri piccoli si somigliavano, non penso fossero veramente identici. Anche se il primo nato era morto, l'abbiamo chiamato Jesse, come mio padre; il più giovane l'abbiamo chiamato Elvis, come me, in quanto il mio secondo nome è Elvis.
Abbiamo scelto come secondo nome Garon per Jesse, e Aron per Elvis perchè conoscevamo una coppia che aveva due gemelli con quei nomi.
Sicuramente, io ed Elvis, nel corso degli anni, ci siamo chiesti se la sua vita sarebbe stata drasticamente diversa se suo fratello fosse vivo. Sono arrivato alla conclusione che non sarebbe stato così, perchè credo che la carriera di Elvis e il suo contributo al mondo erano destinati ad essere così fin dall'inizio. 
Fin dai primi anni della sua vita, alcune cose che sono successe mi hanno convinto del fatto che Dio aveva dato a mia moglie ed a me un bambino molto speciale per il quale Lui aveva progetti molto speciali.
Io e Gladys eravamo così orgogliosi di Elvis ed eravamo così entusiasti da volere ancora altri figli. Ma, per motivi che il medico non riusciva a capire, non ne abbiamo avuto nessuno.
Mentre Elvis cresceva da neonato a bambino a ragazzo, abbiamo consultato altri medici per capire come mai non riuscivamo ad avere altri figli. Abbiamo anche pregato per questo.
Non c'era una ragione medica per la quale mia moglie non riusciva a rimanere incinta ancora una volta, ma andò così.

martedì 12 dicembre 2017

INTERVISTA A JOE ESPOSITO - LARRY KING LIVE 2002

Questa intervista è stata rilasciata da Joe Esposito ad Agosto 2002 al "Larry King Live".
Molti anni fa, nel nostro forum http://www.grazielvis.it/forum2/index.php era stata pubblicata una versione parziale dell'intervista. Ora vi propongo la VERSIONE INTEGRALE. Anche se piuttosto vecchia, spero possa essere interessante per chi non l'aveva mai letta prima. 
Buona lettura!  
https://grazielvis.blogspot.it/p/intervista-joe-e.html

lunedì 27 novembre 2017

INTERVISTA AD ANGIE MARCHESE - DIRETTORE ARCHIVI DI GRACELAND

A seguito dell'enorme successo della mostra "Elvis At The O2",  avvenuta nel 2014/2015, che ha portato 200.000 visitatori, Graceland ha deciso di tornare a Londra, alla O2 Arena con la nuova "Elvis On Tour - The Exhibition". 
Questa nuova mostra è focalizzata sul periodo dal 1969 al 1977 e presenta ai visitatori oltre 200 oggetti arrivati direttamente dagli archivi di Graceland, inclusi 35 vestiti, costumi e chitarre che Elvis Presley ha usato sul palco.
Zoey Goto, autore di "Elvis Style: From Zoot Suits to Jumpsuits" ha visitato la mostra per incontrare il direttore degli archivi di Graceland, Angie Marchese,  per parlare delle modalità con cui è stata creata questa magnifica mostra e dello stile unico di Elvis Presley.
Potete leggere l'interessante intervista, tradotta in italiano, qui sul nostro sito! 
Buona lettura!

venerdì 27 ottobre 2017

RAQUEL WELCH PARLA DI ELVIS PRESLEY


Durante un'intervista, in cui parla del suo ruolo nella sitcom "Date My Dad" (nella quale è affiancata da Robert Wagner, che all'età di 87 anni ha deciso di mettersi nuovamente in
gioco), Raquel Welch parla anche di Elvis Presley, col quale ha lavorato nel 1964.
"Lo vidi per la prima volta quando avevo 14 anni, in un concerto a San Diego, insieme ad un gruppo di ragazzine urlanti" spiega la Welch. "Era irresistibile. Ero solo una ragazzina. Ma quando finalmente lo incontrai sul set, non sembrava lo stesso. Sembrava come se lo avessero ripulito. Era come pane bianco o qualcosa del genere. Non era quella forza che ho visto esibirsi sul palco. Il modo in cui pettinava i suoi capelli, il tipo di vestiti che indossava, il modo in cui si muoveva. Era tutto molto raffinato adesso... Cosa era successo al ragazzo ribelle e sexy? Ero così innamorata di lui quando ero una ragazzina!"
Raquel Welch, anni dopo, vide Elvis a Las Vegas, e lo trovò ancora diverso dall'immagine del 1964. Era avvenuta un'altra trasformazione.
"Ora indossava un sacco di jumpsuits lavorate" ricorda Raquel Welch. "Non era l'Elvis per il quale impazzivo. Era ancora Elvis, ma era tutto molto diverso. Sembrava quasi che non fosse al 100%. Sembrava quasi stesse facendo tutto per i suoi fans; gli piaceva l'adulazione, ovviamente. Ma non mi sembrava ci fosse il coinvolgimento dei primi anni della sua carriera. La passione non c'era più! Si è esibito tantissimo!"
Elvis Presley è morto nel 1977 a 42 anni e Raquel Welch si chiede se i suoi concerti senza tregua non abbiano contribuito alla sua morte prematura.
"L'hanno messo in una routine per tutto il tempo, a ripetere continuamente le stesse cose. Non c'era più divertimento. E' stato molto, molto triste quello che gli è successo... Penso fosse un buon ragazzo del Sud".

Nella foto qui sopra, Raquel Welch è la penultima ragazza, da sinistra verso destra.

Source: http://www.foxnews.com/entertainment

JERRY SCHILLING: ELVIS VOLEVA ANDARE IN AUSTRALIA

Il sito www.noise11.com un paio di giorni fa ha pubblicato un articolo con queste recenti dichiarazioni di Jerry Schilling.

Elvis Presley voleva fare un tour in Australia, ma il Colonnello Parker non lo permise.
Jerry Schilling ha fatto parte della Memphis Mafia e ha lavorato con Elvis Presley e il Colonnello Parker. "Ero presente a quel meeting la sera tardi all'Hilton di Las Vegas. Elvis voleva andare in tour oltreoceano. Voleva andare in Australia. Voleva andare in Giappone. Il Colonnello disse: Se vai, io non verrò con te. Elvis disse: Va bene, sei licenziato" ha raccontanto Jerry a Noise11.com
Il Colonnello era una persona potente nell'industria musicale a quel tempo e anche Elvis non poteva batterlo. "Quando Elvis ha tentato di organizzare un tour, nessuno si è avvicinato a lui perchè avevano paura del Colonnello. Loro dovevano trattare con il Colonnello. Loro rispettavano il Colonnello. Non volevano stare dietro di lui. Era una linea che Elvis non poteva oltrepassare nel modo in cui voleva, perchè quelli erano i confini degli affari".
Il motivo per cui il Colonnello non lasciò Elvis andare in tour fuori dagli USA fu perchè Parker era clandestino in America. 
"Non l'abbiamo saputo mentre Elvis era vivo. Si è saputo dopo la morte di Elvis. Uno dei ragazzi della Memphis Mafia chiamò il Colonnello e disse: Colonnello, non ci hai mai detto che vieni dall'Olanda. Il Colonnello rispose: Beh, tu non me l'hai mai chiesto".
Il Colonnello Parker rese Elvis una star, ma dopo un decennio Elvis si stava stufando di lui.
"Penso che, creativamente, Elvis sorpassò il Colonnello e questo causò il maggior conflitto.
Musicalmente e saggiamente, Elvis non voleva fare all'età di 30 o 35 anni quello che faceva a 19 o 20 (come non lo vorrebbe nessun altro). Ho vissuto e lavorato con Elvis, e stavo con il Colonnello un giorno alla settimana. Da giovane, imparai un sacco di cose riguardo il rapporto tra l'artista e il suo manager. Il manager deve capire i bisogni creativi dell'artista. L'artista deve capire di cosa ha bisogno il manager per promuovere il loro lavoro. Hanno bisogno di capire reciprocamente il proprio ruolo affinchè tutto abbia successo".
Jerry Schilling ha aggiunto che, malgrado le sue colpe, il Colonnello era comunque un genio.
"Il Colonnello Parker è la persona più incompresa dell'industria musicale. Lui sapeva superare in astuzia qualsiasi proprietario delle società cinematografiche. Non dite mai che il Colonnello Parker non era una persona brillante. La creatività non era il suo forte, ma era un uomo onesto. Ero terrorizzato all'idea di andare a lavorare per lui, ma alla fine della giornata era stato tremendamente interessante. Divenni molto legato a lui. Sono stato la persona più vicina a lui negli ultimi 20 anni della sua vita.

Jerry Schilling è stato in Australia all'inizio di quest'anno per rispondere a domande su Elvis Presley. 
Priscilla Presley tornerà in Australia a Novembre per "Elvis & Me".

domenica 20 agosto 2017

giovedì 17 agosto 2017