lunedì 11 settembre 2017

ELVIS PRESLEY & DJ RED ROBINSON

Elvis Presley 60 anni fa, il 31 Agosto, era a Vancouver, e dj Red Robinson se lo ricorda molto bene. Il dj locale ha incontrato Elvis all'Empire Stadium, al tempo situato al PNE.
"Vancouver è stata una delle uniche 3 città in cui Elvis Presley si è esibito fuori dagli Stati Uniti. Il primo spettacolo di rock'n'roll a Vancouver si era tenuto un anno prima, quando "Billy Haley and the Comets" riuscirono a radunare 6000 persone al Kerrisdale Arena. Elvis Presley riuscì a portare il quadruplo delle persone. Fu la prima star a potersi permettere di affittare uno stadio perchè era un gigante, già allora.
Aveva girato due film, aveva avuto un enorme successo con i suoi dischi, andando in vetta alle classifiche e le sue partecipazioni al Milton Berle Show, Ed Sullivan Show e Steve Allen Show erano state spettacolari. Ho sempre dichiarato che questo fu il più grande spettacolo di quel tour, ma l'opinione di Elvis non è la stessa".

Robinson ha detto anche che Elvis Presley fu l'artista più impressionante che abbia mai visto. "Avevo un bellissimo rapporto con lui".
Domenica 27 Agosto 2017, Red Robinson ha salutato i suoi radioascoltatori durante uno show speciale della durata di 4 ore alla stazione radio CISL 650 "oldies", presso la quale ha lavorato negli ultimi anni.
Sebbene si sia ritirato, dj Red Robinson promette di continuare ad intrattenere il pubblico al sito http://redrobinson.com/ e su altri canali online.


Alan Hanson ci fornisce una bellissima intervista con il dj Red Robinson, nella quale si parla del suo incontro con Elvis Presley a Vancouver ed il ricordo del concerto che tenne quel giorno, il 31 Agosto 1957.
Nel 1957 il disc jockey radiofonico maggiormente in sintonia con le tendenze musicali degli adolescenti a Vancouver, BC, era il ventenne Red Robinson. 
Red c'era quando Bill Haley and the Comets, Fats Domino e Little Richard arrivarono in città. E quando sentì che Elvis Presley era stato ingaggiato all'Empire Stadium di Vancouver per il 31 Agosto 1957, si organizzò per cercare di essere presente nel posto giusto durante quello spettacolo.
La registrazione completa e cristallina, fatta da Red, della conferenza stampa di Elvis Presley, rilasciata prima del suo concerto a Vancouver, è uno dei migliori pezzi della documentazione relativa ad Elvis Presley degli anni '50. Il dj, in seguito, ha trascorso del tempo faccia a faccia con Elvis e lo ha presentato sul palco quella sera.
Nel Settembre 2005 Alan Hanson si è recato a Vancouver per raccogliere informazioni per il suo libro "Elvis '57: The Final Fifties Tours" e, mentre si trovava in città, Red Robinson lo ha invitato nel suo ufficio per un'intervista. 
Alcune delle cose che Red gli ha detto in quell'occasione sono state pubblicate sul suo libro due anni dopo, ma molto altro era rimasto nel suo archivio...finché ha deciso di pubblicare l'intera intervista.

Alan Hanson: Dove, esattamente, Elvis è sceso dal treno?
Red Robinson: Giù, a Main Street. La vecchia stazione è ancora lì. Più indietro, a circa mezzo campo di calcio indietro. Hanno fermato il treno lì, prima di arrivare al binario. Ha autografato alcune foto che avevano dei fans. Come sono arrivati ​lì ​quei ragazzi? Non erano molti, forse tre o quattro. Alcune persone, polizia o addetti alla stazione, sapevano che stava scendendo da lì. Ecco perché poche persone lo sapevano.

Nel tuo libro "Rockbound", fai riferimento ad una ragazza che è entrata nella sua stanza d'albergo a Vancouver. L'hai definita una "escort pagata". Era solo un'idea?
La verità è - voglio dire, l'ho scritto nell'84 - che lei era una ragazza squillo, ed è andata con lui anche a Seattle. Perché lo so? A causa dei ragazzi che hanno organizzato quegli spettacoli. Uno era Zollie Volchuk, della "Northwest Releasing", ed il suo rappresentante, Hugh Pickett, che aveva una compagnia chiamata "Famous Artists". Hugh lo ricorda benissimo.
Parker non voleva che il suo pupillo finisse nei guai, pensando a fatti come quelli avvenuti a Charlie Chaplin ed a Errol Flynn, presumo. La mia intuizione è stata che si trattasse di una ragazza squillo, una professionista molto ben pagata.

Hai veramente registrato la conferenza stampa?
Sì. Era mia ed è ancora mia. Avevo un microfono e un registratore 601 Ampex avvolto in pelle - bellissimo - pesava circa 60 libbre. Ecco perché la qualità è così buona. La gente lo fa notare tutte le volte. Dicono: "Mio ​​Dio, è come se fosse in studio", ma se dai un'occhiata a quell'attrezzatura, capirai perché. Voglio dire, sai di cosa sto parlando, bobina dopo bobina. La qualità era semplicemente fantastica. Nessuna variazione di velocità, niente.

Avevi il permesso di farlo o l'hai fatto e basta?
No, sono semplicemente andato. Ora ci sono guardiani ai cancelli e roba del genere, ed anche Elvis ne aveva alcuni. No, l'ho portato là. A nessuno sembrava importare. L'ho fatto con Buddy Holly, Louis Armstrong, tutti quanti. Ho trascinato dentro quella dannata cosa e la gente mi ha detto: "Oh, sei stato lungimirante! Che visionario". Il fatto è che ero un fan a quel tempo e sono un fan ancora adesso. Volevo solo preservare l'incontro.

Dov'eri durante il concerto, mentre lui era sul palco?
All'estremità nord dell'Empire Stadium era stato allestito un palco improvvisato. Hanno costruito il palco ed hanno messo una tettoia per la pioggia. Sia nel caso dei Beatles che di Elvis era una calda notte d'estate, quindi non ne avevano bisogno. Si trovava dov'erano i pali della porta. Li hanno rimossi. A lato del palco c'era una piccola struttura, come un casello autostradale. Tu salivi sul palco, poi entravi in questo baldacchino e rimanevi accecato, quindi era un piccolo spazio quello in cui mi trovavo. Dopo averlo presentato, sono rimasto lì ed ho guardato lo spettacolo dal retro. Ho potuto vedere tutto.

Ho una foto dell'Empire Stadium com'era allora che ho stampato da Internet.
(Guardando la foto). C'era il tabellone segnapunti all'estremità sud. Lui è uscito dallo spogliatoio sul lato ovest, è salito su una Cadillac ed ha fatto il giro in senso antiorario, perché non avevano fatto il tutto esaurito; poi si è diretto giù, dal lato est, ed è salito per le scale fino al palco a nord. 

Ho ragione di supporre che non ci fosse nessuno seduto dietro il palco?
No, ovviamente no. Il posto poteva contenere 32.000 persone per una partita della Grey Cup, che è come un Super Bowl in Canada.

Quando i ragazzi si sono riversati dagli spalti, venivano da tutte le parti o solo dall'estremità sud?
Sono arrivati ​​da ogni parte. La maggior parte di loro veniva da più lontano, ovviamente, per riuscire a vederlo meglio.

Ieri ho visto una foto in biblioteca di ragazzi seduti sull'erba. Qualcuno ha detto loro che andava bene stare seduti lì?
L'hanno fatto solo perché davanti al palco c'erano dei puntelli, come quelli usati per guidare i cavalli o le mucche. Erano sorvegliati da cadetti e boy scouts.

Quali erano i cadetti dell'aeronautica?
I cadetti dell'aeronautica avevano dai 14 ai 16 anni di età. Era un programma creato in Gran Bretagna e Canada per i giovani che potevano aspirare ad una carriera per diventare piloti o ufficiali di rotta per l'esercito, la marina e l'aviazione in questo Paese o in Gran Bretagna. 

Deve essere stato spaventoso per loro essere sul campo quella sera.
Oh sì. È stato spaventoso per tutti, compresi Elvis, Scotty e Bill, credimi.

Quando i ragazzi si sono avvicinati al palco, alcuni racconti dicono che il Colonnello Parker sia uscito sul palcoscenico ed abbia detto ai ragazzi che dovevano tornare ai loro posti prima che lo spettacolo potesse continuare.
Non me lo ricordo. Ricordo solo che Elvis finì una canzone e corse giù per le scale sul retro. In quel vestibolo di cui parlavo, si tolse la giacca e la diede a suo cugino Gene, che salì sulla limousine. Tutti i ragazzi hanno seguito la dannata limousine, mentre Elvis è rimasto nel vestibolo. Io ero proprio lì. Il Colonnello Parker non è mai uscito sul palco.

Qualcuno ha avvertito i ragazzi, giusto?
Potrebbe essere. Lo stadio aveva un grande impianto di amplificazione nell'angolo da cui trasmettevano. Qualcuno avrebbe potuto dirlo da lì, ma nessuno è salito sul palco, tranne me ed Elvis. Te lo assicuro. Non mi interessa da dove vengano queste altre cose.

Gli articoli di giornale parlano di ragazzi che sono andati avanti ed indietro, e poi avanti e indietro diverse volte. Ti risulta?
No. Sai cosa penso quando saltano fuori queste descrizioni? C'erano dei poliziotti, non abbastanza, ma penso che quello che è successo sia stato che i ragazzi si siano avvicinati, abbiano dato un'occhiata e siano tornati ai loro posti, o siano andati a prendere un hot dog o qualsiasi altra cosa, quindi questo cambia tutto. Non credo ci sia stata una pressione importante, come una grande ondata in arrivo, mai, tranne che nella parte anteriore. Direi che quattro o cinque file non si sono mai mosse. Sai, quelli che stavano proprio davanti al palco.

Hai detto che è stato Gene Smith a scambiarsi con Elvis. Ho letto un articolo in cui si  diceva che era George Klein.
Era uno dei ragazzi. Pensavo fosse Gene, ma potrebbe essere stato George. Era lì, ma non l'ho mai incontrato. Non si è mai presentato, non ha mai detto di essere un disc jockey di Memphis. L'unico disc- jockey di Memphis che conoscevo a quel tempo era Dewey Phillips.

Quindi sei andato sotto questa botola sul palco. Quanto tempo sei stato là? Quanto tempo ci è voluto perché la folla si diradasse?
Al massimo dieci minuti. Direi più probabilmente cinque. La gente se ne andò. Lo spettacolo finì; le luci si spensero. Fine. Se ne sono andati.

Parliamo delle dimensioni della folla. Ovunque si è stimato dai 13.000 a 26.500. Il numero che sembra tu utilizzi la maggior parte delle volte è 25.000.
Esatto. In effetti, ho la stampa che mi ha dato Hugh Pickett relativa a tutte le vendite, a quanto Elvis è stato pagato e tutto il resto. Ho l'intero documento da parte della "Famous Artists" e sono dei maghi quando si tratta di cose del genere. Mostra anche quanto hanno pagato i musicisti. È tutto lì. E dice che sono stati venduti circa venticinque mila biglietti.

C'è stata una sommossa? Ti sembra appropriata questa parola parlando di questo spettacolo.
C'è stato un pandemonio. Come posso descriverlo? Sai, è strano. Dici di essere uno storico; capirai esattamente quello che sto dicendo. In retrospettiva, le cose cambiano, si abbelliscono. Le persone che non c'erano scrivono storie o si aggrappano a qualcosa che hanno visto sul giornale. Cos'è una sommossa? Per me una sommossa significa che tutto è sotto controllo. Le persone sono sotto controllo. Vengono fuori i tubi dell'acqua; vengono estratte le pistole. Non è accaduto niente del genere. È stato un fastidioso pandemonio, che è qualcosa di diverso. Era tutto completamente nuovo. Probabilmente l'impatto che ha avuto è stato davvero di un anno e mezzo. 
Bill Haley è venuto qui, con il primo concerto rock 'n' roll, in questa città nel '56, ed è stato un pandemonio selvaggio, euforico, ma una sommossa? No. Quando metti insieme così tante persone - lo vedi nelle partite di calcio in Europa - le persone muoiono perché non riescono a respirare. Il raduno davanti al palco di Elvis, per le prime cinque o sei persone, era il luogo in cui c'era il problema; era lì che c'era la paura. Ecco perché, se leggi il libro in cui D.J. Fontana dice che pensava che sarebbero stati uccisi, è questo che intende. Il resto della gente si è comportata bene. 
"Sommossa" è un termine che le persone usano se vogliono dipingere un evento in un certo modo?
Sì. Devi ricordare che il mondo degli adulti lo odiava assolutamente. Un giornale ha persino inviato il proprio critico sinfonico per coprire Elvis.

Penso che ad alcuni fans di Elvis veramente zelanti piaccia pensare che potrebbe aver creato una rivolta semplicemente presentandosi.
Non c'è dubbio che il livello di entusiasmo sia stato il più alto da quando Sinatra è andato al Brooklyn Paramount. Ma una sommossa? No. Loro la chiamano sommossa. Io no.

Queste fotografie chi le ha scattate?
Ho assunto un uomo di nome Rollie Ford, che era un fotografo fantastico. Ho pagato perché il mio fotografo venisse con me ovunque. Ecco perché ho tutto questo materiale. Sono tutte mie.
Questo è triste. Quando Rollie è morto, suo figlio ha bruciato tutti i suoi negativi.
Gli ho detto: "Perché l'hai fatto?".
Ha detto: "Stavano solo occupando spazio in casa e la mamma mi ha detto di sbarazzarmene".
Vedi, non aveva fatto esperienza.

In altre interviste, hai parlato di "dischi di razza", di dischi R&B che sono stati venduti sottobanco prima del periodo di Elvis e di come il suo successo abbia contribuito a portare i cantanti R&B neri alla ribalta. Ma quando guardo le foto della folla per Elvis nel 1957, sia qui a Vancouver che altrove, non vedo facce nere. C'erano allora, a quel tempo, persone nere a cui piaceva Elvis?
Beh, è ​​una cosa difficile da chiedermi qui a Vancouver. La popolazione totale di neri nella Columbia Britannica nel 1957 era di 9.000 persone. Questo era un "vanilla country", e questa è la verità di Dio. E qui c'era anche un sacco di bigottismo, di cui molti canadesi compiaciuti non ti parleranno - e so che il tuo registratore è acceso, ma non me ne frega più niente. Chi può farmi del male? Ma ho anche subito molti abusi, quindi posso immaginare cosa ha passato.

Riesci a ricordare che nel 1957 Elvis fu accusato di aver detto qualcosa del tipo: "L'unica cosa che i negri possono fare per me è comprare i miei dischi e lucidarmi le scarpe". Elvis ha negato e, dopo aver intervistato Elvis ed altri, un giornalista del magazine "Jet" ha concluso che Elvis non l'ha mai detto. Pertanto il razzismo era un argomento con cui aveva a che fare allora.
L'idea che Elvis fosse razzista è una cretinata, e ti spiego perché. Dai un'occhiata ai vestiti che comprava. Amava la musica nera. Dai un'occhiata alle cose che si vengono a sapere solo ora; a come andava in giro in auto per strada e se vedeva una donna di colore indigente con un bambino piccolo, andava a comprarle una Cadillac. 
Ora, se questo ragazzo odiava i neri, non si sarebbe avvicinato a loro. Ci sono un sacco di stupidaggini di tutti i tipi riguardo a questo. Non posso crederci, perché nella mia conversazione con lui nel backstage, abbiamo parlato di un ragazzo di nome Roy Hamilton. Era uno dei cantanti preferiti di Elvis ed uno dei miei. 
Sai, devi capire che eravamo ragazzi. Lui aveva 22 anni ed io 20 all'epoca. Quando Elvis si esibì a Las Vegas nel 1956, nel tempo libero andava a trovare Jackie Wilson, andava a vedere tutti gli spettacoli di artisti di colore, andava a trovare Frankie Lyman, era entusiasta di Clyde McPhatter. Me lo disse di persona. No, penso sia una cosa ridicola. Non so chi stia cercando di danneggiarlo, ma è una stupidaggine.

Alla fine del suo resoconto sull'intervista a Red Robinson, Alan Hanson fa una precisazione, dicendo che, oltre a questa intervista, ne ha fatte altre relative al concerto di Elvis Presley a Vancouver e si è ritrovato davanti a resoconti diversi, come ad esempio le reazioni del pubblico, la folla presente, il comportamento del Colonnello Parker e, persino, dello stesso Elvis nel momento in cui ha lasciato il palco.
Queste divergenze hanno reso il capitolo del suo libro relativo a questo evento il più difficile da scrivere ed ha concluso che, a distanza di 50 anni, varie persone che hanno assistito ad uno stesso evento possono avere ricordi e visioni differenti.

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