mercoledì 25 novembre 2020

ROLLING STONE - ELVIS PRESLEY INCONTRA I "NASHVILLE CATS" ED IL RISULTATO E' STREPITOSO

Il magazine "Rolling Stone" ha dedicato un articolo alla pubblicazione del nuovo set 4 CD "From Elvis In Nashville", giudicandolo a dir poco strepitoso!

Per alcuni giorni a ruota libera, nel Giugno del 1970, Elvis Presley ha riunito alcuni dei migliori musicisti di Nashville per suonare nello Studio B della RCA.
Elvis stesso ha scelto le canzoni, da "Bridge Over Troubled Water" di Simon & Garfunkel e "Faded Love" di Bob Wills, a "Funny How Time Slips Away" di Willie Nelson e "Patch It Up" di Eddie Rabbitt.
Le sessions erano delle specie di maratone e, naturalmente, i musicisti - ed Elvis - avrebbero avuto fame.
Charlie McCoy, il musicista che suonava più di uno strumento, che per primo ha lavorato con Elvis per incidere la colonna sonora del terribile "Harum Scarum" del 1965, ricorda vividamente i vassoi di cheeseburger e patatine fritte disposti in stile caffetteria nella sala di controllo dello studio. McCoy ed i suoi colleghi - come il batterista Jerry Carrigan ed il bassista Norbert Putnam - si mettevano in fila e riempivano i loro piatti.
Hanno imparato rapidamente che una parte della distribuzione era off-limits.
"C'era questa grande tazza Dixie piena di cetriolini", racconta McCoy a Rolling Stone. "Così Jerry Carrigan si avvia ed allunga un braccio per afferrare uno di questi sottaceti, e dal nulla arriva questa mano e gli afferra il polso. È uno della Memphis Mafia, ed il ragazzo dice: "Quelli sono i sottaceti di Elvis" ".
McCoy ride del ricordo e dei membri dell'entourage di Elvis, sempre presenti e sempre in guardia; ragazzi come Joe Esposito e Red West.
"Sai, Elvis gli avrebbe regalato l'intera tazza, ma quei ragazzi erano molto protettivi nei suoi confronti".
C'era un posto in cui la Memphis Mafia non avrebbe osato mettere piede, comunque: dentro lo studio.
"Quando stavamo registrando", dice McCoy, "questi ragazzi non si vedevano da nessuna parte". 
Quello era uno spazio sacro, dove Elvis era libero di creare e far vibrare i musicisti.
Il nuovo cofanetto "From Elvis a Nashville" porta i fans dove nemmeno la cerchia ristretta di Elvis poteva andare.
Oltre 74 tracce, il set di quattro dischi ti mette in studio con Elvis, con il chitarrista James Burton ed membri professionisti del Music City Studio, noti come "Nashville Cats", tra cui Carrigan, Putnam, il pianista David Briggs e l'asso dell'armonica McCoy.
Come i precedenti cofanetti pubblicati da RCA / Legacy Recordings, tra cui "Prince From Another Planet", "Elvis at Stax" e "Way Down in the Jungle Room", "From Elvis in Nashville" è il sogno di un fan di Presley: una raccolta di esibizioni travolgenti che potrebbero convertire anche il più ostinato degli oppositori di Elvis. E' un'esperienza di ascolto elettrizzante della durata di 4 ore e 25 minuti.
Le sessions di Giugno allo Studio B hanno dato vita a tre album: "Elvis: That’s the Way It Is", "Elvis Country (I'm 10,000 Years Old)" e "Love Letters From Elvis".
Sebbene quegli album abbiano avuto successo, hanno anche sofferto per essere eccessivamente raffinati.
A prima vista, "That's the Way It Is" sembra essere la colonna sonora dell'entusiasmante film del 1970 omonimo, ma l'album è per lo più composto da registrazioni in studio, appesantite da archi e fiati aggiunti.
"From Elvis a Nashville" rimuove quelle distrazioni per concentrarsi sulla voce di Elvis e sulla complicità della band.
Il lavoro di remix è stato affidato a Matt Ross-Spang, l'ingegnere di Memphis dietro gli album di Jason Isbell e Margo Price, che ha analizzato ogni traccia insieme al produttore della compilation, Ernst Mikael Jorgensen. Ross-Spang racconta che il processo è consistito in qualcosa di più che rimuovere gli strumenti.
"Le sovra-incisioni sembravano tutte fantastiche, ma toglierle ed ascoltare davvero quello che ognuno stava facendo, è fantastico", dice a Rolling Stone, citando la versione di Elvis della canzone "Make the World Go Away" di Hank Cochran come una delle sue preferite.
Ernst è seduto lì e dice: "Devi pensare che questo è il '70, '71, il matrimonio di Elvis con Priscilla è in difficoltà. E poi lo senti cantare quella canzone e pensi: "OK, ora mi metto a piangere". Non parliamo solo della grancassa e dei nastri, ma parliamo di dove Elvis fosse si trovasse mentalmente in quel momento".

Ballate come "Make the World Go Away", "How the Web Was Woven" e "Twenty Days and Twenty Nights" catturano questo lato contemplativo di Elvis. Canta con vulnerabilità, mettendo a nudo un'anima che sta soffrendo.
Ma nonostante l'immenso potere delle ballate, sono le suonate chiassose country-soul che rendono questo particolare set così irresistibile.
Elvis si esibisce senza costrizioni e la band è caricata al massimo mentre passano da "Got My Mojo Working / Keep Your Hands Off of It", "I Washed My Hands in Muddy Water" e "Whole Lotta Shakin 'Goin' On". Elvis si lascia andare spontaneamente, sopraffatto dall'energia nella stanza.
Alla fine della jam, qualcuno grida: "Eccome!" e il capo ride.
"È quel tipo di materiale che non è buono o cattivo, è solo una m***a mediocre", dice Elvis della performance. Non potrebbe avere più torto.
"Patch It Up", che aveva perso il suo mordente nell'album "That’s the Way It Is", qui è feroce, con Elvis che si scatena sul potente mix della band.
"La canzone emerge come uno dei pezzi rock più feroci del catalogo Presley", dice lo scrittore David Cantwell, nelle informazioni della copertina di "From Elvis a Nashville".
"Merito di Putnam e Carrigan, che ci danno dentro sul ritmo, e di Burton che impazzisce per la chitarra elettrica".
"Non stiamo cercando di cambiare la storia"
, dice Ross-Spang parlando del remixaggio aggiornato, elogiando le registrazioni originali degli anni Settanta del produttore Felton Jarvis e dell'ingegnere Al Pachucki.
"Ma è incredibile, con le capacità che abbiamo, tornare indietro e mostrare quanto Elvis fosse coinvolto nella musica e nelle canzoni".
Eppure Elvis, che era appena tornato sul palco di Las Vegas un anno prima nel 1969, è stato anche coinvolto nella realizzazione di uno spettacolo. Con la Memphis Mafia in agguato, non era mai senza pubblico e l'energia nello studio era, a volte, troppo forte per essere contenuta. McCoy ricorda come Elvis, una volta, l'abbia sfogata in una dimostrazione di karate.
"Qualcuno gli ha chiesto: "Se qualcuno ti venisse addosso con una pistola, cosa faresti?".
Ed Elvis disse: "Beh, lo disarmerei' " racconta McCoy.
Elvis chiamò Red West per farsi portare la sua pistola. Il chitarrista Chip Young era lì vicino.
"Ha detto: "Vieni verso di me, Red" e mentre lo fa, Elvis fa alcune mosse di karate e la pistola finisce, volando in aria, a conficcarsi nel retro della chitarra acustica di Chip", dice McCoy.
Elvis si è offerto di comprargliene una nuova, ma Young ha rifiutato: "Sono l'unico ragazzo al mondo con una chitarra con un buco fatto da Elvis".
"È durata tutta la notte"
, racconta McCoy, parlando di quelle sessions selvagge, che duravano dal tramonto all'alba.
"Elvis aveva dormito tutto il giorno e, quindi, è arrivato impaziente di iniziare. Sono uscito dallo studio con il tempo appena sufficiente per andare a fare colazione e andare alla mia prossima session".

FACCIAMOLO ANDARE IN VETTA ALLE CLASSIFICHE!

Source: RollingStone.com