venerdì 9 aprile 2021

BRIAN MAY: ELVIS PRESLEY HA INFLUENZATO TUTTI QUANTI

Brian May, intervistato da Express.co.uk ha ribadito il fatto che la musica dei Queen, e Freddie Mercury personalmente, siano stati grandemente influenzati da Elvis Presley.
Se si guarda al passato, ai grandi gruppi rock degli anni Sessanta e Settanta, senza dubbio la maggior parte - se non tutti - ti dirà che sono stati influenzati da Elvis Presley. Il Re è diventato famoso nel 1956, e molte future celebrità della musica sono cresciute ascoltandolo. Dai Beatles ai Queen.
Brian, in proposito, ha dichiarato: "Penso che sia impossibile essere stato un bambino a quel tempo e non essere rimasto influenzato da Elvis. Per Freddie, in particolare, lui era uno dei suoi grandi eroi".
E' risaputo, infatti, che la canzone composta dallo stesso Freddie Mercury nel 1980, dal titolo "Crazy Little Thing Called Love", è un tributo ad Elvis Presley.
E per un gioco delle parti, a sua volta Lisa Marie Presley divenne, da ragazzina, fan dei Queen, tanto da assistere, insieme alla mamma Priscilla, ad un loro concerto e donare a Freddie Mercury una sciarpa di quelle che Elvis indossava durante i suoi concerti.
Riguardo l'impatto di Elvis sulla sua carriera come chitarrista, Brian May ha detto: "Per me, i suoi chitarristi sono stati una grande ispirazione. Scotty Moore da una parte e James Burton dall'altra.
Ho avuto il piacere assoluto di lavorare con entrambi e con James è nata una grande amicizia, il che mi rende davvero molto felice. Quindi sì, Elvis è stato sicuramente fonte di ispirazione".
Brian May, che ora ha 73 anni, ha dato anche ulteriori spiegazioni in proposito, specificando cosa è stato di Elvis che lo ha maggiormente colpito.
"E guardando indietro, hai presente come, a volte, si rivalutino le cose quando ascolti i vecchi dischi? Pensi: "Che cos'è che ho visto in quelle cose?" Quando ascolti un disco di Elvis, ti rendi conto che, probabilmente, l'ha fatto in una o due takes. Non c'era l'auto-tuning, non ci sono maneggiamenti strani, trucchetti. Era dannatamente bravo. Faceva le cose con cura, con passione, aveva un'estensione fantastica, una tonalità fantastico; si meritava tutto quello che aveva. Senza dubbio, a quel tempo, aveva raggiunto l'apice, direi, di quello che potrebbe ottenere un cantante. E aveva una grande squadra intorno a lui".
Dopo aver sottolineato la somiglianza nella natura teatrale nella presenza scenica di Elvis e di Freddie, il chitarrista dei Queen ha detto che quello è un argomento intrigante.
"Ci ho pensato molto, perché Elvis viene dal Sud degli Stati Uniti d'America ma è vestito come un damerino. Si truccava, si sistemava bene i capelli, balla e dondola il fondoschiena. Quello non è il tuo stereotipo americano di quel tempo. Ci è voluto molto coraggio per essere quel tipo di persona; fa parte di tutto il suo lavoro".
Brian May è fermamente convinto del fatto che esibirsi muovendo tutto il corpo sia molto importante, oltre alla voce o alla strumentazione musicale.
Brian ha aggiunto: "Ho questa grande convinzione, ossia che cantare o suonare non riguarda solo la meccanica, ma è una cosa che coinvolge tutto il corpo, la mente e lo spirito.
Non credo che si possano valutare le persone esclusivamente dalle note che escono dalla loro gola. C'è di più in questo. C'è una sorta di coinvolgimento di tutto il corpo, di esperienza e convinzione che viene coinvolta a vari livelli. Sì, si può metterne un po' in un disco da suonare sul giradischi, ma non è tutto quello che c'è. C'è uno spirito lì che ti trapassa in ogni modo e penso che Elvis lo avesse. È una questione molto fisica. Questo è molto importante. È vitale".

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